eliana riva su gaza, dal ‘manifesto’ del 23 maggio 2025
Eliana Riva, «In due giorni a Gaza 29 palestinesi sono morti per la fame», il manifesto, 23 maggio 2025
PALESTINA. […]
Israele ha ordinato alla delegazione negoziale di chiudere i colloqui per il cessate il fuoco e ritornare a Tel Aviv. Anche stavolta nulla di fatto. Era chiaro che l’invio della commissione in Qatar rappresentasse per il premier Netanyahu la risposta svogliata a una pressione alleata più che la reale volontà di fermare la guerra. Cosa che, continua a ripetere da settimane, non accadrà. A meno che non ci sia proprio più nessuno da ammazzare.
L’UNICA, remota possibilità di porre fine ai bombardamenti (ma non all’occupazione) sarebbe, infatti, l’applicazione del «piano Trump», cacciar via tutta la popolazione palestinese. Guerra o pulizia etnica, per il premier non esiste una terza ipotesi.
E l’ingresso degli aiuti rappresenta, esattamente come gli sgraditi negoziati, uno strumento per prender tempo. La Mezzaluna rossa palestinese ritiene che far arrivare un numero tanto limitato di cibo dopo 80 giorni di immiserimento può essere considerato un «invito a uccidere» per sopravvivere. Sono entrati circa 90 camion, prima della guerra ne passavano 500 al giorno. Solo mercoledì notte la farina è riuscita ad arrivare ad alcuni panifici, che hanno subito iniziato a lavorare. Sono migliaia le persone che aspettano un tozzo di pane.
Ma ancora ieri la Mezzaluna denunciava che i civili non hanno ricevuto consegne. Gli aiuti «non sono neanche lontanamente abbastanza», come hanno sentenziato le Nazioni unite. Senza contare che i camion non arrivano al nord, dove gli attacchi israeliani si stanno moltiplicando e le strade sono spesso totalmente impraticabili. Ma il timore è che dopo potrebbe essere anche peggio.
Secondo il governo, alla fine del mese la gestione dovrebbe passare alla fondazione americana che ha confermato l’impegno di sostituire l’Onu e le organizzazioni umanitarie. Il quotidiano israeliano Haaretz ha intervistato diversi «imprenditori israeliani» che partecipano alla gara d’appalto per la fornitura di beni lanciata dell’azienda americana Safe Reach Solutions (Srs). Quest’ultima è incaricata di garantire la sicurezza dei magazzini, l’afflusso e il percorso del cibo.
MOLTI IMPRENDITORI ritengono che il meccanismo non sarà pronto neanche tra un mese. Figuriamoci tra una settimana. Le quantità di cibo stimate dalla Srs, per cui sono stati chiesti preventivi alle aziende che partecipano alla gara, sono di 110mila tonnellate, per un processo di offerta di circa 500 milioni di dollari. Inoltre, i termini dell’appalto non specificherebbero le tempistiche di fornitura dei pacchi di cibo.
Senza contare che nella lista degli alimenti non compaiono riso, zucchero e carne né si capisce come a Gaza potrebbero cucinare senza gas ed elettricità o come si affronterà la crisi idrica. Le fonti di Haaretz stimano che i prodotti ordinati dalla Safe Reach Solutions impiegheranno tre mesi solo per essere consegnati dai fornitori.
Sarebbe un disastro umanitario senza precedenti. Il ministro della salute palestinese, Majed Abu Ramadan, ha fatto sapere che 29 tra bambini e anziani sono morti di fame negli ultimi due giorni e che la stima delle Nazioni unite secondo cui 14mila bambini potrebbero morire senza aiuti è realista e forse persino ottimistica.
In mezzo alla fame, le operazioni militari israeliane proseguono. Nuovi ordini di evacuazione sono stati emessi per i palestinesi che si trovano a Jabalia. L’esercito ha annunciato ancora una volta che «amplierà significativamente la sua attività militare», nel tentativo di uccidere tre uomini di Hamas che ritiene si trovino nell’area. Per tre persone, migliaia di sfollati e centinaia di morti, tra cui tantissimi bambini.
Ieri Israele ha bombardato un capannone di Deir al Balah in cui si rifugiavano diverse famiglie, ammazzando almeno nove persone. Il ministero della salute palestinese ha fatto sapere che 16.500 bambini sono stati uccisi a Gaza dall’ottobre 2023. 916 avevano meno di un anno, 4.365 erano di età compresa tra uno e cinque anni, 6.101 tra sei e dodici, 5.124 tra i 13 e i 17.
UN ATTACCO ha distrutto un centro sanitario dell’Unrwa (l’agenzia Onu che si occupa dei profughi palestinesi) che forniva assistenza a migliaia di persone. L’ospedale al-Awda è costantemente sotto attacco e gli aerei di Tel Aviv hanno colpito ieri un deposito di forniture mediche. A seguito del raid si è sviluppato un incendio che ha distrutto tutto il materiale.
Israele ha annunciato la morte di un altro prigioniero palestinese catturato a Gaza. Amr Hatem Odeh aveva 33 anni ed è stato rapito dall’esercito insieme ad altri membri della sua famiglia. Portato via da Gaza il 7 dicembre 2023, è morto cinque giorni dopo nella famigerata base militare israeliana di Sde Teiman. Almeno 70 i palestinesi morti nelle prigioni israeliane da ottobre 2023.
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