#medioevo

Milano University Pressmilanoup@mastodon.uno
2025-06-27

#NewBook
📚 Nel 1252 veniva assassinato in un'imboscata l'inquisitore Pietro da Verona, dichiarato santo già l'anno successivo alla sua morte. Il volume tenta, tramite un approccio multidisciplinare che si serve degli strumenti della filologia come di quelli della medicina legale, di ricostruire i dettagli di un delitto che, per via delle modalità in cui avvenne, può essere a buon diritto definito un "cold case" medievale.

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#Inquisizione #Eresia #Medioevo

OpenSoul ✅OpenSoul
2025-06-10

Per capire la frase di : "Non è che abbiamo poco tempo, ma ne perdiamo molto" mi è bastato leggere sul questa perla:

"Un'estate in stivali e bikini con frange all'insegna della libertà""

Il è passato dal predicato nel e in cui si moriva per una semplice infezione, al nulla cosmico dovuto ad un finto benessere ormai

2025-05-27

𝐌𝐨𝐬𝐭𝐫𝐞 / 𝐉𝐚𝐧 𝐯𝐚𝐧 𝐄𝐲𝐜𝐤 𝐞 𝐥𝐞 𝐦𝐢𝐧𝐢𝐚𝐭𝐮𝐫𝐞 𝐫𝐢𝐯𝐞𝐥𝐚𝐭𝐞: 𝐚 𝐓𝐨𝐫𝐢𝐧𝐨 𝐮𝐧 𝐯𝐢𝐚𝐠𝐠𝐢𝐨 𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐬𝐜𝐨𝐩𝐞𝐫𝐭𝐚 𝐝𝐞𝐢 𝐦𝐚𝐧𝐨𝐬𝐜𝐫𝐢𝐭𝐭𝐢 "𝐧𝐚𝐬𝐜𝐨𝐬𝐭𝐢" 𝐝𝐢 𝐏𝐚𝐥𝐚𝐳𝐳𝐨 𝐌𝐚𝐝𝐚𝐦𝐚

I dettagli su @storieearcheostorie

@palazzomadama

#arte #mostre #miniature #medioevo #codiciminiati #torino

storiearcheostorie.com/2025/05

2025-05-26

Inghilterra / Scoperto a Leeds un raro pendente sassone a forma di croce: un tesoro altomedievale racconta il passato della città

Elena Percivaldi

È un piccolo gioiello, rimasto sepolto per oltre 1.200 anni in un campo nei pressi di Leeds, nel nord dell’Inghilterra. Ma si sta rivelando una testimonianza preziosa, quasi unica, della vita nell’antico regno sassone di Northumbria.

La croce d’oro, simbolo di fede e potere nell’Alto Medioevo

Si tratta di una croce pettorale in argento massiccio, ricoperta da una sottile lamina d’oro e decorata su entrambi i lati con motivi ornamentali a intreccio tipici dell’arte sassone. Nonostante un braccio sia spezzato e la pietra che campeggiava nel castone centrale sia andata perduta, il reperto è di grande fascino. E conserva, intatti, tutta la sua bellezza e il suo eccezionale valore storico.

La croce vista da vicino (foto ©Leeds City Museum)

Secondo gli esperti, il pendente risalirebbe all’VIII secolo e potrebbe essere appartenuto a una figura influente nella locale comunità sassone. Forse un alto prelato, oppure un importante funzionario laico. A scoprirlo, lo scorso anno, un appassionato armato di metal detector, che poi lo ha prontamente consegnato alle autorità attraverso il Portable Antiquities Scheme.

Una testimonianza importante della Leeds medievale

Il pendente è stato recentemente acquisito dalle collezioni pubbliche del Leeds Museums and Galleries, grazie al sostegno di finanziamenti provenienti da enti culturali nazionali e locali. Sarà esposto al pubblico entro la fine dell’anno presso il Leeds City Museum.

Ancora un’immagine del reperto (foto ©Leeds City Museum)

“La croce era probabilmente portata al collo e rappresentava un segno visibile dell’identità religiosa e dell’alto rango sociale di chi la indossava”, spiega Kat Baxter, archeologa presso il museo.
“È stata realizzata in un’epoca in cui Leeds faceva parte del regno di Northumbria e si aggiunge a una serie di reperti che ci aiutano a ricostruire il profilo delle persone che abitavano qui all’epoca”.

Scoperte che riscrivono la storia locale

Negli ultimi anni, il territorio attorno a Leeds ha restituito importanti tracce del suo passato sassone e romano. Nel 2022, durante uno scavo a Garforth, gli archeologi hanno rinvenuto una bara in piombo di 1.600 anni fa, contenente lo scheletro di una donna di 25-35 anni sepolta con gioielli come un bracciale, una collana di perle di vetro e un anello.

La bara di piombo, di epoca romana (foto ©Leeds City Museum)

Ancora prima, nel 2012, il museo ha acquisito uno straordinario Tesoro, il West Yorkshire Hoard: sette oggetti datati tra il VII e l’XI secolo, tra i quali gioielli d’oro di altissima qualità, indossati da membri dell’élite sassone.

“Tutti questi ritrovamenti indicano la presenza di un tessuto sociale ricco e complesso, in cui Leeds era abitata da persone potenti e benestanti”, aggiunge Baxter. “Purtroppo, gli oggetti delle classi meno abbienti sono più rari da trovare, ma ogni nuovo reperto contribuisce a completare il puzzle del nostro passato”.

Il tesoro riemerso nel West Yorkshire (foto ©Leeds City Museum)

La storia che riaffiora dal sottosuolo

Il pendente è stato acquisito grazie al contributo dell’Arts Council England/V&A Purchase Grant Fund, della Leeds Philosophical and Literary Society e degli Amici dei Musei di Leeds, ed è stato dichiarato un “tesoro” ai sensi del Treasure Act del 1996.

Salma Arif, assessore comunale alla cultura di Leeds, ha commentato:

“Questa scoperta è un bellissimo esempio di quanto il nostro passato sia ancora presente attorno a noi. Siamo felici di poter arricchire le nostre collezioni e di continuare a raccontare la storia della città con oggetti di così grande valore.”

#AltoMedioevo #anglosassoni #archeologia #archeologiaMedievale #crocePettorale #Inghilterra #Leeds #LeedsCityMuseum #Medioevo #Northumbria #notizie #PortableAntiquitiesScheme #RegnoUnito #sassoni #scoperte #tesoroSassone

croce d'oro
2025-05-18

La pellegrina cristiana, il nobile Tristram e il re armeno: nel Cenacolo di Gerusalemme scoperti centinaia di graffiti lasciati dai visitatori medievali

Elena Percivaldi

Gerusalemme, si sa, è la Città Santa per eccellenza. Ogni via, ogni strada, ogni pietra racconta una storia ed è letteralmente intrisa di spiritualità, essendo la città un punto di riferimento assoluto e ineludibile per tutte e tre le religioni monoteistiche. Ma oltre al Santo Sepolcro e agli altri luoghi legati alla morte e alla Passione di Cristo, Gerusalemme custodisce anche il luogo che, secondo i cristiani, fu teatro dell’Ultima Cena, durante la quale Gesù condivise il pane e il vino con gli Apostoli celebrando la prima Eucaristia della storia. Si trova sul monte Sion, appena fuori le mura della Città Vecchia. Secondo la tradizione ebraica e musulmana, nel piano inferiore ci sarebbe la cosiddetta “Tomba di re Davide“. Sopra, i crociati costruirono, nel XII secolo, una sala che chiamarono suggestivamente “Coenacolum (Cenacolo).

La Sala del Coenaculum sul Monte Sion (foto: © Heritage Conservation Jerusalem Pikiwiki Israel)

Le testimonianze dei pellegrini medievali

Inglobato nel tardo Medioevo in un monastero francescano, il Cenacolo ha attirato per secoli legioni di pellegrini da tutto il mondo. Del loro passaggio custodisce una palpitante testimonianza: centinaia e centinaia di graffiti medievali, incisi da chi transitava per una rapida visita oppure per sostare a lungo in preghiera.

Questo eccezionale tesoro “nascosto” è ora sotto la lente d’ingrandimento di un team internazionale di studiosi appartenenti, tra gli altri, all’Accademia Austriaca delle Scienze (ÖAW) e all’Autorità Israeliana per le Antichità (IAA). Gli esperti sono riusciti a documentare e a decifrare centinaia di graffiti, iscrizioni, stemmi e disegni presenti sulle pareti del Cenacolo e finora sconosciuti.

Rappresentazione dell’Ultima Cena sull’altare di Klosterneuburg. L’altare, completato nel 1181 dal maestro Nicola di Verdun, risale allo stesso secolo in cui prese forma il Cenacolo di Gerusalemme. (foto: Peter Böttcher – Università di Salisburgo / © Stiftsmuseum Klosterneuburg)

Tra questi figura la rarissima testimonianza di una pellegrina cristiana di lingua araba, proveniente da Aleppo, e una breve iscrizione armena del 1300 che sembra aver risolto un mistero durato oltre sette secoli.

Veduta generale del Cenacolo sul Monte Sion. Nell’angolo opposto è possibile vedere un’iscrizione araba (©Joshua Faudem / – Israel Antiquities Authority).

Molti graffiti, resi ormai quasi invisibili dal tempo, sono stati riportati alla luce e analizzati nel laboratorio della Leon Levy Digital Library of the Dead Sea Scrolls. I risultati, pubblicati su Liber Annuus (74, 2024) – l’annuario dello Studium Biblicum Franciscanum di Gerusalemme -, ci regalano un’immagine vivida della mobilità e della diversità culturale dei pellegrini medievali.

Lo stemma a carboncino del nobile Tristram von Teuffenbach

Uno dei ritrovamenti più sorprendenti è lo stemma della famiglia Teuffenbach, proveniente dalla regione di Murau, in Stiria. Nel 1436 un certo Tristram von Teuffenbach, nobile stiriano, accompagnò l’arciduca Federico d’Asburgo – e futuro imperatore del Sacro Romano Impero, Federico III – in un pellegrinaggio a Gerusalemme, insieme a un seguito di circa un centinaio di aristocratici austriaci.

Stemma dei baroni di Teuffenbach-Mairhofen del 1563. Già nel XV secolo elementi araldici simili erano presenti anche negli stemmi di alcune famiglie vicine del distretto di Murau in Stiria. (Johann Siebmacher, Wappenbuch (Libro degli Stemmi, 1605), Tav 22. PD)

Durante la visita, Tristram incise il suo stemma, probabilmente a carboncino, sulle pareti del Cenacolo: una specie di firma, che lo storico Ilya Berkovich, coautore dello studio, interpreta come un “segno di presenza” simile ai graffiti spesso lasciati sui monumenti (aggiungiamo, sciaguratamente) dai turisti di oggi. L’identificazione dello stemma è stata confermata grazie al progetto Corpus Vitrearum dell’ÖAW, dedicato alle vetrate medievali e ai suoi simboli araldici.

“Natale 1300”: un re armeno vittorioso?

Una delle scoperte storicamente più significative è però una scritta in armeno all’apparenza semplice: tradotta recita infatti “Natale 1300”. Incisa in alto su una parete, secondo lo stile tipico dell’epigrafia nobiliare armena, potrebbe risolvere un mistero durato oltre 700 anni.

Immagine multispettrale in bianco e nero rielaborata digitalmente dello stemma “Teuffenbach” della Stiria. Subito sotto si può vedere l’inizio di una data “14” semi-cancellata. Sulla destra si trovano due iscrizioni: la monumentale iscrizione natalizia armena e un’altra iscrizione serba, “Akakius”. (foto: © Shai Halevi – Israel Antiquities Authority)

Nel 1299 Het’um II, sovrano del Regno di Cilicia, guidò una campagna militare, insieme agli alleati Mongoli e Georgiani, contro i Mamelucchi, riconquistando diversi territori. Tra il 22 e il 23 dicembre di quell’anno affrontò i nemici a Wādī al-Khaznadār, in Siria. Lo scontro, noto anche come terza battaglia di Homs, si concluse con la (momentanea) vittoria dell’esercito dei Mongoli, rinforzato da contingenti armeni e georgiani, sui Mamelucchi.

Gli storici si sono sempre chiesti se il sovrano, deposte le armi, si fosse mai recato in visita a Gerusalemme, come pellegrino o conquistatore. L’iscrizione, sottolineano gli autori dello studio, supporta questa ipotesi, offrendo una prova tangibile della presenza armena nella Città santa e nella regione, come testimoniato da chiese e monasteri ancora attivi.

La pellegrina di Aleppo

Di grandissima importanza appare anche il frammento di un’iscrizione araba. Poche parola, “…ya al-Ḥalabīya”, che rappresentano il (raro) “lascito” di una pellegrina cristiana proveniente da Aleppo, in Siria. La doppia desinenza femminile “ya” indica infatti che l’autrice era una donna, un dettaglio eccezionale in un’epoca in cui il pellegrinaggio era dominato per lo più da uomini.

Il graffito della pellegrina di Aleppo. La sua iscrizione [rosso] incrocia un altro graffito arabo [blu] che non è stato ancora decifrato. (foto: © Shai Halevi – Israel Antiquities Authority)

La scoperta, come nota Berkovich, amplia la prospettiva sulla partecipazione femminile al pellegrinaggio in epoca premoderna, confermando ancora una volta la diversità sociale e culturale dei visitatori che affollavano il Cenacolo.

Voci e “firme” di tanti secoli fa

Tra le iscrizioni figurano anche le “firme” di personaggi noti, come Johannes Poloner di Ratisbona, che lasciò un ampio resoconto del suo viaggio a Gerusalemme compiuto nel 1421-22. È poi riapparso un disegno a carboncino dello stemma di un’importante famiglia patrizia di Berna, i von Rümlingen.

Sui muri del Cenacolo sono riaffiorate testimonianze lasciate da pellegrini provenienti da ogni dove: oltre all’Armenia, alla Siria e alle aree germanofone, vi sono tracce di viaggiatori in arrivo dai territori oggi appartenenti alla Serbia e alla Boemia, così come dei tanti cristiani di lingua araba partiti dall’Oriente. Si tratta di documenti eccezionali, che forniscono informazioni in “presa diretta” e di prima mano, preziosissime fonti storiche dalla straordinaria varietà geografica. “Questi graffiti rivelano la dimensione globale del pellegrinaggio medievale, andando oltre la narrativa eurocentrica”, spiega ancora Berkovich.

Stemma intagliato con la firma “Altbach”. L’immagine è quasi identica allo stemma della città moderna (Germania meridionale). (foto: © Shai Halevi – Israel Antiquities Authority)

Tra i ritrovamenti spicca anche lo stemma della città di Altbach, in Germania, probabilmente inciso da un cavaliere insieme a simboli legati all’Ultima Cena, un calice e una pagnotta rotonda. Questi graffiti, incisi con utensili affilati come i coltelli o disegnati con un pezzo di carbone, riflettono il desiderio dei pellegrini di lasciare un segno tangibile della loro presenza, e della loro devozione, in un luogo ritenuto da tutti sacro.

Il graffito e l’iscrizione dello sceicco

Su un muro è stata individuata anche l’iscrizione, accompagnata da un disegno che rappresenta uno scorpione, realizzata in onore dello sceicco sufi Aḥmad al-ʿAjmī. Lo sceicco ha svolto un ruolo importante nella storia del Cenacolo. Fu lui, infatti, a chiedere nel 1523 al sultano Solimano il Magnifico di espellere i francescani dal luogo per poi trasformare la sala in una moschea.

L’iscrizione e il disegno realizzati per lo sceicco Aḥmad al-ʿAjmī (foto: © Shai Halevi – Israel Antiquities Authority)

Nuove tecnologie permettono nuove scoperte

La scoperta è stata possibile grazie a tecniche all’avanguardia. La fotografia multispettrale, che cattura lunghezze d’onda invisibili all’occhio umano, e l’RTI, che analizza le superfici attraverso variazioni di luce, hanno reso leggibili iscrizioni quasi cancellate.

Le immagini, elaborate nel laboratorio della Leon Levy Digital Library, hanno permesso di identificare dettagli minuscoli e quasi invisibili, come la data “14” sotto lo stemma disegnato da Teuffenbach, probabilmente l’inizio di “1436”.

Un lavoro di squadra

Il progetto, frutto di una collaborazione tra l’ÖAW, l’Israel Antiquities Authority (IAA) e studiosi armeni, conferma ancora una volta l’importanza della ricerca interdisciplinare per ricostruire capitoli dimenticati della nostra storia.

Per saperne di più:

  • Shai Halevi, Ilya Berkovich, Michael Chernin, Samvel Grigoryan, Arsen Harutyunyan, The Holy Compound on Mount Sion – An Epigraphic Heraldic Corpus (Part 1): The Walls of the Cenacle‘, Liber Annuus 74 (2024), S. 331–74.

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graffiti CenacoloGraffiti Sala del Cenacolo
Milano University Pressmilanoup@mastodon.uno
2025-05-16

#16maggio

Giornata internazionale della #luce.

Candele, lampade e candelabri, oggi ritenuti semplici oggetti ornamentali, nel #Medioevo erano veri e propri simboli di distinzione sociale, oltre che uniche fonti di luce artificiale.

Chi si poteva permettere di possedere lampade e candelabri in oro e argento? Solo i ricchi, che li esponevano come simboli del loro #potere e #ricchezza.
Di ciò tratta l’articolo di #SSMD qui proposto.

⬇️
riviste.unimi.it/index.php/SSM

#MiddleAges #light #history

Beatrice Giovanna Maria Del Bo, 2025. “Le luci artificiali nel Medioevo: illuminare la distinzione sociale” pubblicato in Studi di storia medioevale e di diplomatica - Nuova Serie. (apr. 2025), pag. 211–226 con DOI: https://doi.org/10.54103/2611-318X/28195.
2025-05-10

La chiesa di San Giovanni in Borgo fu demolita nel 1818.
Oltre al disegno di De Dartein esistono almeno altri due rilievi, che riporto sotto. Sono immagini che provengono dalla fototeca dei Musei Civici di Pavia e che avevo recuperato nel 1986 durante la ricerca per la mia tesi.
Altre info nell'alt-text.

#Architettura #Romanico #Medioevo #Illustrazioni #Architecture #Romanesque #MiddleAges #Medieval #Illustration

Disegno della stessa facciata descritta nel post precedente.

Facciata secondo un disegno acquarellato di proprietà dell'avvocato Dell'Acqua.
Foto Chiolini PV 1955Disegno della stessa facciata descritta nel post precedente.

Da un disegno presso il Collegio Borromeo.
Foto Chiolini PV 1955
2025-05-08

Una pagina a caso da:
A random page from:

F. de Dartein – Étude sur l'architecture lombarde et sur les origines de l'architecture romano-byzantine, Dunod, 1865

#Architettura #Romanico #Medioevo #Illustrazioni
#Architecture #Romanesque #MiddleAges #Medieval #Illustration

Disegno al tratto delle viste frontali delle facciate di due chiese pavesi.
Entrambe le facciate sono a capanna, con archetti pensili e loggetta cieca con colonnine a coronare la fascia superiore. Sono anche tripartite a tutta altezza da lesene.
La facciata superiore presenta un portale centrale ad arco incorniciato da un protiro appena aggettante con timpano triangolare. Sopra, nella fascia centrale, tre bifore sormontate da tre monofore.
La facciata inferiore ha invece tre portali ad arco, con colonne e archi concentrici nella profonda strombatura. Sopra ciascuno dei due laterali c'è una bifora, sopra al centrale invece c'è un occhio tondo. Altri due occhi si trovano appena sopra i portali minori.

Le due didascalie recitano:
St PIERRE EN CIEL D'ORO A PAVIE
St JEAN IN BORGO A PAVIE
J_Paul_PhilippeJ_Paul_Philippe
2025-04-28

La chiesa di SANT'URBANO ALLA CAFFARELLA è un esempio lampante della stratificazione storico artistica che caratterizza molti monumenti presenti nella nostra città. Ne ho scritto sul blog 👉 tinyurl.com/a7zrrzss

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