#Malamente

Francesco Scatignomagico@www.magozine.it
2025-02-07

Il sapore della libertà: Anarchia a tavola di Fiamma Chessa

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Anarchia a tavola Fiamma Chessa diario Edizioni Malamente novembre 2024 180 https://edizionimalamente.it/catalogo/fiamma-chessa-anarchia-a-tavola/

Anarchia a tavola di Fiamma Chessa è più di un libro di ricette: è un diario gastronomico anarchico, un intreccio di storie, tradizioni e lotte che attraversano generazioni, dimostrando come il cibo possa essere strumento di memoria, resistenza e comunità.

Anarchia a tavola: un viaggio tra cucina e memoria

Cosa c’entra la cucina con l’anarchia? Questa è la domanda che sorge spontanea davanti a Anarchia a tavola, il nuovo libro di Fiamma Chessa, studiosa e curatrice dell’Archivio Famiglia Berneri Aurelio Chessa. Ma la risposta è semplice: il cibo è cultura, tradizione, racconto, e diventa un filo che intreccia storie, idee e comunità. In questo libro, la cucina non è solo nutrimento, ma un atto di resistenza, di condivisione e di identità. La citazione di Tiziano Terzani che apre il volume – «Noi non siamo solo quello che mangiamo e l’aria che respiriamo. Siamo anche le storie che abbiamo sentito, i libri che abbiamo letto, la musica che abbiamo ascoltato» – introduce perfettamente il senso dell’opera. Attraverso ricette tramandate, incontri con figure del movimento anarchico e racconti di luoghi vissuti, Chessa ci porta in un viaggio personale e collettivo, dove la cucina diventa lo specchio di un’idea di libertà e di appartenenza. Non si tratta solo di un ricettario, ma di una narrazione che attraversa generazioni, dal ricordo delle pietanze di famiglia fino alle esperienze nelle cucine collettive degli incontri anarchici. Anarchia a tavola è un libro che celebra il cibo come veicolo di memoria storica e politica, trasformando ogni piatto in un frammento di storia e ogni ingrediente in un racconto.

Le radici familiari: le ricette di Giovanna Caleffi

Il viaggio culinario di Anarchia a tavola prende avvio dalle radici familiari dell’autrice, intrecciandosi con la memoria di Giovanna Caleffi, moglie di Camillo Berneri. È proprio lei a trasmettere a Fiamma Chessa la passione per la cucina, regalandole una copia de La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene di Pellegrino Artusi, un classico della gastronomia italiana. Le ricette di Giovanna Caleffi non sono solo un’eredità gastronomica, ma il riflesso di un modo di vivere e pensare: piatti semplici, legati alla tradizione contadina, ma carichi di significato affettivo e politico. Attraverso questi sapori, il libro restituisce l’atmosfera di un tempo in cui la cucina era anche un momento di socialità, di confronto e di cura reciproca. Le pietanze raccontate non sono solo un elenco di ingredienti e procedimenti, ma piccoli frammenti di vita: ogni piatto diventa il pretesto per rievocare episodi, incontri, aneddoti legati alla figura di Caleffi e al contesto anarchico in cui ha vissuto.

La Vetrina dell’Editoria Anarchica e Libertaria

Se le prime sezioni di Anarchia a tavola affondano le radici nella dimensione intima e familiare, il libro si apre poi a una dimensione collettiva e comunitaria con il racconto della Vetrina dell’Editoria Anarchica e Libertaria, manifestazione nata nel 2003 a Firenze con cadenza biennale. Questo evento non è solo un momento di incontro per editori e autori indipendenti, ma diventa anche un’occasione per sperimentare e condividere cucine diverse, tra cultura libertaria e tradizioni popolari. In questi anni, la manifestazione ha dato vita a una cucina collettiva, organizzata per sfamare i partecipanti con piatti che sono il frutto delle esperienze e le contaminazioni di chi vi prende parte. Le ricette di questa sezione del libro raccontano una cucina meticcia e solidale, che accoglie piatti della tradizione contadina, ma anche proposte vegetariane e vegane, adattandosi ai bisogni e alle sensibilità di una comunità in continuo mutamento. Tra le ricette riportate troviamo la torta di mele, pere e cioccolato, il babka (dolce della tradizione ebraica dell’Europa orientale) e il panino con il lampredotto, simbolo della cucina popolare fiorentina. Attraverso queste esperienze, il cibo si conferma non solo come necessità, ma come strumento di relazione e aggregazione, un modo per intrecciare storie e identità diverse, nel solco di una tradizione anarchica che ha sempre fatto della convivialità un elemento centrale della propria cultura politica.

Reggio Emilia e la riscoperta delle radici familiari

L’ultima parte di Anarchia a tavola ci porta a Reggio Emilia, città in cui Fiamma Chessa si trasferisce negli anni Duemila per seguire l’Archivio Famiglia Berneri-Aurelio Chessa, custode di buona parte della memoria anarchica italiana. Qui, la narrazione si intreccia con nuove scoperte e incontri significativi, tra cui quello con i pronipoti di Giovanna Caleffi, che permettono all’autrice di approfondire ulteriormente le tradizioni culinarie della sua famiglia. Questo ritorno alle origini non è solo un viaggio gastronomico, ma anche un momento di riscoperta, dove il cibo diventa veicolo di memoria e continuità. Tra le ricette tramandate dalla famiglia Caleffi spiccano la gallina ripiena e la zuppa inglese, piatti che portano con sé il sapore di un’epoca e di una comunità che, attraverso la cucina, ha saputo mantenere vivi i propri legami. Il libro si chiude con un’intervista a Libereso Guglielmi, giardiniere e anarchico, noto per il suo legame con la famiglia di Mario Calvino, padre di Italo. Il dialogo con Guglielmi aggiunge una prospettiva inedita sulla relazione tra botanica, libertà e cucina, rafforzando l’idea che il cibo, come le piante, sia un elemento di connessione profonda tra individui e territorio. Con questa sezione, Anarchia a tavola dimostra ancora una volta come la cucina non sia mai solo nutrimento, ma un linguaggio culturale e politico, capace di raccontare storie di resistenza, solidarietà e appartenenza.

Cibo, memoria e anarchia: il valore di Anarchia a tavola

Con Anarchia a tavola, Fiamma Chessa firma un’opera che va oltre il semplice libro di cucina. Attraverso la cucina, l’autrice restituisce uno spaccato della storia anarchica italiana, raccontando episodi, incontri e tradizioni che spesso restano ai margini della grande narrazione storica. Dalle ricette di Giovanna Caleffi e Aurelio Chessa fino ai piatti condivisi alla Vetrina dell’Editoria Anarchica e Libertaria, ogni pagina del libro è una testimonianza di resistenza e comunità, un’ode alla semplicità e alla condivisione. Il volume dimostra anche come la cucina sia uno strumento di connessione, in grado di attraversare epoche e generazioni. Le esperienze dell’autrice, dai racconti della sua infanzia fino agli anni recenti a Reggio Emilia, ci mostrano come le tradizioni gastronomiche possano trasformarsi in archivi viventi, capaci di trasmettere valori e idee con la stessa forza di un manifesto politico. Anarchia a tavola è, in definitiva, un libro che parla di anarchia e convivialità, di legami familiari e lotta politica.

#anarchia #anarchismo #Berneri #cucina #FiammaChessa #Malamente

2025-02-07

Il sapore della libertà: Anarchia a tavola di Fiamma Chessa

Anarchia a tavolaFiamma ChessadiarioEdizioni Malamentenovembre 2024180https://edizionimalamente.it/catalogo/fiamma-chessa-anarchia-a-tavola/

Anarchia a tavola di Fiamma Chessa è più di un libro di ricette: è un diario gastronomico anarchico, un intrecci

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#RecensioniLibri #anarchia #anarchismo #Berneri #cucina #FiammaChessa #Malamente

DaLetra Españoldaletraesp
2024-04-30

Scrivo questo #post in risposta al seguente:

https://t.me/journalctl_micro/3193

Molto funny: la #app #Android di PostePay rileva modifiche di sistema ad un #telefono che passerebbe #SafetyNet, col bootloader bloccato, e suppongo quindi senza #root. 😁️

Ho preso 5 minuti (uhmm, no, magari) per un breve #ReverseEngineering di quella parte della #applicazione, arrivando a questa sezione del file (baksmaliato dall’ultima versione presente su APKMirror) smali_classes6/posteitaliane/posteapp/apppostepay/ui/activity/SplashActivity.smali, che invoca il dialogo di avviso in foto: 🤓️

# riga 4358.method public final e()V# ... inizializzazione di altra roba# riga 4503new-instance v1, Lcom/scottyab/rootbeer/b;invoke-direct {v1, v0}, Lcom/scottyab/rootbeer/b;-><init>(Landroid/content/Context;)Vinvoke-virtual {v1}, Lcom/scottyab/rootbeer/b;->a()Zmove-result v1if-eqz v1, :cond_2# ... visualizza il dialogo se il codice sopra non ha saltato# riga 4542:cond_2# ... ritorna e termina il metodo

Detto in italiano, questo #codice invoca un metodo (dal nome offuscatino?) presente in una certa classe “com.scottyab.rootbeer“… ed esce fuori, con una #ricerca sul web, che questa è una #libreria #OpenSource (evidentemente integrata dagli sviluppatori di #PostePay) per controllare se un #dispositivo Android è #rootato. (Non se passa o meno #SlaveryNet, attenzione.) 🍻️

È un po’ troppo rubatempo mettersi a capire quale effettivamente è nel codice Java quella funzioncina b;->a()Z ora, quindi tiriamo a #indovinare. Ci sono, in RootBeer.java, tante #funzioni boolean, di cui varie ausiliarie, e 2 principali: isRooted[With/Without]BusyBoxCheck(). Queste due principali restituiscono un valore positivo qualora anche solo una delle ausiliari chiamate restituisca true, l’unica differenza tra le due è il fare anche il controllo per la presenza del binario busybox, oppure no… E quindi le opzioni sono le seguenti: 📜️

  • checkForBinary(BINARY_SU), checkSuExists(), checkForRootNative(), checkForMagiskBinary(): controllo effettivo del root; escludo, da quel che ricordo il suo telefono non è rootato, ed avendo il bootloader bloccato direi che possiamo stare tranquilli.
  • detectRootManagementApps(): scarto, se il telefono non è rootato non avrebbe senso tenere app di gestione del root.
  • detectPotentiallyDangerousApps(): controlla se sono installate app “a umma umma”; escludo perché credo nessuna sia utile senza il root, e qualcuna forse è pure malware… eccetto Lucky Patcher, che però ad oggi si auto-spoofa.
  • checkForRWPaths(): scarto, controlla se alcuni percorsi sensibili sono scrivibili, immagino di no col bootloader bloccato e senza root.
  • checkForDangerousProps(): da verificare, controlla se alcune #BuildProps di Android sono particolari.
  • detectTestKeys(): inizialmente sospettavo, ma lo abbiamo verificato (con getprop | grep build.tags), e pare non sia il caso (tutto è listato come “release-keys“).
  • checkForBinary(BINARY_BUSYBOX): questa potrebbe essere, ed è #interessante, controlla come ho detto prima la presenza del binario busybox, ma da questo commit del 2020 non è più usata nel check predefinito perché — come detto nel commento in quella parte di #source, e alla sezione “False positives” del readme — alcuni #OEM lo lasciano quando non dovrebbero (io credevo fosse normale tralaltro, non un’anomalia!).

Quest’ultima #ipotesi mi cattura perché innanzitutto, te micro hai proprio un #MotoE da quello che ricordo, che è uno dei #telefoni listati esplicitamente sul readme… certo, se la #lib usata nella app fosse stata aggiornata, questo non sarebbe dovuto succedere, a meno che i programmatori delle #Poste non abbiano stupidamente usato la funzione di #controllo aggressiva. Però tbh, considerando la qualità del #software #statale o semi-statale qui in #Italia, secondo me semplicemente quella #dipendenza non è mai stata aggiornata (da un lato però, come biasimarli… “se funziona, non toccare”…). Al momento però non riesco a #provare ciò, perché non trovo #APK abbastanza vecchi di PostePay, quindi lancio solo #idee al vento. 😩️

Io punto su #busybox per risolvere questo #mistero. Lo #smartphone non è il mio, quindi io ora posso solo aspettare, se dovessero uscire novità farò un banale edit. (Sperando non siano così grosse da necessitare di un nuovo #messaggio). 😼️

Edit: non ci ho beccato nemmeno per il cavolo: dalla regia, che ha ora testato con il #programma di #test di #RootBeer, vengo a scoprire #malamente che le mie opzioni tecnicamente più plausibili si sono rivelate sbagliate. “Root Management Apps” è cosa fa scattare gli allarmi, cosa che io giustamente ho escluso a priori, ma la regia mi fa appunto sapere che aveva #Magisk Manager installato (soltanto a prendere polvere perché, questo l’ho pensato bene, non ha il root nell’effettivo); e, come previso, la disinstallazione mette a tacere i falsi positivi. Vabbè oh, non potevo immaginarmelo… 🤕️

https://octospacc.altervista.org/2024/01/21/investigazione-della-app-postepay-senza-radice/

#Android #APK #app #applicazione #BuildProps #busybox #codice #controllo #dipendenza #dispositivo #funzioni #idee #indovinare #interessante #ipotesi #Italia #lib #libreria #Magisk #malamente #messaggio #mistero #MotoE #OEM #OpenSource #post #Poste #PostePay #programma #provare #ReverseEngineering #ricerca #root #rootato #RootBeer #SafetyNet #SlaveryNet #smartphone #software #source #statale #telefoni #telefono #test

2022-12-09

“Quando non zappo, a volte scrivo”

"Quando non zappo, a volte scrivo - cammino poetico per una quotidianità non consumista"Serie "Voci"Felice Rosario ColaciRaccolta poeticaEdizioni MalamenteSettembre 2022Brossura165 paginehttps://edizionimalamente.it/catalogo/quando-non-

magozine.it/quando-non-zappo-a

#Recensionilibri #altroconsumo #anticonsumismo #campagna #illustrazioni #Malamente #poesie #raccoltapoetica #seminasogni #slowlife #slowliving #vitalenta

2021-01-25

In questo numero
*il punk ad ascoli
*leopardi
*David Graeber
**** e un sacco di altra roba
:angery:
Io spero che lo stiate leggendo tutti

#malamente

Intro di un articolo della rivista MALAMENTE
"Da Londra ad Ascoli Piceno. La scena punk in una regione quasi tranquilla"Copertina della rivista MALAMENTE
MartitaMartah
2020-01-03

@Alierrekaor Esperando a que Rosalía componga algo sobre el tema.

2019-02-21
2018-11-08

Tengo el flow subidito

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