in libreria a fine maggio: “underground. ascesa e declino di un’altra editoria (1967-1977)”, di francesco ciaponi
● in libreria a fine maggio: Underground. Ascesa e declino di un’altra editoria (1967-1977), di Francesco Ciaponi
https://milieuedizioni.it/product/underground/
● un testo del 2006 in continuità con l’attitudine underground: «TVOR. Teste vuote ossa rotte. 1980-1985. Storia di una caoszine hardcore punx», di Stiv “Rottame” Valli
«Questo libro è dedicato a quelli ai quali sembra di non essere riusciti a combinare nulla, a quelli che pur tentando il loro meglio hanno finito con lo sbattere i denti contro l’ostacolo, a chi non rimpiange quello che sarebbe potuto essere, a chi ha vissuto e vivrà momenti anche peggiori, alle doti mancate, ai talenti dimenticati in fondo a una tasca o magari finiti nel cesso. A chi non c’è più, fissato nel nostro ricordo come l’indelebile frammento di un’epoca speciale, per sempre giovane, sberleffo al passare del tempo. All’incapacità di scendere a compromessi, allo schifo di viverseli certi giorni. Agli stoici perdenti, più o meno ben allenati, che si sentono o sembrano esserne usciti con le ossa rotte».
● immagine di copertina di Thomas Berra
dalla scheda editoriale:
Una storia riccamente illustrata e narrata come un romanzo in cui vengono presentati tutti i personaggi e gli avvenimenti, i luoghi e le battaglie che hanno fatto della carta e delle riviste un mezzo del tutto nuovo di comunicazione attraverso sperimentazioni e avventure mai viste prima.
L’esperienza della stampa underground italiana dura poco più di dieci anni, influenzata inizialmente da movimenti internazionali come il Dada, i Provos e i Beat americani, brilla di luce propria con riviste quali «Mondo Beat», «Pianeta Fresco», «Re Nudo», «Oask?!» e tantissimi altri titoli che riescono a portare alla ribalta un altro linguaggio, un’altra grafica, un altro mondo fatto di poesia, rivendicazioni, fumetti e musica. Esperienze editoriali autogestite, autofinanziate, che tramite l’utilizzo del ciclostile o delle piccole macchine da stampa offset, hanno prodotto libri, riviste, fanzines, fogli d’arte, musica, politica, fumetti, manifesti, volantini; tutta quella massa di materiale spesso considerato minore, di difficile reperibilità che circolava negli ambienti politici, artistici tra la fine degli anni Cinquanta e l’avvento degli anni Ottanta in Italia e che i poeti visivi chiamarono «guerriglia semiologica».
p.s. di MG: non sono, non siamo, scomparsi. “declinati”. ci decliniamo ancora, in tutte le coniugazioni e congiunzioni. anche le più improbabili. anche se si è sempre (e sempre si sarà) ai margini — delle reti. il sottosuolo continua a esistere insomma. continuiamo a ospitare rizette e rizomi. l’erba cattiva non muore mai. e bon. in sostanza fallire ancora, fallire meglio, come sempre.
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