Da Donato Arnesano
🔍 Agenti infiltrati tra gli studenti e i movimenti di sinistra: lo Stato contro il dissenso 🔍
Cinque ragazzi, poco più che ventenni. Si fingevano studenti fuorisede, militanti impegnati, compagni. Erano in prima fila a contestare Meloni, a urlare contro i tagli all’università, a sventolare bandiere per la Palestina.
Ma non erano attivisti: erano agenti dell’antiterrorismo.
L’inchiesta di Fanpage rivela uno scenario gravissimo: veri e propri infiltrati della polizia all’interno di Potere al Popolo e dell’organizzazione giovanile Cambiare Rotta, infiltrati con metodi da romanzo distopico per sorvegliare studenti, manifestanti, oppositori politici.
🎭 Fingevano indignazione, rabbia, passione.
🎤 Partecipavano ai cortei, alle assemblee, alle campagne elettorali universitarie.
📍Erano ovunque si alzasse una voce fuori dal coro.
E prendevano nota. Di tutto. Di tutti.
E mentre nelle piazze si denunciavano pubblicamente le infiltrazioni (come quella già nota a Napoli), loro – i colleghi – erano lì, fianco a fianco, megafono in mano, a recitare una parte.
📌 Questo non è contrasto al terrorismo. Questo è spionaggio politico contro il dissenso.
Non c’era nessun reato, nessuna minaccia, nessuna cellula eversiva.
Solo giovani che si opponevano, pubblicamente e democraticamente, a un governo autoritario.
E lo Stato ha risposto schedandoli dall’interno, come nei peggiori regimi.
Ci chiediamo:
📣 Chi ha autorizzato questa operazione?
📣 Con quali prove, con quale base legale, con quale mandato?
E soprattutto: quanto siamo ancora una democrazia, se chi dissente viene infiltrato e sorvegliato come un criminale?
Chi tace ora, sarà complice domani.
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