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Giunti a Bastia, Moris e “Coniglio” proseguirono in volo per Caserta

Il 17 ottobre ’43 Bourgoin [André Bourgoin della Sezione Italiana dell’OSS statunitense] fu anche visitato dal tenente generale Matteini del corpo ingegneri della marina italiana, il capitano Max Ponxo, uno dei leaders dell’Italian Naval Secret Services (SIS) della marina italiana, il sig. Maurizio Moris, un noto industriale e direttore generale delle compagnie “Bombrini Parodi Delfino” e “Innocenti”, i quali, arrivati a Napoli, fornirono alla missione dell’OSS informazioni militari d’interesse.
Maurizio Moris <57, in particolare, che parlava molto fluentemente italiano, francese, tedesco, spagnolo, portoghese e inglese, si offrì di ritornare immediatamente a Roma e di porsi a completa disposizione dei servizi segreti americani al fine di costruire una rete molto potente di agenti. La sua proposta fu accettata e la sua collaborazione fu, sin dall’inizio, orientata su speciali soggetti d’importanza militare.
[…] La missione di Maurizio Moris, per conto dell’OSS, mirava alla creazione di una rete di agenti nella Roma ancora occupata dai nazisti. Il 1° novembre 1943, insieme con due agenti e un radio operatore, che furono identificati nelle persone di Salvatore Piazza, Alfredo Rizza e del radio operatore, Giuseppe Auriemma, alias “Teresa”, essi attraversarono le linee nemiche nei pressi della regione di Alfedena. Il secondo giorno di viaggio, Moris e Piazza che si erano separati dai loro compagni Rizza e Auriemma, si imbatterono sciaguratamente in un campo minato tedesco. Moris restò gravemente ferito tanto che pensò che fosse in procinto di morire sul posto. Quindi mandò indietro Piazza affinché facesse rapporto a Bourgoin. Fu così prelevato dai tedeschi, trasportato in ospedale e grazie alla sua perfetta conoscenza del tedesco in grado di ricevere il necessario primo soccorso. Durante la notte, nonostante le ferite e il dolore, scappò dall’ospedale e facendo l’autostop raggiunse Roma a bordo di un carro armato tedesco. Una volta arrivato a Roma, fu curato da uno dei suoi amici e si nascose nell’appartamento di quest’ultimo. Finalmente fu sottoposto a un’operazione chirurgica durante la quale gli fu estratta dall’addome una scheggia di mina tedesca che lo aveva colpito e, infine, si rimise dopo ventidue giorni di ricovero. Mr. Moris si mise subito in contatto con la prima squadra di Roma agli ordini del tenente Menicanti e procurò loro un ingegnere esperto che riuscì a metterli in contatto con la base. Due volte il giorno venivano quindi inviate informazioni militari al Quartier Generale Alleato. Di fronte alla necessità di coordinare le azioni di tutti gli agenti che operavano nell’Italia occupata dai tedeschi, Moris e Menicanti chiesero di essere condotti sulla costa per poi recarsi a Caserta e discutere ivi le questioni di cui si stavano occupando a Roma.
Intanto, gli agenti Rizza e Auriemma, che avevano attraversato le linee nemiche il 1̊ novembre con Mr. Moris, arrivarono a Roma. Grazie al senatore Parodi, Auriemma fu impiegato sotto copertura nella compagnia “B.P.D”, mentre Rizza si mise in contatto con le autorità tedesche nella persona del tenente appartenente all’Abwehrlienst, Von Weich. Rizza fu, così, arruolato quale agente simulatore per ingannare i patrioti italiani combattenti nella regione di Faenza e, in seguito, accompagnato al fronte, dove gli furono fatte attraversare le linee verso gli Alleati sul fiume Garigliano, e dotato di un questionario sulle forze alleate. Rizza si presentò a Bourgoin, il quale ebbe forti dubbi sulla fedeltà dello stesso, tanto da essere indotto a contattare, il giorno seguente al suo arrivo, l’italiano CIC e la polizia, alle quali organizzazioni chiese di pedinare l’uomo durante la sua permanenza a Napoli. Due volte al giorno, la polizia compilava uno speciale rapporto sulle attività di questi e attraverso una donna appartenente alla stessa organizzazione, Bourgoin ottenne la prova che Rizza era più sotto il controllo tedesco che alleato e, dopo essersi consultato con il Commander in Chief dell’OSS presso la V Armata, colonnello Ellery Huntington Jr., decise di farlo arrestare dal CIC. Fu così che un’intera organizzazione di spie fu sgominata e arrestata nella stessa epoca nella regione di Napoli. Secondo la testimonianza di Bourgoin, Rizza fu, infine, trasportato negli Stati Uniti e collocato in un campo di concentramento <59.
Quando il sig. Moris fu ferito il 2 Novembre, egli ordinò a Piazza di tornare allo scopo di fare rapporto a Bourgoin ma, temendo che quest’agente potesse essere ucciso, mandò un soprintendente, tale Langella, per relazionare sulla medesima questione nonché attraversare le linee verso gli Alleati. Langella arrivò il 10 novembre e attraversò le linee nemiche a nord di Venafro con un radio operatore di nome Grandini Antonio, nome di battaglia Trieste, il 2 dicembre 1943. Nonostante le difficoltà, i due uomini arrivarono incolumi al Comando Operativo di Napoli e a Grandini fu dato un lavoro di copertura nella fattoria della “B.P.D.” quale contabile nonché un regolare passaporto tedesco per circolare in Italia.
[…] Una serie di missioni furono inviate partendo dal dicembre 1943 dalla Corsica verso l’Italia occupata dai Tedeschi. Una prima operazione via mare, denominata Richmond I, doveva essere fatta salpare da Bastia, Corsica. All’uopo, Bourgoin organizzò da Bastia un MAS italiano che doveva raggiungere la spiaggia di Fosso Tafone, tra Ansedonia e Montalto di Castro, per raccogliere i partecipanti. Salirono a bordo Maurizio Moris e Clemente Menicanti ”Coniglio”; accompagnati dall’ingegnere Prof. Calosi, esperto di bombe radiocomandate che viaggiava col fratello ufficiale di marina del Secret Intelligence Service (SIS) nonché con altri due ufficiali, sempre del SIS, capitani Cipicco e Filiani. Tutti questi uomini riuscirono a imbarcarsi incolumi, grazie all’opera del principe Boncompagni <73, noto latifondista della zona, che, essendo proprietario di un’immensa tenuta, assicurò agli agenti impegnati in questa missione un riparo, aiutandoli altresì con il suo proprio personale a organizzare la pianificata operazione speciale. Giunti a Bastia, Moris e “Coniglio” proseguirono in volo per Caserta – San Leucio, dove arrivarono lo stesso giorno, il 5 gennaio 1944. Immediatamente dopo, furono programmate e attuate altre due missioni marittime sempre da Bastia, Corsica e, attraverso le stazioni radio dell’OSS collocate a Roma, furono stabiliti segnali, tempi e comitati di accoglienza. Quale punto d’imbarco si dovette utilizzare lo stesso di cui alla precedente operazione: la lunga spiaggia alla foce del Fosso Tafone. La seconda missione, denominata Richmond II, fu affidata alla squadra composta dei seguenti agenti: Maurizio Moris; Clemente Menicanti, “Coniglio”; la signora Vera Vassallo; i signori Sergio Tavernari e Salvatore Piazza, accompagnati dal radio operatore Gorrini, alias ”Antonietta”. Nello stesso tempo, nove apparecchiature radio per tutti gli operatori radio della spedizione del menzionato sottomarino Axum nonché per Auriemma, alias “Teresa” e Grandini, alias “Trieste”, dovettero essere sbarcate sempre sulla spiaggia di Fosso Tafone. L’operazione avvenne nella notte del 17 gennaio 1944. Mr. Moris ricevette l’incarico di riportare indietro da Roma il colonnello Mario Badoglio <74, come sollecitato dal padre Pietro Badoglio all’OSS. Reutershan, che ordinò altresì che fosse accompagnato in tale missione dal sottotenente ventenne William Malcolm Callanan <76. Bourgoin tornò quindi a Caserta con Callanan il 2 gennaio 1944. Così lo stesso Bourgoin raccontava l’incontro con Badoglio: “Noi arrivammo a Brindisi il 31 dicembre e il Maresciallo [Badoglio, nda] ci chiese se fosse possibile riportargli nell’Italia liberata suo figlio il Colonnello Mario Badoglio. Rispondemmo al Maresciallo che avremmo fatto tutto il possibile per contattare suo figlio e introdurlo di nascosto da questo lato delle nostre linee. Quindi facemmo ritorno a Caserta il 2 gennaio 1944” <77. La missione Richmond II ebbe successo, ma sfortunatamente il colonnello Mario Badoglio che si nascondeva in un posto sicuro non arrivò in tempo e, quando la terza operazione, nome in codice Richmond III, iniziò, il 21 gennaio 1944, egli non era sulla spiaggia per essere imbarcato.
[NOTE]
57 Maurizio Moris, nato a Moncalieri (Torino) nel 1893, era ingegnere. Iscritto al Partito Nazionale Fascista (PNF) ma descritto quale “intimamente antifascista”. Rimpatriato nel 1936, fu nominato Direttore tecnico della società Parodi – Delfino di proprietà dell’ingegner Leopoldo Parodi Delfino, nonché dell’Innocenti & Co. Anche Moris fu presentato a Bourgoin da “Pippo” Naldi e dunque faceva parte della medesima rete di agenti vicini al SIM. P. Tompkins riporta un rapporto OSS secondo il quale “sia Parodi che Innocenti elargivano fondi per i partigiani e agenti ma i soldi non sempre giungevano a destinazione”. P. Tompkins, L’altra Resistenza cit., nt. 6, p. 395.
59 La missione Teresa fu descritta senza significative divergenze da P. Tompkins, L’altra Resistenza cit., p. 55.
73 Il Principe Boncompagni Ludovisi fu arrestato a New York la mattina successiva al disastro di Pearl Harbour in quanto sospettato di collaborare con il Fascismo e quindi condotto nel centro di detenzione a Ellis Island. Earl Brennan ha raccontato che, con la garanzia di Girolamo Valenti, fu raggiunto un accordo tra i due gentiluomini, in virtù del quale il primo sarebbe stato rilasciato e in cambio avrebbe collaborato con l’OSS, accordo che nel periodo di guerra si sarebbe rivelato assai proficuo, perché “sia la sua competenza che la collaborazione nel trasmetterci informazioni utili e tempestive si rivelò progressivamente assai soddisfacente […] le vedute del Principe cambiarono ed egli divenne un collaboratore più volenteroso e utile.” E. Brennan, O.S.S. and the Italian Contribution cit., p. 266 e 267.
74 Mario Badoglio, figlio del più noto maresciallo Pietro Badoglio, Console Generale a Tangeri, dopo il 25 luglio accorse in volo a Roma in ausilio del padre, nominato Presidente del Consiglio. Si trovava con il padre al Ministero della Guerra nella notte tra l’8 e il 9 settembre. Restò a Roma, quando il Re, Badoglio e il Governo fuggirono a Pescara, fino al giorno dopo Pasqua, intorno alla fine di aprile ’44, quando fu individuato e arrestato dalla polizia tedesca a Roma, mentre aspettava di ricongiungersi col padre e, infine, tradotto in Germania. Si cfr. P. Badoglio, L’Italia nella seconda guerra mondiale cit., p. 117.
75 Tale, circostanza fu riferita direttamente a Roosevelt in una delle missive intercorse tra i due Capi di Stato e, precisamente, in una di fine aprile ’44, nella quale Badoglio così scriveva “l’ultimo dei miei ragazzi che mi aspettava a Roma è stato seguito e arrestato due giorni fa dalla polizia tedesca”. M. Corvo, La Campagna d’Italia dei Servizi Segreti Americani in Italia cit., p. 315.
76 Il sottotenente ventenne “dalla faccia pallida”, William Malcolm Callanan, fu ufficiale d’intelligence assegnato al distaccamento dell’OSS presso la V Armata compilò un rapporto in cui evidenziò il valore e il volume delle informazioni militari trasmesse da radio “Vittoria” a Roma durante l’occupazione nazista. Si cfr. P. Tompkins, L’altra Resistenza cit., nt. 8, p. 404; Id. Una spia a Roma cit., pp. 369-370.
77 «We arrived in Brindisi on the 31st of December and the Marshal asked us whether it would be possible to bring back in liberated Italy his son, Colonel Mario Badoglio. We answered the Marshal that we would do all things possible to contact his son and smuggle him on this side of our lines. We returned to Caserta on the 2nd of January, 1944». A. Bourgoin, From 20th September 1943 to 26th January 1945 cit., p. 49.
Michaela Sapio, Servizi e segreti in Italia (1943-1945). Lo spionaggio americano dalla caduta di Mussolini alla liberazione, Tesi di Dottorato, Università degli Studi del Molise, 2012

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Il 18 gennaio 1945 prese avvio la missione Morristown

Durante il mese di agosto ‘44, precisamente il 4, prese avvio la battaglia di Firenze, che durò fino al primo giorno del mese successivo. In tale occasione, le truppe dell’OSS operarono in diretto contatto con le forze partigiane locali.
Oltre ad aiutare la resistenza, l’OSS ebbe tra gli obiettivi anche quello di recuperare molta documentazione tedesca, per analizzare lo “stato dell’arte” dei nazisti, prima che venisse distrutta dagli stessi nazisti.
In un incontro con Donovan, Corvo suggerì al fondatore dell’agenzia di intelligence di iniziare a raccogliere materiale e documentazione in chiave antisovietica.
Inoltre, Corvo, vista la grande presenza di documentazione in Italia in quanto ex alleata della nazione nipponica, intraprese anche una raccolta di informazione nei confronti del Giappone.
Ad agosto prese avvio anche la missione Mangosteen, la quale divenne il contatto ufficiale con il Comitato Liberazione Nazionale Alta Italia.
A questa missione venne affidato il Tenente Icardi, accompagnato da Tullio Lussi, un italiano appartenente all’ORI con il compito di far da guida al tenente statunitense. Lussi venne scelto per il suo ottimo rapporto di amicizia con Enzo Boeri che, nel mentre, era divenuto vicecapo del CLNAI. Alla missione Mangosteen venne incorporata l’operazione Chrysler, la quale avrebbe dovuto paracadutare le forze degli Operational Group, nella stessa area della prima missione. A capo della missione Mangosteen-Chrysler fu posto il capitano Holohan.
In generale, tra l’agosto 1944 e il successivo mese di dicembre, vennero create numerose missione da parte dell’Office of Strategic Service in Nord Italia, queste, che analizzeremo in un capitolo apposito, furono la dimostrazione di come si fossero evolute rapidamente le politiche e i ruoli all’interno del comando Alleato.
L’OSS tramite il suo apporto fondamentale nella liberazione del Centro-Sud Italia si era dimostrata pronta e all’altezza in tutte le situzioni nella quale si era ritrovata, alimentando e accrescendo – di conseguenza – il proprio rispetto all’interno dell’Alto Comando.
L’apporto della Moral Operation Branch fu determinante per rendere più efficaci le missioni nel Nord Italia. Peraltro, ricordiamolo ancora una volta, il ruolo di questa sezione fu determinante anche per la liberazione di Roma dove giocò un ruolo fondametale.
Il mezzo principale di divulgazione delle notizie venne individuato nei partigiani, soprattutto nelle donne e nei bambini, poiché, nell’immaginario tedesco e fascista, destavano meno attenzione.
Ottenuti i giornali falsi e i volantini di propaganda tramite lanci alleati, questi ultimi, li facevano circolare lasciandoli “casualmente” in osterie, bar, tram, latrine e luoghi pubblici ben frequentati.
In aggiunta all’azione partigiana prendeva al via l’operazione Cornflaxe, richiamata nel capitolo precedente, che mise in seria difficoltà il sistema postale nazi-fascista.
Il rapporto dell’Office of Strategic Service a riguardo recità così:
“He [Tassinari] personally smuggled a copy of the plans in the soles of his shoes to the OSS in Siena, and from there the plans were rushed to General Clark’s G-2. The plans showed that the weakest spot in Kesselring’s defenses was at Il Giogo Pass, at the juncture of his Tenth and Fourteenth Armies. Clark therefore shifted the main attack of his II Corps eastward to the area indicated by the partisan intelligence. If Clark were to break through to the foot of thev mountains, he would be in position to trap and destroy Kesselring’s forces by cutting the flatland Route 9 from Bologna to Milan.” <88
Queste informazioni, considerate le migliori a disposizione, vennero implementate anche da delle riprese eseguite con una cinepresa nei pressi della zona, che il 17 settembre 1944, sarebbe poi divenuta quella di attacco.
Per le fonti di cui abbiamo consocenza, questo evento, individua la prima volta nella storia dove una missione militare è stata pianificata anche grazie all’ausilio di immagini, andando così a rivoluzionare il metodo di preparazione e pianificazione della stessa guerra.
Nonostante le numerose missioni, verso la fine dell’autunno del ’44, gli Alleati trovarono nuove difficoltà nello sfondare le linee nemiche. Per tale motivo, insieme alla volontà della riorganizzazione generale delle forze Alleate, il generale Harold Alexander, il 13 novembre, diramò su Radio Italia Combattente un messaggio nel quale, pur esprimendo forti ringraziamenti alla resistenza italiana per l’aiuto nella lotta contro le truppe nazifasciste, considerate le cattive condizioni meteo tipiche del Nord Italia, durante i mesi invernali, le missioni di approvvigionamento si sarebbero interrotte per poi riprendere alla fine dell’inverno.
Bisogna sottolineare come la dichiarazione di Alexander si limitasse alle sole missioni di approvigionamento estese, lasciando invece proseguire tutte le missioni dietro le linee nemiche già in atto, poiché utile strumento per destabilizzare le truppe nemiche in un momento di “pausa”.
Per tale motivo, tra il 15 e il 30 novembre, furono paracadutati nuovi ingenti rifornimenti in buona parte del Nord Italia, rifornimenti recuperati dagli agenti dell’OSS e dai gruppi partigiani.
La prima missione di approvvigionamento delle truppe dietro le linee nemiche, dopo il blocco del mese di dicembre precedente, fu fatta il 16 gennaio, per rifornire la missione Lobo. Il 18 gennaio prese avvio la missione Morristown, la quale venne paracadutata per distruggere alcuni obbiettivi della missione precedente Orange nell’area piemontese.
Il sostegno dell’OSS ai partigiani e ai propri agenti fu enorme, basti pensare che solamente nel mese di febbraio e indipendentemente dal credo politico dei gruppi partigiani, vennero paradutate ben 778.990 libbre, circa 400 tonnellate, di beni dietro tutte le linee nemiche.
Il primo aprile Corvo e Scamporino si incontrarono con il generale Cadorna <89 e Ferruccio Parri <90 a Roma. Lo scopo di tale incontro fu quello di stabilire il ruolo del CLNAI dopo la fine della Seconda guerra mondiale. Parri e Cadorna tennero un incontro simile quattro giorni dopo con i rappresentati del SOE. Il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia, a partire dal 26 aprile, prese il ruolo di organo di Governo straordinario del Nord Italia. Nel febbraio del 1946 il CLN centrale assunse i doveri del CLNAI fino al 21 giugno 1946, quando l’organizzazione venne sciolta, lasciando spazio al nuovo governo.
Le missioni dell’OSS terminarono in Italia subito dopo il 25 aprile, quando le numerose missioni alleate e il gran numero di partigiani, si unirono in un insurrezione generale portando alla ritirata delle truppe naziste e fasciste.
Donovan stesso, appena finito il conflitto, donò due aerei di medicinali al CLNAI così da potersi “sdebitare” visto l’enorme aiuto conferito durante la guerra.
La presenza dell’OSS in Italia cessò definitivamente il 24 maggio, quando tutti gli uffici furono posti in disuso e la maggior parte delle truppe era già rientrata in patria. Il 24 maggio i due direttori sul campo della Sezione Italiana del ramo Secret Intelligence dell’Office of Strategic Service, Max Corvo e Vincent Scamporino, rientrarono a Washington.
[NOTE]
88 Egli [Tassinari] personalmente trasportò di nascosto una copia dei piani nelle suole delle scarpe all’OSS di Siena, e da lì i piani furono inviati in tutta fretta al G-2 del generale Clark. I piani mostravano che il punto più debole delle difese di Kesselring era il Passo del Giogo, all’incrocio tra la Decima e la Quattordicesima Armata. Clark spostò quindi l’attacco principale del suo II Corpo d’Armata verso est, nell’area indicata dai partigiani. Se Clark fosse riuscito a sfondare fino ai piedi delle montagne, sarebbe stato in grado di intrappolare e distruggere le forze di Kesselring, tagliando la strada pianeggiante n. 9 da Bologna a Milano.
89 Raffaele Cadorna (1889-1973) è stato un generale e un politico italiano, figlio del generale Luigi Cadorna. Fu il comandante del Corpo Volontari della Libertà durante il Secondo conflitto mondiale.
90 Ferruccio Parri (1890-1981) è stato un partigiano italiano e il primo Presidente del Consiglio dei ministri (21 giugno 1945-10 dicembre 1945).
Matteo Paglia, Ex pluribus unum. Come l’Office of Strategic Service ha rivoluzionato il sistema d’intelligence statunitense, Tesi di laurea, Università degli Studi di Genova, Anno Accademico 2024-2025

Come sopra visto, tra la fine del ’43 e gli inizi del ‘44, lo spionaggio americano in Italia sviluppò elementi più spiccatamente diplomatici, mentre attenuò quelli militari. In particolare, il prestigio del SI dell’OSS che collaborò con l’Intelligence Division (G-2) della V Armata americana, nella trasmissione al XV Gruppo d’Armate e all’AFHQ di significativi rapporti sulle missioni compiute dietro le linee nemiche, crebbe, mentre la Research & Analysis (R & A) redasse interessanti rapporti sugli sviluppi della situazione economica e politica in Italia. La Morale Operations Branch (MO), altresì, pose in essere una massiccia campagna volta a minare il morale delle truppe dell’Asse in Italia e
incrementare la simpatia per la causa alleata presso i civili italiani. L’OSS intensificò, così, i suoi contatti in Italia, reclutando agenti ovvero instaurando contatti con informatori occasionali di varia estrazione sociale e politica, da alcuni esponenti di spicco dei sei partiti antifascisti che composero il CLN di Roma, quali Pietro Nenni, storico segretario del Partito Socialista (PSI) e editore dell’”Avanti!”, Giuseppe Romita, leader socialista, che a Roma, nel luglio 1942, aveva rifondato il PSI; Emilio Lussu, fondatore e leader del movimento Giustizia e Libertà, il repubblicano Ugo La Malfa, il repubblicano Randolfo Pacciardi, il liberalsocialista e azionista Prof. Guido Calogero, a ministri e sottosegretari dei Governi Bonomi, a cominciare dallo stesso Primo Ministro, a Francesco Cerabona, ministro delle Comunicazioni e socialdemocratico, a Benedetto Croce, filosofo e liberale nonché ministro del primo governo Bonomi, a Marcello Soleri, liberale e ministro del Tesoro, a Palmiro Togliatti, leader del Partito Comunista (PCI) e ministro senza portafoglio, a Giuseppe Saragat, leader socialista e ministro senza portafoglio e, ancora, Guido De Ruggiero, azionista e ministro dell’Educazione, Stefano Siglienti, azionista e ministro delle Finanze, Umberto Tupini, cristiano-democratico e ministro della Giustizia, Alcide de Gasperi, leader del partito della Democrazia Cristiana (DC), Renato Morelli, liberale e sottosegretario per gli italiani all’estero, Carlo Sforza, ministro senza portafoglio, Alberto Cianca, azionista e ministro senza portafoglio, Visconti-Venosta, sottosegretario agli Affari Esteri, Antonio Pesenti, comunista e sottosegretario alle Finanze, Mario Palermo, comunista e sottosegretario alla Guerra, Pietro Mancini, ministro dei Lavori Pubblici, nonché dirigenti sindacali, quali Giuseppe Di Vittorio, elemento comunista del Direttorio della CGIL, Oreste Lizzadri, membro socialista del direttorio della CGIL, Achille Grandi, membro cristiano-democratico della CGIL, a esperti economici e finanziari, quali il Dott. Ugo Baffi, direttore dell’ufficio Ricerca della Banca d’Italia e, infine, funzionari e ufficiali civili dell’Allied Control Commission (ACC) e della Psychological War Branch (PWB) dell’OSS.
Michaela Sapio, Servizi e segreti in Italia (1943-1945). Lo spionaggio americano dalla caduta di Mussolini alla liberazione, Tesi di Dottorato, Università degli Studi del Molise, 2012

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