Nell’ #estate del #2006 #Renato #Biagetti è un #ragazzo di #26 #anni che frequenta il #centro #sociale #Acrobax. Si è da poco #laureato in #ingegneria e lavora come #tecnico del #suono. La #musica per lui non è solo una sua grande #passione, ma anche uno #strumento per veicolare #messaggi #antirazzisti, #antifascisti e #antisessisti. La notte del 26 #agosto partecipa con la #compagna #Laura e l’ #amico #Paolo a una #festa #reggae sulla #spiaggia di #Focene, presso lo #stabilimento #Buena #Onda. #Verso le #cinque del #mattino, mentre attendono Laura, che è andata a prendere l’ #auto, seduti su un #muretto del #lungomare,, Renato e Paolo vengono aggrediti da due individui #armati di #coltelli. Renato, nonostante le prime ferite, cerca di difendere Laura tornata a prenderlo e viene colpito da 8 coltellate, di cui due al #cuore. Trasportato all’ #ospedale #Grassi di #Ostia, prima di morire ricostruisce l’accaduto a un #carabiniere, ma la sua #testimonianza non viene verbalizzata. Si scopre presto che l’auto degli aggressori appartiene al padre di uno di loro, a sua volta carabiniere. Dopo una breve latitanza vengono arrestati #Vittorio #Emiliani e #Gioacchino #Amoroso. I #media parlando subito di “rissa tra balordi” o “ #violenza per futili motivi”, ma appare subito evidente che la #matrice dell' #azione sia legata a ragioni #politiche. Il Buena Onda viene considerato un posto di #sinistra e chi lo frequenta è bollato come “ #zecca #rossa ”. In sede processuale, sebbene venga dimostrata la volontà di tendere un agguato e uccidere, viene negata la matrice politica dell’omicidio. Alla fine del processo Emiliani, 19 anni, che secondo diverse fonti aveva una #croce #celtica tatuata al braccio, viene condannato a 15 anni per omicidio volontario. Gioacchino Amoroso, 17 anni, a 6 anni e 10 mesi.
La memoria di Renato continua a vivere nel #progetto #Renoize e nell’impegno del #Comitato #Madri per #Roma #città #aperta, promosso dalla #madre #Stefania #Zuccari.