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2025-07-17

Trieste, la Basilica paleocristiana riaffiora sotto la scuola di via Tigor: scoperti nuovi mosaici e un possibile battistero

Elena Percivaldi

Trieste continua a sorprendere con le sue stratificazioni millenarie. Nel corso dei lavori di rinforzo antisismico della scuola di via Tigor, parte dell’Istituto Comprensivo Dante Alighieri, sono emersi nuovi e significativi reperti legati alla Basilica Paleocristiana di via Madonna del Mare, uno dei siti più antichi e affascinanti della città.

L’area, già nota agli archeologi dagli anni Sessanta, si arricchisce ora di nuove scoperte che permettono di approfondire la conoscenza della prima comunità cristiana di Tergeste, nome romano di Trieste. A presentare i risultati degli scavi sono stati, in una conferenza stampa, l’assessore alle Politiche del Patrimonio Immobiliare e dello Sport Elisa Lodi, la soprintendente Valentina Minosi e l’archeologo Roberto Micheli.

Un mosaico tardoantico perfettamente conservato

Gli scavi, condotti a circa 3 metri di profondità sotto la palestra della scuola, hanno riportato in luce il muro perimetrale della navata della basilica paleocristiana. Una struttura in elevato, ben conservata, caratterizzata da paraste (pilastri addossati al muro) e da un ricco pavimento musivo della seconda fase costruttiva, databile ai primi decenni del VI secolo d.C.

Il mosaico policromo, protetto proprio dal muro della navata, presenta una raffinata decorazione: una cornice a treccia delimita una sequenza di medaglioni circolari intrecciati, al cui interno si riconoscono simboli della prima cristianità come il nodo, la croce e il delfino, animale caro all’iconografia paleocristiana per il suo valore simbolico di salvezza.

Questo tappeto musivo si sovrappone a uno strato precedente più semplice, risalente alla fine del IV o inizio del V secolo, decorato con motivi geometrici in bianco e nero. In questa seconda fase si riconosce un’evoluzione nello stile e nei materiali, con l’uso di tessere policrome (rosse, gialle e nere).

Un battistero e le sepolture infantili

Lo scavo all’esterno del muro perimetrale della basilica ha inoltre individuato, nei pressi del transetto, una zona delimitata da un basso muro, probabilmente un portico. In quest’area è emersa la struttura di un possibile battistero, successivamente abbandonato e trasformato in uno spazio funerario.

Qui sono state rinvenute almeno dodici sepolture, databili tra il V e il VI secolo d.C., in larga parte di infanti o bambini. Si tratta di un dato di rilievo, che arricchisce le informazioni sul ruolo della basilica non solo come luogo di culto, ma anche come spazio legato ai rituali di passaggio e alla memoria dei defunti.

Simbolo della Trieste cristiana

La basilica paleocristiana di via Madonna del Mare rappresenta uno dei primi luoghi di culto cristiano sorti a Trieste, all’epoca situata fuori dalle mura tardoantiche, in un’area cimiteriale utilizzata già in epoca romana.

La pianta della basilica

L’edificio aveva una pianta a croce latina con abside poligonale, aula rettangolare e bracci laterali. Il presbiterio, contenente diverse tombe e dotato di loculo per reliquie posto probabilmente sotto l’altare, e l’abside erano sopraelevati rispetto alla navata. L’archeologia ha restituito testimonianze di almeno due fasi costruttive – fine IV – inizi V secolo e VI secolo -, interrotte da un evento distruttivo: sul mosaico policromo sono state rilevate tracce di incendio, che fanno ipotizzare una fine catastrofica tra il VI e il IX secolo. Dopo quel periodo, infatti, l’area sembra essere stata abbandonata.

Sopra la basilica sorse, nel Medioevo, la chiesa di Santa Maria del Mare, citata per la prima volta nel 1298. L’edificio religioso subì numerose distruzioni e ricostruzioni fino alla sua definitiva demolizione nel 1786, dopo l’editto di soppressione degli ordini religiosi emanato da Giuseppe II d’Austria.

Verso un’area archeologica visitabile

Dell’antica basilica sono già riemersi, come accennato, diversi mosaici, due dei quali contenenti i nomi di diversi donatori che offrirono parte dello stesso pavimento musivo, tra cui spicca quello di un funzionario imperiale di origine orientale, Barsaina, che si qualifica come capo del collegio degli ispettori delle bilance (primicerius pensorum).

Al termine degli scavi e dei lavori di consolidamento, verrà realizzata una struttura sotterranea che consentirà la visita ai resti della basilica. Il nuovo spazio sarà collegato all’attuale area archeologica già gestita dalla Soprintendenza ABAP FVG, creando un percorso di valorizzazione che permetterà di ammirare i mosaici e le strutture antiche sotto la scuola, senza interferire con le attività scolastiche quotidiane.

Come sottolineato dall’assessore Elisa Lodi, l’intervento rappresenta un importante esempio di collaborazione tra enti pubblici, che unisce la tutela del patrimonio archeologico alla fruizione da parte della comunità locale e dei visitatori.

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