#MinisteroDellaCultura

2025-09-06

Tarquinia, scoperta una tomba etrusca inviolata del VIII secolo a.C. nella necropoli dei Monterozzi

Elena Percivaldi

La necropoli etrusca dei Monterozzi di Tarquinia – patrimonio UNESCO insieme a quella della Banditaccia di Cerveteri – continua a restituire sorprese eccezionali. Nei giorni scorsi si è conclusa la prima campagna di scavi del Pact (Progetto Archeologico Civiltà dei Tirreni), con un risultato straordinario: la scoperta di una tomba a camera inviolata, risalente con ogni probabilità alla fine dell’VIII secolo a.C.

Una tomba intatta con tracce di pittura

L’ipogeo, del tipo a “fenditura superiore”, è stato ricavato nel banco calcareo ricco di fossili marini, ai margini del pianoro dei Monterozzi. Al suo interno è stata individuata un’unica banchina modanata per la deposizione e, sulle pareti, tracce di colore rosso e giallo: una decorazione a fasce, semplice ma significativa, che rappresenta la più antica testimonianza pittorica finora nota a Tarquinia.

Il corredo funerario

Sebbene il corredo sia stato in parte danneggiato dal crollo della copertura e dalle infiltrazioni d’acqua, gli archeologi hanno recuperato numerosi oggetti, ora in fase di restauro: vasi di impasto non tornito e di argilla depurata, ornamenti personali, vasellame in lamina di bronzo e un numero particolarmente consistente di anellini di bronzo, sparsi in tutta la camera.

All’esterno della tomba, nello spazio antistante l’ingresso perimetrato da blocchi calcarei, è stata individuata una seconda sepoltura più recente, anch’essa accompagnata da un corredo frammentario.

Leggi anche

https://storiearcheostorie.com/2022/01/18/scoperte-a-tarquinia-una-tomba-gemina-svela-eccezionali-corredi/

Una scoperta inattesa

Il settore in cui sorge l’ipogeo non era stato segnalato come particolarmente ricco di evidenze dalle esplorazioni della Fondazione Lerici negli anni ’50-’70. La scoperta, sottolineano i ricercatori, cambia quindi la percezione dell’uso funerario di quest’area, che offre anche una spettacolare vista verso l’antica città di Tarquinia.

Ricerche e prospettive

Lo scavo è stato finanziato dalla Direzione Generale Musei del Ministero della Cultura e diretto dal prof. Vincenzo Bellelli, direttore del Pact, e dall’archeologo Daniele Rossetti.

Secondo Bellelli, la scoperta consentirà di arricchire in modo significativo le conoscenze sulle fasi più antiche della necropoli dei Monterozzi e della storia stessa di Tarquinia, una delle principali capitali dell’Etruria.

Nelle prossime settimane la nuova tomba sarà visitabile con visite guidate a cura del Pact, offrendo al pubblico l’opportunità unica di osservare da vicino un ipogeo etrusco rimasto inviolato per quasi 2.800 anni.

Foto: (C) PACT

#archeologia #Etruschi #InEvidenza #MinisteroDellaCultura #necropoliDeiMonterozzi #notizie #Pact #PatrimonioUNESCO #scaviArcheologici #scoperte #Tarquinia #tombaEtrusca

Un archeologo osserva e documenta all'interno di una tomba etrusca inviolata nella necropoli di Monterozzi, mostrando dettagli della banchina modanata e della struttura calcareo-fossile.Un oggetto di pietra di forma irregolare trovato nel terreno durante gli scavi della necropoli etrusca dei Monterozzi di Tarquinia.Immagine del fondo di una tomba etrusca inviolata, evidenziando la terra e le pietre sparse nel luogo dello scavo.
2025-07-30

⚓💣 𝗗𝗮𝗶 𝗳𝗼𝗻𝗱𝗮𝗹𝗶 𝗱𝗲𝗹 𝗦𝗮𝗹𝗲𝗻𝘁𝗼 𝗿𝗶𝗲𝗺𝗲𝗿𝗴𝗼𝗻𝗼 𝗮𝗻𝘁𝗶𝗰𝗵𝗶 𝗰𝗮𝗻𝗻𝗼𝗻𝗶

I pezzi di artiglieria del XVII-XVIII secolo sono stati individuati da un cittadino. Il recupero è avvenuto con un’operazione congiunta tra Soprintendenza, Guardia di Finanza e sommozzatori.

#ArcheologiaSubacquea #PatrimonioCulturale #Salento #CannoniStorici #GuardiaDiFinanza #MinisteroDellaCultura #RecuperoReperti #Gallipoli

storiearcheostorie.com/2025/07

Geocriminalità, polizia int.leCoop_internazionale_di_Polizia@poliversity.it
2025-05-27

La tutela del patrimonio culturale oltre i confini nazionali, assume una dimensione internazionale strategica. L'attività dei carabinieri impegnati in questa particolare attività

I Carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale (TPC) hanno - in ambito nazionale e locale - reso noti i risultati della loro attività operativa nel 2024.
Un comunicato stampa del Ministero della Cultura (da cui questi carabinieri funzionalmente dipendono) riporta tali risultati. Ecco i punti principali:

  • Recupero di beni culturali: Sono stati recuperati 80.437 beni d’arte, con un valore stimato di circa 130 milioni di euro.
  • Sequestri di opere contraffatte: Sono stati sequestrati 2.804 falsi, di cui la maggior parte opere d'arte contemporanea, con un valore stimato di 311 milioni di euro.
  • Attività investigativa e repressione: Incremento delle operazioni, con un aumento dei controlli su musei, biblioteche, siti archeologici e mercati antiquariali. Sono state effettuate 505 perquisizioni, denunciate 1.356 persone e arrestate 2 persone.
  • Monitoraggio online: Controllati 696 siti web, recuperati 6.346 beni culturali e deferiti 122 soggetti.
  • Restituzione internazionale: Rimpatriati 882 beni culturali e restituiti 550 beni a Paesi esteri, tra cui Canada, Colombia, Ecuador, Messico e Iraq.
  • Tecnologia e innovazione: Sviluppo del sistema S.W.O.A.D.S. per il monitoraggio automatico delle opere d’arte rubate attraverso l’intelligenza artificiale.

Oltre i confini nazionali

Il lavoro svolto dai Carabinieri TPC continua a essere fondamentale per la tutela del patrimonio culturale italiano e internazionale.

Il Comando TPC ha dimostrato come la tutela del patrimonio culturale vada ben oltre i confini nazionali, assumendo una dimensione internazionale strategica. I Carabinieri hanno effettuato operazioni che hanno portato al rimpatrio di 882 beni culturali e alla restituzione di 550 opere alle ambasciate e istituzioni straniere. Tra gli interventi, spiccano quelle volte in cui oggetti di inestimabile valore sono stati riconsegnati a paesi come il Canada, la Colombia, l'Ecuador, El Salvador, il Guatemala, l'Iraq e il Messico, con una stretta collaborazione con le autorità diplomatiche e culturali dei rispettivi Paesi.

I caschi blu della cultura

Parallelamente alle tipiche operazioni di contrasto al traffico illecito, il Comando TPC si è impegnato anche nella condivisione delle competenze a livello internazionale. Un esempio emblematico è rappresentato dal corso "I Caschi Blu della Cultura" tenutosi a Rio de Janeiro, che ha coinvolto rappresentanti di Brasile, Cile, Colombia e Paraguay. Questa iniziativa formativa mira non solo a trasferire il know-how specifico in materia di tutela e intervento in situazioni di crisi, ma anche a creare un network strutturato per contrastare il traffico illecito dei beni culturali su scala globale.

La piattaforma informatica SWOADSnet

Un ulteriore tassello dell’approccio internazionale è l’avvio delle attività di sviluppo del sistema SWOADSnet. Quest’innovativa piattaforma è studiata per facilitare lo scambio di dati e metadati relativi alle opere d’arte con altri Paesi europei, in modo da monitorare in tempo reale i flussi illeciti e intervenire tempestivamente. La sinergia tra tecnologie avanzate e cooperazione internazionale permette così di creare una rete di sicurezza globale per il patrimonio artistico e culturale.

Questi risultati e iniziative evidenziano come le attività internazionali del Comando TPC siano parte integrante di una strategia più ampia: quella di salvaguardare il patrimonio non solo italiano, ma universale, promuovendo collaborazione, formazione e innovazione tecnologica.

Il documento riportante l'attività operativa del 2024 è reperibile a questa pagina web tpcweb.carabinieri.it/SitoPubb

#Armadeicarabinieri #carabinieriTPC #TPC #Ministerodellacultura #mic

Geocriminalità e cooperazione internazionale tra Forze di Poliziacooperazione_internazionale_di_polizia@poliverso.org
2025-05-27

La tutela del patrimonio culturale oltre i confini nazionali, assume una dimensione internazionale strategica. L'attività dei carabinieri impegnati in questa particolare attività

I Carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale (TPC) hanno - in ambito nazionale e locale - reso noti i risultati della loro attività operativa nel 2024. Un comunicato stampa del Ministero della Cultura (da cui questi carabinieri funzionalmente dipendono) riporta tali risultati. Ecco i punti principali:

  • Recupero di beni culturali: Sono stati recuperati 80.437 beni d’arte, con un valore stimato di circa 130 milioni di euro.
  • Sequestri di opere contraffatte: Sono stati sequestrati 2.804 falsi, di cui la maggior parte opere d'arte contemporanea, con un valore stimato di 311 milioni di euro.
  • Attività investigativa e repressione: Incremento delle operazioni, con un aumento dei controlli su musei, biblioteche, siti archeologici e mercati antiquariali. Sono state effettuate 505 perquisizioni, denunciate 1.356 persone e arrestate 2 persone.
  • Monitoraggio online: Controllati 696 siti web, recuperati 6.346 beni culturali e deferiti 122 soggetti.
  • Restituzione internazionale: Rimpatriati 882 beni culturali e restituiti 550 beni a Paesi esteri, tra cui Canada, Colombia, Ecuador, Messico e Iraq.
  • Tecnologia e innovazione: Sviluppo del sistema S.W.O.A.D.S. per il monitoraggio automatico delle opere d’arte rubate attraverso l’intelligenza artificiale.

Oltre i confini nazionali


Il lavoro svolto dai Carabinieri TPC continua a essere fondamentale per la tutela del patrimonio culturale italiano e internazionale.
Il Comando TPC ha dimostrato come la tutela del patrimonio culturale vada ben oltre i confini nazionali, assumendo una dimensione internazionale strategica. I Carabinieri hanno effettuato operazioni che hanno portato al rimpatrio di 882 beni culturali e alla restituzione di 550 opere alle ambasciate e istituzioni straniere. Tra gli interventi, spiccano quelle volte in cui oggetti di inestimabile valore sono stati riconsegnati a paesi come il Canada, la Colombia, l'Ecuador, El Salvador, il Guatemala, l'Iraq e il Messico, con una stretta collaborazione con le autorità diplomatiche e culturali dei rispettivi Paesi.
I caschi blu della cultura


Parallelamente alle tipiche operazioni di contrasto al traffico illecito, il Comando TPC si è impegnato anche nella condivisione delle competenze a livello internazionale. Un esempio emblematico è rappresentato dal corso "I Caschi Blu della Cultura" tenutosi a Rio de Janeiro, che ha coinvolto rappresentanti di Brasile, Cile, Colombia e Paraguay. Questa iniziativa formativa mira non solo a trasferire il know-how specifico in materia di tutela e intervento in situazioni di crisi, ma anche a creare un network strutturato per contrastare il traffico illecito dei beni culturali su scala globale.
La piattaforma informatica SWOADSnet


Un ulteriore tassello dell’approccio internazionale è l’avvio delle attività di sviluppo del sistema SWOADSnet. Quest’innovativa piattaforma è studiata per facilitare lo scambio di dati e metadati relativi alle opere d’arte con altri Paesi europei, in modo da monitorare in tempo reale i flussi illeciti e intervenire tempestivamente. La sinergia tra tecnologie avanzate e cooperazione internazionale permette così di creare una rete di sicurezza globale per il patrimonio artistico e culturale.
Questi risultati e iniziative evidenziano come le attività internazionali del Comando TPC siano parte integrante di una strategia più ampia: quella di salvaguardare il patrimonio non solo italiano, ma universale, promuovendo collaborazione, formazione e innovazione tecnologica.
Il documento riportante l'attività operativa del 2024 è reperibile a questa pagina web tpcweb.carabinieri.it/SitoPubb…
#Armadeicarabinieri #carabinieriTPC #TPC #Ministerodellacultura #mic

@news

2025-03-11

A Ostia riemerge un bagno rituale ebraico del I secolo: “Il più antico mai trovato fuori dalla Terra d’Israele” [LE FOTO]

Elena Percivaldi

Splendida scoperta nel Parco Archeologico di Ostia Antica, dove, tra giugno e agosto 2024, è emerso un tesoro archeologico senza precedenti: un mikveh, un bagno rituale ebraico del I secolo d.C., il più antico mai trovato fuori dalla Terra d’Israele. Annunciata solo ora dal Ministero della Cultura, non è solo un ritrovamento straordinario: è una testimonianza viva della presenza ebraica nel cuore dell’Impero romano, un frammento di storia che conferma il passato complesso e multiculturale di Ostia, la “porta” di Roma sul Mediterraneo.

Foto di ©Emanuele Antonio Minerva e Agnese Sbaffi – Ministero della Cultura

La scoperta del bagno rituale ebraico nell’Area A di Ostia

Nel cuore di Ostia Antica, l’antico porto di Roma, il progetto OPS – Ostia Post Scriptum ha riportato alla luce un segreto custodito per quasi duemila anni. Finanziato dal Ministero della Cultura con oltre 124mila euro, lo scavo si è concentrato nell’Area A, una zona strategica tra i Grandi Horrea (magazzini), i Quattro Tempietti e il Piazzale delle Corporazioni. Qui, tra mosaici bianchi e neri e mura di tufo, gli archeologi hanno trovato un edificio sontuoso, forse un centro comunitario. Al suo interno, un vano semi-ipogeo rettangolare, con un’abside semicircolare e una scala che occupa tutta la larghezza, conduce a un pozzo profondo. Le pareti, rivestite di intonaco idraulico, e i reperti – come una lucerna con una menorah, il candelabro a sette bracci – non lasciano dubbi: siamo di fronte a un mikveh.

Foto di ©Emanuele Antonio Minerva e Agnese Sbaffi – Ministero della Cultura

Il Ministro della Cultura, Alessandro Giuli, ha parlato del ritrovamento come di “un unicum nel Mediterraneo di età romana”, sottolineando il ruolo di Ostia come crocevia di culture. “Qui Roma accoglieva i culti di altre civiltà”, ha ricordato, evidenziando la tolleranza che caratterizzava la città nel I secolo d.C., quando l’Impero iniziava a dominare il Mare Nostrum.

Il mikveh: un rituale di purificazione

Cos’è un mikveh? Nella tradizione ebraica, è un bagno rituale per la purificazione spirituale, usato per immergersi completamente in acqua “viva” – piovana o di falda – in occasioni come la conversione, il matrimonio o la preparazione allo Shabbat. Secondo la Mishnah e la Tosefta, fonti rabbiniche redatte nel corso del III secolo d.C., il mikveh doveva essere alimentato mediante acqua piovana o sorgiva, in quantità non inferiore a 40 se’ah (circa 500 l), e la profondità doveva essere tale da permettere la completa immersione del corpo di un uomo di media statura.

Foto di ©Emanuele Antonio Minerva e Agnese Sbaffi – Ministero della Cultura

I più antichi esempi di mikva’ot archeologicamente documentati in Israele risalgono all’età asmonea (fine I secolo a.C. – inizio I secolo d.C.). Capillarmente diffusi in Giudea, Galilea e Idumea in età erodiana, in particolare all’interno di edifici a carattere residenziale, diminuiscono progressivamente nel I secolo fino a scomparire quasi del tutto all’inizio del II, in connessione con la piena romanizzazione della regione a seguito della distruzione del Tempio nell’anno 70 d.C. e della successiva repressione della rivolta di Bar Kokhba nel 135 d.C.

Scarsissime sono le attestazioni successive, tra cui emergono i numerosi mikva’ot rinvenuti nella città galilea di Sepphoris. Non sono finora noti mikva’ot di epoca romana o tardo-antica nei luoghi della Diaspora, con l’unica eccezione del mikveh di Palazzo Bianca a Siracusa, probabilmente realizzato nei pressi della locale sinagoga tra VI e VII secolo d.C.

Il bagno ebraico di Ostia, unico ed elegante

La struttura ostiense risponde pienamente ai requisiti descritti nelle fonti rabbiniche: una vasca rettangolare con gradini larghi, un pozzo di 1,08 metri di diametro per captare l’acqua sotterranea, e una profondità sufficiente per l’immersione totale. Una nicchia decorata con conchiglie e intonaco azzurro, sostenuta da colonnine, aggiunge un tocco di eleganza all’insieme, mentre un foro nella muratura suggerisce una conduttura per regolare il flusso idrico.

Foto di ©Emanuele Antonio Minerva e Agnese Sbaffi – Ministero della Cultura

Il Direttore del Parco, Alessandro D’Alessio, lo ha definito “assolutamente straordinario”: nessun altro mikveh di epoca romana era noto fuori da Giudea, Galilea e Idumea. I reperti dal pozzo, tra cui una lucerna con menorah e lulav (ramo di palma) databile al V-VI secolo d.C., confermano l’uso prolungato del sito, collegandolo alla sinagoga ostiense, la più antica del Mediterraneo occidentale, attiva fino al declino della città.

Foto di ©Emanuele Antonio Minerva e Agnese Sbaffi – Ministero della Cultura

Ostia: porto vivace e città cosmopolita

Ostia non era solo il porto di Roma, ma una città cosmopolita dove mercanti, marinai e viaggiatori da tutto il Mediterraneo si incontravano. Greci, egiziani, siriani e, sì, ebrei convivevano tra i suoi templi e le sue terme. La presenza ebraica è attestata già dal I secolo d.C., con un’iscrizione nella necropoli di Pianabella che menziona gli Iudaei.

Il mikveh scoperto rafforza questa storia: non un reperto isolato, ma parte di un possibile centro di aggregazione ebraico, forse legato alla sinagoga costruita tra il II e il III secolo. Come ha osservato il rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni, “una struttura così non poteva essere scollegata dal suo contesto edilizio”, suggerendo che l’intero edificio fosse un fulcro della vita comunitaria.

Victor Fadlun, presidente della Comunità Ebraica di Roma, ha espresso “emozione e orgoglio” per un ritrovamento che testimonia “il radicamento millenario degli ebrei a Roma” e il loro legame con la Terra d’Israele. La lucerna con menorah, trovata nel pozzo insieme a un bicchiere di vetro intatto, è un simbolo tangibile di questa identità preservata attraverso i secoli.

Foto di ©Emanuele Antonio Minerva e Agnese Sbaffi – Ministero della Cultura

Il Progetto OPS per la “rinascita archeologica”

Lanciato nel 2022 dal Parco Archeologico di Ostia Antica in collaborazione con l’Università di Catania e il Politecnico di Bari, il progetto OPS segna il ritorno degli scavi diretti dopo decenni di pausa. Sotto la guida di Alessandro D’Alessio e Claudia Tempesta, l’iniziativa punta a incrementare la conoscenza di Ostia, migliorare la fruizione del sito e condividere i risultati con il pubblico. L’Area A, mai indagata prima, si è rivelata un tesoro intatto: oltre al mikveh, gli archeologi hanno riportato alla luce mosaici pavimentali e frammenti marmorei, tra cui pezzi di un’epigrafe e statuette.

Foto di ©Emanuele Antonio Minerva e Agnese Sbaffi – Ministero della Cultura

Massimo Osanna, Direttore Generale Musei, ha lodato il ruolo del Ministero nel finanziare interventi su scala nazionale, sottolineando come Ostia Antica si distingua per l’eccellenza della ricerca. Alfonsina Russo, Capo Dipartimento per la Valorizzazione, ha aggiunto che il mikveh “conferma le inusitate potenzialità del patrimonio italiano”, unendo ricerca, tutela e fruizione.

Il mikveh in futuro sarà fruibile

Certo, il mikveh ostiense è davvero suggestivo. La scala, con tre gradini segnati dall’usura, scende di un metro dal livello d’ingresso, delimitata da spallette in muratura. Il pavimento in mattoni bipedali, tipico dell’edilizia romana, presenta un incasso per una transenna, forse di legno, che separava lo spazio. Il pozzo, rivestito in cementizio, si allarga alla base per facilitare l’accesso all’acqua, mentre la nicchia absidale, con il suo azzurro celeste e le conchiglie, evoca un’estetica raffinata. I materiali di scarto – lucerne, vetri e frammenti epigrafici – datano l’abbandono al V-VI secolo, quando Ostia iniziò a svuotarsi.

Foto di ©Emanuele Antonio Minerva e Agnese Sbaffi – Ministero della Cultura

Il mikveh di Ostia non è “solo” un reperto. Essendo il primo bagno rituale ebraico trovato fuori da Israele, sposta il confine della storia della Diaspora, dimostrando quanto la comunità ebraica fosse integrata e attiva nell’Impero. Per gli studiosi, apre nuovi scenari sulla vita religiosa e sociale di Ostia; per i visitatori, promette un’esperienza ancora più ricca quando il sito sarà accessibile. Il Ministero ha già annunciato ulteriori investimenti per continuare gli scavi e rendere il mikveh fruibile, così che possa tornare ad essere patrimonio di tutti.

#AlessandroDAlessio #archeologia #Ebrei #InEvidenza #MassimoOsanna #MiC #mikveh #MinisteroDellaCultura #notizie #OPSOstiaPostScriptum #Ostia #ParcoArcheologicoDiOstiaAntica #scavi #scaviArcheologici #scoperte #Shabbat

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2025-01-16
Dopo un lungo percorso di studi e tanta pazienza sono ufficialmente un Esperto di Diagnostica e di Scienze e Tecnologia applicate ai Beni Culturali di II fascia!🎉

Un riconoscimento importante per una professione che fino a pochi anni fa… non esisteva nemmeno! Eppure, senza scienza e innovazione, come potremmo preservare il nostro patrimonio culturale?

Questo traguardo non è solo personale, ma segna un passo avanti per tutto il settore. La strada è ancora lunga, ma oggi festeggio questo risultato con orgoglio!

Avanti verso nuove sfide!🚀

#ministerodellacultura #professionista #beniculturali #restauro #culturalheritage
2024-12-14

dal 13 dicembre, a salerno: “universi possibili. carte, documenti e pagine sparse”, mostra collettiva a cura di sandro bongiani

Universi Possibili, carte, documenti e pagine sparse

L’Archivio di Stato di Salerno ha il piacere di presentare, venerdì 13 dicembre 2024 alle ore 19:00, la mostra collettiva dal titolo “Universi Possibili, carte, documenti e pagine sparse”, a cura di Sandro Bongiani. La mostra è organizzata dalla Collezione Bongiani Art Museum di Salerno.

Archivio di Stato di Salerno – Ministero della cultura
Piazza Abate Conforti,7 84121 Salerno (SA)

“UNIVERSI POSSIBILI, carte, documenti e pagine sparse” Progetto collettivo “add to & Return”, un viaggio a ritroso nel passato per poi connettersi con il presente. Una contaminazione totale di diversi modi espressivi in cui la condivisione diventa presupposto essenziale di sedimentazione, stratificazione e dialogo tra momenti diversi divenuti opera contemporanea.

La mostra è costituita dalle opere di 43 artisti italiani e stranieri appositamente invitati a questo importante evento collettivo.

Gli artisti invitati: Alessandra Angelini I Francesco Aprile I Antonio Baglivo I John M. Bennett I Raffaele Boemio I Andrea Bonanno I Sandro Bongiani I Anna Boschi I Ryosuke Cohen I Carmela Corsitto I Rosa Cuccurullo I Nicolò D’Alessandro I Marcello Diotallevi I Pablo Echaurren I Cinzia Farina I Luc Fierens I Giovanni Fontana I Marco Giovenale I Coco Gordon I Paolo Gubinelli I Carlo Iacomucci I Ugo La Pietra I Giovanni Leto I Pietro Lista I Oronzo Liuzzi I Maya Lopez I Serse Luigetti I Ruggero Maggi I Mauro Magni I Elena Marini I Gabi Minedi I Giorgio Moio I Mauro Molinari I Franco Panella I Filippo Panseca I Enzo Patti I Lamberto Pignotti I RCBz I Gian Paolo Roffi I Paolo Scirpa I Ernesto Terlizzi I Reid Wood I Rolando Zucchini.

Dopo la mostra “Carte, cartapecore, scartoffie e pinzillacchere” del 2017 presentata all’Archivio di Stato di Salerno con l’esposizione di antiche pergamene, scritture e documenti originali in un insolito viaggio dentro il passato e il ventre dell’Archivio, a distanza di 7 anni viene presentato nel Salone dell’Archivio di Stato di Salerno un secondo evento dal titolo: “UNIVERSI POSSIBILI, carte, documenti e pagine sparse” a cura di Sandro Bongiani che comprende l’utilizzo di undici documenti già presentati nella precedente mostra per essere ora utilizzati come base di lavoro da 43 importanti artisti italiani e stranieri, diversi per età e linguaggio espressivo, invitati a intervenire, ognuno con il proprio vissuto e visione poetica a realizzare l’opera “unica” per questo evento collettivo a Salerno.

“Universi possibili” è una mostra collettiva pensata espressamente per l’Archivio di Salerno, vuole ribadire prima di tutto il valore primario del documento storico cartaceo come “materiale essenziale da costruzione” dell’opera nella sua qualità storica e espressiva. Il progetto è stato pensato espressamente come una sorta viaggio a ritroso nel passato, per poi connettersi anche con il presente, integrandosi e vivendo in un corpo e una voce unica. Quello che ne viene fuori dalle opere presentate è la sorprendente capacità degli artisti contemporanei a relazionarsi e dialogare con il passato in un procedere assorto e struggente aggiungendo alla storia il presente e prospettando attraverso la visione un unicum collettivo di “nuovi mondi possibili” di rappresentazione poetica.

*

In contemporanea al progetto “Universi possibili” presente nel Salone dell’Archivio di Stato sono visibili nella cappella di San Ludovico adiacente all’Archivio, anche le opere dell’artista Fluxus americana Coco Gordon, con una quindicina di libri tagliati, una serie di opere in metallo in forma di libri-prigione di Giovanni Bonanno creati espressamente per lo spazio della Cappella e le pagine sparse dell’artista Franco Panella a cercare in qualche modo un connubio con il luogo e soprattutto con la memoria di questo importante spazio storico che Umberto Eco definiva come “deposito della memoria” e della vita degli uomini.

Si ringrazia l’Archivio Storico di Salerno e la Collezione Bongiani Art Museum di Salerno per la collaborazione alla realizzazione di questo importante evento.

Archivio di Stato di Salerno – Ministero della cultura
Presentazione dell’evento con Salvatore Amato, Gabriella Taddeo e Sandro Bongiani
Evento / Salone Archivio di Stato di Salerno:
“UNIVERSI POSSIBILI / Carte, documenti e pagine sparse”
Progetto Internazionale con 43 artisti invitati
Salone dell’Archivio di Stato di Salerno dal 13 dicembre 2024 al 12 gennaio 2025 Vernissage venerdì 13 dicembre 2024 ore 19.00 Piazza Abate Conforti, 7 – 84121 Salerno (SA) Email: as-sa@cultura.gov.it Tel: (+39) 089 22 50 44 – Fax: (+39) 089 22 66 41
Evento / Cappella di San Ludovico:
“UNIVERSI POSSIBILI / Carte, libri d’artista e pagine sparse” Opere di Coco Gordon, Giovanni Bonanno e Franco Panella Cappella di San Ludovico di Salerno dal 13 dicembre 2024 al 12 gennaio 2025 Piazza Abate Conforti, 7 84121 Salerno (SA Email: as-sa@cultura.gov.it Tel: (+39) 089 22 50 44 – Fax: (+39) 089 22 66 41
Vernissage della mostra 13 dicembre 2024 ore 19.00 – 22.00
Orari: lunedì e venerdì 8.00 – 13.30;
martedì – mercoledì – giovedì: 8.00 – 17.00

Evento in collaborazione con l’Archivio di Stato di Salerno e la Collezione Bongiani Art Museum.

#AlessandraAngelini #AndreaBonanno #AnnaBoschi #AntonioBaglivo #ArchivioDiStatoDiSalerno #art #arte #artisti #asemic #BongianiArtMuseum #CarloIacomucci #CarmelaCorsitto #carte #CinziaFarina #CocoGordon #CollezioneBongianiArtMuseum #documenti #ElenaMarini #EnzoPatti #ErnestoTerlizzi #FilippoPanseca #FrancescoAprile #FrancoPanella #GabiMinedi #GabriellaTaddeo #GianPaoloRoffi #GiorgioMoio #GiovanniBonanno #GiovanniFontana #GiovanniLeto #glitch #glitchasemic #JohnMBennett #LambertoPignotti #LucFierens #MarcelloDiotallevi #MarcoGiovenale #MauroMagni #MauroMolinari #MayaLopez #MinisteroDellaCultura #NicolòDAlessandro #OronzoLiuzzi #PabloEchaurren #pagineSparse #PaoloGubinelli #PaoloScirpa #PietroLista #RaffaeleBoemio #RCBz #ReidWood #RolandoZucchini #RosaCuccurullo #RuggeroMaggi #RyosukeCohen #SalvatoreAmato #SandroBongiani #SerseLuigetti #UgoLaPietra #UniversiPossibili #vispo

Alla ca. del ministro Giuli
Nel cuore della stagione balneare la querelle Boccia-Sangiuliano è definitivamente implosa col suo strascico di cattiverie e sgambetti, denunce ed ex-segreti da offrire al pubblico, mentre gli inservienti ripuliscono la sala a luci ormai accese. Il cambio di passo alla guida del ministero (sì, farebbe eccezione l'imbarazzante mi
bibliotecaria.noblogs.org/alla
#General #AlessandroGiuli #MinisteroDellaCultura #riforma #sangiugliano

2024-10-06

Il progetto Ri-Materializzazione del linguaggio, a cura di Cristiana Perrella e Andrea Viliani con Vittoria Pavesi, intende restituire lo spirito e la memoria di una mostra epocale, Materializzazione del linguaggio, tenutasi nel 1978 nell’ambito della XXXVIII Biennale di Venezia, a cura dell’artista, poetessa e performer Mirella Bentivoglio (Klagenfurt, 1922-Roma, 2017).

Dedicata alle ricerche verbo-visuali di ottanta artiste e poetesse internazionali che, pur nell’autonomia di ciascuna posizione, esprimevano insieme il rifiuto del linguaggio patriarcale dominante e la sperimentazione di nuove modalità di espressione poetica e critica, Materializzazione del linguaggio fu la prima (e unica) rassegna completamente al femminile nella storia della Biennale, episodio fondamentale dell’emersione istituzionale dell’arte delle donne in Italia e non solo.  Nonostante ciò, la mostra fu a lungo dimenticata e così la gran parte delle artiste che ne facevano parte.

Nel centenario della nascita di Mirella Bentivoglio, uno studio approfondito ha permesso la ricostruzione filologica della mostra del 1978, della sua genesi e del suo contesto storico, con l’intento di riattivarne le istanze critiche, oggi ancora molto attuali, attraverso il confronto con la contemporaneità. Una grande mostra alla Fondazione Antonio Dalle Nogare di Bolzano (2 ottobre 2022 – 3 giugno 2023) ha raccolto tutte le opere esposte nel progetto originario, mettendole in dialogo con la pratica di cinque artiste e designer delle ultime generazioni.

In occasione della presentazione del libro che raccoglie i risultati della ricerca e documenta la mostra di Bolzano – disegnato da Irma Boom, edito da Nero e realizzato grazie al sostegno dell’Italian Council – l’Istituto Italiano di Cultura di Varsavia presenta una selezione delle opere che furono esposte nella mostra del 1978, provenienti dalla collezione Gianni e Giuseppe Garrera di Roma.

https://iicvarsavia.esteri.it/it/gli_eventi/calendario/mostra-ri-materializzazione-del-linguaggio-1978-2024/

L’inaugurazione della mostra e la presentazione del libro si terranno martedì 8 ottobre alle ore 18; al termine della serata avrà luogo un piccolo rinfresco.

Progetto realizzato grazie al sostegno della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura nell’ambito del programma Italian Council (2023).

https://slowforward.net/2024/10/06/8-ottobre-2024-varsavia-ri-materializzazione-del-linguaggio/

#000000 #AndreaViliani #art #arte #arteDelleDonne #artiste #biennale #CollezioneGarrera #CristianaPerrella #DirezioneGeneraleCreativitàContemporanea #FondazioneAntonioDalleNogare #GianniEGiuseppeGarrera #GianniGarrera #GiuseppeGarrera #IrmaBoom #IstitutoItalianoDiCulturaDiVarsavia #ItalianCouncil #MinisteroDellaCultura #MirellaBentivoglio #nero #poetesse #rassegnaCompletamenteAlFemminile #RiMaterializzazioneDelLinguaggio #VittoriaPavesi

Geocriminalità, polizia int.leCoop_internazionale_di_Polizia@poliversity.it
2024-09-29

Cerimonia e consegna dei diplomi del 4° corso #CaschiBludellaCultura a Vicenza presso il Center of Excellence for Stability Police Units (#COESPU).
Corso promosso dal Ministero della Cultura e dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale.
Partecipanti 23 esperti del #MinisterodellaCultura, 24 Carabinieri del #ComandoTutela PatrimonioCulturale, due specialisti Piloti di elicotteri e droni e un sommozzatore del Centro Subacquei di Genova.
👇 poliverso.org/display/0477a01e

Geocriminalità e cooperazione internazionale tra Forze di Poliziacooperazione_internazionale_di_polizia@poliverso.org
2024-09-29

CASCHI BLU DELLA CULTURA. CONCLUSO IL CORSO PER CIVILI DEL MINISTERO E CARABINIERI TPC

poliverso.org/display/0477a01e

2024-09-07

Povero #sangiuliano , ormai decaduto dallo scranno, dovrá abbandonare l'amato hobby della #Bocciofilia , e dedicarsi invece, alla scusofilia uxoria di stampo paraculico. Langue lontano il ricordo, sempre piú sbiadito, di baci appassionati e bollenti #Pompei

#ministerodellacultura #ossignur #PoveraPatria

2023-12-06

Anche la Corte dei Conti si è espressa in maniera contraria al decreto del #MinisteroDellaCultura
che istituisce un tariffario per il riuso di immagini dei beni culturali. Le immagini dei beni in #PubblicoDominio devono essere libere e prive di canoni.
wikimedia.it/news/la-corte-dei

"Venditore di tappeti" di Eduardo Ettore Forti, prima del 1897 (pubblico dominio).

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