#ODEUM

Tra le missioni dell’ODEUM Roma si sarebbe riproposto il riallacciamento dei legami con lo SMOM

È a questo punto tuttavia doveroso sottolineare che l’Organisation Gehlen [servizio di spionaggio della Germania Ovest, con antenna, l’Odeum, a Roma] non avrebbe fatto unicamente riferimento ai succitati contatti dell’ODEUM Roma per la costruzione di legami con il Vaticano, legami che, stando ai documenti BND, «sono antichi quanto l’Organisation Gehlen stessa» <478. Infatti Reinhard [Gehlen, responsabile dell’omonima menzionata Organizzazione] si era recato già nel gennaio del ’49 a Roma per incontrare Pio XII in persona. Ciò non era accaduto grazie all’aiuto di Johannes [Gehlen, ex fisico nucleare, fratello e collaboratore di Reinhard], quanto piuttosto a quello di Eric Waldman, allora responsabile del collegamento fra il neonato servizio segreto tedesco e il G-2 USFET479 [struttura di spionaggio dell’americano United States Forces European Theater]. In quell’occasione, si sarebbe istituito un ulteriore collegamento diretto tra la centrale di Pullach e gli ambienti vaticani tramite la figura di Robert Leiber, un prete gesuita e uomo fidato del Papa, che avrebbe da lì in poi funto da mediatore più autorevole tra gli ambienti ecclesiastico-cattolici e il servizio segreto gehleniano <480. Accanto a Leiber, come rivelano i documenti, anche l’arcivescovo Rudolf Graber avrebbe giocato un ruolo importante già «durante la fase di costituzione dell’Organisation Gehlen tra il tardo autunno del 1945 e la fine del 1946» <481. Nonostante l’attività di Leiber e Graber per conto del servizio segreto tedesco è dunque ben documentata, capire se o in che misura questi ultimi siano stati in contatto con Johannes e gli altri membri dell’ODEUM Roma risulta difficile. Sembra, di conseguenza, che siano esistiti due piani più o meno distinti per quanto riguarda i rapporti dell’Organisation Gehlen con gli ambienti vaticani: quello legato alla centrale di Pullach, gestito da Reinhard e dal suo staff, da una parte, e quello dell’ODEUM Roma, basato sulle conoscenze personali dei singoli membri del gruppo romano, dall’altra.
È dunque chiaro che la crisi dello SMOM [Sovrano Ordine Militare di Malta] del ’49 e il conseguente allontanamento di Johannes da via Condotti abbiano avuto un impatto profondo e, in fine dei conti, negativo sui contatti di Johannes con gli ambienti vaticani. Con la caduta in disgrazia di von Thun-Hohenstein l’ex fisico nucleare avrebbe infatti perso l’accesso agli archivi e alle corrispondenze dell’Ordine, buona parte dei quali riguardavano la Santa Sede, e avrebbe perso di vista numerosi contatti legati a via Condotti. Si ricordi inoltre che, un anno dopo lo “scandalo SMOM”, l’ODEUM Roma perse anche Willy Friede, prezioso mediatore tra il gruppo romano e l’ordine dei Gesuiti. È dunque probabile che nel biennio ’49-’50 Johannes si sia trovato in difficoltà di fronte alla perdita di molti legami con il clero cattolico, nei quali aveva investito non poco tempo ed energia. Forse proprio a causa delle suddette difficoltà si può individuare la ragione per cui, a partire dal ’51, tra le missioni dell’ODEUM Roma si sarebbe riproposto il riallacciamento dei legami con lo SMOM. Infatti, a partire dal biennio ’50-’51, la strumentalizzazione a fini spionistici dell’Ordine, come si vedrà, si sarebbe trasformata progressivamente in una sorta di “miraggio” per Johannes, una rincorsa i cui esiti rimangono tuttora discutibili. Accanto al riaffiorare dell’interesse, da parte dell’Organisation Gehlen, per lo SMOM vi sarebbero però stati anche altri cambiamenti per l’ODEUM Roma. Così l’inizio degli anni Cinquanta avrebbe, fra le altre cose, visto il riproporsi della questione dell’inquadramento dell’ex fisico nucleare e del suo gruppo romano all’interno dell’Organisation Gehlen, in vista anche dell’imminente ufficializzazione del servizio segreto tedesco.
[NOTE]
478 BND und Vatikan, 22 settembre 1982, BND-Archiv, 42507.
479 E. Schmidt-Eenboom, C. Franceschini, T. Wegener Friis, Spionage unter Freunden, cit., pp. 58-59; M.E. Reese, Organisation Gehlen, cit., p. 137.
480 Ivi, pp. 58-59.
481 BND und Vatikan, 22 settembre 1982, BND-Archiv, 42507.
Sarah Anna-Maria Lias Ceide, ODEUM Roma. L’Organisation Gehlen in Italia agli inizi della guerra fredda (1946-1956), Tesi di Dottorato, Università degli Studi di Napoli “Federico II”, 2022

#1949 #1951 #americano #Federale #Germania #JohannesGehlen #Malta #Odeum #ordine #OrganisationGehlen #Ovest #ReinhardGehlen #Roma #SarahAnnaMariaLiasCeide #spionaggio #Vaticano

I contatti dell’ODEUM Roma con gli ambienti vaticani

Come ha sottolineato Mary Ellen Reese, nonostante «le attività della Chiesa cattolica costituiscano uno dei fili rossi alla base degli intrecci della storia dello spionaggio», il ruolo del Vaticano durante la “guerra di spie” del secondo dopoguerra è quasi impossibile da ricostruire <460. Certo è, tuttavia, che la Santa Sede era attivamente coinvolta nella battaglia anticomunista sin dall’inizio. Già nel ’43 Pio XII si era mostrato «turbato dai successi militari dei russi» e «angosciato anzitutto dalla minaccia bolscevica» <461, un atteggiamento che avrebbe poi reso il Vaticano, durante la guerra fredda, una sorta di “avamposto” simbolico della cristianità cattolica in lotta contro l’ateismo di stampo sovietico. Per i servizi segreti occidentali, di conseguenza, la Santa Sede avrebbe costituito un legame imprescindibile e, come si vedrà, anche l’ODEUM Roma avrebbe investito quantità non indifferenti di tempo ed energia nella costituzione di legami con ambienti vicini al Santo Padre.
L’ODEUM Roma e i legami con esponenti del clero cattolico
“Im Falle eines Ablebens des Papstes so wäre unter den augenblicklichen Verhältnissen das konklave [sic.] aus zwanzig italienischen und vierunddreissig ausländischen Kardinälen zusammengesetzt. Diese Zusammensetzung würde bei der Papstwahl die Wahl eines Ausländers vermuten lassen. In einem solchen Falle neigen wir eher dazu den Angehörigen eines grossen Landes, zum Beispiel Amerikas, auszuschliessen […]. Als „Arbeitshypothese“ […] würden wir bei einer etwaigen Papstwahl mit einem Angehörigen einer kleinen Nation, die kein wesentliches Gewicht auf der internationalen Ebene besitzt, rechnen können. Sicher würde eine solche Entwicklung in Italien Unmut und Trauer auslösen”. <462
Con queste parole Johannes [Gehlen] avrebbe chiuso il suo report del ‘50 sulle previsioni di eventuali future elezioni papali, secondo le stime dell’ODEUM Roma. Nel 1958, con la morte di Eugenio Pacelli e l’elezione al soglio pontificio dell’italiano Angelo Giuseppe Roncalli, si sarebbe dimostrata l’erroneità delle su citate valutazioni di Johannes <463. È in qualche modo sconcertante la suddetta affermazione dell’ex fisico nucleare, soprattutto alla luce delle sue presunte ampie e abituali frequentazioni con alcuni ambienti vaticani, delle quali si parlerà a breve, e le quali sembrerebbero indicare una certa base di conoscenza della tradizione di elezione di papi italiani. Come hanno sottolineato anche Schmidt-Eenboom, Franceschini e Wegener Friis, i contatti con la Santa Sede sarebbero stati di grande importanza per l’Organisation Gehlen e per la CIA per due motivi in particolare. Innanzitutto presso il Vaticano giungevano quotidianamente notizie da ogni angolo della terra, utili ai servizi segreti degli stati occidentali. In secondo luogo, il sostegno di certi ambienti vaticani avrebbe, da una parte, facilitato eventuali future collaborazioni con servizi d’intelligence occidentali di stati di forte impronta cattolica, mentre, dall’altra, si sarebbe rivelato utile nella lotta contro i paesi sotto influenza sovietica e di stampo ateo <464. Quali erano quindi i contatti grazie a cui Johannes e il suo gruppo avrebbero analizzato le politiche della Santa Sede? E si può parlare di una vera e propria collaborazione, anche in senso spionistico, tra l’Organisation Gehlen e certi ambienti vaticani, attraverso l’ODEUM Roma?
Lo SMOM e Willy Friede come “artefici” dei primi contatti con gli ambienti vaticani
Per scoprire a quando risalgono i primi contatti di Johannes con gli ambienti vaticani, bisogna guardare innanzitutto al periodo da lui trascorso negli ambienti dello SMOM [Sovrano Militare Ordine di Malta] a fianco a von Thun-Hohenstein. Come è stato detto in precedenza, l’ex fisico nucleare si era riavvicinato a von Thun-Hohenstein, un suo amico di vecchia data, già nel biennio ’46-’47, quindi poco dopo il proprio rientro in Italia. Grazie alla mediazione del conte altoatesino, Johannes sarebbe quindi dapprima stato inserito, come si è visto, a titolo volontario all’interno di alcune commissioni dell’Ordine nel ’47 e poi, a partire dal ’48, avrebbe funto come addetto alla Segreteria particolare di von Thun-Hohenstein e come assistente privato di quest’ultimo. È stato dimostrato in precedenza che tali attività avrebbero costituito una mera copertura per l’operato d’intelligence dell’ex fisico nucleare, copertura che gli avrebbe anche permesso di tessere i primi contatti con gli ambienti vaticani.
Tali primi contatti, come dimostrano i report inviati da Johannes al fratello [Reinhard Gehlen], avrebbero compreso anche quello con il barone Stanislao Pecci, plenipotenziario dello SMOM presso il Vaticano. Tuttavia eventuali speranze di tessere forti e fruttuosi legami con il Vaticano tramite Pecci sarebbero presto andate deluse. Secondo l’ex fisico nucleare, Pecci era «del tutto inutile come fonte d’informazione sia per Ferdinand [von Thun-Hohenstein] che per me, in quanto gli mancano le capacità necessarie» <465. Inoltre il barone, come già ricordato, era considerato la guida del cosiddetto “partito d’opposizione” che riuniva gli antagonisti di von Thun-Hohenstein di via Condotti, circostanza che avrebbe reso una collaborazione tra Pecci e Johannes impossibile <466. Tuttavia lo SMOM avrebbe offerto anche altre possibilità all’ex fisico nucleare, non tanto rispetto alla costituzione di legami con la Santa Sede, ma piuttosto per quanto riguarda la raccolta di informazioni e un’analisi di quest’ultima. Infatti, in qualità di addetto e responsabile della segreteria particolare di von Thun-Hohenstein, Johannes avrebbe avuto, a suo dire, accesso a gran parte della documentazione disponibile concernente i contatti tra lo SMOM e il Vaticano <467. È allora lecito supporre che molte informazioni riguardanti la Santa Sede e mandate dall’ODEUM Roma alla centrale di Pullach [cittadina dove era situata la sede dei servizi segreti della Germania Ovest] tra il ’48 e il ’49 si sarebbero almeno parzialmente basate sulle carte conservate e gestite presso la suddetta segreteria.
Accanto ai succitati sbocchi che lo SMOM avrebbe offerto a Johannes per avvicinarsi agli ambienti vaticani o, almeno, di raccogliere informazioni utili ai fini d’intelligence su questi ultimi, si sarebbe rivelata fondamentale la mediazione di Willy Friede. Quest’ultimo, come è stato detto in precedenza, si era legato a figure del clero romano già prima di iniziare, a partire dal ’48, a collaborare con Johannes e il suo nascente gruppo spionistico. Infatti un documento BND lo descrive come «consulente e funzionario dei Gesuiti», senza però chiarire i dettagli di questa presunta attività di Friede per il suddetto Ordine religioso <468. Il nuovo membro dell’ODEUM Roma era in ottimi rapporti con vari esponenti gesuiti e, se si vuole prestare fede a quanto affermato dai documenti della CIA, Friede sarebbe addirittura stato il vero artefice di tutti legami più importanti dell’ODEUM Roma con il Vaticano <469. Inoltre, seppur in misura minore rispetto a Friede, anche Guignot e von Fransecky avrebbero contribuito ad ampliare la rete di contatti del gruppo romano con gli ambienti vaticani. Così, ad esempio, è provato che Guignot si occupasse della raccolta d’informazioni sul conto di vari membri del clero francese470, oltre al fatto che si fosse recato varie volte in Vaticano a scopi non meglio specificati <471. Infine Guignot sembra essere stato in contatto con il cardinale francese Eugène Tisserant, decano del collegio cardinalizio e successivamente archivista e bibliotecario della Santa Romana Chiesa <472. Von Fransecky, da parte sua, coltivava rapporti con il già citato Sigismund von Braun, influente ex legato d’ambasciata del Terzo Reich presso la Santa Sede e futuro diplomatico della RFT.
Grazie a questi due “canali”, lo SMOM, da una parte, e i membri dell’ODEUM Roma dall’altra, nel ’50 Johannes era ormai riuscito a costruirsi una serie di contatti con gli ambienti vaticani, come dimostra un documento risalente al maggio dello stesso anno. Stando a quanto affermato dall’ex fisico nucleare, l’ODEUM Roma si era messo in contatto, fra gli altri, con rappresentanti della Segreteria di Stato della Città del Vaticano, fra cui Bruno Wüstenberg, allora impiegato presso l’ufficio responsabile delle relazioni tra la Santa Sede e la Repubblica Federale Tedesca <473. Un ulteriore contatto citato nel documento è monsignor Karl Bayer <474, membro della Commissione di Assistenza papale per prigionieri di guerra tedeschi in Italia e futuro Segretario generale della Caritas Internationalis, oltre a collaboratore della già citata rete di Hudal e Rauff presso il Collegio Teutonico <475.
Anche se i contatti dell’ODEUM Roma con gli ambienti vaticani sembrano essere dunque stati numerosi, è tuttavia difficile stabilire quanti di essi risalgano davvero alla mediazione di Johannes. Un indizio a tal proposito offre un ulteriore documento del BND [servizio segreto della Germania Federale], in cui viene citato un passaggio, tratto da un curriculum redatto da Johannes nel ’51, che getta luce sui legami del capo dell’ODEUM Roma con ambienti vaticani:
“Es scheint erwähnenswert, daß gelegentlich einer apostolischen Visitation im Orden 1950 der vom Heiligen Vater beauftragte Apostolische Visitator, Erzbischof Ilario Alcini, mir nach Abschluß der Visitation persönlich mitteilte, daß sein Bericht an den Heiligen Vater meine Person und die geleistete Arbeit anerkennend erwähnt […] und auch auf das Kuriosum hinweise, daß hier ein Protestant in der Behandlung heikeler [sic.] innerkatholischer Interessen mit behutsamem Takt und in einem rein katholischen Sinne vorgegangen sei” <476.
Anche se non emerge dal documento per quale precisa ragione l’arcivescovo Alcini avrebbe dovuto menzionare Johannes e il suo impiego al servizio di von Thun-Hohenstein in un report del 1950, successivo, quindi, all’allontanamento dell’ex fisico nucleare dallo SMOM, si potrebbe supporre quale forte impatto positivo il “report Alcini”, sottoposto al papa in persona, avrebbe avuto sui rapporti tra l’ODEUM Roma e il Vaticano. Di ciò sembra essere stato consapevole anche l’autore del succitato documento, il quale, dopo aver citato l’appena menzionato passaggio del curriculum di Johannes del ’51, annota: «Detto ciò, diventa chiaro come il protestante Dr. Gehlen si sia procurato i contatti col Vaticano» <477.
[NOTE]
460 M.E. Reese, Organisation Gehlen, cit., p. 137.
461 Segretissimo Rapporto dell’Ufficio Esteri dell’ambasciata tedesca di Bruxelles, 23 febbraio 1943, in N. Tranfaglia, La “Santissima Trinità”. Mafia, Vaticano e servizi segreti all’assalto dell’Italia 1943-1947, Bompiani, Milano 2011, p. 5.
462 Wolken über dem Throne Petri, Johannes Gehlen, 17 marzo 1950, BND-Archiv, 220815, doc. 025. Nel caso di un decesso del papa, nelle condizioni attuali il Conclave sarebbe composto da venti cardinali italiani e trentaquattro cardinali stranieri. Tale composizione lascerebbe supporre l’elezione di uno straniero nelle prossime elezioni papali. In tal caso tenderemmo piuttosto ad escludere l’elezione di un candidato appartenente a una qualche nazione grande, come l’America […]. Come “ipotesi di lavoro” […] potremmo piuttosto prevedere, nel caso di eventuali elezioni papali, la nomina di un candidato appartenente a una nazione piccola, priva di un peso determinante a livello internazionale. Un tale sviluppo sarebbe certamente in Italia causa di malcontento e dispiacere.
463 Ibidem.
464 E. Schmidt-Eenboom, C. Franceschini, T. Wegener Friis, Spionage unter Freunden, cit., pp. 59-60.
465 Bericht N° 16, Johannes Gehlen a Reinhard Gehlen, 26 aprile 1948, BND-Archiv, 220815, doc. 099.
466 Ibidem.
467 Bericht N° 19, Johannes Gehlen a Reinhard Gehlen, 4 luglio 1948, BND-Archiv, 220815, doc. 079.
468 Meldung, Betr.: Besprechung mit S-1933 am 9. September 48, 14 settembre 1948, BND-Archiv, 220814_OT, doc. 000411.
469 Control Form Willy Heinrich Friede, 6 ottobre 1953, FOIA CIA, NWCDA, cartella Friede, Willy Heinrich, doc. 004.
470 Renseignements sur les frères Omez, Guignot, allegato a Bericht N° 10, 13 febbraio 1948, Johannes Gehlen a Reinhard Gehlen, BND-Archiv, 220815, doc. 119.
471 Note de frais pour le bien de l’Ordre, Guignot, 18 luglio 1950, BND-Archiv, 220815, doc. 622.
472 Subject: Rome Group, Reinhard Gehlen a James Critchfield, 8 maggio 1950, BND-Archiv, 220814_OT, doc. 000123.
473 Memorandum, 10 maggio 1950, BND-Archiv, 220814_OT, doc. 119.
474 Ibidem.
475 E. Klee, Persilscheine und falsche Pässe, cit., pp. 27-28.
476 BND und Vatikan, 22 settembre 1982, BND-Archiv, 42507. Sembra degno di nota che, in occasione di una visita apostolica presso l’Ordine nel 1950, l’arcivescovo Ilario Alcini, visitatore apostolico nominato dal Santo Padre, alla fine della visita mi abbia riferito personalmente che il suo resoconto indirizzato al Santo Padre menzioni con apprezzamento la mia persona e il lavoro da me svolto […], sottolineando anche la curiosa circostanza che in questo caso un protestante [Johannes fa riferimento a se stesso] abbia gestito delicate questioni interne al mondo cattolico con sensibile tatto e in un senso pienamente cattolico.
477 Ibidem.
Sarah Anna-Maria Lias Ceide, ODEUM Roma. L’Organisation Gehlen in Italia agli inizi della guerra fredda (1946-1956), Tesi di Dottorato, Università degli Studi di Napoli “Federico II”, 2022

#1943 #1949 #1950 #anticomunismo #CIA #Federale #FerdinandVonThunHohenstein #Germania #JohannesGehlen #Malta #ODEUM #ordine #OrganisationGehlen #Ovest #PioXII #Pullach #ReinhardGehlen #roma #SarahAnnaMariaLiasCeide #segreti #servizi #SigismundVonBraun #StanislaoPecci #Vaticano #WillyFriede

Il Sovrano Militare Ordine di Malta attirava l’attenzione di molti all’inizio della guerra fredda

Come si è visto, il legame con lo SMOM [Sovrano Militare Ordine di Malta] era stato il primo costituito da Johannes [Gehlen] tra il ’46 e il ’47, grazie all’aiuto e al supporto di von Thun-Hohenstein. Inizialmente Johannes avrebbe funto meramente da segretario personale del conte, non quindi come impiegato dell’Ordine, ma come semplice membro dell’entourage privato di un esponente di alto rango di tale istituzione. Alla luce di ciò è facile intuire che la posizione dell’ex fisico nucleare all’interno dello SMOM fosse di natura piuttosto precaria. Non sarebbe cambiato molto nemmeno con la sua nomina ad «addetto alla Segreteria con l’incarico di dirigere la I° Sezione e la segreteria particolare», compreso l’archivio privato del conte, in quanto non si trattò di un incarico ufficiale dell’Ordine <226. Egli sarebbe quindi comunque dipeso totalmente dalla figura e dalle sorti di von Thun-Hohenstein, una circostanza che avrebbe indotto Johannes Gehlen a percepire in quel periodo il carattere fragile e precario della propria attività a Roma come «una danza su gusci d’uovo» <227. La “missione SMOM” fra sostegno e opposizione Il già menzionato progetto di dare vita a una rappresentanza della Segreteria Estera dello SMOM nella zona d’occupazione statunitense (preferibilmente a Francoforte sul Meno) sembra essere stato l’obiettivo principale dell’attività di Johannes nell’ambito dell’Ordine, sin dal ‘46/’47. Infatti von Thun-Hohenstein lo aveva preso sotto la propria ala in vista della promessa, fatta da Johannes, che l’Organisation Gehlen avrebbe fatto tutto il possibile affinché potesse crearsi un ufficiale e stabile collegamento tra la suddetta segreteria dell’Ordine e il governo d’occupazione statunitense in Germania. Se il conte sembrava quindi, da parte sua, pronto a lanciarsi in una simile impresa senza fare troppe domande, ciò non si può dire degli altri membri della Segreteria Estera dello SMOM, fra cui il marchese austriaco Alessandro Pallavicino e il marchese di origini ungheresi Oberto Pallavicini <228. I due su citati marchesi non avrebbero visto fin dal principio di buon occhio il fatto che von Thun-Hohenstein avesse «assunto un segretario privato che non era cavaliere [dell’Ordine] e, oltretutto, protestante» <229. Sin dall’inizio, quindi, Johannes sarebbe stato visto come “corpo estraneo” all’interno di un’istituzione rigidamente gerarchica, elitaria e cattolica come lo SMOM e, nonostante il conte von Thun-Hohenstein avesse assunto più volte le difese dell’ex fisico nucleare, entrambi gli uomini si sarebbero presto trovati di fronte a un vero e proprio partito d’opposizione interno. Oltre ai marchesi Pallavicino e Pallavicini, anche il conte Stanislao Pecci – allora inviato plenipotenziario dell’Ordine presso la Santa Sede – e il barone Gioacchino Malfatti di Montetretto <230, si sarebbero uniti a quella parte dei Cavalieri che dubitavano fortemente delle buone intenzioni di Johannes e di von Thun-Hohenstein. Nel ’49 Pallavicini avrebbe raccontato a Hugo von Thurn und Taxis, un collaboratore e amico personale dei fratelli Gehlen, che fin dal principio egli stesso e gli altri Cavalieri del “gruppo d’opposizione” avrebbero sospettato che «gli affari dell’Ordine [di competenza di von Thun-Hohenstein] venissero gestiti da tale Hans», in quanto sarebbe risaputo che dal conte non c’era da aspettarsi «spirito d’iniziativa e intelligenza nelle decisioni autonome»231. Johannes si sarebbe ben presto accorto dell’aria “gelida” che sembrava tirare a Via Condotti riguardo la sua persona. «Posso ritrovarmi in una posizione del tutto isolata da un momento all’altro», scriveva infatti al fratello Reinhard il 1° gennaio del 1948. Dai report inviati in rapida successione da Roma per un anno circa, a partire dal novembre del ’47, emerge infatti un’immagine di Johannes come un uomo ansioso e preoccupato, come già accennato, per il precario equilibrio della sua situazione. Tale ansia sarebbe stata solo accresciuta dal fatto che, nel dare vita al progetto della rappresentanza SMOM a Francoforte, l’ex fisico nucleare era costretto ad affidarsi del tutto a suo fratello e all’USFET [United States Forces European Theater] in Germania, senza il cui aiuto sarebbe stato impossibile creare un legame stabile tra Roma, la città tedesca e il governo militare statunitense. Già nel secondo report del 22 novembre 1947 Johannes avrebbe chiesto di stabilire contatti con uno dei membri più importanti dello SMOM in Vestfalia, un Cavaliere che, si sperava, lo avrebbe aiutato a rafforzare la posizione interna di von Thun-Hohenstein e che gli avrebbe aiutato nell’avviare le trattative per la creazione di una rappresentanza a Francoforte sul Meno: Rudolf Freiherr von Twickel. In qualità di presidente dell’Associazione dei Cavalieri dello SMOM in Vestfalia, Twickel appariva come alleato ideale, sia per portare avanti il progetto della rappresentanza che per avere la meglio sul gruppo di “nemici interni”, guidati da Pecci <232. Venne perciò deciso di far venire il prima possibile Twickel a Roma <233. Analizzando i documenti è tuttavia da subito riscontrabile un evidente problema riguardo il progetto di legare lo SMOM alla zona d’occupazione statunitense tramite Francoforte: il mancante sopporto fornito a Johannes da parte dell’Organisation Gehlen e dell’USFET nel stabilire contatti con il governo militare statunitense in Germania. Infatti si trovano, nel corso del ’48, ripetute richieste del fisico nucleare di accelerare la procedura, che tuttavia non sembrano essere mai state del tutto assecondate. Anche se Twickel sarebbe infine giunto a Roma il 14 aprile 1948, con notevole ritardo rispetto a quanto originariamente progettato, nel frattempo il mancato supporto della centrale dell’Organisation Gehlen a Pullach all’ex fisico nucleare a Roma in questo specifico progetto avrebbe provocato un primo piccolo “disastro” nella Segreteria Estera di Via Condotti. Lo SMOM come oggetto di contesa tra gli Alleati occidentali: la prima “sconfitta” di Johannes Gehlen Come risulta chiaro dal carattere stesso del Sovrano Militare Ordine di Malta, l’antica istituzione cattolica attirava l’attenzione di molti all’inizio della guerra fredda, non solo quella dell’Organisation Gehlen e dell’intelligence militare statunitense. Nonostante l’Ordine poteva apparire talvolta quale «vecchio edificio obsoleto» <234, ben presto Johannes si sarebbe accorto che le mire di altre due potenze vincitrici – Francia e Gran Bretagna – si stavano poggiando pericolosamente sulla sede di Via Condotti. Dal report del 23 gennaio 1948 emerge che von Thun-Hohenstein stava iniziando a dubitare del sostegno promessogli da Johannes e Reinhard Gehlen, vista la mancanza di conferme da parte dell’organizzazione d’intelligence tedesca circa il buon esito del progetto della rappresentanza. Alla luce di ciò risulta comprensibile perché Johannes si sia preoccupato quando venne a sapere di un viaggio imminente a Londra e Parigi da parte del conte. Nella capitale inglese von Thun-Hohenstein avrebbe incontrato rappresentanti di alcune non meglio identificate «istituzioni private» intenzionate a mettere a disposizione della Segreteria Estera dello SMOM considerevoli fondi <235. Inutile dire quali fossero i sospetti e i timori coltivati da Johannes: c’era il rischio concreto che, dopo un anno di lavoro, i governi militari francese o britannico in Germania potessero compromettere e vanificare il suo operato, riuscendo in anticipo a creare un legame diretto tra lo SMOM e la Germania occupata. La sua forte preoccupazione risulta chiara dal passaggio finale del suddetto report: «Mi auguro di ricevere qualcosa da Voi che posso dare a F.[erdinand von Thun-Hohenstein] in questi giorni, altrimenti lo perdo. Dice che ha contato così tanto su 34 [Reinhard Gehlen] e che ha voluto mettersi a sua disposizione senza riserve e sotto ogni punto di vista» <236. Sullo sfondo di quanto appena detto risulta chiaro che la situazione di Johannes all’interno dello SMOM non era delle migliori, nonostante avesse cominciato la propria attività da appena un anno. E, come si vedrà, da quel momento in poi, le cose sarebbero solo ulteriormente andate peggiorando. Infatti il 14 aprile 1948 le peggiori paure di Johannes si sarebbero avverate, in occasione di una visita a via Condotti del generale francese Jean Tessier Baron de Marguerittes, importante esponente della resistenza armata francese contro il governo di Vichy e, dopo il ’46, rappresentante francese presso l’UNRRA (United Nations Relief and Rehabilitation Administration) in territorio tedesco <237. De Marguerittes, in assenza di von Thun-Hohenstein, avrebbe in tale sede concluso un accordo con Pallavicino e Pallavicini, entrambi tra i principali antagonisti del conte. Tale accordo prevedeva l’istituzione di una rappresentanza dello SMOM presso il governo militare francese in Germania, allora presieduto da Marie-Pierre Koenig <238. I francesi, scriveva Johannes al fratello, «probabilmente sono venuti a sapere del nostro progetto e, da europei, hanno agito rapidamente, mettendoci in una condizione di ovvio svantaggio» <239. Una volta saputo dell’accordo preso da de Marguerittes con la Segreteria estera dello SMOM, Johannes affermava di essersi sentito «come un idiota» ed esprimeva con chiarezza la propria frustrazione: “Ich […] kann nur sagen, dass ich ein reines Gewissen habe, denn ich habe ja nichts unversucht gelassen, um in unserem Sinne tätig zu sein. […] nunmehr haben wir mit dem französischen Gegengewicht zu rechnen. Sage unseren Freunden [G-2 USFET], dass ich (sarkastisch natürlich) jetzt nur noch auf die Russen warte. Wie kommt es, dass die Franzosen in wenigen Wochen etwas fertig bringen, was wir nicht in einem Jahr zustande bringen?240 Tuttavia Johannes avrebbe cercato di non perdere la speranza. I documenti fanno emergere che egli, già alla fine dello stesso mese, era tornato a concentrarsi sulla propria missione individuando in particolare un punto fondamentale per poter riprendere il controllo della situazione: l’allontanamento degli oppositori di von Thun-Hohenstein. All’interno del gruppo attorno a Pecci, Gioacchino Malfatti sembrava essere finito in particolare nel mirino dell’ex fisico nucleare. Il 26 aprile Johannes informava il fratello che i suoi tentativi «di eleminare la diplomazia a noi nociva» all’interno dell’Ordine sembravano ora favoriti dal verificarsi «di un piccolo scandalo» riguardante Malfatti: la figlia minore di quest’ultimo sarebbe stata segnalata a von Thun-Hohenstein da una fonte affidabile come «agente comunista» <241. Stando al report, anche il gruppo attorno a Pecci sarebbe stato informato di ciò e la notizia aveva così fatto esplodere una «vera bomba» tra le file della Segreteria estera dello SMOM <242. Nonostante egli non nascondesse la sua soddisfazione circa “l’affare Malfatti” a fine aprile, Johannes esprimeva tuttavia una sua perplessità al fratello, che appare quale ulteriore spia delle comunicazioni disfunzionali tra la centrale di Pullach e il capo dell’ODEUM Roma. A Johannes, infatti, era giunta voce che le «attività sospette» di Alessandra Malfatti fossero note già da tempo all’intelligence statunitense in Italia, la quale starebbe tenendo la ragazza sotto sorveglianza. Per tale ragione, scriveva l’ex fisico nucleare a Reinhard, «F.[erdinand von Thun-Hohenstein] vi chiede, se possibile, di inoltrare una richiesta ai nostri amici [G-2 USFET] chiedendogli dei dettagli e chiedendo conferma di ciò, se i signori lo ritengono opportuno. Non sarebbe inoltre stato il caso di fare un cenno [riguardo le notizie sul conto di Malfatti] già in passato a F. o al sottoscritto?» <243 La scoperta che l’intelligence statunitense era al corrente di questa importante notizia – da lui scoperta da poco e per puro caso – aveva spiazzato senz’altro Johannes, come dimostrano le succitate righe del 26 aprile. Non sorprenderebbe se tale episodio lo avesse persino portato a mettere in dubbio, almeno parzialmente, il funzionamento della collaborazione stessa tra l’USFET e l’Organisation Gehlen. A causa del mancato riscontro di una risposta di Reinhard al suddetto report, non si hanno tuttavia le basi per accertare se allora l’USFET [United States Forces European Theater] fosse davvero al corrente dell’“affare Malfatti. Bisogna infatti tenere a mente che il G-2 [intelligence] USFET non era l’unico servizio segreto statunitense attivo in Italia nell’immediato dopoguerra <244 e, di conseguenza, risulta piuttosto difficile stabilire se quanto affermato da Johannes corrisponda alla verità e, in tal caso, se riguardi davvero l’USFET. L’episodio della rappresentanza SMOM “francese” mette comunque certamente in evidenza i problemi di comunicazione e di collaborazione tra Pullach e l’ODEUM Roma. [NOTE] 226 Lettera di Ferdinand von Thun-Hohenstein a Johannes Gehlen, 15 giugno 1948, BND-Archiv, 220815, doc. 083; cfr. Bericht N°19, Johannes Gehlen a Reinhard Gehlen, 4 luglio 1948, BND-Archiv, 220815, doc. 079. 227 Bericht N°11, 16 febbraio 1948, Johannes Gehlen a Reinhard Gehlen, BND-Archiv, 220815, doc. 114. 228 Bericht N°1, Johannes Gehlen a Reinhard Gehlen, 16 novembre 1947, BND-Archiv, 220815, doc. 182. 229 Report di Hugo von Thurn und Taxis, 8 agosto 1949, BND-Archiv, 220815, doc. 417. 230 Zusammenfassender Bericht über den Souveränen Malteser-Ritterorden, 15 settembre 1950, BND-Archiv, 220815, doc. 369. 231 Report di Hugo von Thurn und Taxis, 8 agosto 1949, BND-Archiv, 220815, doc. 417. 232 A. Freiin von Weichs, M. Schulz e.a. in Die Deutsche Assoziation des Souveränen Malteser Ritterordens (a cura di), Der Malteserorden in Deutschland, Lutz Garnies, Haar-München 2001, p. 88. 233 Bericht N°2, 22 novembre 1947, Johannes Gehlen a Reinhard Gehlen, BND-Archiv, 220815, doc. 181. Se Twickel sapeva o meno del coinvolgimento dell’Organisation Gehlen nel progetto di von Thun-Hohenstein, non risulta con chiarezza dalle carte. È però più probabile che egli sia stato ignaro di tutto e che il suo intervento a favore di Johannes e del suo capo sia avvenuto grazie a contatti privati con quest’ultimo. 234 The Sovereign Military Order of Malta, dicembre 1947, BND-Archiv, 220815, doc. 166. 235 Bericht N°6, Johannes Gehlen a Reinhard Gehlen, 23 gennaio 1948, BND-Archiv, 220815, doc. 139. 236 Ibidem. 237 Jean Teissier, Baron de Marguerittes dit “Colonel Lizé”, Musée de la Resistance en ligne, 1940-1945, URL: < http://museedelaresistanceenligne.org/media4254-Jean-Teissier-baron-de-Marguerittes-dit-a&gt; (sito visitato il 19 settembre 2021).
238 Bericht N°14, Johannes Gehlen a Reinhard Gehlen, 8 aprile 1948, BND-Archiv, 220815, doc. 103.
239 Ibidem.
240 Ibidem. Stando a quanto scritto da Johannes al fratello, il generale Koenig aveva iniziato a prendere in considerazione l’istituzione di una rappresentanza dello SMOM presso la propria amministrazione militare solo tre settimane prima dell’accordo. Il progetto era dunque stato portato a termine in appena due settimane, in forte contrasto con la sfortunata impresa di Johannes, ormai avviata più di un anno prima e rimasta senza successo. “L’unica cosa che posso […] dire è che ho la coscienza pulita perché non ho lasciato nulla di intentato che potesse essere utile ai nostri fini. […] dobbiamo ormai fare i conti con la controparte francese. Di’ ai nostri amici [G-2 USFET] (lo dico naturalmente con sarcasmo) che ormai aspetto solo i russi. Com’è possibile che i francesi riescono a portare a termine nell’arco di qualche settimana quello che noi non riusciamo a portare a compimento in un anno”.
241 Report N°16, 26 aprile 1948, Johannes Gehlen a Reinhard Gehlen, BND-Archiv, 220815, doc. 099.
242 Ibidem.
243 Ibidem.
244 Ad esempio, anche il Counterintelligence Corps della U.S. Army aveva legami con l’Italia. Infatti, a partire dal ’47, la penisola sarebbe stata al centro del Project LOS ANGELES, una rete anticomunista d’intelligence del CIC, guidata dal giovane militare italo-americano Joseph Luongo. Cfr. C. Franceschini, Geheimdienste, Agenten, Spione. Südtirol im Fadenkreuz fremder Mächte, Raetia, Bozen 2020.
Sarah Anna-Maria Lias Ceide, ODEUM Roma. L’Organisation Gehlen in Italia agli inizi della guerra fredda (1946-1956), Tesi di Dottorato, Università degli Studi di Napoli “Federico II”, 2022

#1948 #AlessandraMalfatti #conte #francese #fredda #G2USFET #Germania #GioacchinoMalfatti #guerra #JohannesGehlen #Malta #Odeum #ordine #OrganisationGehlen #Ovest #ReinhardGehlen #Roma #SarahAnnaMariaLiasCeide #SMOM #spionaggio #StanislaoPecci #statunitense

Sembra che Guignot fosse stato impegnato nella costituzione di un collegamento fra l’Organisation Gehlen e un servizio segreto francese

Per quanto riguarda invece Guignot, il collaborazionista francese condannato a morte, la sua attività per l’ODEUM Roma si sarebbe configurata in maniera del tutto diversa da quella di von Fransecky. Tra il ’48 e il ’49 Guignot sarebbe diventato il membro del gruppo più vicino a Johannes dal punto di vista professionale, producendo una grande quantità di report riguardanti i più svariati argomenti e mettendosi continuamente a disposizione. Tuttavia è lecito interrogarsi sulle ragioni che avevano portato Guignot a collaborare con l’ODEUM Roma. Sulla base delle informazioni fornite dai documenti sul conto del latitante fascista francese è possibile ipotizzare che egli fosse principalmente interessato non tanto a prendere piede nel mondo dell’intelligence del dopoguerra sulla base di aspirazioni professionali, quanto piuttosto a garantirsi un’entrata regolare per motivi di sopravvivenza. Trovandosi a Roma subito dopo la fine della guerra a causa di una condanna a morte in patria, Guignot non doveva solo assicurarsi un modo per finanziare la propria esistenza in clandestinità, ma anche per sostenere il peso di ingenti spese mediche per le cure della moglie, affetta da una malattia grave non meglio specificata: tali spese sembrano aver assorbito maggior parte dello stipendio del criminale di guerra francese, riducendo così la coppia in una situazione economica «catastrofica» <287. Questa necessità di denaro, senza dubbio alla base dell’attività di Guignot nel campo dell’intelligence postbellica, lo avrebbe portato dapprima a prendere contatti con alcuni gruppi neofascisti italiani, dai quali avrebbe ricevuto l’incarico «di costruire una rete d’intelligence a tutti gli effetti», un progetto poi finito in un nulla di fatto per mancanza di fondi <288. Quando successivamente incontrò Johannes nel ’48, è probabile che Guignot avesse da subito intravisto la concreta possibilità di inserirsi finalmente in un contesto di lavoro più o meno stabile. E, come si è visto, sarebbe riuscito a guadagnare gradualmente la fiducia dell’ex fisico nucleare grazie alla propria ambizione e alla sua determinazione.
I primi due report di Guignot, redatti per l’ODEUM Roma nel febbraio del ’48, lasciano intravedere alcune delle principali attività svolte dal francese per l’Organisation Gehlen, riguardanti perlopiù gli ambienti vaticani ed ecclesiastici in generale. Così nel primo report, intitolato “Renseignements sur les frères Omez”, Guignot fornisce al suo futuro capo informazioni sul conto di tre frati dell’ordine dei Dominicani, attivi tra Italia, Francia e Spagna e descritti come «sospetti» <289. Il secondo report, invece, sembra concentrarsi su un’analisi del panorama ecclesiastico francese in vista della nomina del nuovo arcivescovo di Rouen <290. Qualche mese più tardi, nell’aprile del ’48, Guignot avrebbe raccolto informazioni sull’ordine dei Gesuiti dietro richiesta di Johannes, servendosi, a quanto pare, anche di conoscenze nella segreteria di Stato del Vaticano <291. Col passare del tempo e con il consolidarsi del rapporto di fiducia reciproco, il capo dell’ODEUM Roma avrebbe aperto a Guignot anche le porte di Via Condotti, assegnandogli compiti come la sorveglianza della figlia di Malfatti, sospettata, come già accennato, di attività spionistica per i servizi segreti comunisti <292. Inoltre, sullo sfondo degli accordi presi tra il governo militare francese in Germania e l’Ordine – la prima “sconfitta” di Johannes a via Condotti, di cui si è parlato prima – Guignot si sarebbe anche occupato della raccolta di notizie sul conto del generale de Marguerittes, artefice di tali accordi e da lui descritto come «militare mediocre», ma capace di tutto per difendere i propri interessi <293.
Tuttavia, l’attività più degna di nota del collaboratore francese non avrebbe riguardato le cerchia ecclesiastiche, quanto piuttosto quelli legati alla sua patria. Nel ’49, poco dopo lo “scandalo SMOM” e la partenza di Johannes da Roma, sembra infatti che Guignot fosse stato impegnato nella costituzione di un collegamento fra l’Organisation Gehlen e un servizio segreto francese, probabilmente il SDECE (Service de Documentation Extérieure et de Contre-Espionnage), l’organo d’intelligence per l’estero francese, nato nel ’45 <294. Dai documenti emerge chiaramente come Guignot sia stato tra gli artefici di questo avvicinamento tedesco-francese, che, nell’agosto del ’49, avrebbe portato ad un incontro tra Reinhard Gehlen, accompagnato da Johannes, e un membro del suddetto servizio segreto della Repubblica francese <295.
In un documento intitolato “Reisebericht” (“Resoconto di viaggio”) Johannes affermava infatti che Guignot «e i suoi amici desiderano un contatto più frequente» con Pullach, in quanto la parte francese sarebbe estremamente interessata «a tutto quello che riguardava i comunisti in tutti i paesi, ma soprattutto in Germania» e considererebbe l’Organisation Gehlen quale «fonte più adatta con le migliori possibilità, anche dal punto di vista geografico, per fornire simili informazioni »296. In cambio, secondo quanto riferito da Guignot a Johannes, il servizio segreto francese avrebbe assicurato il proprio sostegno all’Organisation Gehlen in vista della costituzione degli organi d’intelligence della neonata Repubblica Federale Tedesca: gli “amici di Guignot” avrebbero avuto molto a cuore «che 34 [Reinhard Gehlen] venisse nominato capo dell’intelligence federale» <297. Inoltre essi, affermava Johannes, sarebbero stati persino disposti a «mettere fuori gioco» eventuali antagonisti dell’Organisation Gehlen, «se 34 lo desiderava» <298. In tal senso, le suddette attività di Guignot rientravano nel più vasto ambito della nascente cooperazione spionistica tedesco-francese postbellica che si stava pian piano costituendo tra il ’47 e il ’50, anno in cui Reinhard Gehlen avrebbe poi incontrato per la prima volta Henri Ribière, direttore generale del SDECE <299.
Anche se, dunque, l’attività di Guignot non avrebbe riguardato solo la sfera italiana o “interna”, ma anche quella estera, è degno di nota, in particolar modo, lo sforzo da lui fatto per contrastare il PCI nel 1949. Da un documento dell’ottobre di quell’anno emerge infatti come egli sia riuscito a trovare un informatore disposto – dietro un pagamento di 15.000 lire – a riprodurre e poi consegnargli un numero significativo di documenti conservati presso la sede centrale del PCI e riguardanti le corrispondenze del partito con Mosca <300. A causa di una sostanziale mancanza di fonti, tuttavia, non è al momento possibile ricostruire se o meno tale operazione proposta da Guignot avesse avuto seguito.
Dalle suddette attività della spia francese emerge con chiarezza come Johannes si sia servito di un uomo in grado di “compensare”, in apparenza, quegli aspetti che invece mancavano nel curriculum dello stesso capo dell’ODEUM Roma: Guignot appariva quale uomo d’intelligence con notevole esperienza, ben collegato e abile nel muoversi nella Roma “capitale di spie” dell’epoca. Tuttavia a tal riguardo, come emerge da un report del BND risalente al ’69 – quindi all’anno del pensionamento di Johannes – c’è chi all’interno dello stesso servizio segreto federale non la pensava affatto così. Guignot, afferma lo scrivente, «è senza dubbio da definire come poco professionale dal punto di vista dell’attività d’intelligence», oltre ad essere «un uomo che, senza prestazione adeguata, ha goduto immeritatamente per anni una vita comoda», grazie al supporto di Johannes <301. Definendo Guignot come «probabile imbroglione» e «scroccone», è facile dedurre che chi aveva redatto il documento fosse convinto che il collaborazionista francese, più che rappresentare una valida e importante componente del gruppo d’intelligence romano, avesse invece sfruttato la mancante esperienza sul campo di Johannes a proprio favore, fornendogli notizie poco importanti e, a volte, addirittura false <302. Mentre più avanti si tornerà sul report in questione, esaminandolo più a fondo soprattutto in vista del giudizio generale circa il lavoro dell’ODEUM Roma, basta qui dire che Guignot rappresentò senz’altro la componente più sfuggente del gruppo romano, ma al tempo stesso quella più eminente. Egli, come emerge dalle carte esaminate, sembra aver svolto per anni un ruolo centrale nell’attività d’intelligence dell’Organisation Gehlen a Roma, spaziando dall’ambiente vaticano fino ai ministeri italiani e al PCI. E, come dimostra il report appena citato, valutare in retrospettiva l’attività di Guignot risulta un’impresa difficile, soprattutto in vista dell’eterogeneità delle fonti e dei giudizi contrastanti espressi in esse.
[NOTE]
287 Italien-Allgemeines, Johannes Gehlen a Reinhard Gehlen, senza data, BND-Archiv, 220815, doc. 408.
288 Bericht N°10, Johannes Gehlen a Reinhard Gehlen, 13 febbraio 1948, BND-Archiv, 220815, doc. 121; Reisebericht Italien, 3031 [Otto Wagner], BND-Archiv, 220814_OT, doc. 138.
289 Renseignements sur les frères Omez, Guignot, senza data, allegato a Bericht N°10, Johannes Gehlen a Reinhard Gehlen, 13 febbraio 1948, BND-Archiv, 220815, doc. 119.
290 Très important, Succession du Cardinal Petit de Julleville, Archevèque du Rouen, Guignot, senza data, allegato a Bericht N°10, Johannes Gehlen a Reinhard Gehlen, 13 febbraio 1948, BND-Archiv, 220815, doc. 120.
291 Bericht N° 13, Johannes Gehlen a Reinhard Gehlen, 3 aprile 1948, BND-Archiv, 220815, doc. 106.
292 Bericht N°19, Johannes Gehlen a Reinhard Gehlen, 4 luglio 1948, BND-Archiv, 220815, doc. 079. Sarebbe stato sempre Guignot ad occuparsi della raccolta di prove sul tali presunte “attività illecite” e a consegnarle poi alle autorità, con lo scopo di far allontanare Malfatti dal SMOM, cfr. Italien-Allgemeines, senza data, BND-Archiv, 220814_OT, doc. 00305.
293 Report, Jean Henry Guignot de Salbert, 23 settembre 1948, allegato a Bericht N° 22, Johannes Gehlen a Reinhard Gehlen, BND-Archiv, 220815, doc. 062.
294 È chiaro che si trattava di un servizio segreto ufficiale e statale, e non di una rete “ufficiosa” o di carattere “privato”, in quanto veniva proposto il consolato francese come canale di comunicazione fra le due parti. Ciò, insieme all’attività estera e l’interesse nei confronti delle vicende internazionali, giustificano l’ipotesi che si tratti del SDECE. Cfr. anche E. Schmidt-Eenboom, C. Franceschini, T. Wegener Friis, Spionage unter Freunden, cit., pp. 68-69. Inoltre, come ha dimostrato Wolfgang Krieger, inoltre, un’effettiva collaborazione tra l’Organisation Gehlen e il SDECE si stabilì proprio nel triennio ’47-’50. W. Krieger, Partnerdienste, cit., pp. 254-259; Reisebericht von S-1933, 24 agosto 1949, BND-Archiv, 220815, doc. 084.
295 Che Johannes abbia accompagnato il fratello durante tale viaggio è provato dal seguente documento, cfr. Auszug aus: Eindrücke einer Reise in Oberitalien und der Schweiz im August 1949, S-1933, senza data, BND-Archiv, 220814_OT, doc. 000311.
296 Ibidem.
297 Ibidem.
298 Ibidem.
299 W. Krieger, Partnerdienste, cit., p. 259. Per un‘analisi approfondita dei rapporti spionistici tra l’Organisation Gehlen e i servizi segreti francesi a partire dal ’47 cfr. Ivi, pp. 249-322.
300 Italien-Allgemeines, senza data, BND-Archiv, 220814_OT, doc. 302.
301 Aus Akte Roma bei 106/II, senza data, BND-Archiv, 220816, doc. 607.
302 Ibidem.
Sarah Anna-Maria Lias Ceide, ODEUM Roma. L’Organisation Gehlen in Italia agli inizi della guerra fredda (1946-1956), Tesi di Dottorato, Università degli Studi di Napoli “Federico II”, 2022

#1947 #1948 #1949 #anticomunismo #francesi #JeanHenryGuignot #JohannesGehlen #occidentali #Odeum #OrganisationGehlen #ReinhardGehlen #Roma #SarahAnnaMariaLiasCeide #segreti #servizi #statunitensi #tedeschi

Nell’estate del ’48 l’ODEUM Roma aveva preso forma concreta

Gli episodi appena analizzati – lo “scandalo SMOM” e le tensioni emerse in occasione della valutazione dell’Organisation Gehlen e del suo potenziale da parte della CIA – rappresentano senz’altro un “punto basso” nei primi anni della carriera di Johannes nel campo dell’intelligence. Per tutta l’estate di quell’anno, durante l’assenza del loro capo, il futuro dei restanti tre membri del gruppo romano, Guignot, von Fransecky e Friede, sarebbe restato appeso a un filo. Nel caso di Alix von Fransecky la sensazione di insicurezza era particolarmente forte: ella, al pari di Johannes, aveva perso il lavoro da segretaria presso lo SMOM dopo gli eventi del giugno 1949. Un documento dell’agosto dello stesso anno attesta inoltre che von Fransecky e gli altri membri dell’ODEUM Roma non avevano ricevuto nessun tipo di indicazione riguardo il da farsi durante l’assenza di Johannes, né erano stati informati sulla possibile data di rientro di quest’ultimo <272. La situazione economica, infine, sembrava aver reso le circostanze ancor più preoccupanti per i tre membri del gruppo, come scriveva Guignot in una lettera al suo capo nel settembre del ’49:
“Ferner ist es unerlässlich, dass unsere materielle Situation genau festgelegt wird. Sie kennen besser als alle anderen unsere Lage. Es ist nun heute schon der 21. September und Alix und Friede haben noch nicht ihr Monatsgeld erhalten. Wir haben kaum leben können und sind am Ende unserer Kräfte seit einigen Tagen. Wir haben es nur dadurch geschafft, dass wir alles zusammen getan haben, was wir hatten. Diese Situation darf sich aber nicht mehr wiederholen” <273.
È importante a questo punto rilevare che i documenti consultati non offrono alcuna delucidazione riguardo alle modalità di soluzione dell’appena citata situazione di stallo in cui l’ODEUM Roma si trovava nell’estate del ’49. Il documento “Tätigkeiten in Rom”, di cui si è parlato prima, risale chiaramente al periodo di assenza di Johannes dall’Italia e rispecchia le concrete difficoltà dell’ODEUM Roma durante il biennio ’47-’49, ma non si trovano carte che gettino luce sulle dinamiche successive. Certo è solo che l’ex fisico nucleare stava ancora in Germania a fine ottobre – da ormai tre mesi circa – aspettando direttive da parte di Pullach <274. Quando esattamente Johannes sia infine tornato a Roma non è facile stabilire, ma è probabile che ciò sia accaduto nel novembre del ’49 <275. La CIA aveva deciso di mantenere in vita l’ODEUM Roma sotto la guida di Johannes, probabilmente grazie all’ennesimo intervento di Reinhard a favore del fratello maggiore. Tuttavia i problemi dell’ex fisico nucleare erano lontani dall’essere finiti. Sullo sfondo degli eventi dell’anno passato, nella primavera del ’50, infatti, sarebbero arrivati importanti cambiamenti per il gruppo romano dell’Organisation Gehlen. Tuttavia per comprendere appieno gli eventi sia del ’49 che del ‘50 è necessario analizzare dapprima non solo l’attività dei singoli membri dell’ODEUM Roma, a partire dal ’48, ma anche alcuni elementi dei loro rapporti interpersonali.
Come già detto, nell’estate del ’48 l’ODEUM Roma aveva preso forma concreta attraverso il reclutamento dei tre membri del gruppo, Guignot, Friede e von Fransecky. Mentre da una parte i documenti dimostrano come questi tre personaggi abbiano di fatto costituito la base operativa del gruppo romano, non risulta però d’altra parte altrettanto facile stabilire il loro preciso inquadramento e le loro funzioni. Innanzitutto è da mettere in evidenza il carattere eterogeneo del gruppo stesso. Mentre Guignot proveniva da un contesto spionistico-militare, grazie al servizio svolto agli ordini di Petain, Friede e von Fransecky non erano qualificabili come esponenti del mondo dell’intelligence, almeno in senso stretto. Inoltre, mentre l’ex Jugendführer e la giovane aristocratica erano entrambi cittadini tedeschi finiti in un modo o nell’altro a Roma, il legame di Guignot con la Germania si era venuto a costituire grazie alla sua attività collaborazionista durante la guerra. Tuttavia era probabilmente proprio questa eterogeneità dell’ODEUM Roma ad aver convinto Johannes del potenziale del suo gruppo: la Roma del secondo dopoguerra era una vera e propria “capitale delle spie” che brulicava di agenti dei più diversi servizi segreti, di avventurieri e mercenari; un ambiente, in breve, che richiedeva caratteristiche specifiche da parte di chi intendeva sfruttarlo a scopi spionistici. Il carattere plurinazionale e multilinguistico del gruppo sembrava, in tal senso, promettente. Come avrebbe allora Johannes gestito la divisione dei compiti fra i suoi tre dipendenti? E come si sarebbe configurata la gerarchia interna tra i singoli membri? Un documento del ’49 riesce a fare un po’ di chiarezza a tal proposito. Si tratta di una lunga lettera di Johannes scritta al fratello Reinhard che comprende anche una lista delle relative paghe, per il mese di ottobre, di von Fransecky, Friede e Guignot. L’importo degli stipendi ricevuti lascia intravedere una certa “gerarchia”: mentre nel caso dei primi due l’importo risulta essere rispettivamente di 80 e 100 dollari americani, Guignot avrebbe ricevuto uno stipendio di ben 150 dollari, quasi il doppio di von Fransecky <276.
Von Fransecky: un sostegno prezioso
Per quanto riguarda l’attività svolta dalla giovane aristocratica tedesca per l’ODEUM Roma, ella, anche se ufficialmente impiegata come segretaria di Johannes <277, avrebbe comunque avuto un ruolo non indifferente nell’aiutare l’ex fisico nucleare ad allacciare dei rapporti con importanti esponenti della stampa, della politica e degli ambienti universitari tedeschi <278. Ciò emerge già con chiarezza se si considera che era probabilmente stata von Fransecky a presentare Johannes al proprio patrigno, il celebre archeologo tedesco Curtius. Inoltre, come già detto, la giovane aristocratica era stata ufficialmente assunta come segretaria presso la Segreteria Estera dello SMOM e avrebbe in tal modo assistito Johannes e von Thun-Hohenstein nella loro “missione”. Dopo il brusco allontanamento dei due uomini dallo SMOM, von Fransecky si sarebbe subito occupata di trovarsi una nuova attività di copertura. Grazie ai suoi eccellenti contatti con la comunità tedesca in Italia e con importanti esponenti dell’alta società nella RFT, infatti, ella «non avrebbe dovuto avere difficoltà a trovare un qualche impiego a Roma» <279. In effetti nell’autunno del ’49 von Fransecky, dietro approvazione di Johannes, stava ormai tentando di inserirsi nell’ambito del rinascente apparato estero della RFT in Italia <280. Oltre a una possibile posizione presso la futura ambasciata tedesca a Roma, stando a quanto riferito da Johannes, l’unico membro femminile dell’ODEUM Roma avrebbe avuto anche concrete possibilità di essere assunta dalla multinazionale statunitense Amexco (American Express Company) presso la sede romana di tale ditta <281. Inoltre sarebbe stato sempre attraverso il tramite di Alix von Fransecky, che, sempre nell’autunno del ’49, Johannes avrebbe tentato di procurarsi un’attività di copertura come giornalista presso il NWDR <282 (Nordwestdeutscher Rundfunk), la stazione radiofonica per la Germania nordoccidentale, vicenda che sarà analizzata più avanti <283.
Nonostante siano scarsi gli indizi contenuti nelle carte del BND sul conto di von Fransecky, risulta comunque interessante l’analisi di una lettera da lei mandata nel ’50 a un certo “Giesecke”, la cui identità non è del tutto chiara, anche se sembra essere stato membro del rinascente corpo diplomatico tedesco-federale <284. La suddetta lettera scritta da von Fransecky, oltre al chiaro intento di mettersi a disposizione in vista dell’imminente processo di selezione del personale per la nuova ambasciata, contiene un dettaglio interessante, ovvero l’indicazione di essere in quel periodo impiegata «presso l’“International Tobacco Company”» e, inoltre, di avere un rapporto di collaborazione con esponenti della «International Correspondence for Press and Radio», entrambi con sede a Roma <285. Mentre appare logico perché von Fransecky non menzioni il proprio impiego presso l’Organisation Gehlen, è tuttavia interessante che ella afferma di star lavorando per le due succitate ditte, della cui esistenza non sembra esservi alcuna traccia. Non è stato infatti possibile trovare una qualche fonti che attesti la loro esistenza: una ricerca nel Reading Room della CIA e nei documenti messi a disposizione dal BND e dall’ACS non ha prodotto risultati per quanto riguarda sia l’International Tobacco Company che l’International Correspondence for Press and Radio. È a questo punto plausibile che si tratti di due ditte di copertura della CIA, messe a disposizione di von Fransecky per arricchire il proprio curriculum durante il periodo di ricerca lavoro. Accanto a ciò, dal succitato documento emergono altri due elementi di grande interesse. In primo luogo, lo sforzo fatto da von Fransecky per entrare a far parte dello staff della nuova ambasciata tedesco-federale in Italia conferma che ella non abbia svolto solamente le mansioni di una segretaria o impiegata d’ufficio. Il suo inserimento nell’ambiente diplomatico della RFT avrebbe comportato degli ovvi vantaggi per l’attività d’intelligence dell’ODEUM Roma e, senza dubbio, era questo aspetto a costituire una delle principali motivazioni. In secondo luogo, è interessante notare come l’indirizzo del mittente nel documento sia «Via Flaminia 357», ovvero l’indirizzo di residenza di Johannes e Agda Gehlen. Ciò sembra confermare quanto già detto prima, ovvero che il rapporto tra il capo dell’ODEUM Roma e la sua collaboratrice sia stato innanzitutto basato sull’amicizia. In generale, al di là del rapporto con Johannes, von Fransecky sembra aver svolto la funzione di “collante” dell’ODEUM Roma con la centrale dell’Organisation Gehlen a Pullach, trasmettendo comunicazioni e note dall’uno all’altro e occupandosi degli aspetti organizzativi e logistici necessari per lo svolgimento dell’attività del gruppo. Inoltre ella inizialmente era l’unico membro dell’ODEUM Roma ad aver ricevuto una formazione nell’uso di inchiostro “invisibile” (la cosiddetta G-Tinte) <286.
[NOTE]
272 Meldung, Betr.: Alix von Fransecky, Verschiedene Durchsagen an S-1933, bzw. 34 bezueglich Geschehnisse seit der Abreise des S-1933, 5 agosto 1949, BND-Archiv, 220814_OT, doc. 000134.
273 Italien-Allgemeines, Johannes Gehlen a Reinhard Gehlen, senza data, BND-Archiv, 220815, doc. 408.
Inoltre è indispensabile che la nostra situazione materiale venga regolamentata in modo preciso. Lei conosce meglio di chiunque altro la nostra condizione. Ormai è già il 21 settembre e Alix e Friede ancora non hanno ricevuto il loro stipendio mensile. Siamo riusciti appena a sopravvivere e da alcuni giorni siamo allo sfinimento. Ce l’abbiamo solo fatta mettendo insieme tutto quello che avevamo. Questa situazione non deve però più ripetersi.
274 Lettera di Johannes Gehlen a Reinhard Gehlen, 25 ottobre 1949, BND-Archiv, 220815, doc. 059.
275 Nota su Avv. Carlo Miglioli, Rom, 8 novembre 1949, BND-Archiv, 220814_OT, doc. 000261.
276 Italien-Allgemeines, Johannes Gehlen a Reinhard Gehlen, senza data, BND-Archiv, 220815, doc. 408.
277 Tätigkeiten in Rom, 1949, BND-Archiv, 220815, doc. 420.
278 Il duplice ruolo giocato da von Fransecky sia in ambito d’intelligence che come segretaria è dimostrato, fra gli altri, da un report scritto da Johannes, in cui si riferisce a lei come «mia informatrice», cfr. Bericht N°6, Johannes Gehlen a Reinhard Gehlen, 1° gennaio 1948, BND-Archiv, 220815, doc. 150.
279 Aktennotiz über Rücksprache mit Ludwig Adam Grefen von Strachwitz am 28.7.1949, 29 luglio 1949, BND-Archiv, 220815, doc. 404.
280 Italien-Allgemeines, Johannes Gehlen a Reinhard Gehlen, senza data, BND-Archiv, 220815, doc. 408; Lettera di Johannes Gehlen a “Hans”, 23 gennaio 1950, BND-Archiv, 220815, doc. 047.
281 Italien-Allgemeines, Johannes Gehlen a Reinhard Gehlen, senza data, BND-Archiv, 220815, doc. 408.
282 Lettera di Johannes Gehlen a “Hans”, 23 gennaio 1950, BND-Archiv, 220815, doc. 047.
283 Per la vicenda Johannes-NWDR, che sarà trattata nel paragrafo 5.2., risulta essere illuminante in particolar modo una serie di documenti del BND, tutti risalenti al 1950, cfr. BND-Archiv, 220815, doc. 16, 17, 19, 37, 47.
284 Lettera di Alix von Fransecky a “Fr. Giesecke”, 10 marzo 1950, BND-Archiv, 220815, doc. 018.
285 Ibidem.
286 Aktennotiz über Einweisung Frl. F. am 21.3. und 1.4.49 im Clubhaus, 22 aprile 1949, BND-Archiv, 220814_OT, doc. 000367.
Sarah Anna-Maria Lias Ceide, ODEUM Roma. L’Organisation Gehlen in Italia agli inizi della guerra fredda (1946-1956), Tesi di Dottorato, Università degli Studi di Napoli “Federico II”, 2022

Nel portare avanti i propri programmi scientifici attraverso il reclutamento degli scienziati nazisti con missioni parallele simili a Paperclip <726, il JIOA [Joint Intelligence Objectives Agency] fu limitato con le nuove politiche della Germania Ovest e, soprattutto, con la normativa della NATO <727 e dei Paesi che amministravano la Germania.
Lo stesso non accadde per la CIA in quanto facente parte dei servizi segreti aveva molta più libertà di azione e riusciva a non farsi condizionare dalle nuove normative in Germania. Così, quest’ultima continuò a reclutare gli agenti a scapito di Paperclip che, nel frattempo, modificò il suo nome in Defense Scientist Immigration Program (DEFSIP). Anche la CIA, poco a poco, iniziò a modificare la sua struttura come quando, per esempio, cedette l’Organizzazione Gehlen alla Germania Ovest sotto il cancelliere Konrad Herman Josef Adenauer che la rinominò BND (Bundesnachrichtendienst) <728. Ci sono, inoltre, dei documenti come quello della CIA del 1952 indirizzato all’OSI, in cui traspare preoccupazione che l’Operazione Paperclip potesse venire messa in pericolo dalla normativa NATO e dai negoziati con la Germania Ovest <729.
[NOTE]
727 Hunt L., Secret Agenda: The United States Government, Nazi Scientists, and Project Paperclip, 1945 to 1990, St. Martin’s Press – Thomas Dunne Books, New York, 1991, pag. 182
728 Jacobsen, A. M., Operation Paperclip: the secret intelligence program that brought nazi scientists to America, Back Bay Books, New York, 2014, pag. 376
729 CIA Digital Archives, Document Number (FOIA) /ESDN (CREST): 519cd81b993294098d5161a0, FOIA ERR, Special Collection, Nazi War Crimes Disclosure Act, 20 febbraio 1952
Luca Mershed, L’Operazione Odessa e la diffusione del nazismo in Argentina e nelle Americhe, Tesi di Dottorato, Università degli Studi di Roma La Sapienza, Anno Accademico 2018-2019

#1948 #1949 #1950 #AlixVonFransecky #BND #CIA #Federale #GTinte #Germania #JohannesGehlen #LucaMershed #ODEUM #OrganisationGehlen #Ovest #roma #SarahAnnaMariaLiasCeide #segreti #servizi

Client Info

Server: https://mastodon.social
Version: 2025.04
Repository: https://github.com/cyevgeniy/lmst