#militanza

2025-11-03

fare politica tra i tavolini: un articolo di alessandra polidori (su ‘micromega’, 20 ott. 2025)

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sul piano effettivo/concreto, fisico, sarebbe incompleto quel mio appello a pensare inventare formare costruire e collegare tra loro blog e siti di ricerca letteraria (e impegno politico), se disgiunto dalle connessioni nel …mondo tangibile.
questo articolo, che a me è molto piaciuto, lo sottolinea:
https://www.micromega.net/la-rivoluzione-nasce-al-bar-fare-politica-tra-i-tavolini

#AlessandraPolidori #appello #bar #blog #dialoghi #dialogo #impegnoPolitico #letteratura #MicroMega #militanza #politica #ricercaLetteraria #ristoranti #siti #sollecitazione

2025-09-24

Georgina Orellano farà un tour in Italia dal 01 al 09/10. Ecco le date: 01/01 Zalib - Roma; 02/10 Cantieri Culturali della Zisa - Palermo; 03/10 Libreria Prampolini - Catania; 04/10 Campania Libri Festival (Palazzo Reale) - Napoli; 05/10 Book Pride (Sala Camino) - Genova; 06/10 Lato D - Milano; 07/10 Centro delle Donne - Bologna; 08/10 Casa Punto Croce - Venezia; 09/10 Casa Internazionale delle Donne - Trieste. Se potete, andate ad ascoltarla e conoscerla!
#sexwork #libri #militanza

2025-07-30

Lo scorso giugno pubblicai una foto di me al mare con questo libro. Qui la recensione
frissonmagazine.com/extra/putt

#sexwork #libri #militanza

2025-02-07

oggi, 7 febbraio, a bologna: “nanni balestrini: una lunga primavera”

Nanni Balestrini: Una lunga Primavera. Mostra collage a cura di Marco Scotini presso AF Gallery, a Bologna (via dei Bersaglieri 5/E) da oggi, 7 febbraio 2025: https://www.af-artecontemporanea.it/
Nell’immagine in alto, una fotografia a piena parete di Tano D’Amico realizzata nel corso del «convegno contro la repressione» tenutosi a Bologna nel settembre 1977.
Di seguito un testo che Toni Negri scrisse in occasione della scomparsa di Nanni Balestrini (da Settanta/Milieu):

Assemblare i pezzi

[…] Eccolo dunque, Nanni, organizzatore di cultura sovversiva, produttore di riviste politiche. Quelle cose, quelle macchine non erano mai «sue» ma appunto «dei compagni» che lui metteva al lavoro. La sua generosità era vincente, sempre, il suo lavoro quello di un’impresa comunista. Qualche tempo fa, lavorando su «Assemblea», e discutendo con Michael Hardt la figura di una nuova proposta teorica, quella dell’«imprenditore politico della moltitudine», mi sono venute in mente le esperienze di Nanni negli anni ’70. Come definire un imprenditore della moltitudine? Come un «meccanico» che assembla i pezzi di una macchina, meglio, per stare nella letteratura, come un autore che trasforma il «volgare» in lingua. Non è un inventore, ma qualcuno che recupera quanto fa parte dell’esperienza comune, in essa collaudato, e ne fa cosa praticabile, una nuova macchina. Ecco l’opera di Nanni messa in luce, questa sua capacità di far diventare «arte» il mettere insieme cose ed eventi, linguaggi ed emozioni politiche e di trasformare pallide avanguardie comuniste in macchine da guerra.
Nanni, il meccanico, non ha mai sognato orizzonti gloriosi nel comunismo realizzato. Nanni ha sempre vissuto la realtà quotidiana del lavoro militante. Disdegnava radicalmente l’utopia e vantava la propria amoralità comunista. Non pensava al futuro ma già viveva nell’avvenire. Ci ho pensato tanto a questa capacità di Nanni di farti sentire «naturale» nelle situazioni più avventurose e a confronto del pensiero critico. […]
Era così semplice stare assieme, fare le cose assieme. Io, Nanni, l’ho davvero amato. Mi ci ritrovavo, con lui, in quel suo «fare» senza troppo pensarci su, perché era più importante pensare facendo, costruendo. Il criterio, la misura stavano nel fare. La laicità di Nanni era tutta qui: una laicità sovversiva, un piacere della «superficie» in tumulto, alla Deleuze, alla Guattari (con i quali da vicino l’avrebbe poi condiviso), un’allegria della singolarità, dell’immanenza, senza il problema (o l’ossessione) di negare quel che non c’era o non valeva, come la trascendenza o l’autorità.

Il nuovo Meccano

[…] Siamo stati bene, passando le notti a comporre «Potere operaio», o a discutere senza costrutto su come riempire «Compagni,». Abbiamo girato l’Italia per contattare amici intellettuali dispersi e mezz’Europa alla ricerca di un Osvaldo furioso, abbiamo lavorato insieme (un nuovo «meccano» balestriniano) a costruire Ae&a – una piattaforma logistica, oggi si direbbe, per le mille imprese editoriali della moltitudine autonoma. «alfabeta» nascerà anch’essa di lì. Calogero trasformò presto questa iniziativa in «associazione di malfattori», in delinquenza organizzata. Poi vennero Rebibbia, Fossombrone, Palmi, Trani, per me. Per Nanni, Parigi, e poi Aix-en-Provence. Che cosa avrebbe fatto, isolato da quel suo Heimat che aveva costruito? Ce lo chiedevamo, ritenendo che il poeta fosse più in difficoltà dei suoi rozzi compagni. E invece, con Giairo a lato, Nanni associò gli intellettuali attorno a Deleuze e a Faye in «trasversali» letterarie e politiche – «Change International» – che permisero alla sinistra sovversiva di togliere spazio e fortuna (comunque di resistere) all’ennesima invasione dei Rosacroce, all’irrazionalismo reazionario dei nouveaux philosophes.

Verso i collage

[…] Una nuova primavera, questa, per Nanni, che nella fuga dalla repressione feroce dei Calogero, dei Dalla Chiesa, del «compromesso storico» ritrovava il senso del gioco e dell’avventura.
I collage cominciano allora. Un’incredibile agilità dell’epico e dell’ironico si combinano dentro questo nuovo meccano. Quei giornali che aveva organizzato, ora Nanni comincia (e lo farà tanto più rientrando in Italia alla fine degli ’80) a ritagliarli e a ricostruire figure e manifesti di un’avventura già repressa, ma sempre di nuovo risorgente e sempre più radicalmente sovversiva! Un insegnamento deleuziano: quanto rivoluzionari potevano essere, quanto potenti quei semplici frammenti di materia varia, in superficie danzanti.
In Italia intanto il potere e i letterati del «Corriere della Sera» puntavano sull’oblio di «Vogliamo tutto». Non c’è intervista fatta a Nanni in quei tempi nella quale, benevolmente e ipocritamente, non gli si chiedesse se non era pentito di aver scritto «Vogliamo tutto», quel capolavoro della letteratura operaista che resta, a oggi, uno dei più bei romanzi del Novecento. Bisognava dimenticarlo, cancellarlo quel romanzo che cantava una rivoluzione operaia – che, se non era stata vincente nella società, aveva comunque distrutto quell’indecente luogo di sfruttamento che era la fabbrica fordista.

#AFGallery #Anni70 #anniSettanta #art #arte #collage #Deleuze #frammenti #frammento #Guattari #MarcoScotini #Milieu #militanza #mostra #mostraCollage #Movimento #NanniBalestrini #neoavanguardia #operaismo #politica #riviste #scritturaDiRicerca #scritturaSperimentale #scrittureDiRicerca #scrittureSperimentali #Settanta #SettantaMilieu #TanoDAmico #ToniNegri #UnaLungaPrimavera

2025-02-05

7 febbraio, bologna: “nanni balestrini: una lunga primavera”

Nanni Balestrini: Una lunga Primavera. Mostra collage a cura di Marco Scotini presso AF Gallery, a Bologna (via dei Bersaglieri 5/E) il 7 febbraio 2025: https://www.af-artecontemporanea.it/
Nell’immagine in alto, una fotografia a piena parete di Tano D’Amico realizzata nel corso del «convegno contro la repressione» tenutosi a Bologna nel settembre 1977.
Di seguito un testo che Toni Negri scrisse in occasione della scomparsa di Nanni Balestrini (da Settanta/Milieu):

Assemblare i pezzi

[…] Eccolo dunque, Nanni, organizzatore di cultura sovversiva, produttore di riviste politiche. Quelle cose, quelle macchine non erano mai «sue» ma appunto «dei compagni» che lui metteva al lavoro. La sua generosità era vincente, sempre, il suo lavoro quello di un’impresa comunista. Qualche tempo fa, lavorando su «Assemblea», e discutendo con Michael Hardt la figura di una nuova proposta teorica, quella dell’«imprenditore politico della moltitudine», mi sono venute in mente le esperienze di Nanni negli anni ’70. Come definire un imprenditore della moltitudine? Come un «meccanico» che assembla i pezzi di una macchina, meglio, per stare nella letteratura, come un autore che trasforma il «volgare» in lingua. Non è un inventore, ma qualcuno che recupera quanto fa parte dell’esperienza comune, in essa collaudato, e ne fa cosa praticabile, una nuova macchina. Ecco l’opera di Nanni messa in luce, questa sua capacità di far diventare «arte» il mettere insieme cose ed eventi, linguaggi ed emozioni politiche e di trasformare pallide avanguardie comuniste in macchine da guerra.
Nanni, il meccanico, non ha mai sognato orizzonti gloriosi nel comunismo realizzato. Nanni ha sempre vissuto la realtà quotidiana del lavoro militante. Disdegnava radicalmente l’utopia e vantava la propria amoralità comunista. Non pensava al futuro ma già viveva nell’avvenire. Ci ho pensato tanto a questa capacità di Nanni di farti sentire «naturale» nelle situazioni più avventurose e a confronto del pensiero critico. […]
Era così semplice stare assieme, fare le cose assieme. Io, Nanni, l’ho davvero amato. Mi ci ritrovavo, con lui, in quel suo «fare» senza troppo pensarci su, perché era più importante pensare facendo, costruendo. Il criterio, la misura stavano nel fare. La laicità di Nanni era tutta qui: una laicità sovversiva, un piacere della «superficie» in tumulto, alla Deleuze, alla Guattari (con i quali da vicino l’avrebbe poi condiviso), un’allegria della singolarità, dell’immanenza, senza il problema (o l’ossessione) di negare quel che non c’era o non valeva, come la trascendenza o l’autorità.

Il nuovo Meccano

[…] Siamo stati bene, passando le notti a comporre «Potere operaio», o a discutere senza costrutto su come riempire «Compagni,». Abbiamo girato l’Italia per contattare amici intellettuali dispersi e mezz’Europa alla ricerca di un Osvaldo furioso, abbiamo lavorato insieme (un nuovo «meccano» balestriniano) a costruire Ae&a – una piattaforma logistica, oggi si direbbe, per le mille imprese editoriali della moltitudine autonoma. «alfabeta» nascerà anch’essa di lì. Calogero trasformò presto questa iniziativa in «associazione di malfattori», in delinquenza organizzata. Poi vennero Rebibbia, Fossombrone, Palmi, Trani, per me. Per Nanni, Parigi, e poi Aix-en-Provence. Che cosa avrebbe fatto, isolato da quel suo Heimat che aveva costruito? Ce lo chiedevamo, ritenendo che il poeta fosse più in difficoltà dei suoi rozzi compagni. E invece, con Giairo a lato, Nanni associò gli intellettuali attorno a Deleuze e a Faye in «trasversali» letterarie e politiche – «Change International» – che permisero alla sinistra sovversiva di togliere spazio e fortuna (comunque di resistere) all’ennesima invasione dei Rosacroce, all’irrazionalismo reazionario dei nouveaux philosophes.

Verso i collage

[…] Una nuova primavera, questa, per Nanni, che nella fuga dalla repressione feroce dei Calogero, dei Dalla Chiesa, del «compromesso storico» ritrovava il senso del gioco e dell’avventura.
I collage cominciano allora. Un’incredibile agilità dell’epico e dell’ironico si combinano dentro questo nuovo meccano. Quei giornali che aveva organizzato, ora Nanni comincia (e lo farà tanto più rientrando in Italia alla fine degli ’80) a ritagliarli e a ricostruire figure e manifesti di un’avventura già repressa, ma sempre di nuovo risorgente e sempre più radicalmente sovversiva! Un insegnamento deleuziano: quanto rivoluzionari potevano essere, quanto potenti quei semplici frammenti di materia varia, in superficie danzanti.
In Italia intanto il potere e i letterati del «Corriere della Sera» puntavano sull’oblio di «Vogliamo tutto». Non c’è intervista fatta a Nanni in quei tempi nella quale, benevolmente e ipocritamente, non gli si chiedesse se non era pentito di aver scritto «Vogliamo tutto», quel capolavoro della letteratura operaista che resta, a oggi, uno dei più bei romanzi del Novecento. Bisognava dimenticarlo, cancellarlo quel romanzo che cantava una rivoluzione operaia – che, se non era stata vincente nella società, aveva comunque distrutto quell’indecente luogo di sfruttamento che era la fabbrica fordista.

#AFGallery #Anni70 #anniSettanta #art #arte #collage #Deleuze #frammenti #frammento #Guattari #MarcoScotini #Milieu #militanza #mostra #mostraCollage #Movimento #NanniBalestrini #neoavanguardia #operaismo #politica #riviste #scritturaDiRicerca #scritturaSperimentale #scrittureDiRicerca #scrittureSperimentali #Settanta #SettantaMilieu #TanoDAmico #ToniNegri #UnaLungaPrimavera

FanRivista Fanzina GeneralistaFanRivista@mastodon.uno
2024-02-20

NON TI INTERESSA LA #POLITICA?!
TANTO NON CAMBIA NIENTE?!

La politica, in senso lato, non è solo partitica: esistono tante forme di impegno politico e dobbiamo contrastare indifferenza e #depoliticizzazione!

Disinteressarsi può essere un alibi per non combattere le ingiustizie, per accettarle o per trarne benefici.

"Tanto non cambia niente" è un'assurdità logica: per esempio la schiavitù legale era ritenuta immutabile prima dell'abolizione
fanrivista.it/2024/02/non-ti-i #attivismo #militanza #potere

Figure di persone disegnate in maniera semplice, che si tengono per mano e che espongono 3 cartelli: uno ha un punto esclamativo, un altro interrogativo e l'ultimo entrambi
2022-12-15

Caosmosi di Félix Guattari, una recensione atipica
Per il trentennale dalla morte di Félix guattari.

Caosmosi è l’ultimo libro di Felix Guattari. Un autore spesso “subordinato” al connubio intellettuale con Deleuze al quale però forniva le istanze derivanti dalla sua pratica esistenziale: la milita
perunaltracitta.org/homepage/2
#SpecialeGuattari #Caosmosi #ecologia #Ecosofia #FélixGuattari #militanza #minorità

2022-12-15

Estratto da L’inconscio Macchinico di Felix Guattari
Nel trentennale dalla morte, con il gentile permesso della casa editrice, pubblichiamo un brano tratto da: Felix Guattari, L'inconscio macchinico. Saggi di schizoanalisi, Orthotes, Napoli Salerno 2022, pp. 318, € 25.
perunaltracitta.org/homepage/2
#SpecialeGuattari #FelixGuattarii #L'inconsciomacchinico #militanza #minoritario #Orthotes #politica #schizoanalisi

2022-12-15

Nel trentennale dalla morte, con il gentile permesso della casa editrice, pubblichiamo l’introduzione all’edizione italiana di:

Felix Guattari, da: Felix Guattari e Franco La Cecla, Le tre ecologie, Sonda, Milano 2019, pp. 14, €18.00
*************
Introduzione all’edizione Italiana

L’ecologia ha questo di eccezionale: è stata
perunaltracitta.org/homepage/2
#SpecialeGuattari #ecologia #Ecosofia #estratti #FélixGuattari #Letreecologie #militanza #Sonda

Preferisco evitare le parole lotta e militanza quando si parla di impegno sociale ed umanitario.

Ho la sensazione che portino, più o meno coscientemente, al conflitto ed all'aggressione dell'avversario, invece che alla comprensione ed alla costruzione di una coscienza comune.

Talvolta comunque e non sempre, lottare rimane l'unica scelta possibile.

#attivismo #appartenenza #lotta #militanza #fazioni #conflitto #convincere #pretendere #rivendicare #lessico #coscienzacomune

Ci sono due modi opposti per dedicarsi a migliorare vita propria e quella degli altri.

con la gentilezza
lavoro su di me
cerco idee e punti di vista
mi confronto con gli altri
non giudico le persone
sono curiosa

con la forza
pretendo dagli altri
ho le mie convinzioni
impongo la mia visione
giudico le persone
urlo per essere ascoltato

#attivismo #gentilezza #lotta #militanza

h̴͎͖̥͍̯̘̘̳̠̋̈́̈́̇͛̈̔͂͜͝o̵͌̎̅͊̃̔holon@mastodon.cisti.org
2021-10-21

> In città come #Bologna questo mafietta politica di sinistra è più evidente ed asfissiante che altrove, oscena coalizione col potere locale. Eppure amicizie, perbenismo, forse le droghe o la paura di chissà cosa vincono sulla decenza ideologica minima. I #disobbedienti e quanto dei loro resti evoluti in ong, associazioni, cooperative, partiti, liste, parrocchie, circhi-aperitivi sono non certo l'unica ma una spaventosa componente del problema #militanza oggi, depotenziata a servile #attivismo >

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