#necropoli

2025-11-25

Dal Piemonte alla Sicilia, dall’età del bronzo ai Longobardi: ecco l’Atlante dei ritrovamenti archeologici lungo le linee ferroviarie | SCARICA IL PDF

Elena Percivaldi

Negli ultimi vent’anni l’archeologia italiana ha visto affermarsi tra i protagonisti il Gruppo FS Italiane. Attraverso Archeolog, ente del Terzo settore che riunisce RFI, Italferr, Anas e Quadrilatero Marche–Umbria, il Gruppo FS ha assunto un ruolo decisivo nella tutela, nella conservazione e nella valorizzazione dei reperti rinvenuti durante la realizzazione delle infrastrutture ferroviarie e stradali.

Non si tratta di episodi sporadici, ma di una strategia coerente che ha cambiato l’approccio alle opere pubbliche: oggi la archeologia preventiva è parte integrante della progettazione, un processo che permette di conciliare sviluppo e tutela attraverso diagnosi, indagini e interventi mirati.

Il risultato più evidente di questo lavoro è l’Atlante dei Ritrovamenti Archeologici lungo tracciati ferroviari e stradali, una pubblicazione monumentale che raccoglie alcune delle più significative scoperte avvenute in Italia grazie ai cantieri ferroviari e stradali (può essere scaricata gratuitamente QUI).

RFI ATLANTE ARCHEOLOG WEB D_compressedDownload

Come sottolinea Stefano Antonio Donnarumma, il ruolo delle infrastrutture è cruciale per la coesione del Paese, ma non può prescindere dal rispetto della storia. L’archeologia preventiva è diventata così un tassello indispensabile nella costruzione di una mobilità moderna e sostenibile.

L’Atlante: un grande archivio delle scoperte lungo i tracciati italiani

L’Atlante, curato da Ilaria Maggiorotti con il supporto del Ministero della Cultura e delle Soprintendenze territoriali, documenta 26 ritrovamenti recenti, ma offre anche una visione d’insieme dell’evoluzione di un modello di collaborazione unico nel suo genere.

Ciascuna scheda dell’Atlante presenta schematicamente la localizzazione del ritrovamento con cronologia, descrizione dettagliata, foto e grafici, interpretazioni e contesto storico.

Il volume è consultabile anche nei centri di documentazione del Gruppo FS ed è diventato uno strumento utile per studiosi, appassionati e operatori culturali.

Il ruolo di Archeolog: sinergia tra istituzioni e territorio

Dal 2015, anno della sua fondazione, Archeolog Onlus coordina gli interventi sui territori interessati dai grandi cantieri ferroviari e stradali.
Il suo Comitato scientifico, guidato dal prof. Alessandro Vanzetti e formato da archeologi del Ministero e accademici, definisce linee guida, metodologie e protocolli condivisi.

Come sottolinea Vanzetti, non basta scavare: occorre interpretare, restituire, comunicare. È fondamentale che le comunità locali possano conoscere il patrimonio riportato alla luce, trasformando i rinvenimenti in occasioni di crescita culturale ed economica.

I cantieri che riscrivono la storia: il caso Italferr

Tra gli attori più rilevanti c’è Italferr, società di ingegneria del Gruppo FS e pioniera dell’archeologia preventiva in Italia.
Sin dagli anni delle grandi linee AV – Torino–Milano, Bologna–Firenze, Roma–Napoli – gli archeologi hanno accompagnato ogni fase dei lavori, facendo emergere contesti di straordinario valore.

Uno dei casi più celebri è la necropoli romana scoperta durante la costruzione della stazione AV di Bologna Centrale. Ma non meno rilevante è la stazione di sosta romana con complesso termale lungo la linea Roma–Napoli, o il recupero della Tomba della Montagnola, esempio emblematico di integrazione tra tutela e progettazione.

Oggi Italferr utilizza strumenti avanzati come GIS, telerilevamento, machine learning e software predittivi per identificare aree sensibili prima dell’apertura del cantiere.

26 ritrovamenti che raccontano l’Italia: eccone alcuni

1. Piemonte – La Necropoli longobarda di Sant’Albano Stura (CN)

Uno dei ritrovamenti più spettacolari è la necropoli longobarda di Sant’Albano Stura, rinvenuta in frazione Ceriolo durante i lavori dell’autostrada Asti–Cuneo tra il 2009 e il 2011. La necropoli ha restituito oltre 800 sepolture, una delle più estese di tutto il territorio nazionale.

Tra i materiali spiccano monete d’oro e d’argento, fibule a S e collane in pasta vitrea appartenenti ai corredi femminili, e armi da taglio, lance e scudi presenti nelle tombe dei guerrieri.

Una tomba infantile a cappuccina e una struttura lignea simile alle “case della morte” – piuttosto rara in Italia – rendono il contesto ancora più importante significativo.

2. Piemonte – La città romana di Libarna (AL)

Le indagini lungo la storica Via Postumia e le linee ferroviarie Torino–Genova e Milano–Genova hanno riportato alla luce parti finora sconosciute della città romana di Libarna (I–III sec. d.C.), già individuata e scavata in più riprese a partire dalla fine dell’Ottocento.

Tra i ritrovamenti la porticus del teatro, le terme urbane (ancora da mettere in luce), un edificio produttivo dedicato alla lavorazione dei laterizi e tratti del decumano con pavimentazione originaria.

Il sito è oggi uno dei più importanti luoghi archeologici dell’Italia nord-occidentale.

3. Toscana – Le 30 navi romane di Pisa San Rossore (PI)

Forse il ritrovamento più noto riportato nell’Atlante è quello delle navi di Pisa San Rossore, emerse nel 1998 durante la costruzione di un centro direzionale FS. Gli archeologi scoprirono una vera “Pompei del mare”, sepolta a sei metri di profondità: circa 30 relitti databili tra il III sec. a.C. e il VII sec. d.C.

Tra i materiali conservati spiccano, oltre ai legni perfettamente integri degli scafi, carichi di ceramiche, anfore e utensili, oggetti personali dei marinai e strumenti di bordo.

Grazie alla mancanza di ossigeno e alle falde sotterranee, molti manufatti si sono conservati in condizioni eccezionali. Oggi le navi sono esposte negli Arsenali Medicei, sede del Museo delle Navi Antiche di Pisa.

4. Marche – Taverne di Serravalle di Chienti (MC): un villaggio del Bronzo Antico

Gli scavi nell’area della SS 77 hanno rivelato un vasto villaggio dell’Età del Bronzo Antico (2200–1700 a.C.), con oltre 1000 buche di palo.

Tra le strutture principali sono riemerse le tracce di una capanna absidata lunga 20 metri e di una seconda capanna rettangolare, recinti per animali e aree funzionali artigianali.

Accanto al villaggio è stata individuata una necropoli circolare con 20 tombe, probabilmente legate a un unico nucleo familiare.

5. Calabria – Bagnara Calabra (RC): insediamenti neolitici e del Bronzo

A Bagnara Calabra sono state scoperte due sepolture neolitiche (V millennio a.C.) e due insediamenti dell’Età del Bronzo Antico (2100–1900 a.C.).

Il ritrovamento più rilevante è la presenza di ossidiana proveniente da Lipari, conferma di intensi traffici marittimi già in epoca preistorica.

6. Calabria – Canneti (RC): un sito pluristratificato

A Canneti, nel Comune di Locri, gli scavi del 2011 hanno rivelato un insediamento attivo tra l’Età del Ferro (VIII-VII sec. a.C.) e l’epoca ellenistica.

Il sito ha restituito un pozzo e un canale arcaici, una bellissima antefissa gorgonica, una necropoli con rituali di sacrificio (enagisma) e una piccola imbarcazione rituale, tutti elementi che forniscono una preziosa testimonianza delle pratiche religiose della Sicilia centrale.

7. Sicilia – Assoro (EN), località Cuticchi

Qui sono stati identificati un vasto insediamento rurale romano-imperiale (I–III sec. d.C.) e una necropoli di 168 sepolture con corredi preziosi, oggetti in oro e un’urna cineraria iscritta.

8. Sicilia – Caltagirone (CT): la necropoli di Fontana di Pietra

Nel 2022, durante interventi infrastrutturali, è emersa una doppia necropoli: la più antica è protostorica (2200–1600 a.C.) con tombe a grotticella, la seconda tardoantica con tombe a fossa.

I corredi hanno richiesto la modifica del progetto per garantirne la conservazione.

9. Sicilia – Vallelunga Pratameno (CL): una villa rustica in attività per secoli

Le indagini hanno rivelato un insediamento attivo dal III–II sec. a.C. al VI sec. d.C., composto da una villa rustica, una grande fornace e diversi ambienti produttivi agricoli. Molte le anfore emerse, insieme alle attrezzature per la lavorazione dell’argilla.

10. Sicilia – Himera (PA): 9.300 tombe tra storia e guerra

Le ricerche hanno interessato anche la monumentale necropoli di Himera, con circa 9300 sepolture.
Tra i reperti più toccanti, le tombe collettive dei soldati caduti nelle battaglie del V secolo a.C., con segni evidenti dei colpi mortali.

Scavo di uno dei cavalli morti nella battaglia del 480 a.C. (dall’Atlante)

Un modello per il futuro

Questi sono solo alcuni dei 26 siti illustrati nell’Atlante, che insieme al lavoro di Archeolog mostra come la costruzione di infrastrutture non sia più – o almeno, non dovrebbe essere! – “distruzione” ma opportunità: opportunità di conoscenza, di tutela e di restituzione.

Come afferma Cristian D’Ammassa, l’archeologia preventiva non deve essere percepita come un ostacolo, ma come una risorsa.

L’Italia è uno dei Paesi più complessi al mondo per densità di stratificazioni archeologiche. Le esperienze raccontate e illustrate nell’Atlante dimostrano che non solo è possibile conciliare modernità e tutela, ma che questo incontro può generare nuovi modelli operativi riconosciuti a livello europeo.

#archeolog #archeologiaPreventiva #atlanteFs #fsItaliane #gruppoFerrovieDelloStato #himera #inEvidenza #infrastruttureEArcheologia #italferr #libarna #libri #longobardi #naviDiPisa #necropoli #rfi #ritrovamentiArcheologici #tutelaBeniCulturali

Una giovane archeologa esamina le ossa di un animale durante uno scavo archeologico in un sito di interesse storico.Copertina dell'Atlante dei Ritrovamenti Archeologici, con un dettaglio di un reperto ceramico rappresentante un volto sorridente, su sfondo arancione.Mappa dell'Italia con indicazioni sui ritrovamenti archeologici lungo strade statali e linee ferroviarie, evidenziando le località specifiche di ciascun ritrovamento.Due reperti archeologici, tra cui una coppa decorata con figure umane e un vaso, parzialmente sepolti nella sabbia.
2025-10-14

Armenia / Un volto di pietra di 2500 anni fa racconta i misteriosi culti dell’antico regno di Urartu

Elena Percivaldi

Era ancora nella sua posizione originaria, dopo 2500 anni, appoggiato al fianco di una cassetta litica: il volto inquietante con sopracciglia marcate, occhi ravvicinati e naso prominente, tratti che rimandano a possibili culti degli antenati o a riti ancestrali della fertilità.

L’idolo durante lo scavo (Photo: ©Michalina Andrzejewska / PCMA UW)

Scolpito nel tufo vulcanico e alto circa mezzo metro, il misterioso idolo in pietra è stato ritrovato ad Argištiḫinili, in Armenia, durante l’ultima campagna di scavi del Polish Centre of Mediterranean Archaeology (Università di Varsavia) e dell’Istituto di Archeologia ed Etnografia dell’Accademia Nazionale delle Scienze dell’Armenia, nell’ambito di una missione congiunta armeno-polacca condotta sulle alture del Caucaso meridionale sotto la direzione di Mateusz Iskra e Hasmik Simonyan.

Hasmik Simonyan e Mateusz Iskra, responsabili della spedizione (Photo: ©Tigran Zakyan)

Secondo i ricercatori, si tratta di uno dei ritrovamenti più significativi mai effettuati nella regione, sia per lo stato di conservazione che per il contesto di rinvenimento. Le analisi chimiche del contenuto della cassetta di pietra potrebbero chiarire la funzione rituale dell’oggetto, forse legata a offerte domestiche o a pratiche propiziatorie.

Veduta della necropoli (Photo: ©Adrian Chlebowski / PCMA UW)

Argištiḫinili: una città urartea perfettamente conservata

Le rovine di Argištiḫinili si trovano a una quindicina di chilometri circa dall’odierna città di Armavir. La fortezza faceva parte dell’antico regno di Urartu (o Ararat), tra l’Asia Minore, la Mesopotamia e il Caucaso, che gravitava attorno al lago di Van (oggi nella Turchia orientale). Fiorì tra il IX e l’VIII secolo a.C. e ospitò l’arrivo degli Armeni, prima di soccombere all’invasione degli Sciti intorno al 585 a.C.

Case urartiane scoperte sul sito (Photo: ©Patryk Okrajek / PCMA UW)

Il ritrovamento proviene da una grande casa terrazzata di circa 400 m², datata tra la fine del VII e il VI secolo a.C., nel quartiere residenziale di Surb Davti Blur (“Collina di San Davide”), le cui pavimentazioni in mattoni crudi e pietra risultano ancora in ottimo stato: una circostanza che permetterà di ricostruire la vita quotidiana degli urartei nel delicato periodo di passaggio che precede la caduta del regno.

Lo scavo in corso (Photo: ©Adrian Chlebowski / PCMA UW)

In uno degli ambienti, adibito a magazzino, gli archeologi hanno ritrovato ancora al loro posto molti grandi vasi da stoccaggio, a riprova della complessa organizzazione domestica e del ruolo cruciale della città nel controllo del Caucaso meridionale.

La necropoli a incinerazione: un unicum per l’Armenia

Lo scavo in corso. Sullo sfondo, il monte Ararat (Photo: ©Adrian Chlebowski / PCMA UW)

Ma non è tutto. Durante le indagini la missione ha riportato alla luce anche una vasta necropoli a incinerazione con decine di urne funerarie, molte delle quali accompagnate da corredi. Secondo Hasmik Simonyan si tratta della più grande necropoli a urne finora rinvenuta in Armenia: una vera miniera di informazioni che permetterà di approfondire le credenze sull’aldilà degli abitanti di Argištiḫinili e la loro articolazione sociale.

Urne funerarie del VII secolo a.C. trovate durante lo scavo (Photo: ©Adrian Chlebowski / PCMA UW)

Nuove prospettive per la ricerca sul regno di Urartu

Finanziata dal National Science Centre of Poland, la missione mira a studiare la vita domestica e la trasformazione culturale del territorio dopo la caduta del regno di Urartu.

Le prossime campagne, previste per il 2026, approfondiranno i contesti abitativi e rituali, aprendo nuove prospettive sui culti e le tradizioni della regione nell’età del Ferro.

Fonte notizia: PCMA UW

#archeologiaDelCaucaso #Argishtikhinili #Armenia #cultoDellaFertilità #EtàDelFerro #idoloInPietra #necropoli #necropoliAIncinerazione #notizie #PCMAVarsavia #scavi #scaviArcheologici #scaviArmenoPolacchi #scoperte #Urartu

Ritrovamento di un oggetto in pietra nella regione di Argištiḫinili, Armenia, con una superficie irregolare e segni di erosione, circondato da terreno secco.Due archeologi discutono sul sito di scavo in Argištiḫinili, Armenia, con un paesaggio di colline e abitazioni sullo sfondo.Scavi archeologici a Argištiḫinili, Armenia, con rocce e strutture antiche visibili sul terreno.Veduta aerea di scavi archeologici che mostrano due aree rettangolari con pietre esposte e terreno arido, situate in un contesto archeologico di Argiștiḫinili, in Armenia.
2025-10-05

💀✨ 𝗗𝗮𝗹 𝘀𝗼𝘁𝘁𝗼𝘀𝘂𝗼𝗹𝗼 𝗱𝗶 𝗔𝘁𝗿𝗶 (𝗧𝗲𝗿𝗮𝗺𝗼) 𝗿𝗶𝗮𝗳𝗳𝗶𝗼𝗿𝗮 𝗹𝗮 𝘀𝘁𝗼𝗿𝗶𝗮

Durante i lavori per il nuovo metanodotto è stata scoperta una necropoli dell’Età del Ferro (850-750 a.C.), con tombe a tumulo e corredi preziosi. Un ritrovamento che arricchisce la conoscenza dell’Abruzzo antico.

📍 Casoli-contrada Casabianca, Atri (TE)

Foto: © @soprintendenza_laquila_teramo

#Archeologia #Abruzzo #Necropoli #EtàDelFerro #ScopertaArcheologica #Atri #Storia #ItaliaAntica #Teramo

storiearcheostorie.com/2025/10

2025-09-15

💀 In Abruzzo riaffiora una necropoli tardoantica e altomedievale

⚒️ Durante i lavori in contrada Cantò a Ceppagatti (Pescara) sono emerse cinque sepolture databili tra il IV e l'VIII secolo, tra Tarda Antichità e Alto Medioevo. Un ritrovamento che aggiunge un tassello prezioso alla storia del territorio.
👉 Leggi i dettagli su Storie & Archeostorie: wp.me/p7tSpZ-afV

#Archeologia #Abruzzo #Cepagatti #Necropoli #StoriaAntica #Medioevo #TardaAntichità #Pescara

storiearcheostorie.com/2025/09

2025-07-20

🔍 Riemerge l’antica Cirene!

Una missione archeologica italiana ha riportato alla luce una necropoli monumentale in Libia: tombe rupestri, sarcofagi decorati, corredi aristocratici e testine votive in marmo greco raccontano la storia di un’élite dimenticata.

🤝 Un esempio straordinario di cooperazione culturale internazionale

#Archeologia #Cirene #Libia #ScaviArcheologici #GreciaAntica #UNESCO #Cultura #MissioneItaliana #StoriaAntica #Necropoli #Archeologia #Cirene

storiearcheostorie.com/2025/07

2025-05-24

Padova, dagli scavi di via Campagnola spunta una necropoli protostorica con tombe, ceramiche e la sepoltura di un cavallo

Elena Percivaldi

Ancora grandi scoperte a Padova. La realizzazione del nuovo studentato universitario in via Campagnola, nel cuore del quartiere ex SEEF, ha riservato una sorpresa di eccezionale rilievo archeologico. Proprio sotto le palazzine interessate dalla ristrutturazione, gli scavi hanno riportato alla luce una necropoli protostorica, con tombe databili dal VI-V secolo a.C. fino alla romanizzazione. Il ritrovamento, avvenuto durante i lavori del 2024, si inserisce nel quadro delle indagini avviate già tra il 2022 e il 2023, che avevano evidenziato una necropoli romana composta da oltre 220 sepolture di età imperiale.

Tutte le foto: ©SABAP Padova

Il cantiere, attivato per creare nuovi spazi residenziali e didattici per l’Università di Padova, diventa ora anche un laboratorio di studio sulla continuità insediativa tra epoca protostorica e romana, rafforzando il legame tra sviluppo urbano e tutela del patrimonio culturale.

Dalle tombe romane alle sepolture protostoriche: un viaggio indietro nel tempo

A guidare i lavori archeologici sono le ditte Semper e Malvestio, sotto la supervisione della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Padova, diretta dalla dott.ssa Cinzia Rossignoli. Dopo la scoperta della necropoli romana, risalente all’età augustea e al II secolo d.C., i nuovi scavi hanno portato alla luce dieci tombe protostoriche, tra cui spiccano sepolture “a dolio” – grandi contenitori in terracotta impiegati per raccogliere i resti umani e il corredo funerario – oltre a casse lignee e litiche.

Uno dei ritrovamenti più significativi è una sepoltura equina, raro esempio di rituale simbolico, accanto a una inumazione in nuda terra e a un dolio di dimensioni eccezionali. Quest’ultimo, come altri doli rinvenuti, è stato prelevato interamente per procedere con un micro-scavo in laboratorio, utile ad analizzare con precisione i resti e i reperti associati.

Una tomba d’élite: 36 reperti tra ceramica, bronzo e ferro

Tra le scoperte più rilevanti vi è una grande cassa lignea quadrangolare, contenente un ricco corredo funerario con almeno 36 oggetti, tra cui due vasi ossuari, ceramiche di varie fogge, e oggetti in metallo. Gli elementi in bronzo e ferro suggeriscono un elevato status sociale del defunto, contribuendo a delineare i tratti di una comunità strutturata e articolata già in epoca pre-romana.

Una scoperta che cambia la geografia dell’antica Padova

Secondo Vincenzo Tiné, già soprintendente ABAP, la nuova necropoli “ci consente di accertare che i limiti della città veneta coincidono sostanzialmente con quelli della città romana”, ridefinendo così la dimensione urbana della Padova antica, confermata ora anche a Nord dell’attuale centro storico.

Una visione condivisa anche dalla rettrice dell’Università di Padova, Daniela Mapelli, che sottolinea il valore della sinergia tra ricerca scientifica, sviluppo urbano e tutela del territorio:

«Questa scoperta arricchisce la conoscenza della storia di Padova e dimostra quanto sia preziosa la collaborazione tra istituzioni e mondo accademico. L’Ateneo, attraverso questi interventi, contribuisce alla valorizzazione della memoria storica della città».

Allo scavo hanno preso parte, in occasione del sopralluogo ufficiale, anche la prorettrice alla Cultura, prof.ssa Monica Salvadori, e il dirigente tecnico dell’Ateneo, arch. Giuseppe Olivi, responsabile del progetto edilizio.

#archeologia #necropoli #notizie #Padova #SAPABPadova #scavi #scaviArcheologici #SEEF #storiaDiPadova #studentatoUniversitario #tombeADolio #UniversitàDiPadova #viaCampagnola

2025-03-21

💀🔥💀🔥 ARCHEOLOGIA | 𝐄𝐜𝐜𝐞𝐳𝐢𝐨𝐧𝐚𝐥𝐞 𝐚 𝐆𝐢𝐮𝐠𝐥𝐢𝐚𝐧𝐨, 𝐬𝐜𝐨𝐩𝐞𝐫𝐭𝐚 𝐮𝐧𝐚 𝐧𝐞𝐜𝐫𝐨𝐩𝐨𝐥𝐢 𝐫𝐨𝐦𝐚𝐧𝐚 𝐚 𝐋𝐢𝐭𝐞𝐫𝐧𝐮𝐦: 𝐜𝐢 𝐬𝐨𝐧𝐨 𝐦𝐚𝐮𝐬𝐨𝐥𝐞𝐢 𝐞 𝐥’𝐞𝐩𝐢𝐭𝐚𝐟𝐟𝐢𝐨 𝐝𝐢 𝐮𝐧 𝐠𝐥𝐚𝐝𝐢𝐚𝐭𝐨𝐫𝐞

L'articolo completo, con tutte le FOTO, su @storieearcheostorie

Foto: @soprintendenzadinapoli_areamet

#archeologia #giugliano #liternum #necropoli #gladiatore #necropoliromana #archaeology #archeologiaromana #scoperte #scopertearcheologiche

storiearcheostorie.com/2025/03

2025-03-20

ARCHEOLOGIA | 𝐒𝐞𝐬𝐭𝐮 (𝐂𝐚𝐠𝐥𝐢𝐚𝐫𝐢), 𝐮𝐧𝐚 𝐧𝐞𝐜𝐫𝐨𝐩𝐨𝐥𝐢 𝐩𝐮𝐧𝐢𝐜𝐚 𝐞𝐦𝐞𝐫𝐠𝐞 𝐝𝐚𝐢 𝐥𝐚𝐯𝐨𝐫𝐢 𝐝𝐞𝐥 𝐠𝐚𝐬: 𝐬𝐜𝐨𝐩𝐞𝐫𝐭𝐚 𝐚𝐫𝐜𝐡𝐞𝐨𝐥𝐨𝐠𝐢𝐜𝐚 𝐥𝐮𝐧𝐠𝐨 𝐥𝐚 𝐒𝐏𝟖

#archeologia #sestu #cagliari #necropoli #sepolturepuniche

storiearcheostorie.com/2025/03

A Gela riemergono nuovi reperti archeologici: nel vaso di terracotta la tomba di un bimbo del VI secolo a.C.

Redazione

Il sottosuolo di Gela continua a restituire testimonianze del suo passato. Nei giorni scorsi, durante degli scavi effettuati dall’Enel in via Garibaldi sotto la consueta sorveglianza della Soprintendenza, sono venuti alla luce diversi reperti, tra cui un’osteotheca risalente alla prima metà del VI secolo a.C. Si tratta di un otre per vino in terracotta con quattro anse e un beccuccio versatoio, riutilizzato come contenitore funerario per un infante. Al suo interno c’erano, infatti, alcune ossa.

Interessante l’analogia con un reperto simile scoperto dal celebre archeologo Paolo Orsi nel secolo scorso, a conferma di una pratica funeraria consolidata nell’area.

Nello stesso sito sono infatti stati rinvenuti i resti di altre due sepolture ad enchytrismos, inumazioni in anfora poste all’interno di una fossa scavata nel banco roccioso. Trovata anche parte di una tomba alla cappuccina e frammenti ceramici d’importazione che datano il complesso alla prima metà del VI secolo a.C.

«Ancora una volta Gela ci sorprende con ritrovamenti di straordinario valore storico che ci fanno conoscere rituali codificati e diffusi, mentre i frammenti ceramici d’importazione confermano la centralità della nostra città nelle reti commerciali mediterranee del VI secolo a.C – dice l’assessore regionale dei Beni culturali, Francesco Paolo Scarpinato -. Questo ritrovamento testimonia l’efficacia delle nostre politiche di tutela preventiva che prevedono una sistematica sorveglianza archeologica durante qualsiasi intervento nel sottosuolo urbano. Seguiremo con particolare attenzione il prosieguo degli scavi nei dieci metri lineari ancora da esplorare, fiduciosi che possano emergere ulteriori testimonianze del nostro straordinario passato»

I reperti,  dopo le necessarie operazioni di studio e restauro, saranno esposti al Museo archeologico regionale di Gela, nel Nisseno.

Fonte: Regione Siciliana

#archeologia #FrancescoPaoloScarpinato #Gela #MagnaGrecia #MuseoArcheologicoRegionaleDiGela #necropoli #notizie #RegioneSiciliana #scavi #scaviArcheologici #scoperte #sepoltureAdEnchytrismos #Sicilia #tombe #tombeInfantili

archeologia gelaarcheologia gelaarcheologia gela
2025-02-13

💀 🔥 𝐀𝐑𝐂𝐇𝐄𝐎𝐋𝐎𝐆𝐈𝐀 | 𝐒𝐜𝐨𝐩𝐞𝐫𝐭𝐚 𝐚 𝐓𝐫𝐞n𝐭𝐨 𝐮n𝐚 n𝐞𝐜𝐫𝐨𝐩𝐨𝐥𝐢 𝐩𝐫𝐞𝐫𝐨𝐦𝐚n𝐚 𝐜𝐨n 200 𝐭𝐨𝐦𝐛𝐞: “𝐑𝐢𝐬𝐚𝐥𝐠𝐨n𝐨 𝐚𝐥𝐥’𝐞𝐭à 𝐝𝐞𝐥 𝐟𝐞𝐫𝐫𝐨”

Tutti i dettagli, le foto e le videointerviste nell'articolo di @elenapercivaldi su @storieearcheostorie

@soprintendenza_beni_culturali_Trento

#archeologia #archaeology #archeologie #trento #scoperte #etadelferro #necropoli #scopertearcheologiche

storiearcheostorie.com/2025/02

2025-02-06

🔥🔥🔥 𝐀𝐑𝐂𝐇𝐄𝐎𝐋𝐎𝐆𝐈𝐀 𝐏𝐚𝐝𝐮𝐥𝐚 (𝐒𝐚𝐥𝐞𝐫n𝐨), 𝐬𝐜𝐨𝐩𝐞𝐫𝐭𝐚 𝐮n'𝐢𝐦𝐩𝐨𝐫𝐭𝐚n𝐭𝐞 n𝐞𝐜𝐫𝐨𝐩𝐨𝐥𝐢 𝐝𝐞𝐥 𝐈𝐕 𝐬𝐞𝐜𝐨𝐥𝐨 𝐚.𝐂.

Il ritrovamento è stato effettuato dai carabinieri TPC in un cantiere nei pressi della Certosa di San Lorenzo. Trovate una ventina di tombe e diversi reperti tra cui ceramiche, unguentari, lucerne, fibule, monete e un cinturone in bronzo appartenente a un guerriero.

#archeologia #archaeology #padula #necropoli #scavi #scoperte #carabinieri

storiearcheostorie.com/2025/02

2024-03-23

Client Info

Server: https://mastodon.social
Version: 2025.07
Repository: https://github.com/cyevgeniy/lmst