#Giordania

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2025-10-06

- Arrivano in Italia 70 palestinesi dalla Giordania, tra cui studenti. Un segnale di solidarietà e speranza per un futuro migliore.

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Nel 1968 la NATO si preoccupava per Malta

I motivi di apprensione crebbero in seguito allo scoppio della Guerra dei Sei Giorni (5-10 giugno) quale ulteriore drammatico capitolo del conflitto arabo-israeliano tra Israele da un lato, ed Egitto, Siria e Giordania dall’altro, tra il giugno ed il luglio 1967. In seguito a tale avvenimento, a luglio si registrarono 70 unità navali sovietiche – tra quelle di superficie e subacquee – che costituì il picco massimo in assoluto mai raggiunto <240.
Questi avvenimenti indussero l’Alleanza a riflettere con maggiore urgenza e priorità sulla propria postura nella regione e sui rischi che da quest’ultima potevano porsi per il Fianco Sud.
Nella riunione dei ministri degli Esteri NATO svoltasi il 13 giugno in Lussemburgo pochi giorni dopo il cessate il fuoco (9 giugno), Brosio, nel suo discorso d’apertura, esprimeva soddisfazione circa il fatto che nell’ultimo lustro non si fossero verificate crisi eclatanti in Europa, ma che invece quanto stava accadendo in Medio Oriente imponeva a tutti di restare vigili. Ribadì come l’impegno futuro della NATO sarebbe stato quello di continuare a garantire «a just and stable peace in Europe. And when I say Europe, I mean Northern, Central and Southern Europe, including the Mediterranean area» <241. Dalle parole di Brosio, emerge una interpretazione estensiva della sicurezza europea. Una necessità, quella di guardare a Sud-Est, ribadita anche dal paragrafo 14 del ‘Rapporto Harmel’, ossia quell’«esercizio» interno all’organizzazione finalizzato a «studiare i futuri compiti che l’Alleanza ha di fronte, e le procedure per adempierli allo scopo di rafforzare l’Alleanza quale fattore di durevole pace» <242 presentato dal ministro degli Esteri belga che diede il suo nome allo studio, al Consiglio Atlantico del 13 dicembre 1967 <243 nel quale si affermava che «the present situation in the Mediterranean presents special problems»; e tra questi, su quello più di tutti gravoso per la pace della regione, ossia il conflitto arabo-israeliano, la NATO precisava come non fosse di propria responsabilità intervenire ma bensì delle Nazioni Unite <244.
In un periodo così delicato, tra agosto e settembre, il MC [Military Committee della NATO] su impulso della delegazione britannica, propose che il SACEUR [Supreme Allied Commander Europe] desse vita a due studi sullo scenario securitario della regione. Questa iniziativa venne adottata nella riunione del NAC [North Atlantic Council] del 6 settembre, che stabilì come il primo studio si dovesse occupare del ruolo di Malta nel sistema difensivo del Mediterraneo e di come l’Alleanza dovesse agire al fine di scongiurare aggressioni esterne contro l’isola; mentre il secondo dovesse riflettere sulla più generale situazione strategica del bacino <245. Entrambi gli studi furono presentati in sede atlantica nei primi mesi del 1968. Il primo sottolineò come l’isola maltese fosse importante come base militare per l’addestramento e le operazioni atlantiche, e che tale importanza sarebbe ancor di più cresciuta qualora l’Alleanza avesse perso le restanti basi presso i paesi non-NATO nel bacino <246. L’incremento della presenza navale sovietica acuiva il timore principale che l’Alleanza mostrava di nutrire nei confronti dell’isola, ossia che essa potesse scivolare verso l’orbita di Mosca e che alla fine cedesse alle richieste di concessione all’URSS di alcune installazioni portuali: una prospettiva questa che avrebbe posto «a considerable threat to the entire southern area of NATO» <247.
Pur alla luce di tali pericoli, lo studio concluse che non si riteneva necessario impiegare ulteriori unità nella difesa dell’isola, sebbene nel prossimo futuro l’Alleanza avrebbe dovuto prodigarsi al fine di mantenere La Valletta nell’orbita atlantica, scongiurando le avance sovietiche <248.
Il secondo rapporto iniziò a circolare nel febbraio 1968 e parve confermare soprattutto l’interpretazione maturata in sede di MC e NAC nella seconda metà dell’anno precedente secondo la quale l’accresciuta presenza navale sovietica costituiva «a vital threat NATO’s collective security» <249, non tanto da un punto di vista militare, quanto più per i suoi risvolti politici <250. Lo studio, intitolato «The Threat to NATO in the Mediterranean Area», pur non tacendo il rinnovato pericolo militare sia dal punto di vista strategico (con la regione che risultava essere entro la portata di oltre duecento IRBM ed MRBM sovietici) sia navale (con Mosca che schierava moderne unità sia di superficie che sottomarine) asseriva con grande chiarezza che «[the] Soviet military aid and naval presence in the Mediterranean is intended primarily to facilitate the expansion of Soviet influence through the Arab countries and beyond».
L’URSS infatti mirava ad esercitare una pressione politica e psicologica finalizzata a supportare i regimi filosovietici e, da un punto di vista più strettamente militare, ad osservare le manovre navali NATO e ad erodere l’influenza della stessa nella regione <251, col rischio non remoto per l’Alleanza «of being outflanked in the Southern Region» <252 <253.
La crescita dell’influenza sovietica nel bacino venne definita «dramatic» da uno studio elaborato dalla delegazione NATO degli Stati Uniti – intitolato ‘The Mediterranean – A problem for Alliance Security’ – e presentato al Consiglio Atlantico del 28 febbraio 1968. In esso trovava spazio una importante autocritica dello stesso approccio atlantico alla regione, in quanto il fatto stesso che «the Alliance has no regional policy in the Mediterranean» ha di fatto favorito la penetrazione sovietica la quale accrescerà e si gioverà della instabilità politica destinata a rimanere «high during the next several years» <254.
Su questa situazione di accresciuta inquietudine si interrogò il Consiglio Atlantico del 5 aprile 1968. In tale occasione il Segretario Generale Brosio, pur sostenendo che «it was not in the interests of the Alliance to underestimate this threat, it was even less in its interests to dramatize it, since this might well contribute to the success of the Soviet political activities», indicò alcune delle azioni che l’Alleanza avrebbe dovuto realizzare al fine di reagire alla nuova condizione venutasi a creare nel Mediterraneo. Data la natura principalmente politica della minaccia sovietica, la NATO avrebbe dovuto (1) migliorare le proprie relazioni con gli stati arabi in modo da contrastare sia da un punto di vista politico, economico e militare la politica sovietica nella regione; (2) considerare una riorganizzazione delle forze navali ed aeree atlantiche, che prendesse in considerazione di dar vita una «standing NATO naval force and perhaps also a NATO air force for surveillance purposes»; ed infine (3) fare chiarezza nei rapporti tra l’Alleanza e Malta.
Particolare rilevanza suscitarono le prime due proposte. Da subito, la Gran Bretagna e l’Italia attraverso i loro rispettivi rappresentanti permanenti presso il Consiglio, ossia Sir Bernard Burrows e C. de Ferrariis Salzano, si dissero concordi con le osservazioni di Brosio, sostenendo soprattutto la necessità che s’intrattenessero con i paesi non-NATO rapporti basati più su considerazioni politiche ed economiche che militari. Inoltre, Londra e Roma, precisarono che questi contatti dovessero esplicarsi mediante rapporti bilaterale avviati dai membri NATO interessati piuttosto che seguire formule collettive, in quanto quest’ultima era ritenuta non soltanto poco efficace, ma anche pericolosa in quanto avrebbe potuto esporre l’organizzazione a pretestuose critiche di ingerenza negli affari di paesi terzi <255.
Se la via dell’intensificazione dei rapporti con i paesi arabi rivieraschi costituiva la reazione politica della NATO, quella militare era rappresentata dall’idea di costituire una forza navale permanente nel Mediterraneo sull’esperienza della STANAVFORLANT <256, con compiti di sorveglianza e reazione rapida in occasione di crisi. Prefigurata per la prima volta dunque dal Segretario Generale, l’idea di dar vita ad una Standing Naval Force Mediterranean (STANAVFORMED) venne rilanciata ufficialmente e con convinzione dal MC il 9 aprile, che richiese al SACEUR di studiare la fattibilità ed i dettagli della stessa. La risposta di Lemnizer giunse il 10 maggio al MC ed essa nel momento in cui riconosceva che la costituzione di una forza navale internazionale risultava essere una valida soluzione, giudicava la stessa «not feasible at this time in the Southern Region» in quanto le forze attualmente schierate riuscivano a malapena a soddisfare i requisiti minimi per le operazioni a loro assegnate, e dunque esse non potevano essere impegnate in una simile forza permanente <257. In realtà, l’impossibilità di procedere lungo tale percorso derivava dalla freddezza con la quale lo stesso era stato accolto dai paesi membri, che nutrivano seri dubbi sulla natura stessa del provvedimento e si mostrarono restii a destinare ad esso proprie unità e sostenerne il costo finanziario.
[NOTE]
240 WATSON, op.cit., pp.87-88. Sulla Guerra dei Sei Giorni e sul ruolo dell’Unione Sovietica in essa si veda: M. B. OREN, Six Days of War: June 1967 and the Making of the Modern Middle East, Presidio Press, New York, 2002; M. MONAKOV, The Soviet Naval Presence in the Mediterranean at the Time of the Six Day War, pp.144-168, in Y. RO’I, B. MOROZOV (edited by), The Soviet Union and the June 1967 Six Day War, Woodrow Wilson Center Press, Washington D.C., 2008.
241 Address by Mr. Brosio at the opening Session of the Luxembourg Ministerial Meeting, 13 June 1967, M2(67)2, in NAO, 04 – International Staff / International Secretariat, Public Diplomacy Division/ Information Service / Office of Information and Press, NATO Press Releases, 1967, in http://archives.nato.int/address-by-mr-brosio-at-opening-session-of-luxembourg-ministerial-meeting.
242 L. S. KAPLAN, Il 40° anniversario del Rapporto Harmel, in Rivista della NATO, Primavera 2007, in https://www.nato.int/docu/review/2007/issue1/italian/history.html.
243 Summary Record of the Meeting of the Council held at the Headquarter, Brussels, 39 on Wednesday, 13th December 1967 – Review of the International Situation and East-West Relations, in NA, International Secretariat (IS) Documents, Category A – Council, C-R(67)50.
244 NATO Information Service, Brussels, Harmel Report, Report on the Future Tasks of the Alliance 1968, p.7, in NAO, 04 – International Staff / International Secretariat, Public Diplomacy Division / Information Service / Office of Information and Press, NATO Publications, NATO Non-Periodical, 1968, in http://archives.nato.int/uploads/r/ null/1/3/137535/0207_Report_on_the_future_tasks_of_the_Alliance-Harmel_Report_1968_BIL.pdf. É opportuno ricordare che l’idea di «undertake a broad analysis of international developments since the signing of the North Atlantic Treaty in 1949» venne presentata dal ministro degli Esteri belga Pierre Harmel durante il Meeting dei Ministri degli Esteri NATO nel dicembre 1966. Obiettivo di questa analisi sarebbe stata quello di «determine the influence of such developments on the Alliance and to identify the tasks which lie before it, in order to strengthen the Alliance as a factor of durable peace». Sul Rapporto Harmel esiste una ampia e specifica letterauta; in particolare si indicano i lavori di: H. HAFTENDORN, NATO and the Nuclear Revolution: A Crisis of Credibility 1966-67, Oxford Scholarship Online: October 2011, in DOI:10.1093/acprof:oso/9780198280033.003.0005; E. HATZIVASSILIOU, NATO and Western Perceptions of the Soviet Bloc: Alliance Analysis and reporting, 1951-69, Routledge, London – New York, 2014, Capitolo 4; R. KUPIECKI, The Harmel Report and Lessons from NATO’s Dual-track Policy, Polski Instytut Spraw Międzynarodowych, in The Polish Quarterly of International Affairs Journal, n.4, 26/2017, pp. 5-18.
245 Summary record 296th Meeting of the Military Committee, 20 December 1967, MC 296-67, in NAO, 03 – Military Committee, Record Military Committee Series, 1968, in http://archives.nato.int/military-committee-meeting-on-wednesday-20-december-1967-at-1000-hours.
246 SAIU, Liliana, La dimensione insulare della sicurezza nel Mediterraneo: il caso di Malta, in DI NOLFO, Ennio, GERLINI, Matteo, (a cura di) Il Mediterraneo attuale tra storia e politica, Marsilio Editori, Venezia, 2012, p. 103 e 108.
247 Memorandum from the IMS to MC, Strategic study in the Mediterranean with particular reference to the Security of Malta, 14 February 1967, IMSM-40-68, in NAO, 03 – Military Committee, International Military Staff Working Memorandum, 1968, in http://archives.nato.int/strategic-study-in-the-mediterranean-with-particular-reference-to-the-security-of-malta.
248 Military Committee, The Security of Malta aginst External aggression, (The Malta Study), 18 September 1967, CR(67)36, in Memorandum from the IMS to the Secretary General, The Malta Study, 20 March 1968, MCM-15-68, in NAO, 03 – Military Committee, Military Committee Memoranda (MCM) Series, 1968, in http://archives.nato.int/the-malta-study-2.
249 Summary record of the meeting of the NAC, 13 December 1967, C-R(67)50, in NA.
250 Summary record of the meeting of the NAC, 23 November 1967, C-R(67)62, in NA.
251 International Military Staff (IMS) to the Executive Secretary, Updated Brief on the threat to NATO in the Mediterranean Area, 7 February 1968, IMSM-55-68, in NAO, 03 – Military Committee, International Military Staff Memorandum, 1968, in http://archives.nato.int/update-brief-on-the-threat-to-nato-in-the-mediterranean-area.
252 Ad Hoc Intelligence Working Group (AHIWG), Soviet Bloc penetration of the Middle East and North Africa and its military significance to NATO, 4 April 1968, MC255/68, in NAO, 03 – Military Committee, Military Committee Series 1968, in http://archives.nato.int/soviet-bloc-penetration-of-the-middle-east-and-north-africa-and-its-military-significance-to-nato.
253 The Threat to NATO in the Mediterranean area, SHAPE Brief, from the Secretary General (Brosio) to the Permanent Representatives of the MC, 15th February 1968, PO/68/98, in NA.
254 The Mediterranean – A problem for Alliance Security, Working paper prepared by the United States Delegation, 28 February 1968, in Memorandum from the Executive Secretary of NAC (Coleridge) to the Secretaries of Delegations, 13th March 1968, RDC(68)62, in NA.
255 Summary record of a meeting of the Council, 5th April 1968, C-R(68)17, in NA.
256 Sulla STANAVFORLANT, ideata nel 1966, approvata dal NAC nel dicembre 1967, ed operativa dal gennaio 1968 si veda NATO Information Service, STANAVFORLANT, in http://archives.nato.int/uploads/r/null/1/3/137697/0319_STANAVFORLANT-WELCOME_ABOARD_ENG.pdf; e SOKOLSKY, op. cit., p. 311.
257 Memorandum from the Military Committee to the Secretary General, Appreciation of the Strategic Situation in the Southern Region of ACE, 10 May 1968, IMSWM-118-68, in NAO, 03 – Military Committee, International Military Staff Working Memorandum, 1968, in http://archives.nato.int/appreciation-of-the-strategic-situation-in-the-southern-region-of-ace.
Gian Lorenzo Zichi, Una centrale perifericità. Il Mediterraneo e le organizzazioni internazionali regionali di sicurezza negli anni Settanta e Ottanta: NATO, WEU, CSCE, Tesi di dottorato, Università degli Studi di Cagliari, Anno accademico 2018-2019

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«L’Egitto sta progettando la realizzazione di un nuovo gasdotto del valore stimato di 400 milioni di dollari per convogliare maggiori volumi di gas naturale provenienti da Israele [...] Recentemente anche la Giordania ha aumentato la quantità di gas naturale importato dallo “stato ebraico” per un valore complessivo di 10 miliardi di dollari».

pagineesteri.it/2025/09/01/med

#Egitto #Giordania #Israele

Il Mitte Berlinoilmitteberlino
2025-07-30

🇩🇪🇯🇴 Un ponte aereo per Gaza con Germania e Giordania. Ma le ONG avvertono: “Non basta”
📎 Tutti i dettagli nel link

ilmitte.com/2025/07/merz-annun

2025-07-20

Udine, i carabinieri TPC restituiscono preziosi reperti archeologici sottratti alla Giordania, alla Grecia e all’Egitto

Recuperati e riconsegnati oltre 50 reperti provenienti da Petra, dalla cultura Mamluk e dall’ellenismo: tra gli oggetti restituiti coppe decorate, unguentari e un intero corredo fittile

#carabinieri #udine #giordania #grecia #petra #egitto #archeologia #restituzione

storiearcheostorie.com/2025/07

Gianluca Di Marzio 🤖DiMarzio@sportsbots.xyz
2025-06-05

#Mondiale2026 | Le prime 10 qualificate: ecco #Giordania e Corea del Sud 👉🏻 bit.ly/3HnfWLh

2025-03-27

I confini della Grande Israele dovrebbero incorporare anche i territori di #Gaza e della #Cisgiordania. Alcuni si spingono a ritenere che dovrebbe incorporare anche parti di #Libano, #Siria e #Giordania. Con l'appoggio acritico di una parte massiccia dell'Occidente, tutto è possibile.

Dall'Egitto al Kuwait: il sogn...

2025-03-26

Colosseo e Petra, gemellaggio ufficiale: nasce la cooperazione culturale tra due meraviglie UNESCO

@parcocolosseo @visit_petra @mic_italia

#archeologia #colosseo #petra #unesco #gemellaggio #beniculturali #beniarcheologici #giordania #roma #unesco #patrimoniounesco

storiearcheostorie.com/2025/03

2025-03-01

@ilcortile #catsofmastodon #fedicats

per #caturday rileggiamo la bella pagina scritta da @Lucatermite

Biga 😻 piccolo maschietto tricolore
come stai, dove sei ora?

“I left my heart in Biga but my heart found another little Biga” 😀 #CiubekkainCroce

⬇️
ciubekka.com/blog/20-la-magia-

#fedibikes
guardiamo "The incredible story of Biga" 🎥
⬇️
m.youtube.com/watch?v=L84i1thF

ricordiamo il fine benefico💗 del viaggio 🎥
⬇️
m.youtube.com/watch?v=3CA1ez1T

per il progetto #Madaba #Giordania
doniamo 💶
⬇️
paypal.com/pools/c/9c6zGLrwcj

2025-02-11

Il presidente #Trump riceve alla #CasaBianca il #re di #Giordania #AbdullahII, mentre intensifica le pressioni sulla nazione araba affinché accolga i palestinesi che potrebbero essere potenzialmente sfollati con la forza da #Gaza, forse in modo permanente, come parte del suo audace piano per rimodellare il #MedioOriente. Un’idea che il re ha fermamente respinto come una ” linea rossa ” sin dall’inizio della guerra tra #Israele e #Hamas nell’ottobre 2023.
Mio articolo
corrierepl.it/2025/02/11/trump

2025-02-06

🔴 #Trump: "Dopo la guerra la Striscia di Gaza deve essere consegnata agli #USA".

I palestinesi in #Egitto, in #Giordania, in #Cisgiordania.

E l'#Iran? Lascerà fare perché #Teheran sa che sarebbe rasa al suolo in caso di provocazioni.

2025-01-21

L'ex #ministrodegliEsteri della #Giordania Marwan #Muasher ha affermato in un'intervista televisiva che le politiche del nuovo presidente degli #StatiUniti Donald #Trump, incluso il suo precedente piano di pace denominato "Accordo del secolo", pongono sfide significative in Medio Oriente.......

.....Sebbene Trump non abbia fatto riferimento al piano di pace durante la sua campagna, la presenza di una squadra più ...1/n

Per approfondimenti👇

dilettafileninews.com/

2025-01-12

Amman è anche una buona base per alcune splendide escursioni giornaliere, come per esempio quella alla cittadina di Al-Salt o verso i castelli nel deserto.

ramingodentro.com/2023/07/al-s

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2025-01-11

Amman viene spesso visitata un po' di fretta, invece la capitale della Giordania di motivi per fermarsi qualche giorno ne ha più di qualcuno.

ramingodentro.com/2023/07/amma

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2025-01-09

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