Baccanti, satiri, sileni e un corteo di Dioniso: a Pompei emerge una nuova “Villa dei Misteri” decorata con straordinari affreschi [LE FOTO | LA VIDEO-INTERVISTA]
Elena Percivaldi
A oltre un secolo dalla scoperta della Villa dei Misteri, un altro eccezionale ciclo di affreschi getta luce sui riti di Dioniso nel mondo classico. Nel corso degli scavi nell’insula 10 della Regio IX di Pompei, gli archeologi hanno portato alla luce una “megalografia”, un ciclo di pitture a grandi figure, che decora tre lati di una grande sala per banchetti, con il quarto lato aperto sul giardino.
©Parco Archeologico di Pompei
I nuovi affreschi di Pompei: il Corteo di Dioniso, scene di vita e rituali misterici
Il fregio rappresenta il corteo di Dioniso, dio del vino, con baccanti rappresentate come danzatrici ma anche come cacciatrici feroci, con un capretto sgozzato sulle spalle, una spada e le interiora di un animale nelle mani.
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E poi alcuni giovani satiri con le orecchie appuntite che suonano il doppio flauto, mentre un altro compie un sacrificio di vino (libagione) in stile acrobatico, versando dietro le proprie spalle un getto di vino da un corno potorio (usato per bere) in una patera (coppa bassa).
Al centro della composizione c’è una donna con un vecchio sileno che impugna una torcia: si tratta di una inizianda, vale a dire una donna mortale che, tramite un rituale notturno, sta per essere iniziata nei misteri di Dioniso, il dio che muore e rinasce, promettendo altrettanto ai suoi seguaci.
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Un dettaglio molto particolare del fregio è che tutte le figure sono dipinte su piedistalli, come se fossero statue, ma con dettagli realistici che ne fanno percepire il movimento, rendendole incredibilmente vivaci.
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Oltre ai riti iniziatici, la caccia
Attribuito al II Stile della pittura pompeiana (I secolo a.C.), anzi più precisamente agli anni 40-30 a.C., il fregio era già vecchio di un secolo al momento dell’eruzione, avvenuta nel 79 d.C. Stile e iconografia lo accomunano a quello della celebre Villa dei Misteri, ma introducono un nuovo tema: la caccia. Un fregio secondario sopra la scena principale raffigura infatti diversi animali vivi e morti, tra cui un cerbiatto e un cinghiale appena sventrato, oltre a uccelli, pesci e molluschi.
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Zuchtriegel: “Pitture meravigliose tra crisi religiosa e ritualità arcaica”
Il direttore del Parco archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel, racconta il ritrovamento
Entusiasta il direttore del Parco archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel, co-autore di un primo studio del nuovo rinvenimento pubblicato sull’E-Journal degli Scavi di Pompei:
“La caccia delle baccanti di Dioniso a partire dalle ‘Baccanti’ di Euripide del 405 a.C., una delle più amate tragedie dell’antichità, diventa una metafora per una vita sfrenata, estatica, che mira a ‘qualcosa di diverso, di grande e di visibile’, come dice il coro nel testo di Euripide. La baccante esprimeva per gli antichi il lato selvaggio e indomabile della donna; la donna che abbandona i figli, la casa e la città, che esce dall’ordine maschile, per danzare libera, andare a caccia e mangiare carne cruda nelle montagne e nei boschi; insomma, l’opposto della donna ‘carina’, che emula Venere, dea dell’amore e delle nozze, la donna che si guarda nello specchio, che si ‘fa bella’.
©Parco Archeologico di PompeiSia il fregio della casa del Tiaso sia quello dei Misteri mostrano la donna come sospesa, come oscillante tra questi due estremi, due modalità dell’essere femminile a quei tempi. Sono affreschi con un significato profondamente religioso, che però qui avevano la funzione di adornare spazi per banchetti e feste… un po’ come quando troviamo una copia della Creazione di Adamo di Michelangelo su una parete di un ristorante italiano a New York, per creare un po’ di atmosfera.
©Parco Archeologico di PompeiDietro queste meravigliose pitture, con il loro gioco tra illusione e realtà, possiamo vedere i segni di una crisi religiosa che stava investendo il mondo antico, ma ci possiamo anche cogliere la grandezza di una ritualità che risale a un mondo arcaico, almeno fino al II millennio a.C., e al Dioniso dei popoli micenei e cretesi, chiamato anche Zagreus, signore degli animali selvatici.”
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La Regio IX, un giacimento di tesori
Gli scavi nella Regio IX, avviati nel febbraio 2023 su un’area di circa 3.200 mq, hanno portato alla scoperta di oltre 50 ambienti, tra cui due case di epoca sannitica trasformate in epoca romana in una fullonica (lavanderia) e un panificio. Tra i ritrovamenti più significativi figurano un salone nero con scene della saga troiana, un sacrario con allegorie delle stagioni e un quartiere termale.
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Questa sera su Raiuno alle 21.30, Alberto Angela dedicherà un approfondimento a queste straordinarie scoperte del Parco Archeologico di Pompei.
Come visitare la Casa del Tiaso
L’ambiente del Tiaso dionisiaco sarà visibile al pubblico tramite visite guidate al cantiere, prenotabili al numero 327 2716666. I visitatori, divisi in gruppi di 15 persone, potranno esplorare gli scavi accompagnati dal personale specializzato. L’accesso è incluso nel biglietto d’ingresso al Parco Archeologico di Pompei.
Fonte notizia, video e foto: Parco Archeologico di Pompei.
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