https://www.cbc.ca/news/canada/montreal/montreal-polytechnique-massacre-2025-9.7005381 #MontrealMassacre #polytechnique #Canada
6 décembre 1989, il y a 36 ans, 14 femmes ont été sauvagement assassinées pour une raison: elles étaient des femmes. 12 étaient étudiantes en ingénierie, 1 étudiait les soins infirmiers et 1 était employée.
14 autres personnes ont été blessées, 10 femmes et 4 hommes.
Ces 14 personnes pourchassaient leurs rêves. Comme société, nous nous devons de nous rappeler d'elles et aspirer à toujours faire mieux.
#Canada #Québec #Montréal #Polytechnique #PolyMtl #Ingénierie #NousNousSouvenons
6 December 1989, 36 years ago, 14 women were murdered for one single reason: they were women. 12 of them were Engineering students, 1 was a nursing student and 1 was an employee.
An additional 14 people were injured, 10 women and 4 men.
That this happened is inexcusable. These 14 people were chasing their own dreams. As a society, we must never forget them and we must push to be better.
#Canada #Québec #Montréal #Polytechnique #PolyMtl #WeRemember #Engineering
It gets me every year. Those lives cut short because of a misogynistic lunatic. https://www.cbc.ca/news/canada/montreal/montreal-polytechnique-massacre-2025-9.7005381
#December6
#Polytechnique
#NeverForget
#EndViolenceAgainstWomen
#NationalDayOfRemembrance
#6decembre
#6decembre1989
#jemesouviens
#Montréal
Aujourd’hui, l’anniversaire de la tuerie de l’École #polytechnique.
14 femmes ont perdu la vie dans un acte violent misogyniste et antiféministe.
Attachons vos rubans blancs, nous n’oublierons jamais.
On December 6th, we remember
Geneviève Bergeron
Hélène Colgan
Nathalie Croteau
Barbara Daigneault
Anne-Marie Edward
Maud Haviernick
Barbara Klucznik-Widajewicz
Maryse Laganière
Maryse Leclair
Anne-Marie Lemay
Sonia Pelletier
Michèle Richard
Annie St-Arneault
Annie Turcotte
En l'honneur des 14 victimes de l'attentat antiféministe du 6 décembre, la campagne de la rose blanche amasse des fonds pour des projets qui visent à éveiller l'esprit scientifique chez les filles de 5 à 17 ans.
https://roseblanche.org/ 🤍
Le 6 décembre 1989, 14 futures ingénieures ont été assassinées à l'École Polytechnique. On transforme le grand deuil et l'impuissance en un mandat sacré: garantir l'égalité pour nos lignées. Plus jamais ça.
#Polytechnique #6Décembre #Féminicide #PlusJamaisÇa #Mémoire #JeMeSouviens #Égalité
https://avoirquartierlibre.blogspot.com/2025/12/le-grand-deuil-de-polytechnique-on-se.html
Montréal will honour today the 14 women that were killed at the Polytechnique 36 years ago.
https://www.cbc.ca/news/canada/montreal/montreal-polytechnique-massacre-2025-9.7005381
- - -
Montréal rendra hommage aujourd’hui aux 14 femmes qui ont été tuées à Polytechnique il y a 36 ans.
// Article en anglais //
Aujourd'hui, il y a 36 ans, c'était l'attentat de #polytechnique à Montréal.
Ce triste événement est un rappel de la présence de la misogynie dans nos sociétés et de ses conséquences toxiques. #6dec #6decembre
https://www.ledevoir.com/actualites/societe/939555/rappeler-6-decembre-baisser-garde
6 décembre.
14 femmes.
✨✨✨✨✨✨✨
✨✨✨✨✨✨✨
Geneviève Bergeron, 21 ans
Hélène Colgan, 23 ans
Nathalie Croteau, 23 ans
Barbara Daigneault, 22 ans
Anne-Marie Edward, 21 ans
Maud Haviernick, 29 ans
Barbara Klucznik-Widajewicz, 31 ans
Maryse Laganière, 25 ans
Maryse Leclair, 23 ans
Anne-Marie Lemay, 22 ans
Sonia Pelletier, 28 ans
Michèle Richard, 21 ans
Annie St-Arneault, 23 ans
Annie Turcotte, 20 ans
Décédées le 6 décembre 1989 uniquement parce qu'elles étaient des femmes 💔 Ne jamais oublier.
I should only ever have learned these names if I had met them as graduates or working in professional roles in the Canadian engineering sector.
Instead I memorized them decades ago while laying white roses at memorial gardens at other engineering schools.
Commémoration
Six façons de commémorer les victimes du massacre de l’École Polytechnique le 6 décembre
https://montrealgazette.com/news/local-news/six-ways-to-commemorate-the-polytechnique-massacre-on-dec-6
#femmes #féminicides #Polytechnique #Montréal #Québec #Canada #média #commémoration #6décembre #rose
Photo : https://monde.ccdmd.qc.ca/ressource/?id=110204
Polytechnique expands Order of the White Rose scholarship program to 14 women in memory of the 6 December 1989 tragedy
Press release: https://www.polymtl.ca/salle-de-presse/en/newsreleases/14-scholarships-worth-50000-14-women-pursue-14-engineering-careers-polytechnique-montreal-expands
Article: https://www.cbc.ca/news/canada/montreal/polytechnique-expands-scholarship-memory-1989-tragedy-9.6999344
- - -
Polytechnique étend la bourse Ordre de la rose blanche à 14 femmes en mémoire des victimes de la tragédie du 6 décembre 1989
Capitolo 419: NovemberCore
Apro questo capitolo ringraziando Filippo B, Silvio G e Silvio M, che nelle scorse settimane hanno sostenuto il blog offrendo al sottoscritto un caffè o una colazione: forse infatti avrete notato che in fondo agli articoli più recenti ormai trovate la possibilità di lasciare una mancia per sostenere i costi di gestione di Una Vita da Cinefilo. Sono davvero felice di contribuire alla vostra conoscenza cinematografica attraverso queste righe, che con passione ed entusiasmo porto avanti da ormai 17 anni (oh, tra un anno diventiamo maggiorenni, andremo a bere tutti insieme!) e sono lusingato di ricevere i vostri abbracci virtuali. A proposito di mance, il capitolo di oggi è contraddistinto da due film a basso budget ma entrambi molto belli: parleremo di cinema indipendente, di mumblecore e di una serie documentaria imperdibile per ogni cinefilo.
Tape (2001): Dopo aver già girato circa sette film (tra cui Prima dell’Alba, La Vita è un Sogno e Waking Life), Richard Linklater torna alle origini con un film indipendentissimo, girato con soli 100mila dollari, tre attori e una sola stanza. Ethan Hawke torna nel suo paese natale e, nella stanza del motel dove alloggia, incontra il suo vecchio amico di scuola Robert Sean Leonard (ne L’Attimo Fuggente era il compagno di stanza proprio di Ethan Hawke). I due parlano a lungo delle loro vite fino a rivangare un episodio del passato che riguarda una ragazza frequentata da entrambi (Uma Thurman, che entrerà in scena poco più avanti). Di evidente impianto teatrale, è il classico film che ti fa capire come per fare buon cinema va bene anche una sola stanza, dialoghi credibili e due o tre attori affiatati: è la magia del mumblecore, bellezze! A essere onesti, non tutto si incastra alla perfezione, ma a tratti sa essere addirittura un film esaltante. Un paio d’anni dopo Linklater avrebbe girato School of Rock (35 milioni di budget, per far capire la differenza), dimostrando al mondo la sua straordinaria versatilità. Bello!
•••½
Polytechnique (2009): Il terzo film di Denis Villeneuve, girato a ben 9 anni di distanza dalla sua opera seconda, è un crudo racconto in bianco e nero ispirato a un reale fatto di cronaca, il massacro del Politecnico di Montreal, avvenuto nel dicembre del 1989, in cui uno studente sparò a 28 donne all’interno di un ateneo. Villeneuve, con un notevole sguardo d’autore, racconta la vicenda attraverso il punto di vista di diversi personaggi (compreso il killer), utilizzando una tecnica che oggi ormai va piuttosto di moda (l’effetto Rashomon, dal film di Kurosawa). Il tempo della strage, che in tutto durò circa mezzora, viene quindi dilatato in un film di 77 minuti, in cui conosciamo meglio i personaggi, le loro ambizioni, le loro relazioni, oltre alle conseguenze di quanto accaduto. Senza dubbio è un film tosto e il bianco e nero non allevia l’idea dello spargimento di sangue: togliere i colori in questo caso ci priva di ogni distrazione, portandoci dritti al punto della vicenda. Al di là della storia, agghiacciante, è bellissimo vedere un grande autore alle prese con i suoi primi film, con un’idea di cinema che poi tornerà in molti dei suoi lavori successivi (la prospettiva femminile come sorta di baricentro morale della storia, movimenti di macchina minimali ma sempre funzionali, la violenza mai spettacolarizzata, per fare qualche esempio). Se vi incuriosisce, lo trovate su Mubi (che potete provare gratis per un mese qui).
•••½
I Colori del Tempo (2025): Mi fido molto del cinema di Cédric Klapisch, sin dai tempi d’oro di quel gioiellino che è stato L’Appartamento Spagnolo (tra i più recenti invece, vi consiglio caldamente Deux Moi, del 2019). Quando ho visto che era uscito in sala un suo nuovo film, ambientato nella Montmartre di fine 800, non ho avuto bisogno di sapere altro per fiondarmi al Nuovo Sacher. Alcuni sconosciuti scoprono di aver ereditato una vecchia casa abbandonata in Normandia. Quattro di loro vengono incaricati dagli altri parenti di fare un inventario di ciò che si trova all’interno: tra lettere, fotografie e dipinti, riemerge la storia di Adele, una loro antenata che nel 1895 lasciò quella casa per trasferirsi a Parigi. Il film salta quindi, con un interessante lavoro di montaggio, tra il presente e il passato, entrando dentro i ricordi di Adele e trasportandoci nella Parigi della Belle Epoque, tra pittori impressionisti e artisti di vario genere (come potrebbe non piacermi un film in cui c’è Nadar, uno dei più grandi fotografi della sua epoca?). Molto bella la ricostruzione storica, nonostante qualche cliché: è un film innocuo, perfetto per un sabato pomeriggio. Insomma, non è niente di indimenticabile, però mi ha davvero preso a bene.
•••½
The Puffy Chair (2005): Tornando al mumblecore, ho visto il film d’esordio dei fratelli Duplass, tra i massimi esponenti del cinema indie statunitense di questo secolo (questo però è diretto dal solo Jay, interpretato da Mark e scritto da entrambi). Se seguite questo blog da un po’, saprete quanto mi piacciano i mumblecore, ossia quei film girati con budget ridottissimi (questo è costato meno di 15mila dollari, prestati dai genitori dei Duplass), in ambienti reali, con protagonisti solitamente tra i 20 e i 30 anni che dialogano tra di loro, incentrando l’intera storia sulle loro relazioni sociali e/o sentimentali. In questo caso il MacGuffin (ossia il pretesto narrativo) è una poltrona reclinabile, che Mark Duplass vuole regalare al padre per il suo compleanno. Lui però vive a New York, i genitori ad Atlanta e la poltrona è a metà strada: il nostro si mette dunque in viaggio con la sua ragazza in un road trip che ben presto si svilupperà in maniera piuttosto imprevedibile. Fa ridere, è bizzarro e riesce anche a emozionare un po’. In tutto ciò, mi ha fatto pure scoprire una bella canzone (Alcohol dei Saturday Looks Good to Me). Classico film che fa venire voglia di girare film: gli ho voluto bene (se capite l’inglese senza sottotitoli lo trovate su youtube). Già che siamo in tema, qui sotto vi linko un mio vecchio articolo in cui parlo del cinema mumblecore.
•••½
https://unavitadacinefilo.com/2014/02/20/mumblecore-la-vera-anima-del-cinema-indipendente/
SERIE TV
Mr Scorsese (2025): Come sapete non amo parlare molto di serie tv, in questo caso farò un’eccezione perché la serie in questione è un lungo e appassionante documentario nel cinema di Martin Scorsese. Guidati dalle parole del regista stesso, puntellate dalle parole di tanti professionisti che hanno lavorato con lui (da Paul Schrader a Bob De Niro, da Leo DiCaprio a Joe Pesci), questa docu-serie è il classico pane per i denti di ogni amante del cinema. Quel che emerge è un affresco onesto su uno dei più grandi registi della storia, un uomo semplicemente affamato di cinema, disposto a tutto pur di poter girare ancora un altro film. Tra tanti spunti interessanti, ho amato scoprire il modo in cui Scorsese usa la musica nei suoi film, un connubio perfetto che ha reso celebri moltissime scene del suo cinema: “Da giovane la musica era sempre presente e spesso era in contrasto con ciò che stava accadendo. Mio fratello aveva un’auto con cui giravamo per la Bowery. Accesi la musica e suonava When My Dreamboat Comes Home di Fats Domino. Era fantastica. Guardai a destra e vidi due derelitti: uno teneva la fronte dell’altro, che stava vomitando. In realtà fu una delle cose più tenere che abbia mai visto, con quella musica. Era disgustoso, ma era umano e commovente”. La trovate su AppleTv.
[Se l’articolo ti è piaciuto, offrimi un caffè o magari una colazione,
una piccola mancia per aiutarmi a sostenere il sito!]
#cinema #cinemaIndipendente #daVedere #film #iColoriDelTempo #mrScorsese #mumblecore #polytechnique #recensione #tape #thePuffyChair
French Tech : Polytechnique lève 21 millions d'euros pour un nouveau fonds
Les GAFAM ne sont pas une fatalité !
Face aux lois extraterritoriales US, une mobilisation inédite citoyenne et politique, portée par le Conseil national du logiciel libre, a porté ses fruits.
La prestigieuse Ecole Polytechnique a suspendu sont projet de migration vers Microsoft 365.
Une victoire symbolique et inspirante pour la souveraineté numérique française !
https://cnll.fr/news/suspension-microsoft-polytechnique/
#SouverainetéNumérique #polytechnique #Microsoft365 #GAFAM #loisextraterritoriales
Les numériques
“Une première victoire” : Polytechnique claque la porte à Microsoft 365 et choisit le logiciel libre, la révolte gagne les universités
https://mcinformactions.net/une-premiere-victoire-polytechnique-claque-la-porte-a-microsoft-365-et-choisit
#numerique #Microsoft #Polytechnique #logicielslibres #universites