#rapimenti

Un pugno di banditi di borgata riesce in poco tempo a controllare tutta Roma

La Banda della Magliana
Esattamente cento anni dopo da quanto documentato da Bonfadini e Franchetti nella Capitale stava nascendo la prima organizzazione criminale di stampo mafioso autoctona: la Banda della Magliana. Prima degli anni ’70 la malavita era distribuita in modo inorganico su tutto il territorio romano, non vi era coordinazione tra i gruppi, ognuno di essi gestiva il proprio quartiere e non vi era il dominio di una famiglia, o di un gruppo, sulle altre, la cui economia ruotava intorno a piccoli furti, spaccio, prostituzione, gioco d’azzardo. In questo contesto si inseriscono Albert Bergamelli, Maffeo Bellicini e Jacques Berenguer, i Marsigliesi <17, un cartello criminale francese che operava il traffico di stupefacenti ed il contrabbando di sigarette dalla Turchia; i tre avevano intravisto nella Capitale la possibilità di estendere il loro business. Per comprendere la genesi di questa associazione bisogna tornare alla fine degli anni ’70, a Roma, quando gli elementi più rilevanti della criminalità romana si costituivano in associazione. Prima di allora la malavita romana si occupava di furti, rapine ed estorsioni. Un gruppo di giovani criminali, quasi allo sbaraglio, che desideravano inserirsi nei business, come i sequestri <18, più redditizi soprattutto in quel periodo <19.
“Franco Giuseppucci era un criminale di trent’anni, apparteneva alla vecchia guardia. Faceva il fornaio e per questo era soprannominato er Fornaretto […]. Temuto e stimato, aveva ottimi canali per la ricettazione ed era molto conosciuto nell’ambiente delle corse di cavalli: agli scommettitori clandestini prestava a strozzo i soldi accumulati con le rapine, riuscendo così a riciclare il denaro […].” <20
Nel 1976 escono di scena Bergamelli, Berenguer e Bollicini per l’azione delle forze dell’ordine coordinate dal magistrato Vittorio Occorsio, il quale stava indagando sulla relazione che intercorreva tra la Loggia P2 <21, l’estrema destra, i servizi segreti e la criminalità organizzata, che lo portò ad essere ucciso il 09 luglio 1976 per mano del neofascista Concutelli <22. “Molti sequestri avvengono per finanziare attentati o disegni eversivi…. Sono certo che dietro i sequestri ci siano delle organizzazioni massoniche deviate e naturalmente esponenti del mondo politico. Tutto questo rientra nella strategia della tensione: seminare il terrore tra gli italiani per spingerli a chiedere un governo forte, capace di ristabilire l’ordine, dando la colpa di tutto ai rossi…Tu devi cercare i mandanti di coloro che muovono gli autori di decine e decine di sequestri. I cui soldi servono anche a finanziare azioni eversive. I sequestratori spesso non sono che esecutori di disegni che sono invisibili ma concreti. Ricordati che loro agiscono sempre per conto di altri” <23, così diceva il magistrato a Ferdinando Imposimato.
L’unione delle batterie
Tra il 1975 e il 1976 a Nicolino Selis viene l’idea di creare la Banda della Magliana, nella speranza di sfruttare le diverse batterie <24 sparse nei vari quartieri romani, come racconta Abbatino agli inquirenti. Elabora il suo piano a partire dall’idea di Raffaele Cutolo, come sostiene Antonio Mancini <25 “Mentre ero detenuto insieme a Selis a Regina Coeli si parlava del fatto che a Napoli tal Raffaele Cutolo, che allora non era noto come lo sarebbe diventato in seguito, stava mettendo in piedi un’organizzazione criminale allo scopo di escludere dal territorio infiltrazioni di altre organizzazioni di diversa estrazione territoriale. Con Selis si decise di tentare su Roma la stessa operazione che Cutolo stava tentando su Napoli” <26 e ancora “si era innamorato del pensiero di Cutolo che aveva organizzato un gruppo che si opponeva a chi veniva da fuori, ovvero i siciliani che, come la si suol dire, la comandavano a Napoli Cutolo voleva difendere il suo territorio e Selis voleva fare la stessa cosa a Roma”. <27 Selis diventerà segretamente il capozona di Cutolo.
A fare parte del primo nucleo della Banda della Magliana sono: “Franco Giuseppucci, Enrico De Pedis detto Renatino, Raffaele Pernasetti, Ettore Maragnoli e Danilo Abbruciati. […] presto si aggregarono Maurizio Abbatino, Marcello Colafigli, Enzo Mastropietro” <28 due batterie Trastevere/Testaccio e Magliana, che decidono di gestire i traffici illegali su Roma. Rapimenti, estorsioni, rapine, droga, riciclaggio di denaro sporco.
“Era accaduto che Giovanni Tigani, la cui attività era quella di scippatore, si era impossessato di un’auto Vw “maggiolone” cabrio, a bordo nella quale Franco Giuseppucci custodiva un “borsone” di armi appartenenti ad Enrico De Pedis. Il Giuseppucci aveva lasciato l’auto, con le chiavi inserite, davanti al cinema “Vittoria”, mentre consumava qualcosa al bar. Il Tigani, ignaro di chi fosse il proprietario dell’auto e di cosa essa contenesse, se ne era impossessato. Accortosi però delle armi, si era recato al Trullo e, incontrato qui Emilio Castelletti che già conosceva, gliele aveva vendute, mi sembra per un paio di milioni di lire. L’epoca di questo fatto è di poco successiva ad una scarcerazione di Emilio Castelletti in precedenza detenuto. Franco Giuseppucci non perse tempo e si mise immediatamente alla ricerca dell’auto e soprattutto delle armi che vi erano custodite e lo stesso giorno, non so se informato proprio dal Tigani, venne a reclamare le armi stesse. Fu questa l’occasione nella quale conoscemmo Franco Giuseppucci il quale si unì a noi che già conoscevamo Enrico De Pedis cui egli faceva capo, che fece sì che ci si aggregasse con lo stesso. La “batteria” si costituì tra noi quando ci unimmo, nelle circostanze ora riferite, con Franco Giuseppucci. Di qui ci imponemmo gli obblighi di esclusività e di solidarietà” <29 racconta Maurizio Abbatino, nell’interrogatorio del 13 dicembre 1992.
Un pugno di banditi di borgata riesce in poco tempo a controllare tutta Roma, con obblighi di esclusività e solidarietà, ma il desiderio di potere e comando li porta a sbranarsi tra loro. Il 13 settembre 1980 viene assassinato Giuseppucci; due anni dopo, il 13 aprile 1982 muore in uno scontro a fuoco Danilo Abbruciati.
La fine delle batterie
Con la morte di Renatino, il 2 febbraio 1990, in via del Pellegrino a Roma <30, muore definitivamente il nucleo fondatore della Banda della Magliana. <31
Scrive, poco dopo la morte di De Pedis, il sostituto procuratore Franco Ionta “La malavita romana può definirsi mafia dei colletti bianchi per il suo ruolo di riciclaggio di ingenti somme di denaro in immobili, pelliccerie e gioiellerie, ristoranti e locali notturni gestito attraverso un reticolo di società a responsabilità limitata […]. L’organizzazione è in grado di investire negli appalti di grandi opere edilizie in Sudamerica e in Africa grazie al Venerabile Licio Gelli” 32. Dice Izzo “dietro la morte di Mattarella, Concutelli mi disse che c’erano la mafia e gli ambienti imprenditoriali, ma anche esponenti romani della corrente democristiana avversa a Mattarella. Valerio aggiunse che si erano fidati di lui perché aveva garantito la Banda della Magliana” e ancora, il professor Alberto Volo “Mangiameli mi raccontò che l’uccisione del presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana era stata decisa a casa di Gelli per via delle aperture al PCI che stavano maturando in Sicilia”. <33
Viene costruita una struttura capillarmente organizzata, a partire da alcune batterie, basata sul rispetto e la fiducia, che gestiva traffici illegali – droga, armi, prostituzione – e con legami forti con altre organizzazioni criminali, poteri forti, politica, terrorismo ed estremismo.
Grazie alle confessioni e al pentimento di Maurizio Abbatini, la Squadra Mobile dà il via all’“Operazione Colosseo” con la quale “quasi seicento uomini di Criminalpol, Digos e Squadra Mobile sono entrati in azione in tutta Roma, dalla zona residenziale di via Archimede ai casermoni del Tufello. Sessantanove gli ordini di cattura firmati, secondo la procedura del vecchio codice, dal giudice istruttore Otello Lupacchini. Solo tredici ricercati sono scampati alle manette, mentre una decina di provvedimenti sono stati consegnati in carcere ad altrettanti detenuti. A San Vitale, nelle stanze della questura romana, fino a tarda mattinata” <34.
Il primo processo ebbe vita il 20 gennaio 1995 <35, sempre grazie alle parole del pentito Abbatini, per il sequestro e l’omicidio Grazioli.
[NOTE]
17 C. Armati, Italia criminale: Personaggi, fatti e avvenimenti di un’Italia violenta, Newton Compton, 2010
18 A. Camuso, Mai ci fu pietà: La banda della Magliana dal 1977 a Mafia Capitale, Castelvecchi, 2014
19 Per un confronto sugli eventi degli anni ’70 si consigliano A. Orsini, Anatomia delle Brigate Rosse, Rubettino, 2010; G. Bocca, Gli anni del terrorismo. Storia della violenza politica in Italia dal 1970 ad oggi, Roma, Armando Curcio, 1988; http://espresso.repubblica.it/palazzo/2009/09/22/news/io-bosscercai-di-salvare-moro-1.15744.
20 A. Camuso, Mai ci fu pietà: La banda della Magliana dal 1977 a Mafia Capitale, Castelvecchi, 2014
21 Cfr. N. Di Matteo e S. Palazzolo, Collusi. Perché politici, uomini delle istituzioni e manager continuano a trattare con la mafia, BUR, 2015; A. A. Mola, Storia della Massoneria italiana dalle origini ai nostri giorni, Bompiani, 1992.
22 Per un approfondimento sul terrorismo nero cfr. P. Sidoni, P. Zanetov, Cuori rossi contro cuori neri, Newton Compton Editori; A. Colombo, Storia Nera, Cairo, 2007.
23 S. Manfredi, Il Sistema. Licio Gelli, Giulio Andreotti e i rapporti tra Mafia Politica e Massoneria, Narcissus, 2014.
24 Piccoli gruppi criminali, come spiega C. Armati, Roma Criminale, cap. XVII, Newton Compton Editori 2006
25 G. Flamini, La banda della Magliana, Kaos editore 2002
26 https://www.iltempo.it/cronache/2014/08/17/gallery/rapine-droga-e-scommesse-ascesa-e-fine-diselis-il-sardo-951242/
27 A. Camuso, Mai ci fu pietà: La banda della Magliana dal 1977 a Mafia Capitale, Castelvecchi, 2014
28 A. Camuso, Mai ci fu pietà: La banda della Magliana dal 1977 a Mafia Capitale, Castelvecchi, 2014
29 A. Giangrande, La mafia in Italia, Indipendently Published, 2018
30 http://www.storia.rai.it/articoli/ucciso-il-boss-della-banda-della-magliana/11973/default.aspx
31 R. di Giovacchino, Il libro nero della Prima Repubblica, Fazi Editore, 2005
32 R. di Giovacchino, Il libro nero della Prima Repubblica, Fazi Editore, 2005
33 R. di Giovacchino, Il libro nero della Prima Repubblica, Fazi Editore, 2005
34 https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1993/04/17/operazione-colosseo-blitz-all-alba-69.html
35 http://www.radioradicale.it/scheda/71905/71975-processo-per-il-sequestro-e-lomicidio-del-duca-grazioli-abbatino-9
Giulia Dominedò, Corruzione: Un’analisi etica del fenomeno e delle sue accezioni verso la definizione del caso “Mafia Capitale”, Tesi di laurea, Università Luiss “Guido Carli”, 2016

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2024-12-03

oggi, 3 dicembre, su radio onda rossa 87.9 fm: “tango”, di francesca zanni _ la sottrazione e l’adozione dei figli dei desaparecidos

Tutta Scena Teatro ★ Radio Onda Rossa 87.9 fm

martedì 3 dicembre 2024, ore 14

TANGO

di Francesca Zanni
con Crescenza Guarnieri e Rolando Ravello
musiche originali di Daniele Silvestri

Quando ‘Tango’ è andato in scena per la prima volta, nel 2000, in pochi sapevano che la sottrazione e l’adozione dei figli dei “desaparecidos” era una consuetudine nell’Argentina del golpe. Da allora ad oggi alcuni dei sequestratori e torturatori, che fino ad ora avevano beneficiato dell’indulto di Alfonsin, sono stati processati e riconosciuti colpevoli. Molti ragazzi che hanno fatto il test del DNA hanno ricomposto i pezzi della loro famiglia: nonni, fratelli, cugini… I genitori no, perché sono stati uccisi. Tutti. Ma ‘Tango’ non parla soltanto di “desaparecidos” e Argentina. Anzi, forse la Storia, quella con la esse maiuscola, si intravede appena. Lo spettacolo parla di una separazione, ma ancora di più parla di un ritrovamento. Di una madre e di un figlio che si perdono e poi si ritrovano, senza vedersi mai. In mezzo, ci sono trent’anni e 30mila persone scomparse. Cinquecento erano italiani, 45 erano nati qui. Più di duecento i bambini sottratti ai loro veri genitori. Quando ho cominciato a scrivere ‘Tango’ quelli ritrovati erano 45. Oggi, nel 2009, sono 88. Credo che sia giusto continuare a parlarne, per tutti quelli che ancora non sono tornati a casa.

http://archive.org/details/Radioteatro.Tango (1h 02’)
info http://web.mclink.it/MK2359/tango1.htm

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Adoro il Genio :verified:AdoroIlGenio@mastodon.uno
2024-04-23

ADORO IL GENIO - RAPIMENTI ALIENI

Che poi, se le cose nun le sai fare, salle fà!
Qua di divertente non c'è solo la vignetta, ma ANCHE il link nel primo commento!!

#adoroilgenio🧞‍♂️ #22aprile #abducted #abduction #UFO #UFOs #UAP #alieni #rapimento #rapimenti #rapimentialieni #mucca #mucche #cows #grigi #misteri #complotti #scifi

Davide Tommasin ዳቪድnagaye@sociale.network
2024-03-22

🔴 Le forze eritree 🇪🇷 intensificano i #rapimenti di residenti e i #sequestri di bestiame nel #Tigray nord occidentale. #Etiopia 🇪🇹
youtube.com/watch?v=wCDa23kpdP

2021-03-14

Povertà estrema, rapimenti di massa, conflitti intercomunitari: a rischio il futuro delle giovani generazioni in Nigeria valigiablu.it/nigeria-rapiment #studentesse #conflitti #rapimenti #studenti #Nigeria #povertà #Post

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