#TapeMarkI

2025-11-10

esce il n. 89 (ottobre 2025) del ‘verri’: “lingue senza madre”

È uscito l’ultimo numero del verri:
“lingue senza madre”

in copertina:
Angela Passarello,
New Old, Crociate n. 10
(pasta bianca d’acquarello su acrilico nero, libro d’artista, 2025, cm 30×15)

INDICE

Jennifer Scappettone
La poesia oltre il barbarismo
L’invenzione di lingue senza madre e la resistenza al fascismo
Nota di Federica Parodi

Nicola Cipani
Lo psittaco e il molteplice.
Note su Tape Mark I

Marilina Ciaco
«Donna di troppi colori»
Soggetto eccentrico e genere come performance in Niccolai, Graffi, Vicinelli

Matteo Ciambella
Guy Debord: co-autore del Rapporto veridico sulle ultime opportunità di salvare il capitalismo in Italia

– su Germano Lombardi
Federico Francucci
Come funziona Il confine: meccanismi del
romanzo e politica del discorso

Anna Guadagnoli
Un concorso nel tempo delle guerre locali. Germano Lombardi.
Primi affondi critici di una pièce parzialmente inedita

Andrea Gialloreto
«La letteratura oggi ha un colore ‘giallo’ e una tinta nera».
Il romanzo a puntate L’amico argentino

Marco Carmello
Fra le linee di un mobile confine:
per una “fenomenologia” di Germano Lombardi

– su Angelo Lumelli
Andrea Inglese
Quel parlare come la chiarezza dell’ignoto. 
Leggendo Lumelli

Giusi Drago
Cosa sa il linguaggio oltre a quello che dice?
Su bianco è l’istante di Angelo Lumelli

il punto
Tommaso Ottonieri
Il romanzo, la morte.
Su un falso diario di Rino Genovese

Lorenzo Geri
Per Il libro dei liquidi di Irene Santori

https://www.ilverri.it/magazine/4339/lingue-senza-madre/

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2025-03-03

la poesia artificiale di nanni balestrini / manuela gandini per ‘ahida’

ahida (rivista online in preparazione) – comparto comp/art: «La poesia artificiale di Nanni Balestrini», di Manuela Gandini

1961. Nell’interrato della Cassa di Risparmio delle Province Lombarde di Milano c’è un computer grande come una stanza che viene attivato alla presenza di un piccolo gruppo di giovani in giacca e cravatta. Odore di elettricità, di cavi, di plastica, ferro, gomma e legno. Il sistema IBM 7070 è collegato a 14 unità a nastro magnetico 729/II e 2 sistemi IBM 1401.
È il mio anno di nascita, ma anche l’anno di nascita della poesia artificiale di Nanni Balestrini. Il suo progetto “criminale” è di sopprimere l’autore (il poeta) eliminandolo dalla produzione della poesia. La poesia verrà composta dalla macchina e non dall’umano.
Quel giorno, oltre a lui, sono presenti Umberto Eco, Luciano Berio, Alberto Nobis (ingegnere IBM) e qualche altro tecnico. L’emozione è palpabile, l’esperimento epocale. Allora nessuno, tranne le istituzioni, possiede un computer.
Nanni ha estratto dei brani da tre libri – «Diario di Hiroshima», di Michihito Hachiya; «Il mistero dell’ascensore», di Paul Godwin e «Tao Te Ching», di Lao Tse – e li ha inseriti nel software dell’ordinatore per ottenere una poesia imprevedibile e infinita in un flusso combinatorio che giustappone le frasi. Apocalissi e saggezza! «Era una cosa molto semplice, banale», ha commentato l’autore. Il computer stampava 600 righe al minuto per decine di metri e Balestrini, rifacendosi alla pratica surrealista del «Cadavre Exquis», ha isolato i componimenti più interessanti e li ha incisi nella storia.
Ieri ho letto su «Il Corriere della Sera» la grande novità del secolo: il «Poem Booth» che (nato nei Paesi Bassi) arriverà al prossimo Salone del Libro di Torino. Si tratta di una «macchina per la poesia» – di Ellen Deckwitz – la quale di fronte a un visitatore scrive automaticamente una poesia/ritratto, utilizzando frammenti dei brani poetici dell’autrice. E allora Viva la poesia! Viva la @macchina! E viva le figlie e i figli del Balestrini artista e poeta, a patto che, questi, non facciano tabula rasa della Storia.
I ribelli del Gruppo 63, con immensa fatica, hanno fatto una rivoluzione linguistica; Balestrini ha immaginato e sperimentato oltre mezzo secolo fa le potenzialità dell’AI buttando all’aria il ruolo di autore. E adesso? Tutti dimentichi?

● foto di S.B. , via Cernaia, Roma, 2018

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