#Missili

2025-06-24

l’opzione nucleare: un elemento cardine della strategia di israele (giorgio s. frankel, 2010)

sulle tematiche delle guerre in corso nel Medio Oriente
pubblichiamo un testo del 2010 di Giorgio S. Frankel
(
Settanta/Milieu, 23 giu. 2025) :

L’opzione nucleare: un elemento cardine della strategia di Israele

Israele si è dotato di un complesso strategico nucleare davvero formidabile (e quasi incredibile per un così piccolo paese) che certamente non corrisponde all’idea di arma di ultima istanza, di «bomba nello scantinato» da tirare fuori e usare quando la situazione rischia di farsi disperata o già lo è.
A posteriori, sembra proprio che la scelta nucleare, fatta più di sessant’anni fa e da allora sempre avvolta nel segreto o comunque nell’opacità, sia stata una delle decisioni più importanti che Israele abbia preso nel corso della sua storia, una decisione assolutamente prioritaria, fondamentale e sulla quale la leadership politica di Israele ha sempre rifiutato qualsiasi cedimento, anche a rischio di un difficile scontro con gli Stati Uniti […]
L’opzione nucleare è stata anche sostenuta, nel corso di mezzo secolo, dal consenso incondizionato del paese. Il giornalista e scrittore israeliano Michael Karpin ha scritto che nella storia di Israele ci sono stati pochissimi casi in cui «la leadership politica in tutte le sue incarnazioni e l’opinione pubblica hanno avuto un approccio così unito e armonioso come nel caso del programma nucleare». Un importante aspetto di questo «consenso» è la pressoché totale assenza, in Israele, di un vero dibattito nazionale sulle questioni nucleari. Ciò deriva non tanto dalla censura imposta dal governo quanto da un’autocensura (spontanea) del paese, che costituisce l’aspetto sociale della «opacità» nucleare di Israele.
La decisione di Israele ha contribuito alla sicurezza del paese nel contesto mediorientale grazie alla «deterrenza nucleare», ma ha pure trasformato Israele in una sorta di «mini-superpotenza» in Medio Oriente e, ultimamente, anche e sempre più a livello globale, riducendo le propensioni a una politica di compromesso in Medio Oriente e rafforzando la tendenza a una politica inflessibile.
Israele e l’atomica
Il politologo israeliano Zeev Maoz ha osservato che «Israele è passato da una strategia nucleare basata sulla deterrenza a una strategia maggiormente orientata in chiave offensiva con anche un intreccio, forse, di volontà imperialista».
L’armamento nucleare consente a Israele in primo luogo, naturalmente, di dissuadere paesi ostili dallo scatenare attacchi militari volti alla sua distruzione. Questo dovrebbe essere in teoria il suo scopo primario, quello della deterrenza e dell’arma di ultima istanza. A fini di deterrenza potrebbe però bastare una forza nucleare ben più ridotta rispetto a quella attuale.
Nella seconda metà degli anni Settanta, dopo la Guerra del Kippur (1973) e in un contesto internazionale relativamente difficile, il politologo Steven J. Rosen scrisse che «un deterrente capace di colpire cinque capitali arabe sarebbe [stato] più che sufficiente per costituire un livello di danni “inaccettabile” [per le potenze avversarie]».
Più recentemente, un rapporto elaborato da un gruppo di esperti israeliani e americani ha suggerito che, per garantire la propria deterrenza, Israele deve mantenere una forza di risposta nucleare («second strike») capace di distruggere 10-20 città nemiche, con una potenza esplosiva tale da compromettere definitivamente la possibilità, per l’eventuale aggressore, di continuare a esistere come Stato. «Tutti gli obiettivi nemici dovrebbero essere scelti in base al criterio che la loro distruzione costringerebbe prontamente il nemico a cessare ogni attacco nucleare o biologico o chimico contro Israele».
Su un piano più politico-strategico, il deterrente nucleare, e soprattutto il fatto di detenerne il monopolio nel Medio Oriente, consente tra l’altro a Israele di imporre la propria supremazia militare nella regione e mantenere uno status quo vantaggioso (l’occupazione dei territori arabi conquistati nel 1967) senza correre grandi rischi di pressioni o vere minacce militari da parte dei paesi arabi. Inoltre, la forza nucleare ha fornito a Israele, sicuramente a partire dalla guerra del 1973, un potente mezzo di pressione sugli Stati Uniti per ottenere aiuti economici e soprattutto militari giustificati dalla necessità di garantire che Israele mantenga il proprio vantaggio militare sui paesi arabi e non si trovi «costretto» a usare le armi atomiche.
Forte del suo status nucleare, Israele può premere ancora sugli Stati Uniti, con altre richieste, oltre che sull’Europa e sulla Russia; e può anche far fronte a eventuali pressioni politiche di questpotenze, per esempio per quanto riguarda la questione palestinese. Questa capacità può essere definita come una sorta di «deterrenza globale».
[…]
L’ipotetica «deterrenza globale» che Israele sarebbe in grado di esercitare con la sua forza nucleare potrebbe consistere in questa «dottrina» operativa: se Israele subisce un attacco nucleare, o se comunque rischia di soccombere di fronte ad altra minaccia esistenziale, la sua risposta nucleare colpirà non solo il paese responsabile di tale minaccia ma anche, direttamente o indirettamente, le altre potenze mediorientali, oltre a un certo numero di paesi islamici e, ancora, numerose potenze non del Medio Oriente.
In un’intervista a un periodico olandese, poi ripresa da molti, lo storico militare israeliano, Martin van Creveld, spiegò in termini semplici e diretti la strategia israeliana:
Abbiamo centinaia di testate atomiche [che] possiamo lanciare contro obiettivi in tutte le direzioni, forse anche Roma. La maggior parte delle capitali europee sono obiettivi per la nostra aviazione. Come disse il generale Moshe Dayan: “Israele deve comportarsi come un cane rabbioso, troppo pericoloso perché qualcuno voglia rischiare di infastidirlo”. […] Le nostre forze armate non sono certo al trentesimo posto nella graduatoria mondiale, bensì al secondo o al terzo. Possiamo trascinare il mondo nell’abisso insieme a noi. E vi assicuro che è quello che accadrà prima che Israele precipiti nell’abisso.
Il punto chiave di quello che dice van Creveld sta nelle due ultime frasi che è il caso di ripetere: «Possiamo trascinare il mondo nell’abisso insieme a noi. E vi assicuro che è quello che accadrà prima che Israele precipiti nell’abisso».
Un articolo apparso nel 2006 sul giornale online «Israeli Insider», e poi ripreso da altri siti, esprime gli stessi concetti di van Creveld in termini più crudi ma assai eloquenti:
[S]e lo Stato ebraico si trova di fronte al genocidio e all’annientamento, i nostri nemici non hanno più alcun diritto di sopravvivere, e questo vale anche per i paesi “neutrali” che hanno lasciato che le cose arrivassero a quel punto. […] Non permetteremo che Israele precipiti […] senza trascinare il mondo con noi. […] L’arsenale nucleare israeliano deve essere puntato […] contro i centri simbolici [religiosi] dei nostri nemici [islamici]. Lo stesso principio deve valere per quei paesi non islamici che aiutano coloro che cercano di sradicare Israele […] non permetteremo che si ripeta la storia di Vichy e di Mussolini, di papa Giovanni [sic] e di Stalin.
[…]

● Giorgio S. Frankel, scomparso nel 2012, è stato analista di questioni internazionali e si è occupa di Medio Oriente e Golfo Persico. Ha collaborato con «Il Sole 24 Ore», il «Corriere del Ticino», «il Mulino» e «Affari Esteri».
● Il brano è tratto da L’Iran e la bomba. I futuri assetti del Medio Oriente e la competizione globale, DeriveApprodi (prima gestione), 2010.

in evidenza:

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2025-06-23

📰 «La risposta dell’Iran è stata debole»: Trump commenta gli attacchi alle basi Usa e ringrazia Teheran «per aver avvisato». Poi invoca la pace

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2025-06-23

#Svezia #armamentiNoRiarmo #IA #noriarmo
Intelligenza Artificiale in volo su #GRIPEN e primi test al simulatore per il #TYPHOON #Eurofighter

L’AI, integrata con i sistemi di bordo, ha preso il comando del sistema di missione del GRIPEN: ha così tracciato il bersaglio, condotto manovre e, infine, ha acquisito il target per un ingaggio Beyond Visual Range con i #missili.

Sono invece ad uno stadio precedente i lavori per portare un agente #AI a bordo dell’Eurofighter.
rid.it/shownews/7387/intellige

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2025-06-23

📰 Missili su Tel Aviv e Gerusalemme, Teheran: «Usa in guerra». La minaccia a Trump: «Cellule terroristiche riattivate negli Stati Uniti»

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2025-06-21

📰 Iran-Israele, missili nella notte. La lite tra Trump e Gabbard: «Teheran può avere l’atomica in pochi mesi»

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2025-06-20

📰 Missili su Beer Sheva, sfiorata sede Microsoft: «Collabora con Israele». Khamenei: «Il nemico sionista viene punito»

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2025-06-18

#Iran #missili
Le forze iraniane hanno dimostrato la capacità di lanciare salve di 200-300 missili contemporaneamente, sfidando i sistemi di difesa israeliani come Iron Dome, Arrow II/III e David’s Sling, che comunque intercettano la maggior parte dei razzi lanciati.
Perplexity

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2025-06-18

Lo stato attuale delle capacità missilistiche dell'#Iran è
significativo e robusto, nonostante i recenti conflitti e attacchi. L'Iran dispone di un arsenale stimato tra 2.000 e 3.000 #missili balistici, che includono missili a medio raggio come lo #Shahab3 (gittata circa 2.000 km), il #Sejjil (2.450-2.600 km) e il più recente e avanzato missile ipersonico #Fattah1, con un raggio operativo di circa 1.400 km e capacità di manovra che lo rendono difficile da intercettare.

perplexity.ai/search/in-questo

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2025-06-18

#programmanucleareIran
#disinformazione
"L'#Iran prepara #missili nucleari per colpire l'Europa": come funziona la propaganda di #Israele su YouTube

Israele da mesi promuove una campagna di #propaganda in Italia attraverso diversi canali, a partire da YouTube. L’obiettivo è influenzare la percezione del pubblico.

continua su:

fanpage.it/innovazione/tecnolo

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2025-06-18

#Iran, usati '#missili ipersonici' per colpire #Israele.
ANSA

2025-06-16

❗️📍 Il presidente #siriano #Ahmedal-Sharaa autorizza l'uso dello #spazioaereo siriano da parte delle forze #israeliane e filo-israeliane per intercettare #droni e #missili #iraniani

In foto il presidente siriano Ahmedal-Sharaa e il presidente israeliano Netanyahu
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2025-06-16

Non esistono due #missili distinti denominati "#HajQassem" e "#Soleimani": si tratta dello stesso vettore, semplicemente indicato con il nome del generale.
Perplexity

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2025-06-15

#Medioriente, è #guerra tra #Israele e #Iran: le news in diretta

Pioggia di #missili iraniani su #Haifa e #TelAviv: almeno 10 morti e oltre 200 feriti. Teheran avverte Israele: "Fermeremo gli attacchi quando cesserà l'aggressione"

tgcom24.mediaset.it/mondo/isra

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