#CarmeloBene

2025-04-27

newsletter slowforward 9 marzo – 9 aprile 2025 + sostieni l’eroica opra ultraventennale del sito

tra 26 e 27 aprile ho spedito per mail – alle persone registrate – la newsletter periodica di slowforward, con tutti i link ai post pubblicati qui tra 9 marzo e 9 aprile. la newsletter non ha (ancora) un nome, e viene manualmente compilata da me. chi volesse riceverla, per leggere o rileggere post che giocoforza sono recuperabili ma visivamente scomparsi oltre l’orizzonte degli eventi, può farmene richiesta qui: https://slowforward.net/contact/

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2025-03-06

[r] _ alcune ragioni (da cb)

Perché, invece di stampare l’Ulisse di Joyce su carta (trattamento tipografico), lo si imprime (sempre tipograficamente) su EASTMANCOLOR con la presunzione di averne fatto un film? Perché si impolverano soprammobili noleggiati, avendo a solo scopo dell’operazione l’ingenuità di attribuirsi un passato? Perché ogni realtà “interna” al cinema deve essere a tutta forza giustificata dalla sua equivalenza ad una realtà esterna? Perché la capacità d’un attore è riposta soltanto nella sua facoltà di imitazione? Perché lo spazio deve essere paesaggio e basta? Perché il “colore” è obbligato a uniformarsi alla stupidità della natura? Perché mai la “sequenza” è solo logica? Perché l’arte deve essere la vita? Chi lo ha detto che la vita deve essere “questa vita”?

Carmelo Bene, L’orecchio mancante

#art #arte #CarmeloBene #cb #cinema #controLaRappresentazione #film #imitazione #Joyce #natura

2025-02-19

i pregi della casa in bilico (rev. feb. 25) / differx

da
https://mgiovenale.medium.com/i-pregi-della-casa-in-bilico-6e1f894f909f

Alcuni testi di ricerca contemporanei, a mio modo di vedere, si avvicinano molto a rappresentare anzi essere — in silenzio o meno — quel tipo di ‘testo installativo’ (ma in qualche modo performativo, pure: in parallelo) che si può gustare in tutta evidenza ad esempio nei brevi weather reports che David Lynch per un periodo ha pubblicato su youtube o instagram: cfr. https://www.instagram.com/tv/CPBMECtHMwT/.

Mi domando molto seriamente come si possa stare seri (soltanto seri) ascoltando la voce scandita di Lynch in questo come in decine di altri meteo.

Quando senza variazioni di tono annuncia, a fronte del cloudy sky della mattina, cieli blu e tramonto dorato per il pomeriggio, difficilmente penso si possa trattenere almeno un sorriso. E il saluto finale, augurale, da parte sua, non manca di teatralissima gioia, sottolineata. Evidenziata, sopra le righe: senza rughe di perplessità, e — proprio per questo — inquietante. (Il cinema di Lynch è l’epitome dell’Unheimlich, del resto).

Quando per Carlo Bordini parlo di testi scritti in un bilico che rimane tale, che resta sul filo della lama, che cioè non dà suggerimenti al lettore per interpretare in senso ironico o meno la pagina, dico qualcosa di niente affatto diverso. Leggendo non si può evitare un sorriso, condividendolo o credendo di condividerlo con l’autore; e non si può, del tutto parallelamente, dubitare che sia legittimo, che l’autore proprio al sorriso volesse condurci. Ci dà una casa ma abitandola la troviamo tutta bucata, buffa, e in pericolo, storta: e insieme protettiva, pertinente.

In questa indecidibilità, che finisce per essere almeno un suggerimento di ironia da dedicare all’ironia stessa, per me risiede parte consistente della produzione di senso di opere non solo di Bordini, ma prima ancora di Corrado Costa e spesso dello stesso Emilio Villa. Per non parlare dell’accidentato atto del parodiare-smentirsi-parodiare che è praticamente in tutta l’opera di Carmelo Bene.

Fino a ragionare su chi nel ventennio recente si è occupato di simili sintonie (non solo italiane) e non poche ne ha create: cito solo, per rapidità, i casi delle Avventure minime di Alessandro Broggi, e dei Cinque testi tra cui gli alberi (più uno), di Michele Zaffarano.

#111 #AlessandroBroggi #cambioDiParadigma #CarloBordini #CarmeloBene #CorradoCosta #DavidLynch #EmilioVilla #meteo #MicheleZaffarano #scrittureDiRicerca #testiInstallativi #Unheimlich #weatherReport

2025-02-18

repetita.
carmelo bene: frammento audio su io e soggetto (dell’inconscio) nel libro “‘l mal de’ fiori”
slowforward.net/2024/01/21/car

#CB #carmelobene #io #soggetto #soggettodellinconscio

2025-02-16

video della presentazione di “inappropriabili. relazioni, opere e lotte nelle arti performative in italia (1959-1979)”, di annalisa sacchi

6 settembre 2024 | La Pelanda – Mattatoio di Roma ANTICIPATION OF THE NIGHT_ 
Inappropriabili. Relazioni, opere e lotte nelle arti performative in Italia (1959-1979), di Annalisa Sacchi (Marsilio) – in dialogo con Giuseppe Allegri, Viola Lo Moro e Nicolas Martino 

“Inappropriabili” sono le esperienze di chi, negli anni Sessanta e Settanta del Novecento, trovò nella performance territori di sperimentazioni capaci di abbattere i confini disciplinari. Nel libro si affollano biografie, eventi e idee, azioni e opere che ricostruiscono una storia di relazioni: l’Autunno caldo, l’antipsichiatria e la militanza poetica di Giuliano Scabia, la guerra d’Algeria nel teatro musicale di Luigi Nono, le ecopolitiche di John Cage e di Aldo Braibanti, le persecuzioni, i processi, le carcerazioni. E poi la poesia sonora di Patrizia Vicinelli e il cinema-performance di Alberto Grifi, il teatro come “tumore della società” e le lotte meridionaliste di Leo de Berardinis e Perla Peragallo, il femminismo e le alleanze tra soggetti imprevisti, l’opera aperta, gli scandali e le apoteosi di Carmelo Bene, Emilio Villa, Jean-Jacques Lebel. Si tratta di ricostruire genealogie artistiche e rimettere la potenza generativa delle lotte e quella delle relazioni al centro dei due decenni che hanno cambiato quello che si credeva possibile per l’arte, e quindi per la vita.

Annalisa Sacchi insegna all’Università Iuav di Venezia, dove dirige dal 2017 il corso di laurea magistrale in Teatro e arti performative. Ulteriori informazioni:  https://www.youtube.com/watch?v=fENsaVdkhdg

Il libro: https://www.marsilioeditori.it/libri/scheda-libro/2978942/inappropriabili

 

#AlbertoGrifi #AldoBraibanti #AnnalisaSacchi #anni60 #Anni70 #anniSessanta #anniSettanta #art #arte #artiPerformative #CarmeloBene #EmilioVilla #GiulianoScabia #GiuseppeAllegri #JeanJacquesLebel #JohnCage #LeoDeBerardinis #LuigiNono #NicolasMartino #PatriziaVicinelli #performance #PerlaPeragallo #politica #UniversitàIuav #ViolaLoMoro

2025-02-13

salomè / cb

https://archive.org/details/Salome_201401

★ Radio Onda Rossa 87.9 FM ★

Martedì 07 Gennaio 2014 ore 14:30

SALOMÈ

di Oscar Wilde secondo Carmelo Bene
traduzione di Carmelo Bene e Domenico Porzio
con Carmelo Bene, Cosimo Cinieri, Lino Capolicchio, Piero Vida, Rodolfo Baldini, Lydia Mancinelli, Alfiero Vincenti, Rosabianca Scerrino
elaborazioni e musiche originali di Luigi Zito
regia di Carmelo Bene

Carmelo Bene riadatta il dramma di Oscar Wilde per il teatro nel 1964, per il cinema nel 1972 e infine per la radio nel 1976. I temi sono tra i suoi prediletti: la passione smodata e l’ossessione che può portare alla morte. Bene è attratto dal fascino lunare che il personaggio biblico assume nel dramma di Wilde, in cui confluiscono mitologie e rituali pagani di danze, vino e sangue. Il pallore di Salomè è lunare, e guardarla troppo può portare alla follia. I presagi di morte annunciati dal profeta Iokanaan, che condanna l’unione incestuosa di Erode ed Erodiade, si avvereranno per mezzo della ragazza. Erode, infatti, per veder danzare la figliastra, le concederà la testa del profeta da lei desiderato, macchiandosi così di un delitto irrimediabile contro dio. Oscar Wilde si gettò a capofitto nella creazione di ‘Salomè’ nel 1893 dopo aver letto ‘A rebours’, pamphlet di Joris-Karl Huysmans. Salomè incarna l’emblema della donna fatale, seduttrice e annientatrice, che domina nella letteratura e nelle arti figurative della seconda metà dell’Ottocento. Pur rispettando quasi fedelmente il testo originale, Bene ne stravolge il registro, orientandolo, laddove si arresta il lirismo, verso la parodia. Nella riduzione radiofonica, gli attori sviluppano al massimo le possibilità di quella phonè, la voce sperimentata in tutte le sue timbriche, che è alla base della ricerca teatrale di Bene.

Info
https://www.ondarossa.info/newstrasmissioni/loracolo-omaggio-carmelo-bene-salom-marted-07-gennaio-2014-ore

#AlfieroVincenti #CarmeloBene #CosimoCinieri #DomenicoPorzio #LinoCapolicchio #LuigiZito #LydiaMancinelli #OscarWilde #OscarWildeSecondoCarmeloBene #PieroVida #RodolfoBaldini #RosabiancaScerrino #teatro

2025-02-13

il vortice insensato della trottola / cb

#CarmeloBene #cb

2025-02-11

[r] _ l’italia sommersa e la francia emersa: tre interrogativi e una constatazione

L’ITALIA SOMMERSA E LA FRANCIA EMERSA: TRE INTERROGATIVI E UNA CONSTATAZIONE
(gli anni Ottanta e Novanta e la spiegazione di una situazione italiana che perdura)

1) Cosa succedeva in Francia tra la metà degli anni Ottanta e la fine degli anni Novanta, ossia quando in Italia scomparivano Italo Calvino (1985), Adriano Spatola (1988), Enrico Filippini (1988), Antonio Porta (1989), Giorgio Manganelli (1990), Carmelo Samonà (1990), Achille Cavellini (1990), Corrado Costa (1991), Patrizia Vicinelli (1991), Luciana Arbizzani (1991), Valerio Miroglio (1991), Pier Vittorio Tondelli (1991), Stefano D’Arrigo (1992), Germano Lombardi (1992), Silvano Martini (1992), Gianni Sassi (1993), Giovanni Testori (1993), Antonio Neiwiller (1993), Luigi Pasotelli (1993), Paolo Volponi (1994), Luciano Anceschi fondatore del «verri» (1995), Giuseppe Guglielmi (1995), Franco Beltrametti (1995), Anna Malfaiera (1996), Edoardo Cacciatore (1996), Amelia Rosselli (1996), Giordano Falzoni (1998), Toti Scialoja (1998), Vincenzo Accame (1999), Renato Pedio (1999), Annalisa Alloatti (2000) ?

[N.b.: nel 1986 Emilio Villa era stato colpito da ictus e conseguente afasia. Poco fuori dal cerchio degli anni Novanta scompaiono Giovanni Ragagnin (2003), Carmelo Bene, Emilio Tadini, Giovanna Sandri e Franco Lucentini (2002), Alice Ceresa e Roberto Sanesi nel 2001].

2) Cosa succedeva in Francia quando in Italia si esauriva l’esperienza di «Lotta poetica» (1987), «Alfabeta» (1988), poi quella del «Cavallo di Troia» (1989), quella di «Tam Tam» (1991), quella di «Videor» (1991), quando la storica rivista «Altri Termini» chiudeva definitivamente i battenti (1992), l’impegno di «Abiti lavoro» si interrompeva nel 1993, quello di «Molloy» nello stesso anno, e smetteva di uscire la roversiana «Rendiconti» (fine anni ‘90), nonostante esistessero e resistessero «Baldus» (fino al 1996, dal 1990) e «Campo» (di Francesco Leonetti) ?

3) Chi avviava in Francia nuove ricerche letterarie, nel momento in cui (1988) in Italia nascono due riviste diverse e tuttavia entrambe legate a una (fiducia forte nella) persistenza del genere “poesia”, come «Versodove» (a Bologna) e – nome inequivocabile – «Poesia», di Nicola Crocetti (a Milano); e nel momento in cui il testo di Roberto Roversi più sperimentale e meno lontano dalla neoavanguardia, ossia Le descrizioni in atto (iniziato nel 1963, uscito in ciclostile dal 1969), aveva la sua ultima edizione a stampa nel 1990 (per Coop Modem), prima dell’autoantologia d’autore che Sossella pubblica nel 2008 ?

Questo succedeva in Francia:

>>> tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio degli anni Novanta [ritroviamo autori come Christophe Hanna, Nathalie Quintane, Charles Pennequin, Christophe Fiat, Olivier Cadiot, Pierre Alferi, Jean-Michel Espitallier, Christophe Tarkos, Vannina Maestri e altri] su un certo numero di riviste, riviste che sono del resto essi stessi a creare, visto che nessuno dei “grandi” periodici allora sul mercato sembra corrispondere a quello che stanno facendo o a quello che sperano di leggere. Vannina Maestri, Jean-Michel Espitallier e Jacques Sivan fondano Java nel 1989; io metto in piedi Nioques nel 1990; Nathalie Quintane, Christophe Tarkos e Stéphane Bérard creano RR nel 1993; Christophe Fiat e Anne-James Chaton fondano TIJA (The Incredible Justine’s Adventures) nel 1997, Olivier Cadiot e Pierre Alferi pubblicano i due numeri della Revue de Littérature Générale tra il 1995 e il 1996, Vincent Tholomé fa uscire nel marzo del 1996 il primo numero di TTC (Tombe tout court), su cui appaiono fin dall’inizio i nomi di Charles Pennequin e di Christophe Tarkos, seguiti ben presto da quelli di Vannina Maestri e di Jacques-Henri Michot; Christophe Tarkos e Katalin Molnar fondano Poézie prolétèr nel 1998… Non si può negare che tutto questo contribuisca a definire uno specifico campo, o, meglio, un territorio preciso all’interno di uno specifico campo. In parte, si tratta di una reazione a quello che, dopo il 1980, si è venuto presentando come un ritorno al “lirismo” e ai fondamenti tematici e formali della poesia poetica (quella che io chiamo “ri-poesia”). In parte, si prendono le distanze dallo “stile” delle ex neoavanguardie, testualiste o formaliste che siano, egemoni nel corso del doppio decennio degli anni Sessanta-Settanta (in sostanza: posa teorica seriosa, atteggiamento profetico-ideologico, rigore dogmatico, struttura gruppuscolare e una certa propensione alle “teorie d’insieme” — il tutto secondo un modello di funzionamento largamente ereditato dalle avanguardie storiche degli anni Venti e Trenta). Contro i primi, ci si rifiuta di credere che la “fine” delle avanguardie possa aprire le porte a una restaurazione pura e semplice della Poesia, intesa sub specie æternitatis. Contro i secondi (o meglio: contro e assieme ai secondi) vengono acquisite tutte quelle interrogazioni e conquiste critiche della modernità poetica in grado di funzionare come punto di partenza e di permettere, poi, con assoluta libertà di movimento (con ironia e umorismo per molti), la creazione di forme e oggetti nuovi, ibridi, post-poetici e trans-generici. Ci troviamo così di fronte a un momento e a uno spazio che si costituiscono ormai privi di un centro o di un polo d’attrazione dominanti. La nozione di rete si fa assai più pertinente rispetto a quella di gruppo, o di movimento. Lo spazio comune di cui sto parlando è composto di micro-spazi (nel mio vocabolario: “capanne”) più o meno effimeri e transitori, dove la circolazione è libera.<<<

(Jean-Marie Gleize, Il senso delle parole)

E qual era la situazione dell’editoria mainstream in Italia tra la fine degli anni Settanta e la fine degli anni Novanta? Ecco: https://slowforward.net/2022/02/21/poesia-per-il-pubblico-a-k/.

Una constatazione a chiusura di questa sequenza di dati non può dunque non riguardare la situazione disgraziata, depressa e deprimente dell’Italia rispetto (almeno) alla Francia. Ma altro si potrebbe dire a proposito di quel che è accaduto (esploso, si direbbe, o fiorito – per usare una vecchia metafora) tra anni Ottanta e primi Duemila soprattutto tra Stati Uniti, Canada e Gran Bretagna.

Restando al nostro Paese, non rimane che tirare così le somme di quanto annotato e (ripetendo quasi alla lettera un tassello di Poesia per il pubblico) sottolineare che i lettori (e poi autori) italiani che hanno vissuto la propria formazione letteraria negli anni Settanta e primi Ottanta hanno potuto incontrare naturalmente, agevolmente, nel contesto attorno e nelle offerte librarie, un’editoria e un quadro di conflitti che alle generazioni successive sono stati letteralmente sottratti. Semplicemente negati. Una cancellazione e negazione che ha avuto – nell’editoria mainstream prima e nelle richieste della distribuzione all’editoria poi – dei soggetti particolarmente solerti, il cui operosissimo e ormai quarantennale lavoro ha portato alla situazione attuale: ha portato cioè direttamente al tipo di poesia o re-poésie / ri-poesia che rappresenta la stragrande maggioranza di quel che purtroppo è dato di leggere in Italia, oggi e ormai da tempo. E non soltanto in pubblicazioni mainstream, né soltanto nelle librerie di catena.

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2024-12-15

“bene detto pinocchio”, di piergiorgio giacchè (kurumuny)

Esce il primo 𝗤𝘂𝗮𝗱𝗲𝗿𝗻𝗼 𝗔𝗠𝗔 – Accademia Mediterranea dell’Attore, pubblicato da Kurumuny Edizioni con il testo 𝘽𝙀𝙉𝙀 𝘿𝙀𝙏𝙏𝙊 𝙋𝙄𝙉𝙊𝘾𝘾𝙃𝙄𝙊 di Piergiorgio Giacchè.

Si può trovare nelle librerie del Salento o richiedere online e dal sito: https://kurumuny.it/varia/313-bene-detto-pinocchio-9791281083295-piergiorgio-giacche.html

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Quel Pinocchio “che sono” è più che mai rifiuto a crescere,
civilmente e umanamente. È lo spettacolo dell’infanzia prematuramente sepolta,
che si risveglia e scalcia nella propria bara.
Adulta è la terra-padre-avvenire che la ricopre. (CB)

Pinocchio è un libro per l’infanzia: solo un bambino lo può inseguire e interpretare nel modo giusto, che poi è “a modo suo”, scorrendolo e subendolo senza pensarci sopra ma andandoci dentro… Come dunque si può Leggere Bene Pinocchio? Il Noi bambino – a guardar Bene – deve ritrovare il modo di chi legge per gioco e di chi gioca mentre legge. Il bambino non è l’adolescente: il bambino che legge e gioca si proietta ma non si identifica, mai completamente. Il bambino si muove piuttosto che commuoversi, muove il suo burattino con cui ha un rapporto teatrale, diremmo da regista… Se non fosse un attore.

Da queste considerazioni muove Piergiorgio Giacchè, in occasione di un seminario promosso da AMA sul Pinocchio di Bene.

#AccademiaMediterraneaDellAttore #AMA #Bene #CarmeloBene #cb #PiergiorgioGiacchè #QuaderniAMA #QuadernoAMA #teatro

2024-09-01

Geniali, divergenti e affini allo stesso tempo. Due scuole di pensiero differenti, un’unica comune missione: il teatro e l’arte della recitazione.
Accomunati nello stesso giorno di nascita. Il #1settembre 1922, nasceva #VittorioGassman, tra i più grandi attori di sempre; nello stesso giorno, nel 1937, #CarmeloBene. Giganti.

#ilbortoneficio

Geniali, divergenti e affini allo stesso tempo. Due scuole di pensiero differenti, un’unica comune missione: il teatro e l’arte della recitazione. 
Accomunati nello stesso giorno di nascita. Il #1settembre 1922, nasceva #VittorioGassman, tra i più grandi attori di sempre; nello stesso giorno, nel 1937, #CarmeloBene. Giganti.

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