#PdM2025

2025-11-21

PdM 2025: il piglio di novembre

Buon venerdì, prodi seguaci!🪦

Siccome sono molto in ritardo, ma per una decina di giorni saremo ancora nel mese di novembre, che ha la brutta fama di essere il mese di deprimente dell’anno, ho pensato di ravvivare la situazione pigliando dal mucchio due libri che parlano di Morte, ma nel senso del personaggio uscito dalla penna di Terry Pratchett.

Il primo libro pigliato è dunque Morty l’apprendista, il primo libro dedicato al filone di Morte della saga di Mondo Disco (della quale è, invece, il quarto libro in ordine cronologico: qualora ve lo steste chiedendo, sì, è tutto volutamente caotico e intricato, ma la buona notizia è che in questo mondo ci si può muovere anche a casaccio). Avreste mai pensato che la Morte potesse aver bisogno un apprendista? Terry Pratchett lo ha pensato e ci ha scritto questo romanzo.

Descrizione: Mortimer, detto Morty, non ha le idee chiarissime su quel che vuol fare da grande. Almeno fin quando non diventa l’apprendista di un insolito maestro: la Morte, proprio quella con la falce, in persona. Una volta appurato, con notevole sollievo, di non dover essere necessariamente morto per poter svolgere il lavoro, Morty si appassiona alla nuova materia, anche se ben presto scoprirà che essere apprendista della Morte non è poi così romantico e affascinante come sembrava. Pericoli e sfide terribili lo attendono, forse troppo grandi anche per lui, il predestinato.

Con il secondo libro pigliato si prosegue nel filone dedicato a Morte e si piglia Il tristo mietitore (che secondo l’ordine cronologico, invece, è l’undicesimo volume di Mondo Disco). C’è già chi ha scritto di cosa accadrebbe se se persone smettessero di morire… ma se Morte venisse licenziato? Quale terribile caos si scatenerebbe su Mondo Disco? Ecco, anche di questo ha scritto Terry Pratchett.

Descrizione: Si dice che al mondo niente sia inevitabile, tranne la morte e le tasse. Ma questo forse prima che Morte venisse licenziato in tronco. L’ultima cosa di cui un universo può aver bisogno è di un Tristo Mietitore disoccupato, perché quando un importante servizio pubblico viene a mancare la conseguenza è sempre il caos. Ora Mondo Disco pullula di zombie e non-morti. Reg Scarpa, attivista per i diritti dei defunti, improvvisamente ha molto più lavoro di quanto si sia mai sognato. E il mago Windle Poons, trapassato di fresco, si risveglia nella tomba scoprendo di essere… morto e vegeto. Ma proprio a lui e a un ben poco temibile gruppo di non-morti (Arthur Winkings, per esempio, era diventato vampiro dopo essere stato morso da un avvocato. Schleppel l’uomonero farebbe meglio il suo lavoro se non venisse colto da agorafobia appena fuori dal gabinetto. E Fratello Isolile, l’unica banshee al mondo con un difetto di pronuncia, invece di starsene sui tetti a gridare quando la gente sta per morire, fa passare sotto la porta un bigliettino con scritto ‘OOOOeeOOOeecOOOeee’) spetta il compito di salvare il mondo dei vivi. Nel frattempo in una piccola fattoria molto, molto lontana, uno straniero alto, scuro e allampanato si rivela particolarmente abile a maneggiare la falce. C’è tanto grano da falciare. E una battaglia diversa da combattere.

Eccoci qua, immagino che conoscevate Terry Pratchett, ma avete mai letto i suoi romanzi? L’avete fatto seguendo l’ordine (o meglio, uno degli ordini possibili) o siete andatə a sentimento (in base a cosa trovavate in libreria)? Fatemi sapere!

A presto!🐢

#pdm2025

Etichetta della categoria Tanti modo per dire... ti leggo!: raffigura, sulla sinistra, una mela rossa e gialla sopra dei libriDivisore azzurro, con quattro fiori alle estremità
2025-10-13

PdM 2025: le task di ottobre

Buon lunedì, prodi seguaci!🍭

Quest’anno ho deciso che leggerò anch’io qualcosa in tema Halloween. Circa. Sapete bene quanto me che difficilmente li leggerò effettivamente questo mese o che un qualche post in merito uscirà per il 31 ottobre, ma noi faremo finta che questo sia un blog serio dalla programmazione puntale!

Avanti tutta!

Sono partita molto lanciata, ma nella mia libreria non c’è granché di orrifico: per fortuna, però, ci sono molti saggi e uno di questi è La paura in Occidente di Jean Delumeau, mattonazzo che promette di guardare alla storia moderna da un punto di vista diverso, quello di uno stato d’animo che associamo alla pancia e alle reazioni istintive e irrazionali. Confesso che mi ci sono caduti gli occhi solo per questa copertina – quanto è bella la semplicità di queste copertine del Saggiatore? – ma Delumeau è stato uno storico rinomato, quindi mi aspetto un gran bel saggio.

Descrizione: Paura degli spiriti dei morti. Paura delle tenebre. Paura delle tempeste. Paura delle bestie feroci. Paura del mistero femminile. Paura di sciagure, carestie, cataclismi, epidemie. Paura dell’ira di Dio, dell’apocalisse. E allora dagli all’untore. E allora avanti con la caccia alle streghe. L’uomo ha sempre avuto bisogno di individuare qualcuno da temere (e punire) per dominare l’angoscia ancestrale. La paura ha governato la storia umana nei secoli dei secoli. Jean Delumeau scrive la storia della paura in Europa tra XIV e XVIII secolo: indaga le attrezzature mentali della società preindustriale e scova una nebulosa anonima, onnipresente e persistente che, in forme più o meno consapevoli, ha costituito il basso continuo, il nerbo dei modelli di comportamento – in breve, la radice di tutte le pratiche culturali dell’Occidente. Perché la paura è un dispositivo essenziale per sottrarsi ai pericoli e sfuggire provvisoriamente alla morte; ma protratta all’infinito e nell’indefinito diventa una minaccia per l’equilibrio psichico individuale e collettivo. Come controllarla? Frammentandola; fabbricando paure particolari; oggettivando l’angoscia. Passando da un sentimento viscerale ingovernabile a un nemico dotato di volto e nome. I detentori del potere della civiltà europea stesero così l’inventario dei mali che Satana era capace di provocare e la lista dei suoi agenti: musulmani, ebrei, eretici, donne, e soprattutto streghe, maghi, uomini neri. Fu tranquillizzante pensare la peste come un flagello mandato da Dio per punire l’umanità peccatrice. Fu la soluzione al trauma collettivo. “La paura in Occidente” è il saggio con cui Jean Delumeau sonda questa corrente sotterranea della storia umana. Una ricerca che ricorre alla più ampia messe di fonti e si avvale degli strumenti che le più diverse discipline – dalla storiografia alla psicologia alla sociologia – hanno offerto a chi intenda verificare la genesi delle nostre mentalità, cultura, idee. Una lezione necessaria per comprendere l’immaginario contemporaneo.

Il secondo libro pigliato è Negli abissi luminosi a cura di Angelo Tonelli, che raccoglie i testi dove si parla delle figure che nell’antica Grecia mediavano con le presenze al di là del visibile. Sento di star un po’ barando qui, ma questo libro parla di quel tipo di approfondimento sull’antica Grecia che nessunə insegnante di solito ti dava durante le superiori, ma che era gettonatissimo per le tesine dell’esame. Se è bello, potrebbe essere un bel regalo per unə ragazzə appassionatə di antica Grecia.

Descrizione: Ovunque, in ogni angolo del mondo, negli albori della civiltà compaiono le figure dello sciamano e della sciamana, uomini e donne dello spirito, mediatori e mediatrici tra il visibile e l’invisibile per conto della comunità, guaritori e guaritrici, esperti di farmaci e incantamenti, guide spirituali. Di questa universalmente diffusa esperienza spirituale, affidata alla comunicazione orale e a pratiche rituali, permangono chiarissime tracce anche nelle opere scritte di alcuni dei maggiori Sapienti greci. Tracce che questo volume raccoglie e connette, offrendo, attraverso una ricchissima selezione di testi, una panoramica di testimonianze sui vari ambiti e le diverse modalità in cui poteva concretizzarsi la pratica sciamanica. Da Empedocle a Parmenide, da Omero a Esiodo, da Eschilo ad Aristofane; e, ancora, da Platone ad Aristotele, da Pindaro ad Apollonio Rodio, i testi greci traboccano di pratiche e credenze che gravitano intorno a varie tecniche dell’estasi, cerimonie e rituali che favoriscono il contatto diretto con essenze soprannaturali allo scopo di recare benefici ai singoli e alla comunità. Ne emerge il ritratto accurato e inequivocabile di una realtà in cui quella che Jung chiama “anima” e i greci “noûs” ancora conservava la sua interezza, mantenendo attivo l'”occhio dell’anima”, il fulcro dell’interiorità individuale che tutto connette e ricompone nel Grande Uno.

Eccoci qua: conoscevate uno dei due saggi? Siete impegnati in letture horror, oppure preferite altri media? Oppure siete sotto la vostra copertina in attesa che il periodo delle cose spaventose passi in fretta? Fatemi sapere!

A presto!👻

#PdM2025

Etichetta della categoria Tanti modo per dire... ti leggo!: raffigura, sulla sinistra, una mela rossa e gialla sopra dei libriDivisore giallo, con due fiori alle estremità
2025-09-19

L’utopia pirata di Libertalia di David Graeber

Descrizione: La repubblica pirata di Libertalia forse non è mai esistita, ma le comunità che i pirati fondarono tra la fine del Seicento e l’inizio del Settecento in Madagascar furono da molti punti di vista esperimenti consapevoli di democrazia radicale. O meglio, esperimenti politici proto-illuministi che videro la partecipazione attiva delle popolazioni malgasce, donne comprese. Una storia di magie, incursioni navali, principesse rapite, reami inventati e ambasciatori fasulli che sta alla base della concezione moderna di libertà.

Se l’esistenza storica di Libertalia non è comprovata, la visione utopica che l’ha resa leggendaria testimonia di una pratica politica egualitaria che dai ponti delle navi migra sulla terraferma nei tanti insediamenti pirata presenti lungo la costa malgascia durante l’epoca d’oro della filibusta. Una pratica del tutto estranea all’ordine mondiale vigente, ma in sorprendente sintonia con le idee illuministe che vanno affermandosi nei Salons parigini e che in Madagascar si meticciano con la cultura locale, portando a un esperimento unico di Illuminismo pirata a guida malgascia. Una versione certo non convenzionale – anzi decolonizzata – di Illuminismo che rielabora in modo originale le sue idee di libertà e uguaglianza. Ed è grazie a questa ricostruzione storico-antropologica, capace di mettere assieme fatti accertati, immaginari sociali e pratiche etnografiche, che l’immagine del bucaniere sdentato che sventola la sua bandiera di rivolta in faccia al mondo non appartiene più solo alla mitologia della filibusta ma diventa, al pari di Voltaire, una figura iconica dell’Illuminismo, anche se non è nata nei circoli intellettuali europei ma nei covi pirata e nei villaggi indigeni del Madagascar.

La pirateria condivide una bizzarra caratteristica con la stregoneria: entrambe hanno una storia ben definita, ma la loro rilevanza ha più a che fare con l’immaginario di ribellə all’ordine costituito assunto da piratə e streghə nel tempo che con i fatti storici che lə riguardano.

Graeber ci dice subito che anche Libertalia, una colonia che sarebbe stata fondata in Madagascar è un frutto della fantasia utopica del Settecento. Tuttavia, le idee di governo che incarnava di certo circolarono per i salotti illuministi europei e probabilmente finirono per influenzare diversə pensatorə.

Oggi siamo abituatə a pensare all’Illuminismo come al crogiolo delle idee che avrebbero giustificato il colonialismo, lo sfruttamento e il genocidio, ma non dobbiamo dimenticare che fu anche un periodo nel quale circolarono molte idee “nuove” e al di fuori dei canali ufficiali del sapere – nei “salotti”, spesso gestiti da donne, totalmente scomparse dalla storia.

E scomparsi dalla storia sono anche i contributi che venivano dalle colonie: durante l’Illuminismo si era molto più rilassatə sull’ammettere di aver tratto spunto dal pensiero di persone non-europee, così come era più facile condurre “esperimenti utopici” nelle periferie dell’impero e lontano dalle grinfie dell’Ancien Régime. Ecco, Graeber ci ricorda tutto questo mentre mette insieme quello che si sa e quello che si vocifera di Libertalia: come al solito, non lo so se ha ragione, ma trovo che sia così stimolante che per me vale sempre la pena di leggerlo.

#anarchia #antropologia #PdM2025 #pirateria #politica #storia

Etichetta della categoria recensioni: raffigura una libreria con un filtro arcobaleno e la scritta Recensioni.DivisoreValutazione del libro: tre stelline gialle
2025-09-08

PdM 2025: il piglio di settembre

Buon lunedì, prodi seguaci!🦄

Il 20 settembre cade l’anniversario della Presa di Roma, quando nel 1870 il Regno d’Italia è andato a prendersi la sua capitale, mettendo fine al potere temporale dei papi (in teoria, almeno: sappiamo benissimo quanto alla Chiesa piaccia immischiarsi nella politica). Fino al 1930 è stato un giorno di festa; poi il fascismo ce lo ha portato via e, dopo la caduta del regime, a nessunə è parso il caso di ripristinarlo.

Tutta questa premessa per dirvi che il filo rosso di questo piglio sarà la fede. Cosa c’entra con la Presa di Roma? Praticamente nulla, ma il mio cervello ha fatto questo volo pindarico e volevo rendervene partecipi.

Il primo libro pigliato è Nati per credere: Perché il nostro cervello sembra predisposto a fraintendere la teoria di Darwin di Vittorio Girotto, Telmo Pievani e Giorgio Vallortigara: quando psicologo cognitivo, un filosofo della scienza e un neuroscienziato si incontrano non danno inizio a una barzelletta, ma a un libro che ci spiega perché il creazionismo e altre credenze dimostrate come false vadano ancora forte tra i membri della nostra specie.

Descrizione: La teoria darwiniana dell’evoluzione rappresenta uno dei maggiori successi scientifici di ogni tempo; eppure molte persone che non si occupano di scienza a livello professionale la rifiutano e mostrano invece di credere in varie forme di creazionismo. Sembra, come ha osservato Richard Dawkins, che il nostro cervello sia stato specificamente “progettato” per fraintendere il darwinismo e che l’ipotesi di una “mente creatrice superiore” sia per l’uomo più attraente e naturale. In questo volume uno psicologo cognitivo, un filosofo della scienza e un neuroscienziato intrecciano le proprie riflessioni e le proprie esperienze di ricerca per offrire al lettore una tesi affascinante: il meccanismo evolutivo ha fatto sì che credere nel sovrannaturale sia diventato una parte integrante dei nostri normali processi cognitivi. La mente umana si è infatti evoluta, in virtù del meccanismo della selezione naturale, per pensare in termini di obiettivi e di intenzioni, un adattamento biologico importantissimo per un animale sociale come l’uomo.

Il secondo libro pigliato è Credere altrimenti di Salvo Vaccaro, che ha attirato la mia attenzione perché è inconsueto trovare un libro che parla di fede non religiosa e/o superstiziosa e sono proprio curiosa di sapere dove andrà a parare.

Descrizione: Cosa significa credere fortemente in qualcosa? Alcune credenze, come la fede, sono dogmatiche e inconfutabili, altre, come le superstizioni, sono irrazionali e altrettanto inconfutabili. Gli autori dei saggi qui raccolti lanciano una sfida e ribaltano la prospettiva: è possibile credere altrimenti? È possibile intravedere forme di credenza che oltrepassino la fede e la superstizione, come se si potesse individuare una base oggettiva a partire dalla quale fondarne la validità? Se da un lato la storia fornisce innumerevoli esempi di credenze non classificabili come religiose o irrazionali, dall’altro diventa legittimo chiedersi che tipo di statuto queste credenze possiedano. La risposta è rintracciabile in un particolare ethos politico che, lungi dal porsi come imperativo morale e normativo valido in assoluto, si presenta come convincimento singolare, ossia individuale e collettivo insieme. Credere senza fede è dunque non solo possibile ma intrinseco alla condizione umana.

Eccoci qua: visto niente di interessante? Spero di sì! Immagino che almeno il nome di Telmo Pievani potrebbe esservi familiare se frequentate il CICAP.

A presto!🐢

#PdM2025

Etichetta della categoria Tanti modo per dire... ti leggo!: raffigura, sulla sinistra, una mela rossa e gialla sopra dei libriDivisore rosa con tre fiori alle estremità
2025-09-03

Il monologo della speziale, Vol. 2 di Natsu Hyuuga

Descrizione: Che le indagini abbiano inizio!

Maomao, congedata dalla Corte Interna, ritorna al Palazzo Imperiale.

Un misterioso incendio, un funzionario avvelenato e il testamento di un fabbro richiedono tutta la sua attenzione. Riuscirà a trovare la connessione?

Come se non bastasse, un bizzarro ufficiale militare si reca da Jinshi… sembra interessato alla piccola detective!

Questo secondo volume è ricco di avvenimenti e ha la funzione di presentarci il background di Maomao. Sappiamo che è stata cresciuta da un eunuco dalle conoscenze mediche e dalle capacità deduttive eccezionali, Luomen, e dalle cortigiane della Casa Verderame, che considera sue sorelle, insieme alla tenutaria, che le ha fatto da nonna, ma in questo volume conosceremo i suoi genitori biologici.

Proprio una sua visita a casa sarà anche l’occasione per approfondire la vita delle cortigiane. Così come accade nella Corte Interna, anche il quartiere dei piaceri segue una ben precisa gerarchia: dalla prostituta di strada, costretta ad accettare ogni cliente ne compri i servizi, alle cortigiane più ambite, per passare del tempo con le quali sono necessarie cifre da capogiro, che spesso ammontano a diversi stipendi di un funzionario medio. Per non parlare delle somme necessarie per riscattarle.

Tra le più prestigiose cortigiane del quartiere dei piaceri ci sono le tre sorelle maggiori di Maomao, chiamate le tre Principesse: Pairin, l’insaziabile amante del sesso; Meimei, la più dolce e gentile; e Joka, la meno espansiva. Attraverso i loro diversi approcci alla professione, Hyuuga ci racconta di come potesse essere la vita di una cortigiana, dei rischi che correvano e della necessità di apprendere bene una qualche arte indispensabile per poter ottenere il favore – e i soldi – degli uomini in modo da poter esercitare il lusso di scegliersi i clienti e guadagnare abbastanza per poter raggiungere una certa stabilità e sicurezza.

Agli occhi di Maomao gli sforzi delle cortigiane non sono diversi da quelli delle concubine nella Corte Interna: è dura per una donna trovare un posto sicuro in quel mondo a meno di non ottenere il favore di un uomo. Si tratta di ambienti estremamente competitivi dove è difficile rimanere a lungo rilevanti, visto che la bellezza fisica, per quanti trucchi si possano utilizzare, è drammaticamente effimera e la sensibilità degli uomini una merce rara.

#giallo #gialloStorico #lightNovel #PdM2025 #romanzoStorico

Etichetta della categoria recensioni: raffigura una libreria con un filtro arcobaleno e la scritta Recensioni.DivisoreValutazione del libro: quattro stelline gialle
2025-08-27

Il monologo della speziale, Vol. 1 di Natsu Hyuuga

Descrizione: Giovani donne vengono spesso vendute per lavorare per un breve periodo nell’harem dell’imperatore. È questo il caso di Maomao, farmacista presso il quartiere a luci rosse. Non ha alcun interesse nel farsi notare a palazzo e preferisce starsene per conto suo a preparare medicine, studiare veleni o fare esperimenti su se stessa. Ma quando a corte si diffonde la voce che i figli dell’imperatore sono destinati a una morte prematura, Maomao non riesce a rimanere indifferente. Mentre cerca di indagare, cattura l’attenzione di un misterioso e affascinante ufficiale di alto rango. Ha così inizio la sua particolare carriera.

Siamo nella Corte Interna, la parte del Palazzo Imperiale dove vivono le concubine dell’imperatore di un Paese fittizio che si rifà alla Cina imperiale: qui facciamo la conoscenza della nostra protagonista, Maomao, che è stata rapita mentre raccoglieva erbe nel bosco vicino a casa e venduta come serva. Già nel primo capitolo, Hyuuga ci dice che il punto di vista di questa storia sarà di una diciassettenne cresciuta nel Quartiere dei Piaceri, avvezza a stare in mezzo alle donne e ai loro problemi e poco incline ai sentimentalismi.

Purtroppo, il suo piano di svolgere il suo lavoro bene e tornare a casa senza problemi una volta finito il suo contratto naufraga presto perché il suo piano per salvare la vita aə neonatə delle consorti Gyokuyou e Lihua viene scoperto da Jinshi, eunuco a capo della Corte Interna. Jinshi non si presenta come un deuteragonista simpatico: anzi, è piuttosto fastidioso. In quanto uomo bellissimo non si fa scrupolo nell’usare il suo fascino per raggiungere i suoi scopi.

Maomao è molto infastidita dalla sua presenza: per quanto Jinshi si atteggi ad amicone, un suo ordine sarebbe sufficiente per farla condannare a morte. Maomao non dimentica mai di essere solo uno strumento utile a risolvere i misteri che si presentano all’attenzione dell’eunuco grazie alle sue capacità di osservazione e alle sue competenze come speziale: per questo non subisce affatto il suo fascino e cerca con gli occhi la solidarietà di Gaoshun, un altro eunuco, aiutante personale di Jinshi che lo segue ovunque vada e che al pari della nostra speziale deve sopportarne i capricci.

Nel corso del volume Maomao risolverà parecchi misteri e problemi per conto di Jinshi e conosceremo vari personaggi che ritroveremo anche più avanti, come le consorti di alto rango – Gyokuyou, Lihua, Lishu e Ad-Duo – e le loro ancelle, così come Xiaolan, la serva che diventerà amica di Maomao e la rifornirà di pettegolezzi della Corte Interna. Essendo l’inizio di una lunga serie (in Giappone siamo al diciassettesimo volume), l’approfondimento dei vari personaggi e ancora da venire, ma già vediamo l’enfasi messa sull’analisi dei rapporti di potere, sia tra appartenenti a gerarchie diverse, sia tra i generi: la Corte Interna è un luogo pieno di donne e di lotte senza quartiere per ottenere e mantenere una briciola di potere e muoversi in questo ambiente ostile può essere letale.

#giallo #gialloStorico #lightNovel #PdM2025 #romanzoStorico

Etichetta della categoria recensioni: raffigura una libreria con un filtro arcobaleno e la scritta Recensioni.DivisoreValutazione del libro: quattro stelline gialle
2025-08-25

PdM 2025: il piglio di agosto

Buon lunedì, prodi seguaci!🌕

Agosto è praticamente finito, quindi sono parecchio in ritardo, ma ormai il mio ritardo è così generalizzato che non ci si fa nemmeno più caso! Comunque, visto che i miei piani per luglio di leggere tutti i volumi della light novel Il monologo della speziale sono miseramente naufragati, penso che continuerò con altri due volumi adesso.

Tra l’altro, gli ultimi due volumi di quelli usciti in Italia (il sesto che era fuori catalogo e il settimo che è uscito il 31 luglio) mi sono arrivati appena la scorsa settimana, quindi forse, forse meglio così. Ho visto sul sito di Dokusho Edizioni gli ultimi tre volumi sono esauriti di nuovo, suppongo che le spedizioni siano andate così a rilento perché hanno avuto una sorta di assalto alla diligenza… spero che chiunque ci lavori si stia godendo le sue sudatissime ferie…

Quindi, il primo libro pigliato è il terzo volume della serie, che è stato animato nella seconda stagione dell’anime uscito questo inverno: è la parte di storia che inizia con una gattina e finisce con una rana.

Funghi, fantasmi e rane!

Maomao ha il compito di proteggere la Consorte Gyokuyou durante la sua gravidanza.

La gravidanza di una concubina è un evento da non sottovalutare, soprattutto fra le mura della Corte Interna, dove sotterfugi e pugnalate alle spalle sono comuni tanto quanto il tè e le chiacchiere. Le minacce sono dietro l’angolo.

Al contempo, Jinshi è in difficoltà. Deve soddisfare le richieste di una coppia di ambasciatrici.

«Conosci la storia di una donna dalla bellezza insuperabile che si dice piangesse lacrime di perla?»

Anche il quarto volume è stato coperto della stagione anime di quest’anno: questo mi aspetto che sarà bello intenso perché c’è un personaggio davvero interessante e sono molto curiosa di leggere come lo ha scritto Hyuuga.

Fantasmi, bambini e rapimenti… occhio ai colpi di scena!

Le giornate di Maomao fra le mura della Corte Interna non sono mai state tanto movimentate: Xiaolan deve cercare un nuovo lavoro, la Consorte Lishu è convita di aver visto un fantasma e la gravidanza della Nobile Gyokuyou sembra presentare delle complicanze.

Non è tutto. Qualcosa di oscuro serpeggia nell’harem imperiale. Occorre indagare…

«Maomao seguimi e non opporre resistenza, vuoi che uccida la tua amica?»

Per quel poco che resta di questo mese, rimango sul semplice! Voi che fate di bello? Siete ancora in ferie? Siete già rientratə? In ogni caso, forza che le ondate di calore brutto dovrebbero essere finite!

A presto!🦗

#PdM2025

Etichetta della categoria Tanti modo per dire... ti leggo!: raffigura, sulla sinistra, una mela rossa e gialla sopra dei libriDivisore giallo, con due fiori alle estremità
2025-07-11

PdM 2025: il piglio di luglio

Buon venerdì, prodi seguaci!🦠

Anche se in questo momento il caldo estivo è accettabile, ho proprio voglia di leggere qualcosa di leggero. Così tanto che, in effetti, l’ho già iniziato: sto parlando della light novel Il monologo della Speziale di Natsu Hyuuga con illustrazioni di Touko Shino, del quale esiste un bellissimo anime che potete vedere su Netflix e Crunchyroll (e che vi consiglio fortissimamente di vedere).

La buonissima notizia è che Dokusho Edizioni, in occasione dell’uscita del settimo volume il prossimo 31 luglio, ha reso disponibili tutti gli altri volumi della serie finora usciti in Italia, che potete preordinare sul loro sito.

Quindi, sto leggendo il primo volume e mi sto sorprendendo di quanto bene mi ricordi l’anime e di quanto strane ancora mi suonino le light novel, che sono molto diverse dai romanzi ai quali sono abituata e devo ancora familiarizzare con questo modo di raccontare.

Descrizione: Giovani donne vengono spesso vendute per lavorare per un breve periodo nell’harem dell’imperatore. È questo il caso di Maomao, farmacista presso il quartiere a luci rosse. Non ha alcun interesse nel farsi notare a palazzo e preferisce starsene per conto suo a preparare medicine, studiare veleni o fare esperimenti su se stessa. Ma quando a corte si diffonde la voce che i figli dell’imperatore sono destinati a una morte prematura, Maomao non riesce a rimanere indifferente. Mentre cerca di indagare, cattura l’attenzione di un misterioso e affascinante ufficiale di alto rango. Ha così inizio la sua particolare carriera.

Il secondo volume copre ancora eventi che già conosco grazie all’anime: il mio piano è leggermi con calma tutti i volumetti che ho già per arrivare a fine luglio pronta per il penultimo e ultimo volume. Non dovrebbero esserci problemi, ma tuttə ormai sappiamo quanto io sia pessima nel programmare le letture e quanto sia facile che qualche altro libro attiri la mia attenzione nel frattempo.

Descrizione: Che le indagini abbiano inizio!

Maomao, congedata dalla Corte Interna, ritorna al Palazzo Imperiale.

Un misterioso incendio, un funzionario avvelenato e il testamento di un fabbro richiedono tutta la sua attenzione. Riuscirà a trovare la connessione?

Come se non bastasse, un bizzarro ufficiale militare si reca da Jinshi… sembra interessato alla piccola detective!

E questo è quanto! Conoscevate già questa storia? Un’altra buona notizia è che se preferite i manga c’è anche la versione a fumetti e in Italia la sta pubblicando J-POP. C’è una versione per tutti i gusti, insomma!

Buon fine settimana!🍃

#PdM2025

Etichetta della categoria Tanti modo per dire... ti leggo!: raffigura, sulla sinistra, una mela rossa e gialla sopra dei libriDivisore azzurro, con quattro fiori alle estremità
2025-06-16

PdM 2025: Il piglio di giugno

Buon lunedì, prodi seguaci!🤸

L’estate non è ancora astronomicamente arrivata che già ha iniziato a farsi sentire e io sono già in risparmio energetico: il che significa che, se già sono indietro con il Piglio, sto per rimanere indietro ancora di più. Ma arriverà anche l’autunno…

Il primo libro pigliato è Raccontare l’omofobia in Italia di Luca Trappolin e Paolo Gusmeroli: si presenta come un testo piuttosto tecnico sulla storia del termine omofobia, su come viene utilizzato, in quali ambiti e con quali conseguenze.

Descrizione: Il concetto di omofobia emerge all’inizio degli anni Settanta del secolo scorso e rapidamente si impone come strumento scientifico per interrogare ciò che prima della sua invenzione era ritenuto normale: l’avversione sociale verso persone gay e lesbiche. Altrettanto rapidamente, esso oltrepassa i confini della comunità scientifica per entrare nei linguaggi del confronto politico e della vita quotidiana, diventando una “parola chiave” utilizzabile per diversi scopi e al servizio di molti interessi. Il libro analizza l’entrata e la diffusione di questo termine in alcuni contesti discorsivi relativi all’Italia: l’ambito della sociologia e della psicologia sociale, quello della vita quotidiana di persone gay, lesbiche ed eterosessuali, quello della politica raccontata dai mass media nazionali e dagli attivisti LGBT. E getta luce sugli usi pratici del concetto di omofobia e sui significati che esso assume per chi lo utilizza. A cosa ci si riferisce quando si discute di omofobia? In quali dibattiti questo termine risulta efficace? In che modo parla dell’ostilità antiomosessuale e si lega ai processi di modernizzazione invocati o criticati – della società italiana?

Il secondo libro pigliato è La virtù dell’irriverenza di Oscar Wilde. Wilde è famoso per un sacco di cose ma tra queste non rientrano le sue posizione politiche: siccome è la stessa “pulizia” che si è tentato di fare con il Pride, spoliticizzandolo e spacciandolo per una festa o, peggio, un carnevalata, vediamo di rimettere i puntini sulle i.

Wilde – questo «genio insolente», come lo ha definito William Morris – è soprattutto noto per i suoi romanzi e le sue commedie, oltre che per la sua dichiarata omosessualità che gli è costata la galera e l’ostracismo sociale. Ma ha anche scritto, nella sua peculiare maniera poetica, saggi politici radicali che lo rendono a tutti gli effetti un anarchico, come peraltro lui stesso si dichiara in alcune occasioni. Ma al di là di un’esplicita postura politica, il suo radicalismo si esprime – in forme inaspettate, ma ben evidenti per chi sa guardare – nella sua intera opera artistica, pervasa da una morale fortemente libertaria del tutto contrapposta a quella morale vittoriana che con raffinata e mordace irriverenza mette incessantemente alla berlina. E così, accanto al Wilde dandy e decadente, forse quello più conosciuto, emerge in tutta la sua potenza un Wilde politicamente consapevole che si rivela un acuto osservatore dell’animo umano e delle ingiustizie del suo tempo. Un Wilde profondamente anarchico, appunto.

Ed eccoci qua, davanti al ventilatore, accanto a una bottiglia d’acqua che mi alzo a riempire di continuo e nessunissima voglia di fare alcunché. Che fatica…

E venisse il cagotto a tutti quelli che sono così pieni di energie da iniziare un’altra guerra.

A presto!

#PdM2025

Etichetta della categoria Tanti modo per dire... ti leggo!: raffigura, sulla sinistra, una mela rossa e gialla sopra dei libriDivisore rosso, due rami incrociati
2025-05-12

PdM 2025: il piglio di maggio

Buon lunedì, prodi seguaci!🧮

Sono terribilmente indietro con il piglio, ma io confido sempre nel fatto di poter recuperare (anche se non è vero, di fatto non ci riesco mai, ma ehi, siamo qua per scoprire libri interessanti, mica per fare le gare!), quindi si va avanti e si aggiungono quelli di maggio!

Il leitmotiv del mese saranno gli algoritmi, quelle oscure robe matematiche o – peggio ancora – informatiche che sono entrate nel nostro lessico e hanno assunto un significato piuttosto minaccioso.

Il primo libro pigliato è Algoritmi, monaci e mercanti di Giorgio Ausiello, che ci porta nel passato: gli algoritmi, infatti, non sono un’invenzione del XXI secolo, ma vengono da molto lontano e sono stati utili fin dal Medioevo per svolgere vari compiti della vita quotidiana.

Descrizione: Di algoritmi si parla molto oggi con riferimento ai computer, a Google, alla profilazione degli utenti dei social e all’avvento dell’intelligenza artificiale. Ma la loro storia è molto più antica: la necessità di risolvere problemi matematici con opportune regole computazionali ha sempre accompagnato la vita dell’uomo, a partire da esigenze molto concrete come distribuire i prodotti agricoli, dividere un’eredità, misurare un terreno e permettere ai mercanti di svolgere con profitto la loro attività. Il Medioevo, in particolare, fu un periodo di grande evoluzione della cultura, grazie alla riscoperta delle fonti culturali e scientifiche, greche e ai matematici arabi, che nel IX secolo diffusero nel Mediterraneo il sistema di numerazione indiano, cambiando radicalmente il modo di fare i calcoli. Le figure di Muhammad ibn Musa al-Khwarizmi (da cui deriva il termine algoritmo), dei monaci spagnoli che tradussero in latino le opere dei matematici arabi, del pisano Fibonacci, mercante e matematico, dei tanti «maestri d’abaco» che insegnarono il calcolo ai figli dei mercanti, nonché dei matematici umanisti come Piero della Francesca e Luca Pacioli, spiccano in questo libro corale il cui protagonista è una società che nel Medioevo stava gettando le basi della nostra contemporaneità.

Il secondo libro pigliato è Gli algoritmi della politica di Salvo Vaccaro, che ci riporta al presente e agli algoritmi usati per la raccolta dei dati che serviranno a creare il profilo necessario a indirizzarci dove l’interesse altrui vuole che la nostra attenzione (o il nostro portafoglio) sia.

Descrizione: Quando navighiamo sul web, parliamo allo smartphone, effettuiamo operazioni online o usiamo i social network, lasciamo inevitabilmente tracce della nostra attività a disposizione delle imprese digitali che controllano il web. Questa immensa mole di dati viene costantemente raccolta, elaborata e riassemblata in modo da permettere alle Big Tech e ai loro clienti, pubblici e privati, di individuare il nostro profilo identitario con sempre maggiore precisione. Ed è l’algoritmo la funzione operativa che presiede a tali tecniche di profilazione. Ma non si tratta solo di marketing commerciale: è molto di più. L’algoritmo consente infatti di elaborare, in base al nostro comportamento online, una previsione delle nostre condotte future che attiva, anche in ambito politico, forme di induzione e attrazione verso posizioni che altrimenti non ci verrebbero in mente. La sfera pubblica si presta così a condizionamenti propagandistici che il cittadino non è ancora preparato ad analizzare criticamente e che incidono sulla libertà stessa, sia come immaginario singolare e sociale, sia come pratica individuale e collettiva.

E voi cosa state leggendo di bello in questo momento? Vi siete già lanciatə sulle letture leggere o state ancora resistendo su un bel mattone impegnativo? Fatemi sapere!

A presto!🐳

#PdM2025

Etichetta della categoria Tanti modo per dire... ti leggo!: raffigura, sulla sinistra, una mela rossa e gialla sopra dei libriDivisore azzurro con due fiori tipo giacinto
2025-05-08

Femminismi futuri a cura di Lidia Curti

Descrizione: Tra letteratura, scienza, arte e attivismo digitale, dal cyber allo xeno-femminismo, fino alla nuova ecologia di Donna Haraway: una lunga cavalcata tra i romanzi fantastici e di fantascienza speculativa femminile, da Ursula K. Le Guin a Octavia Butler, Nnedi Okorafor, fino alle artiste afrofuturiste che stanno disegnando un nuovo scenario, reale e immaginario, del futuro che ci aspetta. Una ricerca del gruppo “Femminismi futuri” – coordinata dalla decana di Anglistica Lidia Curti – che propone una serrata interrogazione sulle molte domande che vengono dal femminismo del nuovo secolo in una società insidiata dai fantasmi e mostri dell’antropocene e attraversata dal progresso digitale e tecnologico che stabilisce chi siamo e come viviamo, caratterizzando sviluppo economico e politico e vita quotidiana. Temi di assoluta attualità nel dibattito culturale e politico a livello internazionale.

L’ho già scritto, ma l’ho fatto solo sul Fediverso e moltə di voi non lo frequentano, quindi lo ribadisco qua prima ancora di iniziare a scrivere di questo libro: se siete appassionatə di fantascienza, leggetelo! Non è un libro facile, perché scritto da persone con un titolo di studio elevato e specifico sull’argomento, ma la fatica che potrete fare nel raccapezzarvi ne varrà la pena.

Questa raccolta di saggi, infatti, è curata da Lidia Curti, che è stata professore onorario all’Università di Napoli “L’Orientale” e studiosa femminista di studi culturali e post-coloniali, e raccoglie le riflessioni nate all’interno del gruppo di lettura e ricerca omonimo, composto da studiose di età e interessi diversi. I libri oggetto di lettura e indagine sono stati diversi e molti di sicuro vi diranno qualcosa (La vegetariana di Han Kang, La mano sinistra del buio di Ursula K. Le Guin, il Ciclo delle Parabole di Octavia E. Butler, la serie Binti di Nnedi Okorafor e molti altri).

I saggi sono tutti molto stimolanti: mi hanno fatto venire una voglia matta di fantascienza e mi sono segnata diversi titoli di opere che non avevo mai sentito nominare. Essendo elaborati di studiose ci sono delle interpretazioni e dei collegamenti ai quali non avrei mai pensato da sola e sono loro molto grata per avermi dato delle chiavi di lettura capaci di spalancare le porte della visione femminista del futuro.

Il femminismo, infatti, è pensiero e pratica in continua evoluzione: ama indagare cosa c’è al di là di ogni confine, mescolare le carte e uscire dalle norme. Per questo la fantascienza femminista è così ricca di storie dove si abbattono le barriere identitarie e si comunica tra soggetti che si vorrebbero estranei. E vedere strade nuove per unire le nostre società è proprio quello che ci manca in questo momento.

#fantascienza #femminismo #libriCheParlanoDiLibri #nonFiction #nonfictionItaliana #PdM2025 #saggio

Etichetta della categoria recensioni: raffigura una libreria con un filtro arcobaleno e la scritta Recensioni.DivisoreValutazione del libro: cinque stelline gialle
2025-04-14

PdM 2025: il piglio di aprile

Buon lunedì, prodi seguaci!🏴‍☠️

Con l’arrivo della primavera mi è venuta nostalgia del tempo in cui, quando cercavi qualunque frutto della creatività umana (libri, film, musica…), il motore di ricerca ti metteva tra i primi risultati non dove comprarlo ma dove potevi goderne grazie alla buona volontà di qualche pirata. Penso soprattutto ai libri: quando gli ebook non erano ancora diffusi, un sacco di persone aveva messo mano al cartaceo per scansionarlo e renderlo disponibile al mondo. Spesso, oltre a essere libri non disponibili in ebook, erano anche libri fuori catalogo e introvabili; spesso erano ebook fatti molto meglio di quelli che le CE ti offrivano (e ahimè, alle volte ancora offrono) a pagamento.

Quindi in questi giorni mi sono fatta un tour tra vecchi tutorial su come scaricare materiale da siti che non esistono più, tristi storie di condivisione etica brutalmente demolita e angoli più o meno sperduti del web dove la pirateria è viva e lotta insieme a noi. Ricordando che il legame tra mancati introiti e pirateria è meno lineare di quello che generalmente si pensa e che la pirateria è lì perché il sistema che protegge le opere creative non funziona e non lascia la cultura fluire liberamente come dovrebbe, è bene che il Jolly Roger continui a sventolare indefesso e invitto.

Tutta questa barbosa premessa per dirvi che il tema del piglio di aprile è la pirateria: cazziamo la randa e via veloci!

Il primo libro pigliato è L’utopia pirata di Libertalia di David Graeber: ancora lui dopo avergli dedicato l’intero piglio di marzo (che sto leggendo solo adesso, in rilassato ritardo), ma non è colpa mia se scrive di argomenti tanto interessanti da avermi spinto a comprare un sacco dei suoi lavori. Questo parla di cosa c’è (e potrebbe esserci) di vero nella leggendaria Libertalia, repubblica pirata fondata tra Seicento e Settecento in Madagascar.

Se l’esistenza storica di Libertalia non è comprovata, la visione utopica che l’ha resa leggendaria testimonia di una pratica politica egualitaria che dai ponti delle navi migra sulla terraferma nei tanti insediamenti pirata presenti lungo la costa malgascia durante l’epoca d’oro della filibusta. Una pratica del tutto estranea all’ordine mondiale vigente, ma in sorprendente sintonia con le idee illuministe che vanno affermandosi nei Salons parigini e che in Madagascar si meticciano con la cultura locale, portando a un esperimento unico di Illuminismo pirata a guida malgascia. Una versione certo non convenzionale – anzi decolonizzata – di Illuminismo che rielabora in modo originale le sue idee di libertà e uguaglianza. Ed è grazie a questa ricostruzione storico-antropologica, capace di mettere assieme fatti accertati, immaginari sociali e pratiche etnografiche, che l’immagine del bucaniere sdentato che sventola la sua bandiera di rivolta in faccia al mondo non appartiene più solo alla mitologia della filibusta ma diventa, al pari di Voltaire, una figura iconica dell’Illuminismo, anche se non è nata nei circoli intellettuali europei ma nei covi pirata e nei villaggi indigeni del Madagascar.

Il secondo libro pigliato è Pirati e sodomia di B. R. Burg, che indaga sul perché l’omosessualità fosse così allegramente e liberamente praticata dai pirati.

“Pirati e sodomia” non cerca di dimostrare l’ovvio, cioè il larghissimo ricorso alle pratiche omosessuali in quelle affascinanti comunità di rudi uomini di mare e temerari fuorilegge, in perpetua navigazione o precariamente insediati nelle isole caraibiche. Burg cerca invece di capire come e perché i comportamenti omosessuali fossero in quelle comunità non semplicemente tollerati, ma considerati normali (e assolutamente «normali» lo erano in senso statistico). E non solo per carenza di più desiderabili alternative, come verrebbe da pensare. Pur trattando di fatti e persone del diciassettesimo secolo, l’approccio, il senso e la metodologia di questa ricerca – che coniuga rigore documentaristico e schietta disinvoltura di linguaggio e interpretazioni – sono riferibili, più che alla storia, agli ambiti della psicologia, della sociologia e dell’antropologia. E, perché no, della letteratura.

Eccoci qua: quanto vi piace e vi affascina la pirateria? Non è argomento di gran moda di recente (a meno che non abbiate iniziato il viaggio verso lo One Piece), ma è un mondo così intrigante che immagino basti una piccola scintilla per ravvivare l’interesse!

A presto!⚓

#PdM2025

Etichetta della categoria Tanti modo per dire... ti leggo!: raffigura, sulla sinistra, una mela rossa e gialla sopra dei libriDivisore rosso, due rami incrociati
2025-03-26
2025-03-17

PdM 2025: il piglio di marzo

Buon lunedì, prodi seguaci!🐀

A volte a essere in ritardo capita a fagiuolo: questo fine settimana ho sentito delle affermazioni bizzarre sul fatto che noi europeə siamo ə più fighə del mondo, perché non andiamo in giro a bombardare altre popolazioni, non discriminiamo le persone e, soprattutto, noi abbiamo la cultura e loro solo cacca pupù.

A parte che l’ultima volta che ho controllato ə russə (inteso come gruppo etnico abitante in Russia) erano europeə e discendevano pure loro dai popoli indoeuropei, smettiamola prima di subito con questo delirio eurocentrico non troppo diverso dal suprematismo bianco statunitense che ci fa inorridire: è una storia che non ha un lieto fine – e questo sì, dovremmo saperlo molto bene da europeə.

Quindi, per rimettere le cose in prospettiva, questo mese ho pigliato due libri di David Graeber.

Il primo è Progetto democrazia, che prende spunto dalle proteste pacifiche nate nel settembre 2011 contro il capitalismo finanziario per parlare di cosa non va nelle nostre sbandierate democrazie.

Descrizione: Si può definire democratico un sistema politico che tutela i più ricchi e abbandona il 99% della popolazione? Gli strumenti di questa democrazia, la democrazia liberale, non sono in grado di affrontare e risolvere la crisi in atto. È necessario un cambiamento sociale per realizzare una democrazia reale e riportare al centro del dibattito la disuguaglianza economica. David Graeber osserva come non siano più l’industria e il commercio a determinare la ricchezza, bensì la pura speculazione con la creazione di complicati strumenti finanziari. Lontana dall’economia reale, la finanziarizzazione del capitalismo è una vera e propria collusione tra governo e istituzioni finanziarie mirata a indebitare una percentuale sempre più alta di cittadini e ad arricchirne una sempre più esigua. I governi non riflettono più il volere del popolo né il consenso popolare. È quindi impossibile parlare ancora di democrazia. Le lobby influenzano qualunque decisione, i rappresentanti dei cittadini finiscono per rappresentare più i finanziatori che gli elettori: questa è la convinzione di David Graeber e del movimento Occupy Wall Street che, nel settembre 2011, catturò l’attenzione del mondo a Zuccotti Park, a metà strada fra Wall Street e il World Trade Center. Per circa due mesi, senza usare violenza ma con determinazione, senza partiti e senza leader, le proteste degli attivisti raccolsero il consenso della maggioranza degli americani, infuriati contro banchieri e alta finanza. Partendo da Zuccotti Park, Graeber accompagna i lettori in un’esplorazione della democrazia, rileggendone provocatoriamente la storia per capirne l’attualità – dalla nascita ad Atene alla fondazione degli Stati Uniti d’America, alle rivoluzioni del xx secolo, ai movimenti del xxi – e presenta un modello nuovo di democrazia reale, partecipata e orizzontale conquistata attraverso un consenso diffuso nelle decisioni e l’azione diretta. Dopo aver denunciato i meccanismi perversi all’origine della crisi economica di Europa e Stati Uniti in Debito. I primi 5000 anni, con Progetto democrazia Graeber vuole recuperare lo spirito ugualitario della vera democrazia contro l’arroganza del privilegio finanziario e politico.

Il secondo libro pigliato è Critica della democrazia occidentale, invece, affronta l’idea che la democrazia sia un’invenzione prettamente europea e che solo nel cosiddetto occidente sia pienamente compiuta.

Descrizione: Benché la civiltà occidentale ne rivendichi l’invenzione, Graeber ci mostra come forme democratiche basate sull’autoorganizzazione siano emerse, nel tempo e nello spazio, in una pluralità di società «altre», diverse tra loro ma tutte estranee alla concezione statuale propria dell’Occidente. E sta qui la contraddizione insita nell’ideale democratico occidentale, che si regge sul sogno impossibile di coniugare le pratiche democratiche con i meccanismi coercitivi dello Stato. Una contraddizione che impedisce la creazione di democrazie nel senso pieno del termine, consentendo piuttosto la nascita di «repubbliche» dotate di pochi elementi democratici. Il che spiega come mai in Occidente ci siano sempre state sperimentazioni sociali volte a riaccendere le istanze più autentiche della pratica democratica. E se in passato i modelli di democrazia scaturiti dalle rivoluzioni americana e francese si sono ispirati, più che all’Atene classica, alle navi pirata, ai nativi americani o alle comunità di frontiera popolate da liberti, prostitute e rinnegati, oggi sono i movimenti di critica radicale dell’esistente, fondati su pratiche orizzontali e modalità di condivisione, a mettere in discussione le basi della nostra democrazia incompiuta. E il futuro della democrazia sta proprio lì. Prefazione di Stefano Boni.

Confesso che non ho ascoltato tutti gli interventi alla manifestazione messa su da Serra perché già con due mi è quasi partito un embolo (noi non deportiamo persone immigrate? Da noi è garantito il diritto alla casa? Ma sul serio fate?): il livello di negazione della realtà mi è sembrato criminale da parte di gente che si definisce intellettuale. A me questa roba qua sembra un segno del declino europeo, altro che il non essere dispostə a risolvere le controversie internazionali con la guerra.

Ma che vadano a leggersi Graeber che gli fa bene, va’!

E voi scusate questo sclero senza né capo né coda di lunedì.

#PdM2025

Etichetta della categoria Tanti modo per dire... ti leggo!: raffigura, sulla sinistra, una mela rossa e gialla sopra dei libriDivisore blu con un fiore alle estremità
2025-01-30
2025-01-01

PdM 2025: il piglio di gennaio

Buon anno, prodi seguaci!🥂

Anche quest’anno vi delizierò – spero – con il Piglio dal Mucchio, l’iniziativa che mira a smaltire la mia infinita lista degli acquisti. Al momento sono un po’ in difficoltà, almeno sul lato ebook, perché è andato giù un server che ospitava parecchi dei miei acquisti su Bookrepublic e quindi sono impossibilitata a scaricarne la maggior parte – quando si dice di salvarsi subito gli ebook in ogni dove perché non si sa mai

Quindi mentre aspetto che le CE sistemino questo casino, ho guardato un po’ cosa ho disponibile e penso proprio che mi butterò su due romanzi di Pierre Louÿs, giusto per iniziare l’anno in maniera frizzantina con dei classici della letteratura erotica.

Il primo libro pigliato è Aphrodite, del quale avevo letto un articolo molto interessante che aveva acceso la mia curiosità, ma figuriamoci se sono riuscita a ritrovarlo. In ogni caso, non so bene cosa aspettarmi se non del dramma e una concezione bizzarra dell’antichità classica – ma qualcunə si sorprende di trovarla in un romanzo erotico del 1896?

Descrizione: “[…] Vedremo mai tornare i giorni di Efeso e di Cirene? Ahimè! Il mondo moderno soccombe sotto un’invasione di bruttezza. Le civiltà risalgono verso nord, entrano nella nebbia, nel freddo, nel fango. Che notte! Un popolo vestito di nero circola per le strade infette. A che pensa? Non lo si sa più; ma i nostri venticinque anni rabbrividiscono all’idea di essere esiliati tra i vecchi. Perlomeno, che sia permesso a coloro che per sempre rimpiangeranno di non aver conosciuto quella giovinezza inebriante della terra, che noi chiamiamo la vita antica, che sia permesso loro di rivivere, grazie a un’illusione feconda, i tempi in cui la nudità umana, la forma più perfetta che possiamo conoscere e anche concepire, poiché la crediamo fatta a immagine di Dio, poteva svelarsi sotto la figura di una cortigiana sacra, davanti ai ventimila pellegrini che affollavano le spiagge di Eleusi; dove il più sensuale degli amori, l’amore divino da cui siamo nati, era senza sporcizia, senza vergogna, senza peccato; che sia loro permesso dimenticare diciotto secoli barbari, ipocriti e brutti, di risalire dalla palude alla sorgente, di ritornare devotamente alla bellezza originale, di ricostruire il Grande Tempio al suono dei flauti incantati e di consacrare con entusiasmo ai santuari della vera fede i cuori sempre posseduti dall’immortale Aphrodi”

Il secondo libro pigliato è Figlie di tanta madre, che promette di essere il romanzo più trasgressivo di Louÿs in quando critica dissacrante della famiglia borghese e in odore di essere pure in parte autobiografico.

Descrizione: Figlie di tanta madre è il romanzo più duro e trasgressivo di Pierre Louÿs (1870- 1925) «Scostata la tenda della camera da letto, che sarebbe più esatto definire un bordello,» scrive Alberto Capatti nella postfazione che accompagna questa nuova edizione «ecco apparire i protagonisti di questo libro che, secondo Louÿs, non è un romanzo, ma vita vissuta: un giovanotto e una signora di trentaquattro anni con le sue tre figliole, tutte giovani, tutte bellissime, tutte in fregola, tutte assolutamente decise a contendersi o a dividersi, in perfetto accordo sororale, il sopraddetto e provatissimo giovane stallone. Segue la Storia vera come avrebbe potuto scriverla Luciano di Samosata, cioè orgiastica e delirante. Tra prestazioni erotiche del tutto particolari e tableaux vivants che hanno dell’incredibile, la signora Teresa e le sue saffiche fanciulle recitano così la parodia della famiglia, demolendola e demolendo, oltre al giovanotto, la sacra moralità borghese». Pubblicato per la prima volta nel 1992, più volte ristampato, Figlie di tanta madre, rappresenta uno dei più grandi classici dell’erotismo del Novecento.

Eccoci qua! Come avete iniziato questo 2025? Spero bene e spero che, oltre a tante belle cose, vi porti anche tante letture piacevoli.

A presto!📚

#PdM2025

Etichetta della categoria Tanti modo per dire... ti leggo!: raffigura, sulla sinistra, una mela rossa e gialla sopra dei libriDivisore azzurro, con quattro fiori alle estremità

Client Info

Server: https://mastodon.social
Version: 2025.07
Repository: https://github.com/cyevgeniy/lmst