#Et%C3%A0DelBronzo

2025-10-13

🌊 ✨ Sotto le acque del lago di Mezzano (Viterbo) il sito dell'età del Bronzo racconta la sua storia

🔍 La campagna 2025 di archeologia subacquea restituisce oltre 600 pali e decine di manufatti intatti.

👉 I dettagli su Storie & Archeostorie:

Foto: ©SABAP per la provincia di Viterbo e l’Etruria Meridionale

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2025-09-23

🌊🏺 𝗗𝗮𝗹 𝗳𝗼𝗻𝗱𝗼 𝗱𝗲𝗹 𝗹𝗮𝗴𝗼 𝗱𝗶 𝗠𝗲𝘇𝘇𝗮𝗻𝗼 𝗿𝗶𝗲𝗺𝗲𝗿𝗴𝗲 𝘂𝗻 𝘃𝗶𝗹𝗹𝗮𝗴𝗴𝗶𝗼 𝗱𝗲𝗹𝗹’𝗘𝘁à 𝗱𝗲𝗹 𝗕𝗿𝗼𝗻𝘇𝗼

Ripartiti dopo decenni gli scavi nell’insediamento palafitticolo sommerso. Un tesoro unico per l’archeologia subacquea italiana.

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2025-05-25

Siria, scoperti 19 sonagli per bambini di 4.500 anni fa: dalla città di Hama un tenero spaccato di vita quotidiana dell’età del Bronzo

Elena Percivaldi

Arriva dalla Siria una vivida testimonianza dell’amore dei genitori per i figli, che restituisce uno spaccato della vita quotidiana nell’antichità. Gli archeologi hanno scoperto un gruppo di sonagli per bambini risalenti a 4.500 anni fa, prodotti da artigiani di professione e rivenduti nei mercati locali. Un vero e proprio “mercato del giocattolo”, attivo già nell’età del Bronzo. A rivelarlo è una nuova ricerca, condotta dal Nationalmuseet, il Museo Nazionale danese, in collaborazione con il CNRS Archéorient in Francia e l’Università degli Studi di Milano, pubblicata sulla rivista scientifica Childhood in the Past.

I reperti – 19 sonagli in terracotta – sono stati rinvenuti nella città siriana di Hama, in un quartiere residenziale dell’Età del Bronzo antico. Realizzati con la stessa composizione di argilla usata per le ceramiche da tavola dell’epoca, i sonagli rientravano chiaramente nella gamma di prodotti realizzati da ceramisti specializzati. Secondo gli studiosi, venivano venduti nei mercati locali ai genitori, che li acquistavano per intrattenere o calmare i loro bambini.

Frammenti di sonagli per bambini risalenti a 4500 anni fa. Foto: ©John Fhær Engedal Nissen, Museo Nazionale danese

I sonagli: giocattoli, non strumenti musicali né oggetti di culto

“Spesso questi oggetti vengono interpretati come strumenti musicali o oggetti rituali. Ma in questo caso parliamo chiaramente di giocattoli per bambini: sono piccoli e maneggevoli, appositamente pensati per le manine dei più piccini”, spiega Mette Marie Hald, ricercatrice senior del Museo Nazionale danese e co-autrice dello studio.

Ogni sonaglio conteneva piccoli sassolini o frammenti di argilla; quando veniva agitato, produceva un suono lieve, di bassa intensità. Non poteva quindi trattarsi di uno strumento musicale usato nel mondo degli adulti. A ulteriore conferma, c’è anche la minuscola dimensione dei manici, della misura giusta per adattarsi alla manina di un bambino.

Mette Marie Hald mostra i frammenti di uno dei sonagli per bambini ritrovati ad Hama. Foto: ©John Fhær Engedal Nissen, Museo Nazionale danese.

L’infanzia, età spesso “invisibile” in archeologia

L’infanzia è spesso un po’ trascurata negli studi archeologici perché scarsamente documentata a livello di reperti. Ritrovamenti come questi sono dunque estremamente preziosi perché raccontano molte cose. “Ci dicono che i genitori del passato amavano i loro figli, e si preoccupavano del loro sviluppo fisico e intellettivo, proprio come facciamo noi oggi”, continua Hald. “Allora per tenere calmi in bimbi si usavano i sonagli, oggi gli schermi degli smartphone – scherza l’archeologa -. Ma il principio è lo stesso e non cambia”.

Un’industria di giocattoli dell’antichità

Il fatto che questi sonagli siano stati realizzati con materiali e tecniche identiche a quelle delle “classiche” ceramiche da cucina e da mensa suggerisce l’esistenza, in loco, di una produzione fittile sistematica e specializzata. “Si tratta probabilmente della più ampia collezione di questo tipo nel Vicino Oriente”, sottolineano gli studiosi.

Disegno ricostruttivo di uno dei sonagli sulla base del frammento ritrovato (©Museo Nazionale Danese)

I ricercatori ritengono che il caso siriano non sia l’unico. E avanzano un’ipotesi intrigante. Forse altri frammenti di ceramica difficili da classificare, rimasti nei depositi o esposti in modo generico nei musei, componevano un tempo antichi sonagli, ma non sono stati ancora riconosciuti per ciò che realmente erano. Ecco perché, spiega ancora Mette Marie Hald, gli studiosi hanno messo a punto una sorta di “manuale” per aiutare altri archeologi a identificarli nei reperti frammentari.

Un toccante momento familiare

Il fascino della scoperta sta anche nella sua attualità: “Possiamo immaginarci un genitore di allora che, tornando a casa, si fermava in una bancarella del mercato e comprava il sonaglio da regalare al figlio. È una scena toccante, antica ma anche estremamente moderna”, conclude Hald.

Lo studio è stato finanziato dall’Independent Research Fund Denmark.

Immagine in apertura: Mette Marie Hald con il frammento di uno dei sonagli per bambini di 4500 anni fa. Foto: ©Jacob Hald, Museo Nazionale danese.

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sonaglisonaglisonagli
2025-05-01

La misteriosa civiltà degli Etruschi. Gli etruschi erano un popolo misterioso che oggi è possibile conoscere soltanto attraverso le loro necropoli o le sale dei musei. Sebbene più vicini nel tempo sono meno accessibili della gente dell’antico Egitto della Mesopotamia di Creta o di Micene. Inoltre l’Etruria non produsse alcuno Omero. In altre parole gli etruschi mancavano di gloriose....

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generata AI navi rasena della civiltà estrusca
2025-03-05

In Danimarca riemerge un “cerchio” neolitico simile a Stonehenge (ma di legno). Gli archeologi: “Scoperta straordinaria”

Elena Percivaldi

Straordinaria scoperta nella regione di Vesthimmerland, nel nord della Danimarca. Qui gli scavi hanno riportato alla luce le tracce di un imponente cerchio di legno, datato tra il 2600 e il 1600 a.C., che ricorda il celebre recinto di Stonehenge. O meglio, Woodhenge, un grande cerchio di legno che si trova a circa 3 km a nord-est del gigantesco monumento megalitico patrimonio Unesco, anch’esso considerato parte del complesso neolitico.

Individuato dagli archeologi del Vesthimmerlands Museum sotto la guida della curatrice Sidsel Wåhlin e del responsabile degli scavi Andreas Bo Nielsen, il sito potrebbe svelare nuovi dettagli sulle pratiche rituali e la vita sociale delle antiche comunità europee tra il tardo Neolitico e l’inizio dell’Età del Bronzo.

Un cerchio di legno di oltre 4.000 anni fa

Con un diametro di circa 30 metri, l’enorme struttura circolare di Vesthimmerland era composta da almeno 45 pali di legno disposti a intervalli regolari di 2. Si trattava, insomma, di un vero e proprio capolavoro dell’ingegneria preistorica. La sua scoperta è avvenuta quasi per caso, durante i lavori preliminari per un progetto edilizio vicino alla città di Stenild. Ciò che inizialmente sembrava solo una serie di buche nel terreno si è invece rivelato un complesso cerimoniale di straordinaria importanza. “Il cerchio di legno di Vesthimmerland è un ritrovamento eccezionale”, dice entusiasta Sidsel Wåhlin. “Ci offre preziose informazioni sulle pratiche rituali e le strutture sociali di una società preistorica interconnessa a livello internazionale.”

Il cerchio di Vesthimmerland: un paesaggio rituale

Il cerchio di legno di Vesthimmerland non è un elemento isolato. Si trova infatti immerso all’interno di un “paesaggio rituale” che comprende un altro piccolo “woodhenge” (cerchio di legno) a circa due chilometri di distanza, una vasta necropoli del tardo Neolitico e numerosi insediamenti della stessa epoca. Questa concentrazione di siti suggerisce che l’area fosse un centro di attività cerimoniali e sociali, un luogo dove le comunità si riunivano per celebrare, commemorare i defunti o forse osservare il cielo.

Vasi campaniformi della Turingia ( Germania ) e di Tököl ( Ungheria ), c.  2500-2200 a.C. [WIKIMEDIA COMMONS By Alfons Åberg – Own work, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=17781795%5D

La Cultura del Vaso Campaniforme, ponte tra civiltà

Ma chi ha costruito fattivamente il cerchio? Secondo gli archeologi, la struttura sarebbe da attribuire alla “Cultura del Vaso Campaniforme” (Bell Beaker Culture), diffusa in Europa tra il 2800 e il 1800 a.C. e così chiamata per le sue ceramiche dalla forma caratteristica “a campana”. Al centro di una rete di scambi commerciali che collegava regioni tra loro lontane, questa cultura, che fiorì nella tarda età del Rame (2600-1900 a.C. circa), fu artefice di importanti innovazioni – in primis nel campo della metallurgia – e di nuove e più complesse forme di organizzazione sociale, segnando la transizione verso l’età del Bronzo.

Il cerchio di Vesthimmerland si inserisce in questo contesto, suggerendo che in quel tempo la Danimarca settentrionale fosse parte di un più ampio sistema di connessioni culturali che comprendevano buona parte dell’Europa. E anche le isole britanniche.

Un parallelo con Stonehenge?

Gli archeologi hanno infatti proposto un interessante parallelo tra il cerchio di Vesthimmerland e quello britannico di Woodhenge, che sorge a circa 3 Km dal recinto di pietre di Stonehenge, è parte dello stesso complesso Unesco ed è orientato al solstizio d’estate. Come Woodhenge, anche il sito danese era realizzato in legno. Struttura circolare e contesto cerimoniale sono paragonabili, secondo gli studiosi, a quelle del monumento britannico.

Woodhenge, non lontano da Stonehenge: i pilastri segnano il luogo dove sorgevano i pali in legno del recinto (WIKIMEDIA COMMONS, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=48577)

La datazione della struttura danese, stimata tra il 2600 e il 1600 a.C., la colloca in “contemporanea” con le prime fasi di costruzione del complesso di Stonehenge. Il che suggerisce l’affascinante ipotesi di un possibile l’influenza culturale tra le popolazioni del nord Europa e quelle delle isole britanniche.

Ancora da indagare nei dettagli è l’esatta funzione del sito. Gli studiosi ritengono che questi cerchi, sia in legno che in pietra, fossero utilizzati per scopi rituali, forse legati all’osservazione astronomica o a celebrazioni stagionali. Un primo indizio potrebbe arrivare dalle buche di palo, al momento in corso di studio: potrebbero contenere resti organici o offerte votive che in grado di aiutare a capire meglio cosa avveniva sul sito.

Stonehenge (Wikimedia Commons. Diego Delso CC BY-SA 4.0)

Ma la risposta definitiva, si spera, giungerà dallo scavo, che gli archeologi del Vesthimmerlands Museum hanno già annunciato di voler proseguire nei prossimi mesi. “Il cerchio di legno è senza dubbio una testimonianza della complessità delle società preistoriche,” ha aggiunto Andreas Bo Nielsen. “Non vediamo l’ora di iniziare a scavare per scoprire cosa ancora ci nasconde.”

Immagine in apertura: Ricostruzione del recinto sulla base delle buche di palo ritrovate sul sito. (©Vesthimmerlands Museum)

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