#BrucePerens

2024-11-17

@tante
> The OSI is not a fit steward for the Open Source Definition

Not sure I'd go that far. But it's leadership certainly needs a refresh. The departure of co-founder Bruce Perens after the endorsement of HoloChain's novel licence was a very worrying sign.

#OpenSource #OSI #BrucePerens

Kevin Karhan :verified:kkarhan@infosec.space
2024-09-14

@libreleah pretty shure it's not legal to change from #GPLv3 to #proprietary legally unless all contributors signed off on this AND made a new project woth the same codebase as a hard fork.

  • And even then it may be questionable.

Consider hinting that at #SoftwareFreedomConservancy, #BrucePerens and gpl-violations.org ...

Kevin Karhan :verified:kkarhan@infosec.space
2024-09-12

@obfusk consider calling folks from the #SoftwareFreedomConservancy and espechally #BrucePerens or tue people at gpl-violations.org that successfully sued #AVM...

  • Pretty shure they'll gladly represent you pro-bono!

#Copyleft #SoftwareFreedom #FLOSS

Kevin Karhan :verified:kkarhan@infosec.space
2024-08-19

@marcan @fuchsiii kinda gives me #grsecurity & #RHEL - flashbacks:
cuz #paywalling #SourcecodeAccess to paying #subscribers and penalizing them aka. firing them as clients for exercising their right to share/modify/redistribute the #SourceCode is inherently an asshole move but apparently legal.

Not shure if a #license that governs things beyond the useage rights of a #Software is even legally enforceable in Germany amd many other juristictions...

  • I'd certainly rather blow €€€€ on a lawyer instead of playing "#FuckAroundAndFindOit" and facing insolvency-inducing "cease and decist letters" from competitiors by having flatout-illegal terms...

#WhatYouAllowIsWhatWillContinue

Benjamin Carr, Ph.D. 👨🏻‍💻🧬BenjaminHCCarr@hachyderm.io
2024-06-01

#OpenSourceInitiative tries to define #OpenSource #AI
The issue is that there's no accepted way to determine whether or not an AI system is open source, despite the fact that there are already many #machinelearning models offered under open source licenses.
"I think the fundamental problem with AI is that its output is inherently plagiarism," #BrucePerens explained "#LLM are trained from websites, and open source software, without regard for their copyright."
theregister.com/2024/05/16/ope

Il tema del cosiddetto “post-opensource” non gode di grandi attenzioni mediatiche – soprattutto nel momento in cui è più comodo e rapido distorcere il significato del termine “opensource” stesso, senza ulteriori prefissi – ma tra i suoi estimatori se ne trova uno d’eccezione: Bruce Perens, ovvero l’autore proprio della definizione originaria di “open source” e co-fondatore di Open Source Initiative. E il supporto di Perens non si limita a qualche occasionale tweet di commento, ma si manifesta con la pubblicazione di una pagina web che propone una formalizzazione del concetto.

In modo invero un po’ scomposto. La cui essenza è: costringiamo a pagare solo coloro che d’altro canto avrebbero le risorse per reimplementare ogni cosa per conto proprio, aggirando senza problemi i nuovi vincoli, e per farlo istituiamo un sistema burocratico universale che gestisca in modo centralizzato tutti gli aspetti economici, legali e operativi. Persino io, che non nego la mia inclinazione marxista, sono alquanto scettico del fatto che siffatto piano possa funzionare.

Alcuni degli spunti offerti dal – per così dire – “Manifesto Post Open” sarebbero applicabili da oggi al modello open source così come è.

La distribuzione dell’1% dei profitti ai progetti open source che hanno avuto un ruolo nel generare i profitti medesimi è, ovviamente, un proposito che non posso non apprezzare, applicando io stesso questa pratica da anni. Sono lieto che Perens sia giunto alla stessa conclusione cui sono giunto io nel 2017, ma tocca far presente che per raggiungere tale obiettivo non sarebbe necessaria una nuova licenza bensì “solo” un po’ di buona volontà da parte di coloro (tutti coloro) che traggono beneficio dal lavoro altrui.

Avere una organizzazione che aggreghi l’erogazione di servizi cloud, fungendo da marketplace e fornendo un unico punto di riferimento (e dunque un unico account, un unico pannello di amministrazione, una unica fatturazione, un unico help desk…), sarebbe assai auspicabile e permetterebbe di costruire una alternativa reale e appetibile ai vari AWS, Google Cloud, Azure e similari, presso cui i soggetti che sviluppano applicazioni middleware e SaaS open source (e che spesso già erogano sottoforma di servizi cloud, ciascuno per conto proprio) potrebbero serenamente vendere i propri servigi e trarre profitti diretti, mettendo a fattor comune marketing e costi operativi. Per fare questo non sarebbe necessaria una nuova licenza (men che meno in mancanza di una effettiva organizzazione aggregatrice, menzionata nel documento ma non ancora esistente), ma “solo” un po’ di buona volontà, di dialogo, e di sana capacità imprenditoriale.

Il grattacapo della sicurezza della filiera open source, minacciata dalle scarse risorse a disposizione degli sviluppatori, periodicamente torna tristemente in auge (l’ultimo caso eclantante è stato quello di XZ) pur restando irrisolto. Laddove gli strumenti per distribuire i fondi in modo proporzionale, magari anche facendoli fluire dai progetti di maggior successo ai progetti meno visibili e dunque più vulnerabili, in parte esisterebbero. Fermo restando il requisito primo: smettere di frignare sempre, solo ed esclusivamente nei confronti dei “Big Tech” ed iniziare ad immettere, in prima persona, denaro contante nel sistema. Per fare questo non sarebbe necessaria una nuova licenza, ma “solo” un po’ di buona volontà.

Un concetto del tutto inedito è invece quello di trattare l’intero patrimonio “post-open” come un unico oggetto contrattuale, cui si perde diritto di accesso nel momento in cui viene riscontrata una violazione su uno solo dei progetti coinvolti. Spunto interessante, che può essere letto come un approccio alla sindacalizzazione del movimento nel suo complesso, ma che – come scritto sopra, e come del resto riconosciuto da Perens stesso – prevede uno strato di burocratizzazione decisamente invasivo e scarsamente gestibile.

Inoltre, non è ben chiaro in che modo l’applicazione di una licenza software dovrebbe impattare sulle “esigenze degli utenti non tecnici”, che qui vengono identificate come una mancanza da parte del classico modello open source. Forse non è concesso distribuire una applicazione in licenza PostOpen se non ha una interfaccia grafica bella e semplice? Oppure non posso adottare tale licenza per un database (tipologia di software sconosciuta agli utenti domestici) ma solo per applicazioni end-user? Se non scrivo della documentazione esaustiva, vengo portato in tribunale?

Insomma: Perens, nel suo documento, enumera idee buone ed idee pessime in ordine sparso, le condisce con una buona dose di populismo, e le spaccia per rivoluzione ideologica.

Fintantoché l’unica suggestione di soluzione all’intera questione della sostenibilità del modello open resta l’obbligo di far cacciare, forconi alla mano, i quattrini ad un manipolo di operatori (ovvero: una soluzione inapplicabile), dubito che se ne trarrà mai qualcosa. In questo filone di pensiero vedo una ben scarsa auto-critica alle responsabilità individuali, un facile capro espiatorio, e – come spesso capita – una foglia di fico atta a nascondere la volontà di intervenire da parte dei singoli.

E questo è il medesimo messaggio che ho voluto trasmettere, a chiare lettere, nella homepage dell’iniziativa apt-give, in cui mi sono imbarcato qualche giorno fa. Il progetto, ispirato dai più volte su queste pagine citati npm fund e composer fund (si, avrei potuto chiamarlo “apt fund”, ma mi piaceva il contrasto col canonico “apt-get”, e poi il dominio “apt.fund” era già registrato…), non è altro che un indice delle pagine di donazione di ciascun pacchetto presente sui repository Debian – e pertanto anche Ubuntu, Mint e similari – ed un banale script Bash che mostra le suddette pagine per i pacchetti attualmente installati sul proprio sistema. Insomma: un modo veloce per sapere a chi dare i soldi per fare in modo che il proprio PC (e i propri server…) continuino a ricevere aggiornamenti e miglioramenti. L’ho annunciato sui social (su Twitter e su Mastodon) l’altro giorno e, stando ai log del web server, ho ricevuto più cuoricini e stelline che download.

Ma non mi lascio scoraggiare: lentamente proseguo con la mia opera di indicizzazione delle pagine di donazione (opera svolta in larga parte a mano, ispezionando i siti web uno a uno in cerca di un link a PayPal o a OpenCollective…), continuo ad assillare i miei lettori con la storia dell’1%, e ogni volta che mi è possibile continuo a ripetere l’importanza di distribuire qualche soldo.

Perché non è con le lamentazioni che si potrà aggiustare un movimento fondato sulla partecipazione.

https://madbob.wordpress.com/2024/05/27/la-prossima-definizione/

#aptGive #BrucePerens #postOpensource

sbarrax aka Marco Frattolasbarrax@mastodon.opencloud.lu
2024-05-01

Bruce Perens Emits Draft Post-Open Zero Cost License - Slashdot m.slashdot.org/story/427856 #bruceperens #interview #postopen #opensource

Benjamin Carr, Ph.D. 👨🏻‍💻🧬BenjaminHCCarr@hachyderm.io
2024-05-01

#OpenSource world's #BrucePerens emits draft #PostOpenZeroCost License
The basic idea is companies making more than $5 million annually by using #PostOpen #software in a paid-for product would be required to pay 1 percent of their revenue back to this administrative organization, a 501(c)(6) non-profit, which would distribute the funds to the maintainers and #developers of the participating open source project(s)
theregister.com/2024/04/30/bru

Benjamin Carr, Ph.D. 👨🏻‍💻🧬BenjaminHCCarr@hachyderm.io
2024-01-21

What comes after #opensource? #BrucePerens is working on it
"our licenses aren't working anymore," says #freesoftware pioneer. "We've had enough time that businesses have found all of the loopholes and thus we need to do something new."
As an example: #RHEL, which in June, under #IBM's ownership, stopped making its #sourcecode available as required under the #GPL. Also concerned by the adoption of non-Open Source licenses, by the likes of #HashiCorp, Elastic, #Neo4j
theregister.com/2023/12/27/bru

Karl Voit :emacs: :orgmode:publicvoit@graz.social
2024-01-14

#OpenSource ist tot, es lebe Post-Open-Source​ heise.de/hintergrund/Missing-L

Diese Initiative von #BrucePerens, Mitbegründer der Open-Source-Bewegung, hat durchaus explosives Potential.

Haben die üblichen #FOSS-Lizenzen ausgedient? Wurde FOSS von Konzernen anders verwendet als von der FOSS-Idee her ursprünglich gedacht? Wie würde eine korrigierte Lizenz aussehen? 🤔

#GPL #LGPL #RHEL #CentOS #OSI #Copyleft #AGPL #Google #Amazon #Cloud

2023-02-15

"Where Did Open Source Come From?

Obviously, Richard Stallman was first with Free Software, and we stand on Richard’s shoulders."

#BrucePerens

perens.com/2017/09/26/on-usage

#FreeSoftware #OpenSource

https://purl.org/rzr#rzr
2020-09-08

youtube-nocookie.com/embed/vid : What Comes After ? : preserving Open Source as it exists and going forward with a new paradigm.
by is one of the founders of the Open Source movement in .

Anban Govenderanban@squeet.me
2019-12-02

♲ @schestowitz@joindiaspora.com: Now that #Debian is debating and voting on diversity in the technical sense the thoughts of #BrucePerens merit broader audience/reach techrights.org/2019/12/02/the-… #gnu #linux #systemd
What Former Debian Project Leader (Second to the Late Ian Murdock) Thinks About SystemD in Debian GNU/Linux

2019-10-12

"What else is there that we can do? What the creators of these licenses should have done in the first place. Work to enact better laws, that prohibit the actions they despise and levy real punishment for the offenders.

But little software developers feel powerless to do that. So, they try to replace the entire body of civil and criminal law with a few lines in their licenses. It’s a pity that won’t work."
- #BrucePerens
perens.com/2019/10/12/invasion

Golem (inoffiziell)golem@squeet.me
2018-06-18
Grsecurity: Open Source Security muss Kosten von Bruce Perens tragen www.golem.de/news/grsecurity-o… #Linux-Kernel #BrucePerens #EFF #LinusTorvalds #Linux #OSI #Applikationen #OpenSource
Dr. Roy Schestowitz (罗伊)schestowitz@gnusocial.de
2018-02-11
Dr. Roy Schestowitz (罗伊)schestowitz@gnusocial.de
2018-02-10
#BrucePerens Seeks Mandatory Award of Legal Fees For His Defense in Open Source Security https://gnusocial.de/url/4883075

Client Info

Server: https://mastodon.social
Version: 2025.04
Repository: https://github.com/cyevgeniy/lmst