#Cosanostra

2025-11-04

An arrest in Italy shines a light on the murky ties between the Mafia, neo-fascists and the secret service during the Cold War.

A police officer has been arrested for allegedly making disappear, in 1980, the glove of the killer who murdered Piersanti Mattarella, brother of the current Italian president — a key case connected to the assassination of Aldo Moro and the Bologna massacre.

mediafaro.org/article/20251103

#Italy #Crime #Mafia #CosaNostra #ColdWar #History

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2025-10-25

📰 Omicidio Piersanti Mattarella, l’ex prefetto Piritore accusato di depistaggio tenta di difendersi di fronte al gip: «Sul guanto ho fatto confusione»

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🔗 open.online/2025/10/25/omicidi

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2025-10-25

📰 Fabrizio Corona al pentito che lo accusa di rapporti con la mafia: «Un criminale scappato di casa. Non querelo, rido»

#️⃣ #CULTURASPETTACOLO #Cosanostra #FabrizioCorona #Inchieste #Lombardia #Milano #Socialmedia #Openonline #News #Notizie #Italia #mastomondo

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2025-10-24

📰 Il pentito di mafia “Scarface” accusa Fabrizio Corona: «Si rivolse al clan Mazzei per un recupero di 70mila euro»

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2025-10-24

📰 «Rompono i co****ni dopo 45 anni». Piritore intercettato mentre parla con la moglie in auto: «Sto male da quando mi hanno convocato»

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2025-10-24

📰 Il giallo del guanto scomparso e il ruolo dell’ex prefetto Piritore: cosa si sa (e cosa no) sull’omicidio di Piersanti Mattarella

#️⃣ #ATTUALIT #Cosanostra #Depistaggi #Inchieste #Omicidi #Palermo #Sicilia #Openonline #News #Notizie #Italia #mastomondo

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2025-10-24

📰 Omicidio di Piersanti Mattarella, ai domiciliari per depistaggio l’ex prefetto Piritore: «Fece sparire i guanti dei killer, istituzioni inquinarono le indagini»

#️⃣ #ATTUALIT #Arresti #Cosanostra #Depistaggi #Inchieste #Omicidi #Openonline #News #Notizie #Italia #mastomondo

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The New York Times - Breaking News, US News, World News and Videosnytimes.com@web.brid.gy
2025-10-23
Chauncey Billups, the head coach of the Portland Trail Blazers, was among the former and current N.B.A. basketball players who were arrested on Thursday in connection with two illegal gambling investigations.
Thiago Ferrer Morinitferrer@journa.host
2025-10-17

Una bomba destruye los dos coches del periodista de la RAI Sigfrido Ranucci, frente a su casa en un suburbio de Roma. No hay heridos. Nadie se ha atribuido el ataque, pero con la trayectoria de Ranucci (el último hombre que entrevistó a Paolo Borsellino) las sospechas están claras

#terrorismo #CosaNostra #Italia🇮🇹 #noticias
repubblica.it/cronaca/2025/10/

Il contesto in cui si formò la Banda della Magliana

Destrutturata sul finire del 1976 l’epopea marsigliese, rea di aver ostentato pubblicamente trasversalità e connivenze occulte del proprio agire <665, saranno ancora i sequestri di persona la chiave di volta per il riassestamento dei vuoti originatisi all’interno del network. Complici l’endemica conflittualità <666 a cui fu relegato sin da genesi il circondario romano, e la predominanza di un meticciato malavitoso sintesi dell’orizzonte frontaliero su cui andarono a stabilirsi quelle che il sociologo Martone ha brillantemente definito “mafie di mezzo” <667, Roma assistette alla germinazione del primo sodalizio di matrice autoctona. Si trattò di un processo tutt’altro che spontaneo, il cui movente va ricercato nelle fotografie sbiadite della periferia a sud della capitale. Un filo nero preesistente alle notorie gesta della tanto romanzata Banda della Magliana e la cui veemenza simbolica è raccolta nelle fondamenta del Fungo, noto ristorante del quartiere Eur e luogo di ritrovo di rampolli neofascisti e ambasciatori della mala nostrana. Un rapporto di P.S datato 18 ottobre 1975, ed il cui sunto è riportato – per bocca del funzionario Ferdinando Guarino – nelle “eccedenze” <668 del procedimento Olimpia <669, esprime la cifra dei personalismi condensati nell’epicentro laziale: “Altre alleanze le aveva stipulate … con Giuseppe Nardi la banda della Magliana. Infatti, vorrei ricordare a riguardo che nel 1975 Paolo De Stefano, elemento della famiglia De Stefano, vale a dire Paolo e … ed altri importanti esponenti della ‘ndrangheta, della … di Reggio Calabria vennero sorpresi al ristorante il Fungo, vennero sorpresi al
ristorante … da personale della Squadra Mobile che era ivi in servizio per la cattura del latitante Saverio Mammoliti. Insieme a Paolo De Stefano vi era, appunto, Giuseppe Nardi, vi era anche Giuseppe Piromalli e Pasquale Condello. […] A Roma. Ristorante all’EUR di Roma. E … addosso al Piromalli fu anche rinvenuta una banconota proveniente dal riscatto di Paul Ghetty junior, una banconota di 50 mila lire…” <670.
Con Nardi, Piromalli, Condello e i De Stefano, al Fungo furono identificati anche altri uomini, delinquenti autoctoni dalle spiccate qualità intermediatorie. Saranno loro, assieme agli esuli mafiosi sbarcati nella metropoli in cerca di fortune, a costituire quel capitale sociale che renderà unica l’esperienza del cartello maglianese. Si tratta di una questione di primaria importanza negli studi sulla malavita romana, assunta a metronomo della sua coriacea vivacità politica in ragione della varianza di legami ponte raffigurabili da suddetti individui. Si può notare, quindi, come in virtù di tale ragionamento sia fallace – e anacronistica – l’interpretazione maggioritaria che scorge nel sequestro del Duca Grazioli Lante della Rovere (1977) la conditio sine qua non del sistema “Magliana”. Siffatta impostazione è percepibile nel vizio metodologico alla sua base, inficiante l’erroneo posizionamento di prospettiva nel campo. Ad un’indagine sui motivi del riuscito condizionamento territoriale (power syndacate) <671 da parte dei gruppuscoli rionali convogliati nella Banda, non è seguita un’altrettanta metodica esplorazione sul versante organizzativo dei traffici illeciti (enterprise syndacate) <672, rendendo parziale il tentativo di porre in risalto le ambivalenze organizzative <673 insite nel suo gene. Ecco perché, in considerazione del nostro quesito di ricerca, diviene centrale comprendere di quali meccanismi intermediatori si sia popolata l’anticamera maglianese ed in quali termini operativi l’eversione nera abbia inciso nell’organizzazione delle attività criminali. In tale prospettiva vanno inquadrate le condotte di certe figure cerniera, la cui versatilità nel network funse da sintesi nell’interlocuzione tra sodalizi storici e criminalità comune. È il caso di Gianfranco Urbani detto “er pantera”, commensale del romanissimo Manlio Vitale nella riunione dell’Eur, e riconosciuto da personalità del calibro di Maurizio Abbatino e Antonio Mancini quale anello di congiunzione con le cosche del mandamento centrale e della Piana di Gioia Tauro. Un oscuro consigliere il cui operato intersecò anche l’assassinio del giudice Occorsio, legatosi nel suo ultimo periodo di vita al confidente ‘ndranghetista Totò D’Agostino, stroncato anch’esso poche settimane (2 novembre del ’76) dopo la morte del magistrato da una raffica di mitra esplosa da uomini del clan Papalia <674. In un contesto a forte radicamento sociale, i maglianesi hanno rimarcato scelte tipiche delle esperienze criminali indo-asiatiche, prediligendo la costruzione di due livelli di capitale sociale: quello bridging <675, il cui accesso sarebbe stato garantito a gruppi eterogenei in collegamento reciproco; e quello linking <676, indispensabile per il drenaggio di risorse economico-politiche con i soggetti muniti di forte autorità nella scala sociale. Dunque, non sembrerebbe lasciata al caso la scelta di imbastire relazioni anche con gli altri due sodalizi tradizionali, rappresentati sul territorio con paradossale antiteticità. Mentre la camorra cutoliana, interessata alla preservazione di fette di controllo sul litorale tirrenico, investì della dote di ambasciatore lo spregiudicato Nicolino Selis, futuro leader della batteria di rapinatori proveniente da Acilia, Cosa Nostra si interfacciò con le neofite formazioni autoctone riproponendo lo schema bidirezionale tipico della mafia palermitana. Il livello d’interlocuzione politica fu delegato al gruppo di faccendieri orbitante attorno a Domenico Balducci, Ernesto Diotallevi, Flavio Carboni, Danilo Sbarra e Francesco Pazienza. Il gradino inferiore, invece, vide la primazia di un uomo transitato in ogni fase della storia criminale capitolina. Per via della sua pubblica vocazione fascista, Danilo Abbruciati, detto “er camaleonte”, si rivelò un fedele servitore del federalismo sovversivo citato nelle pagine che ci precedono <677. Racconta Maurizio Abbatino in un interrogatorio del 18 novembre 1992 <678: “Qualche tempo prima dell’omicidio Balducci, su invito di Danilo Abbruciati, io, lo stesso Abbruciati, Edoardo Toscano e Renato De Pedis, avevamo incontrato Ernesto Diotallevi, il quale, se non ricordo male, aveva un banco presso i mercati generali, dove avvenne l’incontro. Abbruciati ci presentò al Diotallevi come esponenti della Banda della Magliana. L’incontro, per quanto noi ne sapevamo, aveva lo scopo di istituire, in funzione dell’approvvigionamento di eroina a noi necessaria, un contatto con dei siciliani, facenti capo, a Roma, a Pippo Calò, il quale li rappresentava. Infatti, il Diotallevi era in rapporti con Calò e dunque l’incontro poteva esserci di una qualche utilità, tanto che, proprio a seguito di esso, apprendemmo che il gruppo di Testaccio aveva aperto un suo canale di rifornimento di eroina con la famiglia Bontate di Palermo, eroina che dividevano con noi. In realtà, per Abbruciati, il farci incontrare con il Diotallevi aveva anche lo scopo di dimostrare un suo peso specifico nell’ambito della malavita romana, necessario a lui onde porsi come interlocutore, su Roma, della mafia stessa” <679.
[NOTE]
665 Albert Bergamelli pagherà con la vita le rivelazioni seguenti al suo arresto. Il 31 agosto 1982 verrà assassinato nel carcere di Ascoli Piceno dall’ex brigatista Paolo Duongo. Jacques Renè Berenguer, invece, venne ritrovato senza vita nel carcere di Nizza il 14 dicembre 1988.
666 E. CICONTE, L’assedio. Storia della criminalità a Roma da Porta Pia a Mafia Capitale, Carrocci editore, Roma, 2021, pag. 95.
667 V. MARTONE, Le mafie di mezzo. Mercati e reti criminali a Roma e nel Lazio, Donzelli, Roma, 2017.
668 B. TOBAGI, L’uso delle fonti giudiziarie per la ricerca storica: problemi di metodo, di conservazione, di accessibilità, Archivi memoria di tutti le fonti per la storia delle stragi e del terrorismo, Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo direzione generale per gli archivi, 2014.
669 Tribunale Di Reggio Calabria Corte Di Assise Seconda Sezione P.P. Olimpia Sentenza Procedimento Penale Olimpia Nr. 46/93 R.G.N.R. D.D.A. Nr. 72/94 R. G.I.P. D.D.A N. 3/99 Sentenza N. 18/96 R.G. Assise, p. 676. Deposizione dott. Guarino Ferdinando, funzionario di P.S.
670 Ibidem.
671 A. BLOCK, East West Side. Organizing crime in New York 1930-1950, University College Cardiff Press, Cardiff, 1980.
672 ibidem.
673 R. SCIARRONE, Il capitale sociale della mafia. Relazioni esterne e controllo del territorio, Quaderni di Sociologia, n. XVIII, 1998.
674 Il nesso tra l’omicidio Occorsio e la morte di D’Agostino e ben centrato dal testo di E. CICONTE, L’assedio. Storia della criminalità a Roma da Porta Pia a Mafia Capitale, Carrocci editore, Roma, 2021, pag. 101. Di pregevole fattura anche il contributo di A. BECCARIA, F. REPICI, M. VADUDANO, I soldi della P2, Sequestri, casinò, mafie e neofascismo: la lunga scia che porta a Licio Gelli, Paper First editore, Roma, 2021, pp. 30-33.
675 T.W. LO, Beyond Social Capital: Triad Organized Crime in Hong Kong and China, The british Journal of criminology, 50, n. V, pp. 851-868.
676 Ibidem.
677 Il collante fra questi due livelli va ricercato nelle speculazioni edili avviate sul finire degli anni Settanta in Sardegna. Le rivelazioni di Flavio Carboni dinnanzi al Tribunale penale di Roma in data 5 giugno 1994 raccontano della possibilità di investire i capitali di provenienza illecita in attività formalmente lecite, convogliando ingenti somme di denaro versate da Diotallevi, Abbruciati, Giuseppucci e piccoli esponenti del terrorismo nero. Le operazioni si sarebbero svolte sotto l’egida di Domenico Balducci, noto usuraio vicino a Danilo Sbarra, al finanziere italo svizzero Lay Ravello e al Carboni stesso. Il Balducci, in questa sua opera di intermediazione, sarebbe così divenuto referente
privilegiato di Calò, latitante a Roma sotto il falso nome di Mario Agliarolo (o Mario Salamandra) e futuro padrino di battesimo proprio del figlio di Ernesto Diotallevi.
679 Tribunale di Roma, sentenza-ordinanza contro Abbatino Maurizio + altri, n. 1164/87A G.I., n. 8800/86A P.M, giudice istruttore dott. Otello Lupacchini, giugno 1993, pag. 93.
Giuliano Benincasa, Criminalità Organizzata. Sviluppo, metamorfosi e contaminazione dei rapporti fra criminalità organizzata ed eversione neofascista: ibridazione del metodo del metodo mafioso o semplice convergenza oggettiva?, Tesi di dottorato, Università degli Studi di Milano, Anno Accademico 2020-2021

#Ndrangheta #1975 #1976 #1977 #banda #camorra #CosaNostra #droga #eversione #GiulianoBenincasa #Magliana #nera #rapimenti #roma

Allora lo fate questo golpe?

Il golpe Borghese (operazione Tora-Tora)
Il tentativo di golpe, conosciuto successivamente come golpe Borghese, dal nome del principe Junio Valerio Borghese <54, è l’esempio forse più lampante di quella collusione tra poteri istituzionali, para-istituzionali ed illegali che formavano il doppio Stato. Nella notte tra il 7 e l’8 dicembre 1970, notte dell’Immacolata, avvenne il più volte rimandato <55 tentativo di colpo di stato. Durante la notte ci furono movimenti sospetti di reparti militari attorno alla capitale e alcuni neofascisti, guidati dal leader di AN Stefano Delle Chiaie, entrarono al ministero degli Interni per prelevare più di duecento mitragliette mentre uomini di Cosa Nostra e della ‘Ndrangheta attendevano un ordine per intervenire nelle rispettive regioni. Vennero inoltre interrotte le comunicazioni in alcuni centralini di diversi ministeri. In questo quadro Licio Gelli, Gran Maestro della Loggia massonica P2, era incaricato di arrestare il Presidente della Repubblica Saragat ma al golpe venne dato l’alt all’ultimo momento dal generale Borghese per ignote ragioni mai chiarite.
Anche in questo caso la lunga ombra atlantica della P2 ci mette lo zampino con Licio Gelli che riuscì ancora una volta a intrecciare e a far convergere gli interessi di più “istituzioni” (mafiosa/’ndranghetista – politica – militare) nel “gioco grande”, come usava chiamare la collusione tra gruppi criminali e istituzioni il giudice Giovanni Falcone.
Gli attori in campo:
Il fronte nazionale.
Il Fronte nazionale si costituì ufficialmente il 13 settembre del 1968, come organizzazione extra-parlamentare di destra ma non “neofascista” per consentire a tutti coloro che volessero combattere contro il comunismo di confluirvi sotto la guida prestigiosa di una medaglia d’oro al V.M. come Junio Valerio Borghese. I rappresentanti ufficiali delle organizzazioni di destra, MSI ed Ordine nuovo, ebbero inoltre il vantaggio di inserirvi i propri elementi senza compromettersi, in forma occulta e tacita <56.
Nessuna contrapposizione, quindi, fra Avanguardia nazionale ed Ordine nuovo, ma la confluenza politica ed operativa nel “Fronte nazionale” diretto da un iscritto al Movimento sociale italiano della statura di Junio Valerio Borghese. Il coordinamento fra gruppi ufficialmente distinti e collocati su posizioni distanti fra esse, come Ordine nuovo e Movimento sociale italiano (Avanguardia nazionale è disciolta ufficialmente nel 1965) fu così garantito da Junio Valerio Borghese, la sola figura di spicco sul piano nazionale ed internazionale negli ambienti militari.
La divisione Affari riservati del ministero degli Interni, in una nota informativa del 23 febbraio 1971 riferita al Fronte Nazionale di Junio Valerio Borghese scrive: “Fn è inserito in un gioco di industriali, Cia, Psu, militari, al fine di favorire non tanto un colpo di Stato, ma un colpo d’ordine”.
Quello che si prefigurava il principe nero rappresentava quindi gli interessi e le aspirazioni dei “poteri forti”, primo fra tutti quello militare. Borghese aveva probabilmente in mente di fare un governo “bianco” riconosciuto da Israele, Stati uniti, Germania federale ecc. sostenuto dalle baionette delle Forze armate, per fare piazza pulita dei comunisti (PCI e sinistra extraparlamentare) usando le leggi ordinarie.
Avanguardia Nazionale e i rapporti con i servizi segreti
“Ankara, Atene, ora Roma viene!”
Slogan formazione neofasciste degli anni 60/70
L’estrema destra Avanguardia Nazionale fu fondata il 25 aprile del 1960 da Stefano Delle Chiaie, dopo l’uscita dal MSI e dal Centro Studi Ordine Nuovo. Nell’estate del 1964 Delle Chiaie fu contattato da presunti emissari del generale Giovanni De Lorenzo, allora Comandante dell’Arma dei Carabinieri intenzionato ad avviare, come già scritto in precedenza, il golpe noto come Piano Solo ma Avanguardia Nazionale, non fidandosi, negò la propria partecipazione.
I rapporti di Avanguardia Nazionale con i servizi di informazione, prima con l’Ufficio affari riservati, poi con il SID, hanno origini risalenti ai primi anni 60, quando l’area di AN, tramite il giornalista Mario Tedeschi, fu coinvolta dall’Ufficio affari riservati del Ministero dell’interno nell’attività di affissione dei “manifesti cinesi”, una campagna di attacco al partito comunista apparentemente proveniente dalla sua sinistra. Tale attività fu ammessa dallo stesso Delle Chiaie che la ricondusse ad una iniziativa dell’Ufficio affari riservati, condivisa tatticamente da AN come valida manifestazione di “guerra psicologica” nei confronti del partito comunista. A prova della “copertura” fornita all’operazione da parte delle forze dell’ordine, secondo quanto riferisce Vincenzo Vinciguerra, Delle Chiaie avrebbe appreso da un funzionario della Questura che la immediata liberazione di alcuni avanguardisti fermati durante l’affissione dei manifesti era stata frutto di un preciso intervento in tal senso <57. Nell’operazione fu coinvolta AN a livello nazionale e non soltanto a Roma. La collaborazione tra AN e l’Ufficio affari riservati fu riferita poi dal capitano Labruna, che diceva di averla appresa da Giannettini e da Guido Paglia. Tale circostanza trovava conferma nelle dichiarazioni di Giannettini e nella nota relazione su “attività di Avanguardia nazionale e gruppi collegati” consegnata da Guido Paglia (noto giornalista dalle simpatie neofasciste) al Sid e non trasmessa all’autorità Tra i sodali del Fn di Borghese troviamo, prima nei moti di Reggio del ’70 poi nell’operazione Tora-Tora, Avanguardia Nazionale (AN). Organizzazione politica di giudiziaria. La relazione fu invece utilizzata, secondo Vinciguerra (149), proprio come prova di affidabilità del servizio nei confronti di Delle Chiaie, con il quale Labruna si incontrò in Spagna poco dopo la ricezione della nota. Labruna faceva così sapere a Delle Chiaie che il Sid sapeva che il coinvolgimento di A.N. nel golpe Borghese era passato proprio attraverso la struttura di intelligence del Ministero dell’interno, ma teneva la cosa segreta. I contatti istituzionali di Delle Chiaie all’estero non furono peraltro occasionali, come dimostrano altresì gli incontri di questo con Labruna e con lo stesso Federico Umberto D’Amato. <58
Cosa Nostra e ‘ndrangheta
“Banditi, Polizia e mafia sono un corpo solo come il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo”
Gaspare Pisciotta, bandito e compagno di Salvatore Giuliano
Se al nord erano già pronti gruppi misti di civili e militari sullo stile dei nuclei Gladio, al sud per negoziare l’appoggio delle truppe mafiose al putsch, giunsero i Sicilia, dall’altra parte del mondo, alcuni tra i maggiori ricercati che difficilmente si sarebbero avventurati in un viaggio del genere per inseguire miraggi senza fondamento alcuno. Durante la riunione a casa del boss Calderone, capo della famiglia catanese, venne comunicato che in Italia si stava preparando un colpo di Stato di marca fascista con a capo il principe Borghese, che godeva dell’appoggio di settori politici e di altre istituzioni. Per un effettivo controllo del sud vuole la partecipazione della mafia con mille o duemila uomini. In cambio i golpisti promettevano ai siciliani una revisione dei processi e delle condanne, anche quelle già passate in giudicato, con occhio benevolo.
I mafiosi erano dubbiosi nello stringere alleanze coi fascisti a causa dello storico precedente del prefetto Mori e della lotta che quest’ultimo fece alla mafia, prima di essere deposto da Mussolini. Però sapevano che era importantissimo far uscire di prigione alcuni importanti boss per rafforzare l’organizzazione. Decisero così di avere un incontro a Roma con Borghese, il quale spiegherà nel dettaglio il piano “Tora-Tora” (dal nome in codice dell’attacco a Pearl Harbour). Golpisti e Cosa Nostra raggiungono un’intesa su tutto, compresi i dettagli operativi.
Dalla parte opposta dello stretto erano invece pronti gli ‘ndranghetisti delle cosche Nirta (sull’Aspromonte) e De Stefano (a Reggio Calabria). Il 26 ottobre 1969 avvenne una prima riunione a Montalto tra i vertici della ‘ndrangheta e uomini dei servizi segreti per decidere se e come partecipare al futuro golpe. Dal 1993 in poi la collaborazione di numerosi pentiti consentì di ricostruire i contatti intercorsi nel 1970 ad Archi tra i potentissimi De Stefano e il principe Borghese. ‘Ndrangheta, Avanguardia nazionale e Ordine nuovo, in particolare, rappresentavano in quel periodo i soggetti di un patto che però vide protagoniste anche altre forze occulte della società italiana, la massoneria e i servizi deviati. Ci sarebbe stata un’occasione, riferita dal noto pentito Giuseppe Albanese, in cui tutti i poteri occulti si sarebbero incontrati, attraverso i loro rappresentanti, in una tenuta di proprietà di Borghese lungo la Costa degli dei, laddove peraltro, durante la seconda metà degli anni ’70, si riscontrò la presenza di alcuni campi paramilitari per l’addestramento alla guerriglia.
I collaboratori indicarono villa “La Spagnola”, ma questa non rientrò mai nei patrimoni di Borghese.
Limitrofa a questa struttura era però situata la villa di Bruno Tassan Din, braccio destro di Angelo Rizzoli, editore del Corriere della Sera, iscritto negli elenchi della P2 e implicato in alcune delle vicende più misteriose della storia italiana. Alla riunione, che si sarebbe tenuta alla Spagnola, secondo le segnalazioni dei collaboratori di giustizia, avrebbero preso parte il gran maestro del Grande Oriente d’Italia dal 1970 e 1979 e uomo di fiducia di Licio Gelli, Lino Salvini; il marchese Felice Genovese Zerbi assieme al fratello Carmelo iscritto alla P2; i generali con tessera P2 Gianadelio Maletti e Vito Miceli; l’ammiraglio Gino Birindelli; Edgardo Sogno. Al summit sarebbe stato presente anche il fondatore di Avanguardia nazionale Stefano Delle Chiaie, il cui nome collegava l’eversione nera alla massoneria e alla ‘ndrangheta, e importanti figure del panorama politico calabrese e italiano.59
Anche in questa occasione si evidenzia come certi eventi tragici del nostro Paese siano nati da convergenze di interessi tra gruppi criminali e parti deviate dello Stato.
L’interesse statunitense
Per capire come anche gli americani sapessero tutto da tempo e probabilmente seguivano con attenzione lo svilupparsi della vicenda per poi confermare un possibile appoggio al golpe, è importante ricordare le parole di Tommaso Buscetta di fronte ai giudici Falcone e Borsellino. Il pentito dichiarerà infatti che una volta tornato negli States dopo il meeting in Sicilia viene arrestato dall’FBI, e a sorpresa la prima domanda che gli viene posta è: “Allora lo fate questo golpe?” e alla sua prudente risposta, “Quale golpe?”, specificano “Quello con Borghese!”. <60
Il fallimento del golpe venne così spiegato sempre da Buscetta, il quale aggiunge che “In quei giorni c’era la flotta russa nel Mediterraneo, e agli americani non piaceva questa coincidenza…”.
[NOTE]
54 Junio Valerio Borghese, ex-comandante della X Flottiglia MAS e sottocapo di stato Maggiore della Marina Nazionale Repubblicana della RSI. Fonda nel 1968, un anno prima di uscire dal MSI, il Fronte Popolare; movimento politico di estrema destra che avrà contatti strettissimi con Avanguardia Nazionale e un ruolo di primo piano nei fatti di Reggio Calabria del ’70.
55 Camillo Arcuri,2004, Colpo di Stato, Milano: BUR FuturoPassato
56 Una nota della divisione Affari riservati del 25 novembre 1968 conferma il quadro, segnalando che il “Fronte nazionale” è stato in realtà costituito nella primavera del 1968, e che fra i suoi dirigenti ci sono gli ordinovisti Giulio Maceratini e Rutilio Sermonti.
57 Camillo Arcuri, ibid.
58 Giovanni Pellegrino, “Il terrorismo, le stragi ed il contesto storico-politico”. relazione dell’onorevole Pelligrino alla commissione parlamentare d’inchiesta sul terrorismo in Italia e sulle cause della mancata individuazione dei responsabili delle stragi.
59 Giovani comunisti di Bovalino Marina (RC), Legami tra estrema destra reggina, ‘ndrangheta e massoneria, 13 Luglio 2013, http://digilander.libero.it/fmiccoli10/legami.htm
60 Interrogatorio di Tommaso Buscetta nell’agosto del 1984 ai magistrati di Palermo
Giulia Fiordelli, Dalla Konterguerilla ad Ergenekon. Evoluzioni del Derin Devlet, tra mito e realtà nella Turchia contemporanea: analogia con la stay-behind italiana, Tesi di laurea, Università Ca’ Foscari – Venezia, Anno Accademico 2012-2013

#Ndrangheta #1970 #8 #CosaNostra #GiuliaFiordelli #GolpeBorghese #neofascisti #ON #P2 #segreti #servizi #StatiUniti #ToraTora

CinegenresCinegenres
2025-08-02

𝐋a 𝐒éance de 𝐌inuit

𝐂𝐨𝐬𝐚 𝐍𝐨𝐬𝐭𝐫𝐚
Film Franco-Italien de Terence Young en 1972
Avec Charles Bronson ,Lino Ventura et Jill Ireland

*Cosa nostra est un excellent avec Charles Bronson, Lino Ventura et Jill Ireland

𝐋a 𝐒éance de 𝐌inuit:
cinegenres.com/film-de-la-soir

*Cosa nostra est un excellent  avec Charles Bronson, Lino Ventura et Jill Ireland
2025-07-13

How new narratives are breaking the mafia’s code of silence.

The release of a video game that revisits the origins of the phenomenon in Sicily has reignited the debate about how the arts have portrayed the notorious criminal organisations — with varying degrees of success.

mediafaro.org/article/20250713

#Mafia #Sicily #CosaNostra #Camorra #Ndrangheta #Crime #Omerta #Italy #VideoGame #Film #Cinema #Movie #Longread

La strage dei ragazzini. Quarantanove anni dopo, Catania resta capitale della questione minorile

Il magistrato Sebastiano Ardita ha dedicato ieri un toccante post alla cosiddetta strage dei ragazzini. Anche noi vogliamo ricordare quel tragico episodio. Era il 7 luglio 1976, notte fonda. Da lì a poco, quattro adolescenti – Benedetto Zuccaro (15 anni), Giovanni La Greca (14), Riccardo Cristaldi (15) e Lorenzo Pace (14) – sarebbero stati brutalmente assassinati dal clan Santapaola, perché […]

Leggi il resto: https://www.argocatania.it/2025/07/08/la-strage-dei-ragazzini-quarantanove-anni-dopo-catania-resta-capitale-della-questione-minorile/

#BenedettoSantapaola #CosaNostra #devianzaMinorile #GiambattistaScidà #povertàEducativa

strage dei ragazzini-arresto responsabili-foto d'epocatitoli del Corriere della sera relativi agli arresti dei responsabili
2025-07-02

A voir/revoir en parallèle de la lecture du dernier roman de Roberto Saviano sur Giovanni Falcone : "Le Traître" de Marco bellochio revient sur les dessous du Maxi procès. Un autre regard, une autre approche, une complémentarité.

A lire ICI :
theartchemists.com/film-traitr

#letraitre #cinema #cinémaitalien #cosanostra #mafia #maxiprocès #Italie #sicile #société #theARTchemists #culture #culturepourtous

2025-07-02

Avec Giovanni Falcone, Roberto Saviano dresse le portrait bouleversant du juge qui osa défier Cosa Nostra…et qui en paya le prix fort.

Pas une simple biographie, mais un cri. Un hommage. Un acte de mémoire et de résistance.

Chronique à lire ICI : theartchemists.com/giovanni-fa

#GiovanniFalcone #RobertoSaviano #CosaNostra #Antimafia #MaxiProcès #Italie #lecture #LittératureEngagée #société #mafia #corruption #TheARTchemists

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