Nel 1995 Jerry Calà scrisse, girò e interpretò un film dal titolo "Ragazzi della notte": in esso si seguivano le vicende di numerosi casi umani impegnati a divertirsi in una notte brava sul basso Garda - un territorio di caccia ben noto all'ex-Gatto. Sul film in sé non c'è molto da dire, è un'opera di sconfortante bruttezza in cui non si rilevano tracce di trama né di talento attoriale, e fa fatica anche a qualificarsi come "so bad it's good" (persino i nomi di alcuni.. ehm... "attori" sono scritti sbagliati nei titoli di coda, giusto per dare un'idea della cura generale del prodotto). Ha però un singolare pregio: quando non è impegnato ad ammorbarci con le straripanti incapacità recitative sue e dei suoi manichini, Calà si spinge ad immortalare scorci della movida lonato-desenzanese in quel tiepido crepuscolo di ventesimo secolo. Quasi una capsula del tempo.
Tre decenni sono ormai passati dalle riprese e il mondo è cambiato in modi inaspettati; ad esempio, sono scomparsi alcuni dei luoghi che hanno fatto da sfondo alle vicende; fra tutti si staglia l'esempio del Genux (ai tempi del film si chiamava ancora così, prima di diventare Dehor), sirena glamour per giovani e per non-più-tanto-giovani che a quell'epoca venivano richiamati da mezza Italia e perfino da oltralpe. Il suo regno allora sembrava intoccabile. Oggi, di quella gloria, oltre alle rovine non resta più niente: laddove Calà mostrava la folla danzante, il tempo ha depositato le erbacce e le macerie di una grigia apocalisse in miniatura. Sic transit gloria mundi.
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