#Archeologia

Archeologia Żywaarcheologiazywa
2025-10-12

Pod wałbrzyskim zborem odkryto grób młodego protestanta z XVIII w. 👒
Jego elegancki strój i tajemnicze miejsce spoczynku to jedna z zagadek miasta.
Artykuł walczy o tytuł „Artykułu miesiąca”!
🔗 Liczy się każde kliknięcie w link: archeologia.com.pl/mlody-mezcz

2025-10-11

✝️ 𝗠𝗼𝘀𝘁𝗿𝗲 / 𝗔𝗹𝗹'𝗔𝗿𝗰𝗼 𝗱𝗶 𝗠𝗮𝗹𝗯𝗼𝗿𝗴𝗵𝗲𝘁𝘁𝗼 𝗹𝗲 𝗺𝗲𝗺𝗼𝗿𝗶𝗲 𝗮𝗿𝗰𝗵𝗲𝗼𝗹𝗼𝗴𝗶𝗰𝗵𝗲 𝗱𝗲𝗶 𝗽𝗲𝗹𝗹𝗲𝗴𝗿𝗶𝗻𝗶 𝗲 𝗱𝗲𝗶 𝗚𝗶𝘂𝗯𝗶𝗹𝗲𝗶❟ 𝗱𝗮𝗹 𝗠𝗲𝗱𝗶𝗼𝗲𝘃𝗼 𝗮𝗹𝗹'𝗲𝘁à 𝗺𝗼𝗱𝗲𝗿𝗻𝗮

foto: © @soprintendenzaspecialeroma

#Malborghetto #ArcoDiMalborghetto #pellegrinaggio #Giubileo #archeologia #storia #Italia #Explora #cultura #didattica #Roma #mostre

storiearcheostorie.com/2025/10

2025-10-11

Una nuova ricerca conferma l'ipotesi dei moai “camminanti”

#archeologia @scienze

Il trasporto delle statue moai di Rapa Nui è stato oggetto di dibattito per oltre un secolo. Sulla base di un'analisi sistematica di 962 moai combinata con la modellazione 3D e esperimenti sul campo gli scienziati hanno dimostrato che gli antichi abitanti di Rapa Nui utilizzavano delle corde e “camminavano” con le statue giganti con un movimento a zig-zag lungo le strade progettate.

umbertogaetani.substack.com/p/

Carl P. Lipo e Terry L. Hunt hanno confermato tramite modellazione 3D ed esperimenti sul campo che gli antichi abitanti di Rapa Nui “trasportavano” le statue moai.
2025-10-09

🏺 𝗧𝗼𝗿𝗶𝗻𝗼❟ 𝟮𝟱𝟰 𝗮𝗻𝘁𝗶𝗰𝗵𝗶 𝗿𝗲𝗽𝗲𝗿𝘁𝗶 𝘁𝗼𝗿𝗻𝗮𝗻𝗼 𝗮𝗹𝗹𝗼 𝗦𝘁𝗮𝘁𝗼

✅ Tra loro vasi, coppe e anfore di provenienza apula, etrusca, umbra, messapica e romana

I dettagli su Storie & Archeostorie:

#Archeologia #Patrimonio #CarabinieriTPC #Restituzione #StoriaAntica #Cultura #BeniArcheologici #Torino

Foto: © Carabinieri TPC

storiearcheostorie.com/2025/10

2025-10-08

🔥 📜 Dai papiri carbonizzati di Ercolano riemerge la voce del filosofo Zenone!

💡 Grazie alla termografia attiva svelati testi inediti del fondatore dello Stoicismo. Emergono anche nuovi dettagli sui filosofi antichi.

🔬 Una scoperta rivoluzionaria firmata Università di Pisa e CNR.

👉 I dettagli su Storie & Archeostorie

#Ercolano #Papiri #Zenone #Stoicismo #Archeologia #FilosofiaAntica #CNR #UniversitàdiPisa #GreekSchools #HeritageScience #Scoperta

storiearcheostorie.com/2025/10

2025-10-08

Studi / I papiri carbonizzati di Ercolano ridanno voce al filosofo stoico Zenone

Elena Percivaldi

Un’altra pagina perduta del pensiero antico torna a vivere dalle ceneri di Ercolano. Grazie alle nuovissime tecnologie di imaging avanzato, un team di studiosi dell’Università di Pisa e del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) è riuscito a leggere porzioni finora inaccessibili dei papiri carbonizzati provenienti dalla Villa dei Papiri di Ercolano, sepolta dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.C.

Foto: ©CNR

La scoperta, pubblicata su Scientific Reports (Springer Nature), ha rivelato nuove informazioni su Zenone di Cizio, il fondatore dello Stoicismo, gettando luce su aspetti poco noti della sua vita e della sua dottrina. Debolezza fisica, isolamento volontario e rigore ascetico emergono dai testi come tratti distintivi di un uomo interamente dedito alla riflessione filosofica e alla virtù morale.

Leggi anche

https://storiearcheostorie.com/2022/12/13/archeologia-carbonizzati-ma-vivi-reperti-lignei-ercolano-reggia-portici/

Lo Stoicismo e il suo maestro

Fondato ad Atene intorno al 300 a.C., lo Stoicismo è una delle scuole più influenti del pensiero ellenistico. Il suo fondatore, Zenone di Cizio, predicava la necessità di vivere in accordo con natura e ragione, esercitando il controllo delle passioni per raggiungere l’equilibrio interiore.

Foto: ©CNR

I nuovi frammenti, decifrati grazie a tecniche non invasive, confermano la fama di Zenone come asceta e maestro di rigore, ma anche come figura discussa. In alcuni passi del papiro PHerc. 1018, che contiene la Storia della scuola stoica di Filodemo di Gadara, il filosofo viene persino descritto come “moralmente discutibile” per alcune teorie contenute nella sua opera La Repubblica, dove proponeva pratiche sociali decisamente poco convenzionali per l’epoca.

Busto di Zenone (foto: WIkimedia Commons)

Deriso dai contemporanei per la sua origine fenicia e la scarsa padronanza del greco, Zenone si guadagnò tuttavia alla morte solenni onoranze pubbliche, segno del rispetto che la città di Atene nutriva per la sua grandezza filosofica.

La rivoluzione della termografia attiva

Il vero salto in avanti di questa ricerca risiede nella tecnologia impiegata: la termografia attiva. Per la prima volta, infatti, i ricercatori del CNR-ISPC (Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale) e del CNR-ISASI (Istituto di Scienze Applicate e Sistemi Intelligenti “Eduardo Caianiello”) hanno applicato questa tecnica ai papiri ercolanesi.

Foto: ©CNR

Il metodo, basato sulla rilevazione di contrasti termici tra l’inchiostro carbonioso e la superficie del papiro, permette di ottenere immagini leggibili anche in rotoli fortemente danneggiati. Il risultato è un livello di dettaglio paragonabile all’imaging iperspettrale a onda corta (SWIR), ma con una maggiore capacità di rivelare informazioni sulla struttura interna del papiro e sulle zone di restauro o incollaggio.

Come ha spiegato Costanza Miliani, direttrice dell’ISPC-CNR, questa tecnica “consente di acquisire segnali invisibili a occhio nudo, restituendo testi quasi del tutto perduti e garantendo allo stesso tempo la conservazione dei materiali originali”.

Le nuove edizioni dei testi: più parole, più filosofia

Le immagini ottenute hanno permesso di arricchire in modo significativo l’edizione critica di diversi papiri.
La nuova versione della Storia della scuola stoica curata da Kilian Fleischer (Università di Tubinga) contiene il 10% di testo greco in più rispetto all’edizione del 1994, offrendo nuovi dati sulla cronologia di Zenone e dei suoi successori Crisippo e Panezio, che introdusse lo stoicismo a Roma.

Non meno straordinari i risultati relativi ad altri rotoli:

  • Il papiro PHerc. 1508, curato da Eleni Avdoulou, rivela il 45% di testo in più e sembra contenere non una storia della scuola pitagorica, come si credeva, ma una biografia di medici greci, tra cui Acrone di Agrigento ed Eurifonte di Cnido.
  • Il papiro PHerc. 1780, riedito da Carlo Pernigotti, restituisce il 30% in più di testo greco e si è rivelato una raccolta di testamenti di filosofi epicurei, l’unico testo documentario della collezione ercolanese.
Foto: ©CNR

Scienza e tutela: un equilibrio possibile

La ricerca rientra nel Progetto ERC Advanced Grant GreekSchools, coordinato da Graziano Ranocchia del Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica dell’Università di Pisa.
La direttrice della Biblioteca Nazionale di Napoli, Silvia Scipioni, ha sottolineato come “le nuove tecnologie concilino tutela e ricerca, permettendo la lettura dei papiri senza alcun danno fisico”.

Graziano Ranocchia

Per la prima volta, la Biblioteca è co-beneficiaria di un progetto europeo, al fianco del CNR e dell’Università di Pisa: un passo decisivo verso la digitalizzazione e conservazione integrata dei papiri, considerati tra i documenti più fragili e preziosi dell’antichità.

Come ha concluso Ivo Rendina, direttore del CNR-ISASI, “questi metodi di diagnostica ottica restituiscono alla comunità scientifica e alla società un patrimonio di conoscenze rimasto per duemila anni nel silenzio della cenere”.

Per saperne di più:

#archeologia #CNR #Ercolano #FilodemoDiGadara #filosofiaGreca #GreekSchools #papiri #ScientificReports #Stoicismo #studi #termografiaAttiva #UniversitàDiPisa #VillaDeiPapiri #ZenoneDiCizio

Immagine del laboratorio di analisi con attrezzature per la termografia attiva, inclusi scanner e luci, mentre un papiro carbonizzato è posizionato su un tavolo.Frammento di papiro carbonizzato proveniente dalla Villa dei Papiri di Ercolano, visibile in due immagini con dettagli di testo e superficie danneggiata.Scultura di un filosofo con barba e capelli mossi, rappresentata in marmo, evidenziando i dettagli del volto e dei capelli ricci.
Archeologia Żywaarcheologiazywa
2025-10-07

Po ponad 200 latach ponownie otwarto grobowiec Amenhotepa III w Dolinie Królów! 👑
To efekt ponad dwóch dekad międzynarodowych prac konserwatorskich.

Tylko u nas zobacz zdjęcia z uroczystego otwarcia i poznaj kulisy tego niezwykłego projektu:
👉 archeologia.com.pl/grobowiec-a

Archeologia Żywaarcheologiazywa
2025-10-07

Rusza nowy konkurs Archeologii Żywej z nagrodami od firmy Cellfast!
Każdy przesłany do nas artykuł może wziąć udział w comiesięcznym rankingu popularności. Liczą się Wasze wyświetlenia – aktualny ranking znajdziecie tutaj:
🔗 archeologia.com.pl/konkurs-cel

Pisz. Publikuj. Wygrywaj.

2025-10-07

🌙 𝗧𝗲𝗿𝗺𝗲 𝗱𝗶 𝗖𝗮𝗿𝗮𝗰𝗮𝗹𝗹𝗮 𝗯𝘆 𝗻𝗶𝗴𝗵𝘁: 𝘃𝗶𝗮𝗴𝗴𝗶𝗼 𝗻𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗥𝗼𝗺𝗮 𝗶𝗺𝗽𝗲𝗿𝗶𝗮𝗹𝗲 𝗮𝗹 𝗰𝗵𝗶𝗮𝗿𝗼 𝗱𝗶 𝗹𝘂𝗻𝗮

🏛️ Per nove serate, dal 12 ottobre al 2 novembre, un viaggio tra sotterranei, mitreo e giochi d’acqua, alla scoperta del lato più affascinante della Roma imperiale.

Dettagli su Storiearcheostorie.com

#TermeDiCaracalla #RomaAntica #VisiteGuidate #Archeologia #ByNight #SoprintendenzaSpecialeRoma

Foto: ©Fabio Caricchia / Soprintendenza Speciale Roma

storiearcheostorie.com/2025/10

2025-10-07

🏺 La scoperta archeologica dell'anno? Un misterioso palazzo-labirinto di Creta

✅ Il sito, emerso tra le colline di Papoura, presenta 8 anelli concentrici in pietra e risale alla civiltà minoica, tra ii 2000 e il 1700 a.C.

🏆 Il Premio Palmyra sarà assegnato alla BMTA di Paestum

👉 Leggi l’articolo completo su StorieArcheostorie.com

#BMTA2025 #PremioPalmyra #Archeologia #Creta #Cultura #ScopertaArcheologica #Minoico #Paestum #Palmira #TurismoCulturale #Unite4Heritage

storiearcheostorie.com/2025/10

Archeologia Żywaarcheologiazywa
2025-10-06

💥 Nowy odcinek cyklu już na YouTubie!

Jak archeolodzy zamieniają „daty względne” na twarde liczby? 🧭
I jak zsynchronizować dzieje Niżu Polskiego z chronologią celtyckiej Europy i świata śródziemnomorskiego?

Prof. Piotr Łuczkiewicz z UMCS, przybliża nam założenia najnowszego projektu, który stara się ustalić: kiedy i jak szybko ukształtowała się kultura przeworska?

🎥 Zobacz zapis spotkania: youtu.be/3aq9Bk12oac

2025-10-06

Gli esseri umani prosperavano nel deserto arabo 12.000 anni fa, come dimostrano le monumentali incisioni rupestri

#archeologia @scienze

Durante la transizione dal Pleistocene all'Olocene (circa 12.000 anni fa), gli esseri umani sfruttarono una rete di bacini idrici stagionali nell'interno dell'Arabia settentrionale, contrassegnando i luoghi e le vie di accesso con monumentali incisioni rupestri raffiguranti cammelli, stambecchi, equidi selvatici, gazzelle e uri.

umbertogaetani.substack.com/p/

Pannelli di arte rupestre a Jebel Arnaan.

Archeologia nel territorio di Enna, un volume collettivo per raccontarla

Un volume monografico della rivista ArcheoLogica Data (n.5.1 -2025), curato dall’archeologa Francesca Valbruzzi, raccoglie i contributi sugli esiti scientifici delle principali attività di ricerca archeologica condotte nell’ultimo decennio nel territorio ennese.

Ve lo segnaliamo (lo potete trovare a questo link) perché testimonia l’importanza delle ricerche archeologiche nella […]

Leggi il resto: https://www.argocatania.it/2025/10/06/archeologia-nel-territorio-di-enna-un-volume-collettivo-per-raccontarla/

#archeologia #Enna #FrancescaValbruzzi

panorama con lago di Pergusa (area di Cozzo Matrice)
2025-10-05

✨ ✨ ✨ 𝗖𝗘𝗟𝗧𝗜: 𝗻𝘂𝗼𝘃𝗲 𝘀𝗰𝗼𝗽𝗲𝗿𝘁𝗲 𝗶𝗻 𝗕𝗼𝗲𝗺𝗶𝗮!

Centinaia di monete d’oro e d’argento, gioielli in bronzo e reperti mai visti sono stati scoperti in un sito che, per ora, rimane segreto.
Ma un assaggio dei ritrovamenti è in mostra fino al 30 novembre.

👉 Tutti i particolari su Storie & Archeostorie: wp.me/p7tSpZ-ax4

#archeologia #Celti #scopertearcheologiche #mostra #scoperte #monete #Boemia #antichità #RepubblicaCeca #archeologia

@akademievedcr | @marianskatynice

storiearcheostorie.com/2025/10

2025-10-05

Centinaia di monete e gioielli: ecco i tesori celtici mai visti, scoperti in un sito “segreto” della Boemia

Elena Percivaldi

Centinaia di monete d’oro e d’argento, alcune delle quali pezzi unici prici di confronti noti. E ancora, fibbie di bronzo, decine di preziosi oggetti metallici e persino una statuetta a forma di cavallo. Sono questi i tesori riportati alla luce dagli archeologi in un “misterioso” sito celtico della Repubblica Ceca, rigorosamente tenuto segreto per timore dell’azione nefasta dei tombaroli. Per ora si sa solo che si trova nella regione di Plzeň (Pilsen), nella Boemia occidentale, mentre i reperti, tutti risalenti al tardo periodo di Hallstatt e di La Tène (VI-I secolo a.C.), sono attualmente esposti a a Kralovice, piccolo “assaggio” di una grande mostra prevista nel prossimo futuro.

Una scoperta straordinaria

Gli archeologi del Archeologický ústav AV ČR (l’Istituto Archeologico dell’Accademia delle Scienze della Repubblica Ceca) di Praga e del Muzeum a galerie severního Plzeňska v Mariánské Týnici di Kralovice stanno indagando dal 2021 l’area, delle dimensioni comprese tra 12 e 16 ettari circa. Il sito era fino a quel momento sconosciuto, né si sospettava che potesse “nascondere” i resti di un insediamento celtico strutturato. Per evitare possibili saccheggi da parte di curiosi e amatori armati di metal detector, gli studiosi hanno preferito mantenere le coordinate esatte del luogo nel più stretto riserbo. Una cosa però l’hanno confermata, e cioè che il sito è davvero eccezionale: non solo per la gran quantità di reperti ritrovati, ma anche perché sono perfettamente conservati, essendo il tutto rimasto inviolato per oltre duemila anni.

Una delle monete ritrovate (foto: ©Archeologický ústav AV ČR)

Centinaia di monete d’oro e d’argento e tanti gioielli

Tra i reperti più vistosi spiccano le centinaia di monete d’oro e d’argento (in tutto parliamo di circa 500 pezzi), molte delle quali pezzi unici mai catalogati finora, completamente sconosciute ai repertori già pubblicati. La scoperta è dunque eccezionale perché potrebbe fornire nuovi elementi cruciali per la comprensione della monetazione nella Boemia antica.

Un momento dello scavo Una delle monete ritrovate (foto: ©Archeologický ústav AV ČR)

Ma c’è di più. Oltre alle monete, il sito ha restituito svariati lingotti d’oro e argento e un gran numero di gioielli e oggetti preziosi in bronzo: fibule, spilloni, bracciali, pendagli e una bellissima figurina a forma di cavallo.
Notevole è soprattutto un ricco corredo di gioielli in oro riferibile all’epoca halstattiana, che testimonia l’alto grado di raffinatezza raggiunto dalla lavorazione dei metalli e ci conferma l’elevato status sociale dell’individuo che lo possedeva.

Leggi anche

https://storiearcheostorie.com/2025/07/22/insediamento-celtico-scoperta-repubblica-ceca-celti/

Emporio commerciale o luogo stagionale?

Ma c’è un piccolo mistero. Sul sito non sembrano essere state rinvenute, almeno finora, tracce di grosse strutture edilizie permanenti, il che ha indotto gli archeologi a ipotizzare che il sito non fosse un oppidum (cittadella fortificata), ma un luogo di dimensioni limitate frequentato solo stagionalmente o per determinate funzioni, in particolare lo scambio di merci e il conio di monete.

In zona conosciamo l’esistenza di centri commerciali di grandi dimensioni: un esempio ben noto è Němčice nad Hanou, in Moravia, luogo di produzione e distribuzione di merci a livello sovraregionale. Tuttavia le dimensioni ampie, il fattoi che fosse un importante centro di potere e il contesto in cui sorgeva, lungo il sentiero dell’ambra, lo assegnano ad una fattispecie ben diversa. Quello appena ritrovato, dunque, sarebbe un nuovo tipo di sito, non ancora documentato archeologicamente nella regione settentrionale di Plzeň. Il che ne accresce senza dubbio il fascino e l’interesse.

Una delle strutture in pietra in fase di scavo Una delle monete ritrovate (foto: ©Archeologický ústav AV ČR)

Secondo David Daněček, archeologo del Museo e coordinatore del progetto di scavo, la produzione occasionale di piccoli oggetti — e in particolare di monete — ben si accorda con la presenza attività mercantili intense ma non svolte in maniera continuativa. Gli stessi lingotti qui rinvenuti potrebbero essere stati utilizzati direttamente come merce di scambio oppure attendevano in loco di essere trasformati in monete, previa autorizzazione da parte delle autorità locali.

La mostra e il futuro dei reperti

La mostra «Nejasná zpráva o Keltech na severním Plzeňsku» (titolo che si può tradurre all’incirca con “Notizie incerte sui Celti nella regione settentrionale di Pilsen”) è allestita nel Muzeum a galerie severního Plzeňska v Mariánské Týnici di Kralovice dal 3 settembre al 30 novembre 2025. Per ora, espone soltanto una parte dei reperti: i pezzi più preziosi restano “blindati” in tutta sicurezza, in attesa di essere sottoposti a studi accurati.

Nel futuro si prevede comunque di realizzare una esposizione permanente che possa offrire al pubblico una visione più ampia e dettagliata non solo del “misterioso” sito, ma più in generale della presenza celtica nella regione e in Boemia. Non resta dunque che armarsi di pazienza e aspettare.

Foto: ©Archeologický ústav AV ČR

#archeologia #ArcheologickýústavAVČR #Boemia #Celti #InEvidenza #monetazione #mostra #MuzeumAGalerieSeverníhoPlzeňskaVMariánskéTýnici #repertiArcheologici #RepubblicaCeca #storiaAntica

Moneta d'oro antica parzialmente affiorante dal terreno, con un disegno visibile sulla superficie, circondata da terra e rametti.Due archeologi impegnati in scavi in un terreno agricolo, con attrezzature da scavo e un quadrato tracciato nel suolo per la mappatura.Due archeologi mentre scavano in un sito archeologico, circondati da rocce e strumenti da scavo, in un'area di terreno terrazzato.
2025-10-05

💀✨ 𝗗𝗮𝗹 𝘀𝗼𝘁𝘁𝗼𝘀𝘂𝗼𝗹𝗼 𝗱𝗶 𝗔𝘁𝗿𝗶 (𝗧𝗲𝗿𝗮𝗺𝗼) 𝗿𝗶𝗮𝗳𝗳𝗶𝗼𝗿𝗮 𝗹𝗮 𝘀𝘁𝗼𝗿𝗶𝗮

Durante i lavori per il nuovo metanodotto è stata scoperta una necropoli dell’Età del Ferro (850-750 a.C.), con tombe a tumulo e corredi preziosi. Un ritrovamento che arricchisce la conoscenza dell’Abruzzo antico.

📍 Casoli-contrada Casabianca, Atri (TE)

Foto: © @soprintendenza_laquila_teramo

#Archeologia #Abruzzo #Necropoli #EtàDelFerro #ScopertaArcheologica #Atri #Storia #ItaliaAntica #Teramo

storiearcheostorie.com/2025/10

2025-10-05

✨ 🌍 𝗨𝗻 𝗿𝗲𝗽𝗲𝗿𝘁𝗼 𝘂𝗻𝗶𝗰𝗼 𝗮𝗹 𝗺𝗼𝗻𝗱𝗼❟ 𝘁𝗿𝗮 𝗮𝗿𝗰𝗵𝗲𝗼𝗹𝗼𝗴𝗶𝗮 𝗲 𝗿𝗲𝗮𝗹𝘁à 𝘃𝗶𝗿𝘁𝘂𝗮𝗹𝗲

Dall’8 ottobre al 1° dicembre 2025 𝑻𝒐𝒓𝒊𝒏𝒐 𝑫𝒊𝒈𝒊𝒕𝒂𝒍 𝒄𝒆𝒎í: in mostra uno straordinario reliquiario in cotone del XV secolo della civiltà Taíno delle Antille, e il suo gemello digitale in VR.

📍 Al Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino

#DigitalCemi #MostreTorino #Archeologia #VR #Taíno #Musei
#Torino

storiearcheostorie.com/2025/10

2023-02-28

ARCHEOLOGIA / Inghilterra, trovato un pettine d’osso ricavato da un frammento di cranio umano: risale all’età del ferro

Elena Percivaldi

Michael Marshall con il pettine di Bar Hill (© MOLA)

Un pettine risalente all’età del ferro, ricavato non come di consueto da ossa di animali bensì da un frammento di cranio umano. E’ davvero sorprendente – e anche inaspettata – la scoperta degli archeologi del Museum of London Archaeology (MOLA), che esaminando gli oltre 280.000 manufatti recuperati durante gli scavi archeologici effettuati tra il 2016 e il 2018 nell’ambito del National Highways A14 Cambridge to Huntingdon Improvement Scheme – il progetto di ampliamento dell’autostrada che collega Catthorpe al porto di Felixstowe, attraversando buona parte dell’East Anglia -, si sono resi conto di avere tra le mani un manufatto assolutamente particolare: una porzione di calotta cranica umana incisa con una serie di tacche parallele che ricordano, molto da vicino, i denti di un pettine.

I prezioso reperto visto da vicino (© MOLA)

L’oggetto è stato ritrovato a Bar Hill, a 4 miglia a nord-ovest di Cambridge, sito frequentato tra la metà dell’VIII secolo a.C. e la metà del I d.C. circa, ed è parso subito di grande interesse a causa della sua natura “non convenzionale”, che apre diversi problemi interpretativi. Certo, non si tratta della prima volta che vengono riportati alla luce manufatti ottenuti tramite la lavorazione di ossa umane. Durante l’età del ferro, in particolare, era pratica relativamente comune, almeno in Gran Bretagna, riutilizzare ossa di individui defunti per produrre oggetti destinati ad uso rituale, in special modo per quanto concerne il culto dei morti, così come utensili da impiegare nella vita quotidiana: è il caso, ad esempio, di alcuni strumenti per raschiare e lavorare le pelli anch’essi riemersi nel Cambridgeshire. E sta proprio qui, forse, la chiave per interpretare il nuovo ritrovamento. Fino ad oggi erano infatti solamente due i pettini d’osso ricavati da parti di calotta cranica tornati alla luce in Gran Bretagna, entrambi provenienti dal Cambridgeshire: il primo fu riportato alla luce negli anni Settanta a Earith, il secondo nei primi anni Duemila ad Harston Mill. Una coincidenza significativa, che ha spinto Michael Marshall, archeologo del MOLA Finds Team, a ritenere che possa trattarsi di un’abitudine caratteristica (e magari esclusiva) delle popolazioni che abitavano quest’area durante l’età del ferro.

La porzione di cranio (in rosso) da cui è stato ricavato il manufatto (© MOLA)

Ma c’è di più. I pettini d’osso, si sa, erano generalmente utilizzati sia nella tessitura che per la cura di barba e capelli; in quest’ultimo caso, rappresentavano oggetti personali dal carico simbolico per via del loro legame con il valore, ritenuto magico, delle chiome. L’esemplare di Bar Hill, però, non mostra almeno all’apparenza alcun segno di usura; viceversa, la presenza di un piccolo foro circolare sembra suggerire che fosse indossato al collo, probabilmente come talismano. La cosa in sé, va detto, non stupisce perché sia la Gran Bretagna che il resto dell’Europa hanno restituito, per quanto concerne l’età del ferro, numerosi frammenti di tessuti ossei umani che si ritiene fossero stati indossati come amuleti. Secondo Marshall, l’esemplare di Bar Hill potrebbe essere stato ricavato dal cranio di un importante membro della società e avrebbe dunque avuto un valore “fortemente simbolico” per i membri della comunità locale, i quali ne avrebbero perpetuato in tal modo la presenza anche dopo la dipartita.

Schema delle suture craniche (© MOLA)

L’unicità del pettine di Bar Hill ha indotto Marshall a riconsiderare sotto una nuova luce anche gli altri due esemplari finora riemersi nel Cambridgeshire, entrambi nel raggio di una quindicina di miglia da Bar Hill, aprendo a ipotesi interpretative decisamente affascinanti. Mentre il pettine di Earith aveva i denti ben scolpiti, quello di Harston Mill presentava, al pari di quello di Bar Hill, solo linee incise ed era quindi inadatto all’utilizzo pratico. Tali incisioni potrebbero rappresentare, secondo l’archeologo, le suture naturali che uniscono e saldano le diverse sezioni del cranio: palesando in tal modo il materiale di origine del pettine, chi lo ha realizzato avrebbe enfatizzato volutamente il simbolismo e il profondo significato dell’oggetto, rendendo entrambi immediatamente evidenti a chiunque avesse avuto modo di osservarlo.

Ricostruzione del pettine di Bar Hill (© MOLA)

Il pettine di Bar Hill potrebbe quindi gettare, insieme agli altri due del “terzetto” del Cambridgeshire, nuova luce sui rituali e sulle credenze diffuse in Gran Bretagna nell’età del ferro, a cominciare dal modo in cui i resti umani venivano trattati, e talvolta modificati, dalle singole comunità locali.

Il prezioso reperto sarà ora conservato nel Cambridgeshire Archaeology Archive, il principale deposito dei materiali riemersi durante gli scavi. E se anche la sua vera funzione e l’intero spettro di possibili significati non saranno, forse, mai del tutto svelati, la ricerca sugli oltre 280.000 manufatti recuperati durante gli interventi sulla A14 potrebbe riservare nuove e, magari altrettanto intriganti, sorprese.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

#archeologia #BarHill #Cambridgeshire #InEvidenza #Inghilterra #MOLA #MuseumOfLondonArchaeology #pettineDOsso #scavi #scaviArcheologici #scoperte

2025-10-03

✨ Un nuovo tesoro da Mozia!

Il Museo Whitaker presenta la “Giovanetta”, una scultura marmorea del V secolo a.C. rinvenuta durante gli scavi di quest'estate. Un capolavoro che testimonia l’incontro tra Grecia e civiltà punica nel cuore del Mediterraneo.

📅 Lunedì 6 ottobre, ore 10
📍 Museo Whitaker, Mozia (Marsala - Trapani)

I dettagli su Storie & Archeostorie

#Mozia #MuseoWhitaker #Archeologia #ScopertaArcheologica #Sicilia #StoriaAntica #CiviltàPunica #GreciaAntica

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2025-10-01

Castellina (SI) / “Archeologia salvata: i primi Etruschi a Fonterutoli” in mostra al Museo Archeologico del Chianti

Fino al 6 gennaio 2026: l'evento celebra i 40 anni del Progetto Etruschi con reperti recuperati da scavi clandestini e una necropoli inedita riportata alla luce.

👉 Scopri di più su Storie & Archeostorie: wp.me/p7tSpZ-au7

#Etruschi #Archeologia #Toscana #Chianti #ProgettoEtruschi #MuseoArcheologicodelChianti #Siena #mostre #Archeologia salvata

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