Rocco Chinnici ebbe una intuizione che fece di lui un magistrato particolarmente moderno, progettò e creò un gruppo di lavoro, una scelta allora rivoluzionaria e non ancora supportata da un apposito sostegno legislativo, dando forma a quello che sarà poi definito "Pool antimafia".
Accanto a sé, Chinnici chiama due giovani magistrati: Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, ed è proprio con loro che mette in cantiere i primi atti d'indagine di quelli che si caratterizzeranno come i più importanti processi di mafia degli anni Ottanta.
Il Giudice Chinnici venne ucciso il 29 luglio del 1983 all'età di cinquantotto anni, con il primo attentato che utilizzò la tecnica dell'esplosivo comandato a distanza.
Nell’attentato in via Pipitone, morirono: Mario Trapassi, Salvatore Bartolotta, ed il portiere dell’edificio in cui viveva Chinnici, Stefano Li Sacchi, si salvò l’autista Giovanni Paparcuri.
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