#anni60

2025-03-01

gianfranco faina, ludd, settanta/milieu

● in preparazione, nella collana Settanta delle edizioni Mileu: Gianfranco Faina. Difendere la libertà diffondere la libertà ovunque, di Anna Marsilii e Giorgio Moroni

● qui di seguito, un testo di Alfredo Passadore su Ludd a Genova (1969-1971)

[…] [Nel ’68 a genova] poteva accadere che, iscrivendosi a Filosofia, si inciampasse in qualcosa di imprevisto e si venisse finalmente a contatto con qualcuno che lo spirito radicale dei tempi sembrava davvero incarnarlo. Era un gruppo di amici che ruotava attorno a Gianfranco Faina, docente di Storia Moderna, personaggio di spicco della sinistra non allineata. Uscito dal Pci dell’invasione dell’Ungheria, coerentemente radicale ma mai stalinista, Faina aveva dato vita prima al circolo Rosa Luxemburg e poi, ai tempi in cui lo conobbi, alla Lega degli operai e degli studenti, trasformatasi in Ludd. Rispetto alle solite prediche più o meno progressiste e alle critiche su posizioni oltranziste ai partiti tradizionali della sinistra (erano gli anni in cui Pajetta bollava gli studenti di «lupi mannari» e Pasolini si scioglieva in lodi insensate dei giovani poliziotti, a suo dire ben più autentici dei borghesi studenti) i luddisti citavano Paul Cardan, Socialisme ou Barbarie e la prima critica radicale al delirio burocratico sovietico, parlavano di autogestione e soprattutto, per bocca di Mario Lippolis, ironico e sarcastico oratore nelle assemblee di Filosofia, dei situazionisti francesi, gruppo allora sconosciuto ai più e ben lungi dal profluvio di citazioni a sproposito di cui sarebbero diventati vittime in futuro.
Immediatamente attratto da un discorso che finalmente pareva tener conto dello spirito dei tempi, e del nuovo che prepotentemente si affacciava, ricordo ancora i consigli non richiesti di qualche compagno di allora che suggeriva di non prestar loro ascolto in quanto provocatori, ingenui spontaneisti, predicatori del nulla e via insultando. Fortunatamente non lo feci e venni così a conoscenza di concetti sicuramente cruciali, come quello di critica della vita quotidiana (non aspettiamo la rivoluzione a venire, ma combattiamo già da subito il potere dell’alienazione all’interno delle nostre singole esistenze), di comunismo consigliare (non serve un partito egemone, guida e coscienza, ma piuttosto una miriade di consigli che si autogestiscono e decidono sul loro immediato futuro), di società dello spettacolo (la teoria di Debord sulla spettacolarizzazione della merce e sulle deflagranti conseguenze nelle società contemporanee) di «detournement» (la capacità di rovesciare la realtà, mostrandone in controluce gli autentici significati), di deriva metropolitana (il vagabondaggio creativo che trasforma concretamente il modo di vivere nelle città). Così, mentre all’indomani dell’invasione di Praga da parte dei sovietici, qualcuno arrivava a scrivere che «il socialismo si difende anche con i carri armati», mentre tanti inneggiavano al libretto rosso e alla «rivoluzione culturale», che altro non era se non una spietata epurazione voluta dallo strapotere maoista, i luddisti, in modo ironico e giocoso, lanciavano le loro provocazioni, dimostrandosi eccentrici rispetto a tanto neo conformismo di maniera.
Oltre all’Internazionale situazionista, si leggevano «Do It» di Jerry Rubin che raccontava le forme creative della lotta alle lobby negli Usa, i romanzi di Victor Serge che descrivevano dall’interno l’incubo staliniano, si pubblicava un opuscolo sulla cui copertina campeggiava ironicamente il motto «Il lavoro rende liberi» del lager di Aushwitz. E nella sede di Ludd in via San Luca, nel triennio in cui Ludd ebbe vita dal ’69 fino al ’71, transitavano personaggi dello spessore di Giorgio Cesarano, poeta anarchico e analista attento della contemporaneità, Mario Perniola, allora responsabile della rivista «Agar Agar», Jacques Camatte, a sua volta editore di «Invariance», divenuto poi psicogeografo e sostenitore di soluzioni assai simili a quelle pensate dai comontisti, mentre si allacciavano rapporti con gruppi milanesi, torinesi e romani.
A Roma, nella sede del Film Studio 70 di Amerigo Sbardella e Annabella Miscuglio, ricordo fumose riunioni interrotte dal passare di bellezze eteree succintamente vestite, accolte da improvvisi e attenti silenzi. E il sapore dolciastro e intenso di un «fumo» mai provato fino allora. Circolo e abitazione sorgevano a Trastevere, a pochi passi da Regina Coeli e disponevano di una sala dove si proiettavano film dell’avanguardia internazionale, tutto aveva orari assurdi e ti faceva sentire terribilmente provinciale.
Tra i gruppi amici quello dei torinesi spiccava per il radicalismo non solo predicato ma apparentemente anche duramente praticato. Editavano una rivista, «Acheronte»: il «fiume infernale si è rimesso in moto» procedendo spedito verso la rivoluzione, e avevano dato vita all’Organizzazione consigliare, in linea con le teorie di autogestione praticate anche a Genova. Il personaggio di spicco, Riccardo D’Este, era stato allora in galera e si diceva fosse stato tra i protagonisti della rivolta carceraria delle Nuove. Aveva fama ambigua, perché da sempre molti lo accusavano apertamente di essere un provocatore, addirittura, sosteneva qualcuno, un cripto fascista mascherato da gauchista. Quando finalmente comparve a Genova, lo fece in occasione di uno spettacolo teatrale recitato tra i vicoli del centro storico, il «Genovese Liberale» credo si intitolasse, e Riccardo e i suoi proposero di parteciparvi direttamente, trasformandolo dall’interno in una provocazione in presa diretta. Fu divertente, a tratti anche pericoloso, perché in qualche occasione si rischiò quasi il linciaggio. Per i torinesi il concetto di critica della vita quotidiana diventava spesso e volentieri un processo immediato alla vita di ogni giorno dei singoli individui: com’era possibile definirsi rivoluzionari e continuare a praticare il tran tran quotidiano come se nulla fosse? Tra i luddisti genovesi vigeva in effetti una stretta divisione tra vita famigliare e dimensione politica, le donne non partecipavano alle attività del gruppo e raramente venivano coinvolte, se si eccettuano i membri più giovani che invece tendevano a vivere tutto in coppia. D’Este al proposito aveva buon gioco nella sua critica radicale, anche se spesso i toni cadevano nell’eccesso e si facevano violenti, finendo per impaurire più che convincere. […]

● Tratto da: Gli anni del ’68. Voci e carte dall’Archivio dei Movimenti, il canneto editore, Genova 2017. (Si ringrazia).

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2025-02-25

Furti di figurine, corse folli e prime bravate: rivivi la turbolenta giovinezza del futuro bel René in una Milano dove si rischiava la vita per noia.

🛑 Viaggio nella malavita anni '60. 👇

#boomerissimo #renatovallanzasca #truecrime #anni60 #anni70

boomerissimo.it/2023/06/28/ren

2025-02-16

video della presentazione di “inappropriabili. relazioni, opere e lotte nelle arti performative in italia (1959-1979)”, di annalisa sacchi

6 settembre 2024 | La Pelanda – Mattatoio di Roma ANTICIPATION OF THE NIGHT_ 
Inappropriabili. Relazioni, opere e lotte nelle arti performative in Italia (1959-1979), di Annalisa Sacchi (Marsilio) – in dialogo con Giuseppe Allegri, Viola Lo Moro e Nicolas Martino 

“Inappropriabili” sono le esperienze di chi, negli anni Sessanta e Settanta del Novecento, trovò nella performance territori di sperimentazioni capaci di abbattere i confini disciplinari. Nel libro si affollano biografie, eventi e idee, azioni e opere che ricostruiscono una storia di relazioni: l’Autunno caldo, l’antipsichiatria e la militanza poetica di Giuliano Scabia, la guerra d’Algeria nel teatro musicale di Luigi Nono, le ecopolitiche di John Cage e di Aldo Braibanti, le persecuzioni, i processi, le carcerazioni. E poi la poesia sonora di Patrizia Vicinelli e il cinema-performance di Alberto Grifi, il teatro come “tumore della società” e le lotte meridionaliste di Leo de Berardinis e Perla Peragallo, il femminismo e le alleanze tra soggetti imprevisti, l’opera aperta, gli scandali e le apoteosi di Carmelo Bene, Emilio Villa, Jean-Jacques Lebel. Si tratta di ricostruire genealogie artistiche e rimettere la potenza generativa delle lotte e quella delle relazioni al centro dei due decenni che hanno cambiato quello che si credeva possibile per l’arte, e quindi per la vita.

Annalisa Sacchi insegna all’Università Iuav di Venezia, dove dirige dal 2017 il corso di laurea magistrale in Teatro e arti performative. Ulteriori informazioni:  https://www.youtube.com/watch?v=fENsaVdkhdg

Il libro: https://www.marsilioeditori.it/libri/scheda-libro/2978942/inappropriabili

 

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2025-02-13

oggi, 13 febbraio, a roma: “ricreazione immaginativa del reale. l’eredità di alighiero boetti”

Convegno
Ricreazione immaginativa del reale
L’eredità di Alighiero Boetti

a cura della
Fondazione Alighiero e Boetti
OGGI, giovedì 13 febbraio 2025
Sala Dante, Istituto Centrale per la Grafica, Roma
ore 14:00 – 18:00
Accademia Nazionale di San Luca, Roma
ore 18:00 – 19:00

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2025-02-11

13 febbraio, roma, “ricreazione immaginativa del reale. l’eredità di alighiero boetti”

Convegno
Ricreazione immaginativa del reale
L’eredità di Alighiero Boetti

a cura della
Fondazione Alighiero e Boetti
Giovedì 13 febbraio 2025
Sala Dante, Istituto Centrale per la Grafica, Roma
ore 14:00 – 18:00
Accademia Nazionale di San Luca, Roma
ore 18:00 – 19:00

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Attilio Verardiniattilioverardini
2024-12-30

“Le due esperienze più influenti all’interno del movimento per le autoriduzioni ai concerti sono, lo vedremo meglio più avanti, «Re Nudo» e «Stampa Alternativa».

continua @ antiper.org/2024/12/28/riforme

2024-12-11

oggi, 11 dicembre, a roma: “videoarte e arte. tracce per una storia dagli anni sessanta a oggi”, di bordini e catricalà

Videoarte e arte. Tracce per una storia dagli anni Sessanta a oggi

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2024-12-07

11 dicembre, roma: “videoarte e arte. tracce per una storia dagli anni sessanta a oggi”, di bordini e catricalà

Videoarte e arte. Tracce per una storia dagli anni Sessanta a oggi

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:idle: OpenSoul :verified:opensoul@mastodon.uno
2024-05-18

Il film è in realtà il remake/adattamento del film belga/francese #doppiosospetto del #2018 tratto dal romanzo "Derrière la haine" di #BarbaraAbel , ma cmq ha delle interessanti qualità per questo adattamento poderoso quanto efficace nell'america degli #anni60

3/N

2024-03-21

Belafonte, Danny Kaye, una serata ebraica che nessuno potrà mai dimenticare

🛑 Una esibizione incredibile (video) 👇

#harrybelafonte #dannykaye #ebrei #havanagila #anni60 #UnoCinema

boomerissimo.it/2023/07/12/har

2024-03-04

Furti di figurine, corse folli e prime bravate: rivivi la turbolenta giovinezza del futuro bel René in una Milano dove si rischiava la vita per noia.

🛑 Viaggio nella malavita anni '60. 👇

#boomerissimo #renatovallanzasca #truecrime #anni60 #anni70

boomerissimo.it/2023/06/28/ren

2024-01-28

Un anno bellissimo

🛑Auguri da Boomerissimo 🇬🇧 🇫🇷 🇪🇸 🇩🇪 🇮🇱 🇨🇳 translation on site 👇

#boomerissimo #birthday #boomer #vintagetv #anni70 #anni60

boomerissimo.it/2024/01/28/il-

2023-07-12

Una serata ebraica molto speciale

Due legami diversissimi con il mondo ebraico hanno prodotto la più straordinaria versione di Hava Nagila che si sia mai sentita. .

#harrybelafonte #dannykaye #ebrei #havanagila #anni60 #UnoRadio

boomerissimo.it/2023/07/12/har

2019-06-17

RT @orrorea33giri@twitter.com

Rinfreschiamoci con il gelato di Patty Pravo! #pattypravo #estate #anni60 #algidaitalia

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