#agcom #refurbed Refurbed nel mirino di Agcom: diffida per carenze su trasparenza e gestione dati
Basta! Le chiamate spam hanno rotto le @@
Negli ultimi anni le chiamate spam sono diventate un incubo: numeri stranieri, truffe trading, call center fantasma e, soprattutto, i famosi numeri “falsi italiani” che in realtà partivano dall’estero grazie allo spoofing = Un tormento continuo...
https://salvatorenoschese.it/basta-le-chiamate-spam-hanno-rotto/
Categoria: #Telefonia
Tag: #agcom #robocall #spam #telefonate #truffe
Nuove Misure Antispam e Chiamate Fraudolente
Dal 19 novembre il filtro antispam dell' #AGCOM blocca circa 10 milioni di chiamate di #spoofing al giorno, riducendo le telefonate moleste con finti numeri italiani. I truffatori si sono adattati tramite numeri con prefissi internazionali, sfuggendo al controllo della normativa italiana.
Contromisure: bloccare le chiamate internazionali, app di riconoscimento spam, blocco manuale sullo smartphone e Registro Opposizioni.
AGCOM pubblica i primi dati sul filtro anti-spoofing per chiamate mobili.
Dal 19 novembre, i 4 grandi gestori (TIM, Vodafone-Fastweb, WindTre, iliad) hanno bloccato milioni di chiamate fraudolente:
- Un operatore: 8,1M in 3 giorni (50% del totale)
- Altro: 90% su 3,15M chiamate
- Totale 19-21 nov: 7,46M/giorno
Dal 19 nov gli operatori italiani bloccano 7,5 mln di chiamate spoofing al giorno 📵
Numeri finti da call center esteri 🎯
Agcom: filtri obbligatori da agosto per i fissi, da novembre per i mobili
In Italia crollano le chiamate Spam! Come #AGCOM ha messo in ginocchio lo spoofing telefonico
https://go.squidapp.co/n/id4Tcll
Da oggi stop alle #telefonate moleste da finti numeri mobili italiani! #AGCOM attiva il filtro #antispoofing: chiamate dall’estero con numeri falsificati verranno bloccate automaticamente. Dopo agosto (numeri fissi), ora anche i cellulari. Funzionerà? Sì per i numeri #fake, ma restano chiamate da #callcenter italiani legali e numeri esteri reali. Un passo avanti, non la soluzione definitiva. #Telemarketing #Privacy #Italia #Tech #Consumatori
Spoofing dall'estero. Dal 19 stop alle telefonate moleste (non ancora quelle dall'Italia)
Entrano in vigore i filtri #antispoofing di #Agcom per bloccare le chiamate dall'estero che falsificano numeri di cellulare italiani. Dopo il blocco del 19 agosto dai numeri fissi, gli operatori possono verificare il numero mobile e - se è falsificato - bloccarlo.
Con lo #spoofing i truffatori mascherano la loro identità facendo apparire numeri italiani fasulli.
La stretta dell’#Agcom ai siti porno dimostra il bigottismo di una destra sessuofobica
https://go.squidapp.co/n/ivVcGBm
AGCOM 📞 attiverà il 19 novembre il filtro anti‑spoofing per le chiamate mobile provenienti dall’estero. Il blocco impedirà numeri che sembrano italiani. La misura rafforza la lotta allo spoofing. 🛡️ #Spoofing #AGCOM #Telecomunicazioni
Il problema non riguarda solo Sabaku e Cydonia ma tutta la categoria degli #influencer inclusi gli stronzetti insignificanti come me.
Abbiamo perso il contatto con la realtà e stiamo legittimando l'intrusione di organismi dannosi come #agcom in un mondo con cui non dovrebbero interferire in modo così autoritario.
Forse tutte queste blind run ci hanno davvero resi ciechi.
Has anyone else noticed their X (formerly Twitter) profile being silenced? For many months my posts haven’t received any replies, with miserably low view counts — even just 4 views on a tweet with 6 mentions.
#dsa #agcom #socialmedia #elonmusk #twitter #censorship #ue
Ok agli obblighi di trasparenza commerciale ma il resto delle nuove regole #AGCOM sugli #influencer mi sembra quantomeno discutibile.
Per caso chiediamo a registi, fumettisti e scrittori di essere "corretti nell'informazione", "rispettare la dignità altrui", "tutelare i minori" e auto-doxxarsi anche qualora volessero rimanere anonimi?
Nessuno dovrebbe avere l'autorità di editorializzare il web e l'intrattenimento in generale. Specialmente le istituzioni.
#AgCom porta gli "#influencer" indietro di 20 anni. - #GarantePiracy - Christian Bernieri (fucking good) DPO.
Controllo AGCOM ai siti per adulti: protezione dei minori, aggiramenti… e considerazioni
Dal 12 novembre 2025 in Italia i siti con contenuti pornografici devono verificare l’età. Funziona davvero? E cosa succede quando i ragazzi scoprono le VPN (soprattutto quelle “gratis”)?
C’è un’idea semplice alla base del nuovo quadro regolatorio: abbassare l’esposizione “casuale” dei minori alla pornografia e responsabilizzare i grandi player. L’Autorità non ha messo un cartello “vietato ai minori, grazie”; ha costruito un flusso con un soggetto terzo che certifica solo che siamo maggiorenni, senza rivelare chi siamo al sito. È una differenza non da poco: meno dati che girano, più privacy per chi è adulto e vuole esser lasciato in pace.
Cosa prevede, in pratica
La data è fissata: 12 novembre 2025. Da quel giorno i servizi che diffondono in Italia contenuti pornografici devono mostrare la richiesta di verifica dell’età prima di farci entrare. La prova d’età si ottiene da un fornitore indipendente (non il sito “per adulti”), e il sito riceve solo un “ok, è ≥18”, non nome, cognome o documento.
Il modello è chiamato spesso “doppio anonimato”: chi verifica non sa dove andremo, chi ci fa entrare non sa chi siamo. È prevista un’autenticazione per sessione: dopo un po’ di inattività si rifà il passaggio. Niente bagianate tipo “clicca se hai 18 anni”, niente stime via selfie con IA.
Come appare lato utente
Noi arriviamo sulla home e compare la richiesta di verifica. Se è la prima volta, un terzo fidato ci rilascia nell’app/wallet una prova d’età. Dalle volte successive, la “tiriamo fuori” dall’app con due tocchi.
Tecnicamente la prova è un attestato crittografico, spesso monouso e a validità breve: scambiarci un “codice” con qualcun altro per permettergli l’accesso non ha senso, o perché non funziona proprio o perché è già stato consumato. E no, non ci logghiamo al sito con SPID o CIE: quelle credenziali possono servire al terzo per verificare l’età, non vanno esposte al sito erotico.
È un sistema “solido”?
È abbastanza solido per l’obiettivo che si è dato: alzare l’asticella del primo click. Riduce gli accessi occasionali, obbliga i big a smettere di far finta di niente con il banner “18+”. Ma non è a prova di adolescente motivato.
Se i grandi siti attivano il controllo solo per chi arriva dall’Italia (scelta probabile dal punto di vista business), allora una semplice VPN può reindirizzare il traffico dell’adolescente su un indirizzo IP estero e aggirare geofencing e blocchi nazionali, in pratica puù accedere comunque come prima. Se invece un sito decidesse di chiedere la prova d’età a tutti, ovunque, indipendentemente dalla nazione la VPN non aiuterebbe più: dipende dalle scelte implementative dei singoli, ma è molto improbabile accada per ora.
“Primo giorno di scuola”: cronaca semi-seria ma realistica
Proviamo a immaginarlo.
Quarto d’ora dopo, l’accesso tornerà “come prima”. Con una piccola, enorme differenza: tutto il traffico di quei ragazzi (navigazione, DNS, metadata, eventuale messaggistica non cifrata end-to-end, e spesso anche la telemetria delle app) passerà attraverso server di operatori sconosciuti che offrono VPN “gratuite”.
Nella migliore delle ipotesi monetizzeranno con pubblicità aggressiva e raccolta dati; nella peggiore, registreranno e profileranno ciò che passa, inietteranno contenuti, altereranno le risoluzioni DNS, o chiederanno permessi invasivi sul dispositivo.
E c’è un rischio ulteriore: un malintenzionato davvero interessato ad adescare minori potrebbe allestire una finta “VPN gratuita” ad hoc, intercettare il traffico e trovare varchi per contattarli (landing malevole, pop-up “chatta con me”, finti moduli di verifica, reindirizzamenti verso canali privati). Non serve fantasia, basta marketing: “sblocca i siti” e il gioco è fatto.
Dove il castello scricchiola (tecnicamente e socialmente)
I punti deboli non stanno nella crittografia del modello AGCOM, quanto nell’ecosistema:
È davvero per i minori?
Sì, l’obiettivo dichiarato è la tutela dei minori rispetto a un’esposizione precoce e non guidata, con impatti su aspettative, consenso e rappresentazioni del corpo. Però la tutela normativa, da sola, non basta.
Senza un lavoro serio su educazione digitale e educazione sessuale rischiamo il solito gioco del gatto col topo: noi alziamo barriere, loro imparano a saltarle — e magari, peggio, si mettono in mano a servizi pericolosi pur di farlo.
L’elefante nella stanza: l’educazione sessuale e tecnologica a scuola
Se vogliamo proteggere davvero i minori, dobbiamo parlare di sesso, consenso, pornografia e aspettative irrealistiche in modo serio, laico e informato a scuola. Non come demonizzazione, ma come educazione.
Allo stesso modo dobbiamo insegnare l’uso consapevole delle tecnologie: che cos’è una VPN, perché non esistono pasti gratis quando parliamo di servizi “gratuiti”, come funzionano i dati, perché certi strumenti possono essere utili ma anche diventare un problema nelle mani sbagliate. È esattamente il tipo di fallimento che ho raccontato parlando della scuola nell’educazione alla tecnologia: quando smettiamo di spiegare, lasciamo spazio a tutorial su TikTok e consigli nei gruppi Telegram. Ne ho parlato “aggressivamente” anche qui: short.staipa.it/codow
Spieghiamo che cosa c’è dietro i video, perché non sono manuali di vita, che cos’è il rispetto del corpo e della volontà altrui, perché l’intimità non è un tutorial. E, in parallelo, spieghiamo come funzionano gli strumenti digitali, chi può vedere il traffico, che fine fanno i dati che affidiamo a una VPN o a una piattaforma. È un vaccino culturale doppio: non impedisce di ammalarsi, ma riduce rischi e complicazioni sia sul piano sessuale sia su quello tecnologico.
Se vogliamo davvero fare bene il lavoro, mettiamo al centro educazione sessuale ed educazione digitale. Perché la migliore “password” per proteggere i ragazzi non è un token sull’app: è una conversazione che funziona — e la consapevolezza di non regalare il proprio traffico a chi promette scorciatoie “gratis”.
#AGCOM #educazionedigitale #educazionesessuale #pornografiaonline #tutelaminori
Controllo AGCOM ai siti per adulti: protezione dei minori, aggiramenti… e considerazioni
Scopri come funziona il nuovo controllo AGCOM ai siti per adulti in Italia! Protezione dei minori, VPN e considerazioni interessanti. Leggi di più qui! 🚫👦🔞 #protezioneminori #AGCOM #pornografia
@tecnologia
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🔥 A fight is brewing in Italy about #CDNs!
Italian regulator #AGCOM gets pushback from @cloudflare.social and @netflix.com for its attempt to reclassify CDNs as Electronic Communications Networks.
A move that was criticised by others for opening the door to #NetworkFees!
#DNA
Siamo davvero a un passo dalla Cina. Quante libertà dovremo ancora cedere prima di smettere di accettare a testa bassa e svegliarci da questo torpore?
Lasciare in mano internet agli analfabeti digitali al governo e alla commissione europea ne decreterà la fine.
AGCOM impone verifica dell'età per accedere ai siti porno
#AGCOM #Italia #Normativa #OnlyFans #PornHub #Privacy #Sicurezza #SitiPorno #TechNews #Tecnologia #TutelaDeiMinori #VerificaEtà
https://www.ceotech.it/agcom-impone-verifica-delleta-per-accedere-ai-siti-porno/
Ma vi rendete conto in che mani abbiamo messo il paese 😅🤦🏻♂️🤦🏻♂️🤦🏻♂️ #agcom #cybersecurity #sicurezza #informatica #italia #news
https://www.open.online/2025/11/01/siti-porno-verifica-eta-agcom-link-ricerche-private/